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kaulitzina92
view post Posted on 30/1/2011, 20:17




CITAZIONE
perchè so che Fee è maestra nel creare scene piacevolmente originali. La dolce ragazza in questione secondo me ha una fifa micidiale. Bill le scatena la libido e non sa come gestirla. Almeno secondo il mio punto di vista.
Lui è... così... coccoloso. So di poter apparire una perfetta idiota, ma ha proprio il potere di sciogliermi. E' divertente quando fa il Dongiovanni e semplicemente adorabile quando è se stesso. E la scena delle patatine... le patatine!

ti appoggio pienamente!!!
 
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Fee1702
view post Posted on 13/2/2011, 14:54




Nuovo capitolo by me.

Enjoy =)

4)

4)
I due giorni seguenti, erano trascorsi normalmente, aveva raccontato tutto a Lotte, badando bene, però, a negarle le sue perenni paranoie. Non aveva intenzione di dar voce a quei pensieri troppo profondi, che celavano l’importanza assurda che stava dando a quei casuali ed effimeri incontri. Lei era lei, lei era forte, lei non si lasciava scalfire così da un ragazzetto qualunque. Lo avrebbe deciso da sola quando sarebbe arrivato il momento giusto e no, non era quello. Quello che non sapeva era che l’amica la conosceva ormai troppo bene per lasciarsi liquidare con descrizioni approssimative. Conosceva ogni suo sorriso, ogni sua mimica facciale ed era troppo al corrente di quanto lasciassero trapelare quelle guance arrossate al solo pronunciare quel nome. Sapeva anche che era inutile insistere con lei, perché se c’era qualcosa che a nessuno era dato fare, era farle cambiare idea.
Camminavano tranquille, osservando attentamente le vetrine della via più famosa del centro. Lotte guardava l’amica, roteando ogni tanto gli occhi nel vedere l’isteria dell’altra nel contemplare scarpe e abiti ultrafirmati. Ovviamente, non sarebbero nemmeno mai entrate in una di quelle boutique, ma di sicuro avrebbero preso spunto per copiare quelle bellezze.
“Oddio quelle scarpe…cioè, guardale porca miseria! Lotte guardaleeeeeeeeeeeee!” Allungò quell’urletto isterico per richiamare l’attenzione della ragazza bionda, che si degnò solo dopo qualche istante di osservare il paio di sandali tacco 12, oggetto del desiderio dell’amica. Non fece però in tempo a commentare che venne distratta da una figura vagamente familiare e bizzarra che, in quel momento, stava uscendo da uno di quei negozi, carica di sacchetti.
“Mi vuoi cagare?! Io li esigo, li esigo, li esigo!!!” Continuò, l’altra, isterica.
“Sì ok, è che…”
“Cosa?!”
“Fai prima a dire…”chi”” Spiegò la bionda, ormai fissa a guardare il ragazzo moro che si stava inesorabilmente avvicinando alle due ragazze.
“Lotte cosa stai dicen..” Si bloccò, non appena i suoi occhi verdi incontrarono quelli castani e mimetici del cantante, sentendo di nuovo quella sgradevole sensazione di ansia che in un attimo le aveva afferrato lo stomaco. SI trovò a deglutire, facendo un passo indietro, senza nemmeno averlo deciso, apparendo già visibilmente impanicata, particolare che non sfuggì all’amica.
“Ehi, calmati.” Le suggerì, stringendole appena un braccio, rassicurante.
“Sono calmissima.” Asserì, gelida, non tradendo però l’agitazione che lasciava trasparire in ogni parte di sé.
“Ciao.” Esordì lui, con voce pacata, nonostante, anche lui venne percorso da una leggera scossa dopo quell’incrocio di sguardi. Di nuovo il destino gli aveva fatti trovare l’uno di fronte all’altra, di nuovo non si era domandato il perché, di nuovo pensò che fosse terribilmente come doveva essere.
“Ciao.” Rispose per gentilezza, stringendosi nelle spalle e abbozzando un leggero sorriso. “Lei è Charlotte.”
Tentò così di togliersi dall’imbarazzo. I due si strinsero la mano, come da copione, presentandosi cordialmente, fino a che lo sguardo di lui, non tornò a posarsi su quello di lei. Tutta quella tensione non sfuggì a Charlotte, nonostante fosse rimasta abbagliata dal sorriso mozzafiato del ragazzo.
“Buffo sapere il nome della tua amica e non il tuo. Dovrò continuare a chiamarti “ragazza del gelato” ancora per molto?” Scherzò lui, tentando di alleviare la tensione.
“Beh, è originale, molto meglio di un banalissimo nome comune.”
“Non so perché, ma dubito che qualcosa che ti appartiene possa essere banale.” Commentò, sincero.
