You belong to me

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{•_Dreamer
view post Posted on 11/8/2009, 23:35




Nota: finalmente mi sono decisa a postare questo scritto da qualche parte, tra l'altro è anche la prima FanFiction che posto in questo forum. Tengo a precisare che la storia sarà narrata da due punti di vista differenti. Leggendo capirete. Buona lettura.

1°CAPITOLO - Un passato da dimenticare.




E' passato molto tempo dall'ultima volta che ti ho visto, eppure la ricordo quasi fosse ieri.
Ricordo il tuo sguardo afflitto, mentre inutilmente cercavi di chiedermi "scusa" l'ennesima volta. Non ti guardavo, non osavo farlo, perché sapevo che altrimenti ti avrei perdonato all'istante, senza riflettere, senza pensare a quanto tu già mi avevi fatta soffrire. Odiavo rendermi conto di quanto tu riuscissi a rendermi fragile, quanto ti fosse facile guardarmi facendo gli occhi dolci e riuscire a farmi cedere. Quella volta non ci saresti riuscito, il mio orgoglio finalmente si era fatto sentire, si era imposto, aveva detto "basta" a tutte quelle prese in giro alle quali mi avevi sottoposta quando stavamo insieme. Quella era stata solo l'ultima, la più umiliante bugia.

Ero tornata a casa prima per farti una sorpresa, ma avrei voluto non averlo fatto. Appena entrai dal cancello, ti vidi in giardino, con una ragazza bionda, immersi in un bacio. Il mio cuore smise di battere, gli occhi si riempirono di lacrime. Me ne andai e non tornai più da te.
Dopo qualche giorno fosti tu a cercarmi, venisti a casa mia, quella dove abitavo prima di venire a vivere con te.
"Cosa vuoi?" Dissi in tono sgarbato e diffidente, vedendoti alla mia porta.
"Che ti succede? Perché non sei tornata a casa?" Mi chiedesti innocentemente.
"Hai pure il coraggio di chiedermelo?" Sentivo la rabbia crescere dentro di me, le mani cominciavano a sudare, mi pizzicavano gli occhi, come se le lacrime che avevo inutilmente versato in quei giorni non fossero state abbastanza. Non avrei pianto davanti a te, me l'ero imposto qualora fossi venuto.
"Si può sapere che ti prende? Sei tornata da Parigi, sono arrivato all'aeroporto e tu non c'eri, non rispondi al telefono e non hai intenzione di tornare a casa."
"E a quanto pare non pensi che ho i miei motivi, vero?"
"Ma che motivi puoi avere per comportarti così?" Mi dicesti, sempre più confuso.
"Che motivi potrei avere? Vediamo se riesco a spiegarti." Urlai in preda all'ira.
"Tesoro, calmati! Cosa è successo?"
"Non chiamarmi tesoro! Mi sento solo presa in giro da uno come te. Io sono tornata un giorno prima da Parigi per farti una sorpresa, ma a quanto pare la sorpresa me l'hai fatta tu insieme a quella finta bionda che c'era nel tuo giardino, nel NOSTRO giardino tre giorni fà." Pronunciai tutto d'un fiato. A quel punto sgranasti gli occhi e il silenzio per la prima volta imprigionò le tue labbra per diversi minuti.
"Non è come pensi." Sussurrasti intimorito.
"E allora com'è?" Chiesi nervosamente. Iniziai a torturarmi le mani a picchiettare il piede per terra.
"Lei è la mia ex, è tornata chiedendomi di tornare con lei e mi ha baciato, ma io ho rifiutato, perché amo te."
"Non mi sembrava fosti tanto contrario mentre t'infilava la lingua in bocca."
"Amore io..."
"Per favore smettila di chiamarmi Amore!"
"è quello che sei per me."
"Non ci credo più, mi dispiace Bill. Sono stanca delle tue bugie."
"Ma io ti amo!" Dicesti con convinzione, ma io ormai avevo preso la mia decisione, dovevo andare avanti senza di te.
"Vattene, per favore." Dissi senza guardarti in faccia.
"Perdonami." E di nuovo quello sguardo innocente che implorava il mio perdono, incrociai i tuoi occhi solo per un attimo, forse non mentivi, ma avevo sofferto troppo a causa tua e non volevo più versare lacrime durante la notte chiedendomi se il tuo fosse vero amore.
Scossi la testa e chiusi velocemente la porta a chiave.


