La strega.

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Fee1702
view post Posted on 12/2/2011, 21:55





Aveva gli occhi color smeraldo e i capelli colore del sangue, camminava sicura su quei tacchi alti, sottili, che sembravano dovessero spezzarsi da un momento all’altro, così come le sue gracili ossa. Ma non sbagliava mai un passo, non barcollava mai, non si voltava mai. Aveva lo sguardo proiettato al di là di tutto.
Si diceva che non posasse mai gli occhi su nessuno, al contrario di tutti gli altri, che non potevano fare a meno di guardare lei, non perché fosse particolarmente bella, ma perché era tremendamente misteriosa.
Nessuno sapeva il suo nome, nessuno ci aveva mai parlato, sembrava uscita da un romanzo horror, una creatura creata per uccidere, un demonio. Si spostava sempre i capelli all’indietro, lasciandoli volare ribelli sulle piccole spalle, come rivoli di sangue che scorrevano su quella pelle pallida. Sedeva sempre sullo stesso sgabello, misteriosamente sempre libero, come aspettasse sempre e solo lei. Ordinava di consueto un Martini liscio, che portava alle labbra rosse e carnose con lentezza, gustandoselo tutto. Non si sapeva da dove arrivasse e dove sparisse, nella notte. Un po’ tutti, in quella città, se lo chiedevano, ma nessuno aveva provato realmente a seguirla, come se farlo, portasse direttamente all’inferno. Le donne del posto, la chiamavano “la strega”, pronunciando quel soprannome con sdegno, avendola etichettata come una squilibrata che si divertiva a interpretare quel ruolo misterioso, per far cadere gli uomini ai propri piedi e far parlare tutti di sé, ma nessuno l’aveva mai vista in compagnia di qualcuno.
Eppure, tutte le sere, arrivava in quel locale perfettamente truccata e vestita, rigorosamente di nero, sempre lo stesso abito corto a scoprirle le piccole gambe magre e slanciate, sempre intenta a sistemarsi, a specchiarsi nel piccolo specchietto da borsa, come stesse aspettando qualcuno di preciso. Un qualcuno che non sarebbe mai arrivato e che sembrava sapere che non lo avrebbe fatto, troppo schiva, troppo disinteressata all’arrivo delle persone in quel posto.
Molte volte avrei voluto parlarle e sapere di più di lei, ma non nego che la cosa incuteva timore anche a me, nonostante fosse soltanto una donna con qualche anno più di me che, nonostante l’aspetto spettrale, rimaneva pur sempre una figura minuta dagli occhi grandi che non aveva mai fatto del male a nessuno.
Era apparsa in quel bar qualche anno prima e, da allora, non aveva fatto altro che comparire alla stessa identica ora, con la stessa espressione, lo stesso disinteresse verso il resto del mondo, la stessa malinconia negli occhi e rimaneva sempre lo stesso lasso di tempo. Alle 23 e 26 di ogni sera, lasciava il locale e se ne andava, chissà dove, chissà da chi.
Poi, una sera, non la vidi più.
Aspettai invano di vederla comparire, avvolta in quell’aura spettrale di sempre, ma non arrivò.
Non lo fece il giorno seguente e non lo fece mai più.
Soltanto dopo qualche giorno, mi decisi a parlare con il proprietario del locale, un uomo attempato, l’unico che sembrava a suo agio con lei, che non le parlava, non le faceva domande e le lasciava chiedere il proprio Martini, senza anticiparla, nonostante sapesse bene, cosa avrebbe chiesto. Aveva lavorato dietro al bancone da sempre ed ero sicuro che sapesse qualcosa di lei.
“Non è apparsa due anni fa.” Mi disse.
“Lei c’è sempre stata, ma era un’altra persona, prima. Aveva i capelli biondi, il viso paffutello e si vestiva sempre alla moda, ma mai elegante. Le piaceva venire qui, con le amiche, ballava, si divertiva e ogni tanto usciva con qualche ragazzo, ma non aveva mai voluto impegnarsi.” Mi raccontava l’uomo, intento ad asciugare qualche bicchiere, a chiusura locale.
“Era una ragazzina dolce, come tante altre, le piaceva la vita e voleva godersi a pieno i suoi vent’anni. Ma poi, arrivò lui.”
“Lui?” Chiesi, non aspettandomi di saperla con qualcuno, quasi non credendolo possibile.
“Era bello davvero, quel ragazzo. Veniva da un paese un po’ lontano e si era trasferito qui ad Amburgo in cerca di fortuna, sembra che suonasse insieme al fratello ed altri amici. Li vidi spesso assieme e mia figlia, che la conosceva abbastanza, mi raccontava sempre di quanto fosse invidiosa di quella storia.”
“A quell’età, sogni la storia d’amore da film, quella che ti travolge, ma che pensi che non esista. Quella ragazzina, invece l’aveva trovata. Pare che lui le scrivesse canzoni e gliele cantasse all’uscita di scuola, erano inseparabili e gelosissimi l’uno dell’altra. Io stesso ho placato una rissa dove lui era in mezzo per vendicare uno sguardo di troppo alla sua donna.”
Sorrisi, a quell’immagine.
“Vissero una favola, interrotta esattamente due anni fa.”
Lo guardai attentamente, sapendo che in quel momento avrei scoperto la verità, cosa celava quella donna.
“Aveva iniziato ad avere successo, quel ragazzo e spesso viaggiava per tutto il paese. Lei era felicissima e lo aspettava trepidante ogni volta. Quel giorno, dopo quasi un mese di assenza, le chiese di farsi bella, di aspettarlo qui e lei, lo fece. Indossò quel vestito nero e le scarpe con il tacco, non l’avevo mai vista, così bella. Alle dieci in punto si sedette su quella sedia ed ordinò un Martini, nell’attesa.”
Sgranai gli occhi, iniziando a capire.
“Ma quell’attesa, è durata fino a qualche giorno fa. Lui non tornò mai, alle 23 e 20, circa, le suonò il cellulare e la vidi morire con i miei occhi, vidi morire la ragazzina bionda che conoscevo e vidi nascere il fantasma che tutti ormai, conosciamo.”
“..le 23 e 26.” Mormorai. “Dovevano essere le 23 e 36.”
“Sì, forse… comunque, non la vidi versare una lacrima. Si limitò a non dire una parola e a spegnere il cellulare, iniziando a venire qui ogni benedetta sera ad aspettare lui, che non sarebbe mai tornato. Aveva tinto i capelli di quel rosso acceso, chissà per quale motivo ed era diventata sempre più pallida, le occhiaie profonde. Pare che si fosse ammalata e non si fosse mai voluta curare.”
“Era malata?” Chiesi, sentendo gli occhi farsi lucidi, colpito dal dolore che doveva aver passato quella ragazza.
“E’ quello che dicevano a scuola di mia figlia e che adesso, so per certo. E’ morta, qualche giorno fa.”
Sentii una fitta al cuore a quelle parole, sentendomi in qualche modo in colpa per tutto quello, così come avrebbe dovuto sentirsi la gente che non l’aveva mai avvicinata per chiederle se avesse bisogno d’aiuto, etichettandola come una pazza posseduta e non riconoscendo quella ragazzina piena di vita che qualche anno prima, si mischiava con loro.
“Si vociferava che un gruppo di ragazzini l’avesse seguita, qualche giorno fa, vedendola sparire in un cimitero e non azzardandosi ad andare oltre.” Continuò l’uomo. “Forse solo prima di morire ha voluto accettare la morte del ragazzo che amava, sapendo che l’avrebbe raggiunto.”
Lo vidi poi scuotere la testa, dispiaciuto, riponendo i bicchieri in un mobile. Io rimasi senza fiato, incredulo, ma arricchito. Mai più, dopo quel giorno mi sarei lasciato ingannare dalle apparenze, mai più avrei creduto che l’amore fosse solo il frutto di un sogno. E semmai avessi iniziato a crederlo di nuovo, sarei tornato in quel bar, a guardare quella sedia vuota a ringraziare la mia strega per aver fatto di me un uomo diverso, senza saperlo. O forse sì, perché quella sedia, non sarebbe mai stata vuota davvero.
 