“Boh, non lo so, comunque, di sicuro, non è niente di ché. “ Replicò, quasi infastidita. “E’ stato un piacere incontrarti di nuovo, solo che si è fatto un po’ tardi, noi dovremmo andare.” Aggiunse, beccandosi un’occhiataccia da Lotte e una delusa da lui.
“Quanta fretta… vi avrei offerto volentieri qualcosa da bere, se vi va.” Rispose subito, il cantante, con quel bisogno impellente di trattenerla, di non volerla lasciare fuggire di nuovo.
“Oh ma sì, ci farebbe piacere! Gli innumerevoli appuntamenti che ci aspettano possono tranquillamente essere rimandati di qualche minuto.” Si affrettò a dire la bionda, guardando sottecchi l’amica, sicura che è quello che avrebbe voluto, nonostante la sua testardaggine.
“Ma io, non credo che… insomma…” Balbettò l’altra, rimasta allibita dalla prontezza di Lotte.
“Ottimo. Ho la macchina poco lontano, andiamo a farci una bevuta e poi vi accompagno.” Sorrise lui, vagamente elettrizzato da quell’opportunità.
Non ci fu modo di ribattere, così lo seguì, insieme all’amica che incenerì con uno sguardo di fuoco, fino a sistemarsi sul sedile di pelle nera dell’auto sportiva del ragazzo, lo sguardo perso chissà dove, silenziosa. La bionda si accomodò dietro, sicura di aver fatto la cosa giusta e trovando assenso nello sguardo del ragazzo, intento a guardare la ragazza di fianco a sé, provando a penetrare in quella miriade di pensieri silenziosi ma pesanti come macigni.
Il tragitto verso il pub, fu breve e, dopo aver parcheggiato, i tre entrarono dentro il locale, piuttosto lussuoso, dove Bill salutò un po’ chiunque, segno che doveva essere un abitudinario del posto, probabilmente uno degli unici nei quali poteva tranquillamente restare, senza dover fuggire a gambe levate.
Il tempo trascorso là dentro, non fu propizio, come lui aveva sperato. SI trovò, infatti a scambiare parole con la bionda, tentando di coinvolgere anche l’altra, che, stavolta però, si mostrò più sfuggente del solito, commentando di tanto in tanto con monosillabi disinteressati. I due continuarono a ridere e scherzare, forse nervosamente, ma comunque a proprio agio e Bill si trovò a ringraziare mentalmente Lotte che, con la sua loquacità, lo aveva tolto dall’imbarazzo. L’altra si trovò intenta a sfuggire gli sguardi del ragazzo, rigirando la cannuccia nel proprio bicchiere, completamente estraniata, il cuore pesante e lo stomaco sottosopra, non essendosi mai trovata in una situazione del genere, una situazione ingestibile, troppo nuova e pesante per lei. Per lei, che per la prima volta, si era trovata a pensare che quel ragazzo non fosse uno dei tanti, ma l’unico che, veramente, l’aveva fatta uscire di senno, l’unico che, per non lasciarsi rapire, avrebbe dovuto evitare.
“Chi si vede!” Una voce piuttosto bassa e gutturale interruppe il silenzio dei suoi pensieri, catturandole l’attenzione e facendole alzare gli occhi verso un ragazzo appena sopraggiunto. Alto, il sorriso strafottente, un cappellino da baseball che non riusciva a nascondere gli occhi allungati e furbi, simile a quelli di Bill, ma che lasciavano trapelare qualcosa di diverso.
“Tom! Pensavo tu fossi ancora a poltrire.” Commentò il cantante, verso colui che, dal nome, venne riconosciuto dalle due come suo fratello.
“Chi dorme non piglia pesci.” Rispose, posando gli occhi sulle due ragazze e salutandole con un gesto sbrigativo della mano, che le due ricambiarono. “Sopravvissute ai monologhi di mio fratello?” Domandò, restando in piedi, vicino alla ragazza dai capelli castani, beccandosi lo sguardo scocciato di Lotte, da sempre allergica ai ragazzi dalla battuta facile e spesso di pessimo gusto, superficiali, come veniva descritto lui.
L’altra invece si sentì in un qualche modo sollevata da quell’intrusione di leggerezza, trovandosi a sorridergli e rispondergli a tono.
“Per ora…”
“Dattela a gambe, appena puoi o diventerai di zucchero. Le sue parole sanno di miele.”
Le sussurrò, divertito, prendendo in giro il fratello, mentre lei ridacchiò.
“Almeno le mie hanno un buon odore.” Sfarfallò le lunghe ciglia, il gemello, infastidito ma rassegnato. Segno che tra loro, doveva essere sempre stato così.
“Se è di questo che ti accontenti…” Scrollò le spalle, l’ultimo arrivato, prima di venir distratto dal suono del proprio cellulare che, però, spense dopo poco. “Giusto, avevo un appuntamento, mi ero dimenticato. E’ stato un piacere, alla prossima!”