Da quel giorno non ti vidi più, il giorno seguente presi il primo treno per andarmene il più lontano possibile da te.
Destinazione: Monaco.
Ormai vivo qui da circa sei mesi, mi hai cercata diverse volte, mi ha addirittura chiamata tuo fratello dicendomi che eri distrutto, ma sicuramente ora starai meglio di me, magari ti sei fatto consolare da quella tua cosiddetta "ex". Magari lei è quella giusta per te, una a cui non importa delle tue inutili menzogne, una disposta a stare ai tuoi giochi, una che non sono io.
Da quando vivo qui ho cercato in tutti i modi di cancellare quella che era stata la mia vita prima di questa, di cancellare le mie vecchie abitudini, i miei affetti e soprattutto di cancellare te, il mio amore. Forse ci sono quasi riuscita o forse questo è solo ciò che voglio far credere a me stessa.
Non ti ho dimenticato, non posso negare che tu per me sia stato più che importante, ma non posso nemmeno negare quanto ti sei preso gioco di me. A breve ci sarà un vostro concerto, e, purtroppo l'unica amica che ho qui a Monaco ha già preso i biglietti e mi ha costretta ad andare con lei, senza lasciarmi possibilità di replica. Di certo non potevo raccontarle che non sarei andata perché Bill Kaulitz, il famosissimo cantante è il mio ex ragazzo. Il giorno prima della vostra esibizione Janine è su di giri, non aspetta altro che essere in prima fila solo ed esclusivamente per voi, mi ricorda tanto me circa un anno fa, quando ancora non eri diventato parte di me. Quando ancora eri un gioiello troppo costoso e brillante per me, quando ancora eri il mio sogno più segretamente proibito.
Esco dal lavoro verso le 18:00, non mi va di tornare a casa e sentire tutti i discorsi di Janine su quanto straordinari voi siate, non per cattiveria nei suoi confronti, ma voi ormai fate parte di un capitolo della mia vita che ho deciso seppur faticosamente di concludere, già vederti domani sarà una riapertura di una ferita appena cicatrizzata, non so se ce la farò. Apro il portafogli per controllare a che punto stanno le mie finanze e vedo un qualcosa spuntare da una tasca, lo prendo per capire meglio cosa sia e mi ritrovo mio malgrado tra le mani un significativo ricordo di quel passato che sto cercando da mesi di dimenticare. Una nostra foto insieme. Ridevamo, sembravamo felici, dietro una piccola dedica "per sempre.". "Nulla è per sempre." Penso, lasciandola cadere a terra e voltandomi diretta alla mia nuova casa. Senza più rimpianti, senza più dolore, senza più te.
 
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....:GiulY:....
view post Posted on 13/8/2009, 13:39




Sembra interessante, continua che mi incuriosice! ^__^
 
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{•_Dreamer
view post Posted on 14/8/2009, 12:59