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BuffyTH_89
view post Posted on 12/2/2011, 23:18




Ispirazione improvvisa? xD
Che dire ... mi ha colpita. Ti ho vista scrivere tutto il possibile immaginabile ormai xD Eppure questa OS mi ha colpita.
Originale, breve e intensa.
Lei è quasi soprannaturale, inquieta e intriga, tentandoti davvero a crederla "pazza", prima di scoprire che in effetti in qualche modo lo è diventata. Dopo un amore così profondo e così irrisolto, non si può rimanere gli stessi.
LUI senza nemmeno venir nominato, senza comparire, senza vivere effettivamente durante storia, la pervade, è quella presenza che aspetti nell'aspettare della ragazza, è quella malinconia nei suoi occhi, che la rendono umana a dispetto delle sue apparenze, è l'inquietudine che fin dall'inizio accompagna la sua figura. Ed è così forte da portarla con sè, da portarla a raggiungerlo in quel cimitero, alla fine.
E per chi resta e chi legge, rimane alla fine quella presenza misteriosa di entrambi a ricordare che le cose sono più di quello che sembrano, più potenti e reali di quanto ci si aspetti.
Perdona queste elucubrazioni, ma qualcuno mi sta facendo scrivere da tutto il giorno U_U E questo è il commento più sensato che la mia mente suggestionata è riuscita a elaborare xD Nice one, Liebs.
 
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Kate ~
view post Posted on 13/2/2011, 13:12




Ha ragione Cami, sembra ti abbia colto un'ispirazione improvvisa. Ed è bellissima questa OS!
Si vede che l'hai scritta di getto e mi è piaciuto molto il finale.

Anche il fatto che tu abbia raccontato di come la gente la temeva, senza poi sapere perchè, o di come è mutato il suo aspetto negli anni.

Brava Vale!
 
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Fee1702
view post Posted on 13/2/2011, 13:15




Grazie patatine mie!

Sì, l'ho scritta in 15 minuti, a dir la verità e non so cosa mi abbia ispirata XD
 
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3 replies since 12/2/2011, 21:55   80 views
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