“Era l’ora…” Commentò, sbuffando il moro, mentre l’altro se ne andò, molleggiando dentro ai pantaloni larghi, lasciando la bionda a guardarlo con una smorfia e l’altra divertita.
“Scusatelo, purtroppo esiste anche lui.” Continuò.
“E’ simpatico.” Aggiunse lei, tornando poi nel suo mutismo difensivo, mentre l’atmosfera, tornò ad essere come la precedente, costringendola ad alzarsi.
“Scusate, torno subito.” Mormorò, dirigendosi verso il bagno, la voglia di spezzare quell’alone di tensione sempre più alta, entrando dentro e sciacquandosi il viso con l’acqua fresca, irritata al massimo per quell’impotenza, per il non riuscire a fregarsene e trattarlo come tutti gli altri.
“Ehi…” Abbozzò Lotte, affacciatasi in quel momento alla porta del bagno.
“Tu hai combinato più danni della grandine.” La fulminò l’altra, asciugando il viso.
“Scusami, solo che, insomma, non potevi piantarlo lì così.”
“Sono giorni che provo a piantarlo lì e ci stavo riuscendo. Potevi tranquillamente non mettermi i bastoni tra le ruote.”
“Non è vero, lo volevi rivedere, volevi accettare la sua proposta e lo vuoi anche ora...perchè ti devi convincere che in questo ci sia per forza qualcosa che non va bene?”
L’altra la guardò duramente, colta nel vivo, parandolesi davanti con sguardo di rimprovero, fino a sorpassarla, scocciata.
“Perché non ti fai gli affari tuoi?”
La bionda sospirò, restando per un attimo immobile, prima di raggiungerla da lui, convinta che si stesse tarpando le ali da sola.
“Non mi sento molto bene, Bill, non è che potresti riaccompagnarci?” Chiese la ragazza, attenta a non guardarlo più del dovuto.
“Sì, certo.” La scrutò, intuendo la scusa, ma non volendo insistere oltre. SI avviò fuori con loro, sconfitto, avendo pensato ad una serata diversa, eppure sapendo che doveva aspettarsi qualcosa del genere, ma forse, non ancora abituato agli sbalzi d’umore di quella ragazza strana. Il viaggio in auto, stavolta, fu ancora più pesante e silenzioso, aggravato dal fatto che anche la bionda non avesse più molta voglia di parlare, trovatasi a ringraziare il cielo una volta raggiunta casa e scesa di macchina, dopo aver salutato entrambi.
“Grazie della serata.” Commentò l’altra, una volta arrivati sottocasa.
“Beh, di niente.” Rispose il moro, sapendo che in realtà, non c’era nulla da ringraziare in quel momento.
“Senti mi dispiace.” Tornò a dire la ragazza, sentendosi in dovere di dover dire qualcosa. “E’ che, davvero, non è il momento. Ok, magari non sono nemmeno tenuta a dire nulla, io non so niente di te, né tu di me, magari faccio questo discorso per niente. Infondo c’è stato qualche bacio rubato così e via, niente di importante. Ma se per caso hai pensato a qualcosa di diverso, allora posso solo dirti che qualsiasi cosa tu abbia pensato, non è il momento.”
Il ragazzo tacque, senza interromperla, prima di ribattere:
“Hai già deciso tutto questo? E’ vero non so nulla, ma è una pretesa così assurda voler scoprire un po’ di te?”
“No no, affatto. Solo che non ne vedo il motivo. Non sono in cerca di avventure, di relazioni né di amicizie, sono nervosa, scorbutica, lunatica e anche una stronza se mi ci metto. Quindi credimi, non c’è interesse a conoscermi e anche ci fosse, non è ricambiato.” Ribatté, lapidaria.
L’altro la scrutò negli occhi, come a scavarle dentro.
“Davvero? La mia impressione non era stata questa e sai che sbaglio difficilmente. Comunque, anche io fino a qualche settimana fa non stavo cercando niente, eppure in qualche modo, ho trovato te. Non significa davvero nulla?”
La ragazza si morse appena il labbro, deglutendo e abbassando lo sguardo, prima di rispondere.
“No, non significa niente. Non credo al destino e a queste cazzate. E’ stata una coincidenza che io fossi dietro quell’angolo e tale deve rimanere. E’ stato comunque un piacere conoscerti, Bill. Ora devo andare.”
Aprì la portiera, sbattendola poi, cercando di contenere la rabbia, senza riuscirci davvero, avendo ottenuto quello che voleva, eppure non sentendosi per nulla soddisfatta, tantomeno sollevata. Salì le scale e si lasciò cadere sul letto, sperando di riuscire a prendere sonno.
Il ragazzo rimase lì a stringere il volante con forza, prima di partire con un rombo, sparendo nella notte, chiedendosi se davvero fosse valsa la pena di tenere tanto a qualcosa che non aveva nemmeno mai avuto la possibilità di nascere.