2°CAPITOLO - Bill Kaulitz



Monaco. Un giorno d'inverno.
Riordinando in questa camera d'albergo tutte le mie cose, il suo ricordo sfiora appena la mia mente, in breve s'impone su qualsiasi altro pensiero e occupa ogni singola parte del mio corpo.
Inutile negare quanto lei sia stata importante per me, inutile negare quanto ancora lo sia, inutile negare cosa non darei per averla qui con me e sentire il suo profumo anche solo per un decimo di secondo, sentire ancora la sua voce prendersi gioco di me, sentire il suo sguardo fissarmi quasi fastidiosamente mentre parlo. Cosa non darei per sentirla di nuovo MIA anche solo una volta. Mentre il suo ricordo ormai si è totalmente impossessato di me, ritrovo la nostra foto insieme, sorridenti, felici. Doveva essere per sempre. Perché è finito tutto così? Perché sono stato così debole in quel momento?
"Bill! Sbrigati! Stiamo aspettando solo te." Mio fratello mi chiama.
Mi affretto a nascondere quella foto e a dipingere sul mio volto un falso sorriso, anche se so che lui lo noterà, non sopporta vedermi soffrire. Ricordo che qualche mese fà l'aveva addirittura chiamata a mia insaputa cercando di farle capire quanto mi mancasse. Eppure non era servito a niente, io sono ancora qui, senza di lei. Non ho idea di dove sia, da quel nostro ultimo incontro non l'ho più vista, si è trasferita, ma nessuno ha mai voluto dirmi dove. Sicuramente si è raccomandata con i pochi che lo sapevano di nascondermelo ad ogni costo.
"Bill!" Mi chiama per la seconda volta Tom.
"Arrivo!" Mi affretto a rispondere.
Velocemente esco dalla mia stanza e lo trovo lì ad aspettarmi.
"Era ora."
"Sì, scusami." Rispondo visibilmente distratto.
"Che ti succede?" Mi domanda con fare interrogativo.
"Niente." Rispondo rapidamente.
"Ancora lei, vero?"
"Si." Ammetto con rassegnazione.
Sospira.
"Tom, io non so che farci. Non riesco più a dormire, quelle poche volte che chiudo gli occhi vedo il suo viso, al nostro ultimo incontro, quell'espressione delusa che mi ha ucciso. Ho provato in tutti i modi a levarmela dalla testa, ma è tutto inutile. Ho bisogno di lei, Tom."
"E' davvero questo ciò che vuoi?"
"Più di ogni altra cosa."
"Allora la troveremo." Concluse mio fratello con convinzione.
"Mi aiuterai?" Chiedo speranzoso.
"Certo. Ma ora levati quell'espressione da funerale. Abbiamo un concerto stasera, ricordi? Ci sono migliaia di fans che aspettano solo te."
"Già." Dico sorridendo con un briciolo di speranza in più nel cuore.
"Ora che ne dici di farci un giro per questa grande città?"
"Dico che è una buona idea."
Raggiungiamo Gustav e Georg e cerchiamo tutti e quattro di nascondere nel migliore dei modi chi siamo, avviandoci così per le vie del centro di Monaco.
E' una gran bella città, mi soffermo ad ammirarne le vetrine con quell'aria quasi natalizia, mi fermo di tanto in tanto in qualche negozio per fare acquisti.
Camminiamo ancora tra le vie, fin quando un particolare sul marciapiede non attira la mia attenzione. Mi avvicino cercando di capire meglio di cosa di tratti. Allungo la mano e la raccolgo.
E' parecchio consumata, ma riesco a riconoscerla, è la nostra foto. Eppure l'avevo lasciata in camera, ne sono sicuro.
Solo un'altra persona possedeva una copia di quella foto, ciò vuol dire che ti ho trovata finalmente. E' qui che ti sei trasferita. Raccolgo la foto, la dedica sul retro "per sempre" quasi non si legge più.
"Bill ti vuoi muovere! Che stai facendo?" Dice mio fratello con tono impaziente.
"A-Arrivo." E in breve li raggiungo.
Prendo Tom da parte un attimo, mentre gli altri sono intenti a osservare una vetrina.
"Tom, lei è qui!"
"Cosa? Lei chi?"
Gli mostro la foto.
"L'ho trovata per terra. Solo un'altra persona oltre a me possedeva una copia di questa foto. Quindi vuol dire che non può essere lontana."
"Bill, ma è fantastico. Ti prometto che dopo il concerto ti accompagnerò a cercarla. E la troveremo, dovessimo girare tutta Monaco."
Ora la scintilla di speranza che poco fà illuminava il mio animo si è trasformata in una piccola fiammella, magari con il suo scarso tepore non è in grado di scaldare del tutto, ma è pur sempre una speranza più grande che un giorno spero m'incendi l'anima.
Nel tardo pomeriggio facciamo il soundcheck, un gran numero di fans già attende fuori dal palazzetto, probabilmente sono qui da stamattina e le più temerarie hanno addirittura trascorso la notte qui fuori solo ed esclusivamente per noi e ciò mi rende orgoglioso, so già che stasera sarà fantastico e la speranza di ritrovarla mi dà una marcia in più.

Ora sono nel mio camerino, mi sto sistemando un'ultima volta il trucco e i capelli. Mi sento esageratamente nervoso, una sorta di elettricità invade il mio corpo. E se lei fosse qui, stasera? No, come mi viene in mente? Lei mi detesta da quel giorno, non verrebbe certo a cercarmi e farsi del male ulteriormente e da sola. Sicuramente sarà nella sua nuova casa qui a Monaco, magari con un altro uomo. Questo pensiero appena mi sfiora, eppure mi fa a dir poco impazzire. Lei non può essere di nessun altro se non mia, ce l'eravamo promessi. Ognuno sarebbe appartenuto all'altro per sempre.
Lei è fuggita, fuggita da me, dalla sua famiglia, dai suoi più cari amici e tutto per dimenticarmi. Tutto solo ed esclusivamente per cancellare quello che eravamo stati, ma lei è pienamente consapevole che non può farlo. Vuole autoconvincersi che io appartenga al passato e che non avrò mai un posto nel suo futuro, ma io quel posto lo avevo e voglio fare ogni cosa in mio potere per riprendermelo. Gli sbagli non si possono cancellare e io con lei ho sbagliato diverse volte, ma non possiamo negare il fatto che noi ci apparteniamo. E sarà così per sempre.


Nota: sarò al mare da domani, avrò il PC, ma non so se riuscirò a postare. Farò il possibile.
Ringrazio ....:GiulY:.... per il commento, spero che questo capitolo sia all'altezza delle tue aspettative.
 
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....:GiulY:....
view post Posted on 14/8/2009, 13:17




CITAZIONE
Ringrazio ....:GiulY:.... per il commento

Ho non c' è di che!
Questo capitolo del punto di viista di Bill è molto bello, mi chiedo solo(se Bill ama ancora lei) che cosa stava pensando quando si limonava la biondina?
 
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{•_Dreamer
view post Posted on 14/8/2009, 13:22




CITAZIONE (....:GiulY:.... @ 14/8/2009, 14:17)
Ho non c' è di che!
Questo capitolo del punto di viista di Bill è molto bello, mi chiedo solo(se Bill ama ancora lei) che cosa stava pensando quando si limonava la biondina?

Diciamo che in quel momento lui è stato debole e non ha reagito come avrebbe dovuto. E ora ne sta pagando le conseguenze.
 
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{•_Dreamer
view post Posted on 29/9/2009, 20:09




E finalmente dopo un sacco di tempo decido di postare il 3° Capitolo, nella speranza che i lettori possano aumentare. Accetto ben volentieri anche le critiche e i consigli che possono aiutarmi a migliorare. Vi ringrazio per l'attenzione. Buona lettura.


3° CAPITOLO - Il concerto.




LEI:
Ho trascorso l'intera giornata davanti ai cancelli di questo chiamiamolo luogo per vedere l'unica persona che in questo momento non voglio vedere. Janine è a dir poco emozionata, come lo ero io la prima volta che vi vidi, che TI vidi, quella volta che catturasti il mio cuore. Non nego il mio passato, non nego il mio amore per te, ma ora voglio solo dimenticare.
Stasera sarà un tuffo indietro nel tempo che forse non sarò in grado di sostenere, uscita da qui tutto deve tornare come prima, mi devo comportare esattamente come una qualunque fan, come Janine che non sospetta di nulla. Ha aspettato questa data per mesi, non sa che appena finito lascerà un vuoto, perché è così. Voi avete questo potere. Lasciate quell'amaro in bocca alla fine di tutto che potrà essere zuccherato solo da un nuovo incontro, probabilmente lontano e per qualcuna addirittura impossibile.
"Empty streets, I follow every breath into the night
the winds are cold, the sun is frozen,
the world has lost its light."

La tua voce limpida e incantevole interrompe le urla delle ragazze, che subito dopo diventano ancora più forti e assordanti. Il cuore per un istante sembra smettere di battere, mi manca il respiro. Una lacrima, una sola, scivola sulla mia guancia e Janine sembra notarla.
"Tesoro, già ti commuovi adesso per il soundcheck? E stasera quando finalmente li vedi che fai?"
"Sì, scusami. Hai ragione." Mi affretto a far sparire quella goccia.
Janine quanto vorrei poterti raccontare tutto, ma so che non mi crederesti mai o, se lo faresti, ti arrabbiaresti con me. Ne avresti ogni ragione, siamo amiche e io non dovevo tenertelo nascosto, un giorno ti dirò tutta la verità sulla mia vita, sul motivo per cui mi trovo a Monaco, ti dirò tutta la verità su di lui e spero che quel giorno, presto o tardi che sia, non segnerà la fine della nostra amicizia, perché se così fosse sarebbe solo un'altra, l'ennesima, bruciante, sconfitta.

LUI:
Arriva il momento di salire sul palco, cerco di svuotare la mente dai pensieri di questi ultimi giorni, anche se ciò mi risulta parecchio difficile. Gli altri sono già pronti, ai rispettivi posti.
"I've got other planes today
don't need permission anyway
Here I'm standing after all
with my back against the wall."

Canto con tutte le mie energie, cercando di trasmettere a tutte queste persone forti emozioni, facendogli capire che vale la pena essere qui, che sentire migliaia di voci cantare insieme alla tua è l'emozione più bella che un cantante possa provare, sapere che molti di loro ci sostengono nonostante non avranno probabilmente mai l'occasione di conoscerci o se l'avranno sarà solo un fugace attimo. Loro sono qui per noi e questo è il mio orgoglio più grande.