 
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kaulitzina92
view post Posted on 13/2/2011, 17:46




mmmmm... quanto è stupida questa ragazza!!! Bill la ama, anche lei ama lui.. perchè deve essere così scorbutica?!?!?! mamma mia che rabbia!!!!
Bella come sempre!
 
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Fee1702
view post Posted on 13/2/2011, 18:26




XDDD

Capirete più avanti, tranquilla!
 
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view post Posted on 26/2/2011, 15:12
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Dare to dream

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Eccomi!!! Finalmente ce l'ho fatta, ho letto tutto!!

Cavolo, scrivete divinamente, entrambe. Sapete unire momenti molti forti dal punto di vista emotivo a battute di spirito che sanno farti sospirare e sorridere allo stesso tempo.

Questa storia poi, mi "sembra" già di conoscerla (XD), ma leggerla così, scritta come une vera ff cambia tutto, e devo dire che se da un lato mi sembra quasi strano, dall'altro mi piace un sacco, ed era giunto il momento che tutto questo prendesse una vera forma ^^

Aspetto con ansia il continuo anche perchè so, che mi riserverete delle belle sorprese.

P.S. Grazie mille per la dedica, vi voglio bene. :heart:
 
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BuffyTH_89
view post Posted on 5/3/2011, 16:32




Grazie a te Silviè *__*
Era l'ora che ci raggiungessi qui U_U
Poi tu hai vissuto un po' con noi questa storia in anteprima, sai bene cosa c'è dietro^^ Mi fa piacere che la apprezzi anche in queste vesti :) Non ti deluderemo *Paladina*
 
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** Prinzi **
view post Posted on 20/3/2011, 20:28




Mi ritrovo a commentarla anche qui ^^
Ebbene mi chiedo cosa le passi per la testa u.u
uhm vedremo più in là cosa è successo nel passato che la induce a reagire in questo modo ^^
 
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36 replies since 1/1/2011, 15:37   662 views
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