LEI:
Il mio corpo è schiacciato su una transenna, da altri migliaia di corpi dietro di me. Janine è al mio fianco e un sorriso radioso le illumina il viso e le fa brillare quegli occhi azzurri incorniciati da uno spesso strato di matita nera e eyeliner.
Ad un tratto le luci si spengono, sento il cuore martellare nel petto quasi volesse uscire, le note di "Break away" sovrastano le urla, vedo Georg dall'altra parte del palco, Gustav dietro la batteria e Tom è davanti a noi e poi compari tu, sembri brillare di una luce tutta tua. Una lacrima e poi un'altra e un'altra ancora, in questo momento mi rendo conto che tutto quello che ho fatto fin'ora, la mia vita qui a Monaco è stata tutta una finzione, ho mentito a tutti, compresa me stessa. Ora tu splendi su questo palco come una stella e le mie lacrime continuano a scendere incontrollabili. Janine mi porta un braccio attorno alle spalle e canta con te.
Non dovevo venire, sapevo che la ferita si sarebbe riaperta e in questo modo non cicatrizzerà mai, so anche che potresti vedermi, anche se ormai ti sarai già dimenticato di me. Magari in questo momento un'altra sta con te, magari è dietro le quinte e ti aspetta a fine concerto per darti un bacio e dirti quanto tu sia stato fantastico.

LUI:
Stasera tutto sembra perfettamente magico. Non sento neanche la stanchezza, c'è un qualcosa che mi fa stare bene. Era da tempo che non provavo più questa sensazione.
"A volte ami qualcuno così tanto da doverlo lasciare andare." Inizio a dire introducendo quella canzone che non riesco a smettere di sentire, un veloce pensiero va a te, ovunque tu sia, anche se so che sei più vicina di quello che penso.
"Tage gehn vorbei
Ohne da zu sein
Alles war so gut
Alles ich und du
Geh
Geh..."

Tengo gli occhi chiusi per evitare che qualche lacrima possa sfuggirmi e che l'occhio attento delle mie fans riesca a notarla. Davanti a me la tua immagine. Splendida come sempre. Cerco di allontanarti momentaneamente dalla mia mente per potermi dedicare alle fans qui presenti, ma questa canzone per certi versi sembra parlare di noi. "Vai." Quello che mi hai detto l'ultima volta, mentre tentavo inutilmente di mettere insieme i pezzi della nostra storia ormai distrutta. "Vai." Quello che mi diresti adesso se ti trovassi. "Vai." La parola che ha messo fine a tutto. "Vai." Quello che ho paura di sentirti dire di nuovo.
"...Tage gehn vorbei
Ohne da zu sein
Bleib"

"Resta" Quello che avrei voluto sentirti dire quel giorno. "Resta." Quello che vorrei sentirti dire adesso...e che vorrei fosse realtà.

LEI:
"A volte ami qualcuno così tanto da doverlo lasciare andare." Questa frase mi colpisce dritta al cuore, nella mia fantasia immagino tu faccia riferimento a noi, ma non sarà così. Sento questa frase molto mia, perché è quello che dovrò fare, non potrò mai più averti, quindi dovrò lasciarti andare. Le urla si propagano. Inizi a cantare, tieni gli occhi chiusi per la maggior parte della canzone e non accenni a volerli riaprire. Adesso capisco perché mi sono innamorata di te, capisco perché è così difficile mettere in pratica quel "Vai." che dici nella tua canzone. Capisco perché non riesco a dimenticarti, capisco che l'amore per te mi accompagnerà per il resto della mia vita e che dovrò imparare a conviverci senza averti con me. Capisco che quel "Resta." che dici alla fine è ciò che desidero più ardentemente, ma che non posso avere, non più. Capisco che non voglio più mentire. La canzone finisce e per qualche attimo sparite dietro le quinte. E' arrivato il momento.
"Janine, devo dirti una cosa."
"Che serietà! Dimmi."
"Però devi promettermi che mi crederai."
"Promesso." Dice lei allibita dalle mie richieste.
"Ok..." Iniziai a raccontarle tutto per filo e per segno, delle motivazioni che mi avevano spinta a trasferirmi a Monaco, di quello che lui era stato e che era ancora per me, ne rimase sconvolta, in parte delusa.
"Perché non me l'hai mai detto?" Chiede con amarezza.
"Non mi avresti creduto." Cerco di giustificarmi, anche se so che non dovrei.
"Perché non avrei dovuto crederti?"
"Non lo so. Io dovevo dimenticare e parlarne non mi aiutava." Sto ancora cercando giustificazione per un comportamento ingiustificabile.
"Ok." Fa cadere il discorso.
"Scusa." Almeno questo riesco a dirlo.
"Non importa. Tu lo ami ancora."
"Non lo so."
"Non era una domanda."
Ho giusto il tempo di realizzare quello che Janine mi ha appena detto che voi vi riappropriate del palco, pronti a rubare i nostri cuori e farli volare dove nessuno sa.
Rifletto su quello che mi ha appena detto Janine mentre inizi a intonare "Love is dead".
Ma l'amore è veramente morto? O questo è solo quello che voglio far credere? So solo che questa situazione mi sta uccidendo, non sarei mai dovuta venire qui. Mi sono fatta del male e basta.
Il concerto continua, a volte sembri guardare me, ma capisco che non è così o perlomeno se così è non mi hai neanche riconosciuta. Il che vuol dire che per te non sono stata realmente importante.

LUI:
Un'altra canzone che sembra parlare di noi: "Love is dead". Anche se sono convinto che l'amore non è morto o almeno il mio non lo è. Mi manchi così tanto che addirittura mi sembra di vederti tra il pubblico, ma subito scosto lo sguardo con la convinzione che sia stata solo un'illusione. Non puoi realmente essere qui, hai detto di volermi dimenticare e questo è quello che hai fatto e che farai e io cercherò in tutti i modi di impedirtelo, anche se sono consapevole che anche se questo è quello che vuoi non mi dimenticherai mai.
Il concerto prosegue, il pubblico è fantastico e rende tutto semplicemente unico. Arriva l'ultima canzone "By your side" che dedico a tutte le fans anche se la persona che vorrei al mio fianco in questo momento è solo una.

LEI:
Ormai il concerto è giunto al termine, una pioggia di coriandoli invade il grande palco e una forte emozione invade il mio corpo, Janine mi abbraccia, ormai credo di non avere più lacrime da versare. Mentre sciolgo l'abbraccio vedo che siete praticamente vicinissimi a noi. Sento il tuo sguardo addosso, o forse vorrei illudermi che sia così.

LUI:
Ci avviciniamo al pubblico, faccio scorrere il mio sguardo sulle prime file. La mia attenzione si ferma su una ragazza bionda che abbraccia un'altra ragazza probabilmente in lacrime. Sciolgono l'abbraccio e il mio cuore si ferma nel notare che la ragazza abbracciata alla bionda sei tu. Devi aver pianto molto, ma non sei del tutto irriconoscibile.
Tom mi fa tornare alla realtà esortandomi ad andare, anche se in questo momento vorrei con tutto il cuore scendere dal palco e portarti via con me. In questo mio istante di distrazione sei scomparsa tra la miriade di fans presenti. L'agitazione mi assale, la paura di non ritrovarti è tanta quanta è la voglia di averti.
Mio fratello mi prende un braccio e mi porta via con lui a fatica non trovando nessuna reazione da parte mia.
Giunti nel backstage arriva il momento delle domande.
"Bill che ti prende?" Possibile che mio fratello capisca sempre tutto e subito quando non deve capire?
"Tom. L'ho vista." Riesco a dire solo questo.
"Chi hai visto?"
"Evelyn, è qui!"
"Cosa?? Perché non l'hai detto subito?"
Faccio una faccia a dir poco sconcertata.
"Valla a prendere, no?" Mi esorta lui.
Esco dal retro guardandomi in giro, cercando di non farmi notare per quanto mi è possibile. Sarà quasi impossibile trovarla.

Edited by {•_Dreamer - 29/9/2009, 21:58
 
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.laetitia.
view post Posted on 29/9/2009, 20:32




Ero in vacanza quando hai postato la ff XD
Carina, continua *.*
 
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.Jada.
view post Posted on 29/9/2009, 21:07




ECco, l'ho letta ora, ci speravo che la vedesse, te lo giuro.
Più in la farò un commento decente.
<3
 
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{•_Dreamer
view post Posted on 13/1/2010, 23:13




Chiedo scusa per l'assenza, sono tornata con il 4°CAPITOLO, spero in qualche commento in più, sia positivo che negativo.
Ecco a voi:

4°CAPITOLO - Toccata e fuga.




LEI:
Usciamo velocemente, ci avviamo verso la macchina di Janine parcheggiata nel parcheggio sul retro del palazzetto per evitare il traffico.
Vedo una sagoma uscire dal retro, mi sembra di riconoscerla per questo affretto il passo, Janine fatica a seguirmi.
Arriviamo alla macchina e io salgo il più veloce possibile.
"Parti." Dico appena salita in macchina
"Ma..." Prova a obiettare Janine.
"Janine, per favore parti!"
In quel momento obbedisce senza più replicare. E così ti lascio nuovamente, con mille domande. Ti lascio senza sapere cosa sarebe successo se ti avessi ascoltato, se fossi rimasta con te, se per una volta il cuore si fosse imposto sulla mente.
Durante il tragitto non proferisco parola, il mio sguardo è fisso in direzione del cruscotto e completamente assente. La mia mente, il mio cuore, la mia anima, tutto va a lui. Solo il mio corpo è qui e non vorrebbe esserci. Cerco di autoconvincermi di aver fatto la cosa giusta, perché perdendomi nuovamente nei tuoi occhi e respirando ancora il tuo profumo, mi sarei fatta ulteriormente del male. Cerco di fissare nella mia mente il motivo per cui sono venuta qui a Monaco: per chiudere definitivamente con il mio passato e con tutto ciò che riguardava te. Rimarrai un ricordo, un bellissimo ricordo, Bill. Solo questo e niente altro, per quanto possa fare male è la scelta giusta da fare. Non hai bisogno di me, non ne hai mai avuto e non ne avrai mai. Vivrai meravigliosamente la tua vita, con la tuo fianco una ragazza che saprà amarti e che ti starà accanto, mentre io resterò un semplice dettaglio in un angolo dimenticato della tua straordinaria esistenza.

LUI:
Mi guardo in giro abbastanza spaesato, l'unico movimento è un auto che si allontana dal parcheggio, per il resto tutto tace. Sicuramente non puoi essere qui, mi sposto verso l'uscita, non rendendomi conto di quello che faccio.
In un attimo mi ritrovo addosso una massa indescrivibile di ragazzine urlanti che chiedono foto e autografi non credendo ai loro occhi.
Fortunatamente le guardie sono pronte a tutto e me la cavo con qualche autografo veloce per la felicità di quelle poche ragazze.
"Si può sapere che ti è saltato in mente, Bill?" David è a dir poco furioso, Tom si passa una mano sul volto, io non proferisco parola.
"Che volevi fare?"
"Ehm...niente." Soltanto ritrovare ciò che mi manca da troppo tempo.
"David, dai, lascialo in pace. Siamo tutti stanchi." Cerca di dire Tom.
"Lasciarlo in pace?! Non capisci che in questo modo ha attentato alla sua incolumità?!"
"David sono solo delle fans, non vogliono far del male a nessuno." Intervengo io, cercando di riparare il danno.
"Andate a dormire, per favore!" Concluse David massaggiandosi le tempie.
Quando finalmente riusciamo ad avviarci verso le nostre camere vengo bombardato di domande, anche da Gustav e Georg, ma riesco a deviarle non so come ed entro nella mia stanza seguito a ruota da Tom.
"Almeno l'hai trovata?" Chiede impaziente.
"Pensi che sarei qui se l'avessi trovata?!"
"Sarà più difficile del previsto."
Sospiro.
"Lo so."
"Monaco ha più di tre milioni di abitanti. Potrebbe essere dovunque."
"La troverò, Tom."
"Hai preso in considerazione tutte le possibilità?"
"Sì, sono consapevole che sarà difficile, so anche che potrebbe non volermi neanche vedere oppure avere un altro uomo." Pronuncio a fatica queste parole, perché con tutto me stesso scongiuro che non siano vere.
"Abbiamo solo qualche giorno, poi dovremo partire per Parigi."
Parigi...di nuovo un ricordo del nostro ultimo incontro, era lì che eri stata prima del nostro addio. Quel luogo magico che ti aveva allontanata diversi giorni da me e che è riuscito a far sì che ti perdessi definitivamente.
"Bill." La voce di mio fratello mi distoglie dai miei pensieri. Lo guardo con un'espressione quasi apatica dipinta sul volto.
"Sei davvero sicuro di volerla rivedere?"
"Perché me lo chiedi, Tom?"
C'è una lunga pausa, dove il silenzio diviene anche fin troppo assordante alle mie orecchie.
"Perché ho paura." Per la prima volta Tom Kaulitz, il celebre e invincibile chitarrista dei Tokio Hotel ammette di avere paura e non per se stesso, ma per me.
"Di cosa, Tom?" Gli domando anche se posso facilmente intuirlo.
"Ho paura che tu possa non trovare quello che cerchi, ho paura che tu possa commettere un altro errore e soffrirci ancora più del precendente e ho paura in quel caso di non essere in grado di starti vicino come vorrei." Dal suo sguardo capisco che è seriamente preoccupato e per la prima volta mi ha esternato ciò che prova senza sentire necessariamente il bisogno di mostrarsi in ogni caso il più forte dei due.
Accenno un sorriso.
"Tu fai già troppo per me." Lo abbraccio, approfittando di uno di quei rari momenti di tenerezza con mio fratello. "Grazie." Concludo infine, ricevendo in cambio un sorriso forse un po' imbarazzato.
"Dai, idiota vai a dormire!" Mi dice colpendomi scherzosamente con un cuscino e alzandosi dal mio letto. "Buonanotte!"
"Grazie Tom. Ti voglio bene."
Sorride ed esce dalla mia stanza chiudendo la porta dietro di sé. Mi faccio una lunga doccia rilassante, sempre con gli stessi pensieri in testa e mi addormento a fatica con la sua immagine chiara e nitida nella mia mente.

LEI:
Il viaggio in macchina risulta terribilmente lungo e silenzioso. Dallo sguardo di Janine capisco che vuole una spiegazione e non la biasimo.
Guardo fuori dal finestrino, le luci di Monaco sono fantastiche a quest'ora, mi domando se dalla finestra della tua suite o, magari, dal finestrino del tuo bus le stai ammirando anche tu. Forse non dovrei pensarti così tanto perché sicuramente tu non lo stai facendo e non lo farai.
Mi chiedo solo il motivo per cui tu sia uscito in quel modo dal palazzetto, rischiando di essere visto, anzi, per quanto ne so io potresti anche esserci riuscito ed esserti ritrovato addosso un numero spropositato di persone adoranti per un motivo a me oscuro.
Persa tra i miei pensieri non mi sono neanche accorta che siamo arrivate a casa, Janine parcheggia e, sempre in silenzio, saliamo nel nostro appartamento situato appena fuori dal centro della città.
Cerco di comportarmi in maniera più indifferente possibile, forse per evitare di dover dare spiegazioni, ma a quanto non basta.
"Non credi di dovermi una spiegazione?" Mi ferma Janine, mentre sto per recarmi nella mia stanza.
"Su cosa esattamente?"
"Per esempio sul fatto che mi hai fatto fare una partenza da formula uno, senza spiegarmi perché."
La guardo incerta, poi decido che tanto vale mettere le carte in tavola e dirle la verità.
"Janine." Prendo un bel respiro. "Bill stava uscendo dal retro del palazzetto."
"Cosa?!" Mi fissa con espressione incredula. "E perché non me l'hai detto subito?"
"Non volevo incontrarlo."
Sospira.
"Era solo?"
"Sì."
"E secondo te perché è uscito da solo senza guardie del corpo?"
"Non lo so. Non è un mio problema." Cerco di concludere.
"Lo diventa se è uscito per cercare te."
"Cercare me?! Janine tu fantastichi troppo."
"E tu troppo poco." Mi rimprovera.
"Neanche ricorderà più il mio nome."
"Lo dici tu. E comunque puoi fingere con chiunque, ma non con me. Io so che tu lo ami ancora e non capisco perché fuggi da lui."
"Io non fuggo da niente e da nessuno. Lui mi ha tradita e ora mi avrà anche dimenticata. Non abbiamo più niente da spartire."
"Secondo me sbagli!" Conclude lei recandosi nella sua stanza e lasciandomi con il dubbio, se sto facendo o no la cosa giusta di cui fino a ieri ero fermamente convinta.
Tiro su le coperte e cerco inutilmente di prendere sonno, mentre il suo volto continua ad apparire nella mia mente.
Dopo stasera non lo rivedrò mai più e forse con il tempo il dolore lascerà il posto al ricordo. Una singola lacrima scivola sulla mia guancia e mi addormento con essa, facendomi largo in un sonno pieno di angoscia e tormento.
 
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8 replies since 11/8/2009, 23:35   174 views
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