;With me

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.Jada.
view post Posted on 10/4/2009, 18:44




Capitolo 3
Augen



Dopo i primi cinque, imbarazzanti, minuti, la situazione era migliorata, ora i ragazzi chiacchieravano tranquillamente, seduti sul divano, mentre sorseggiavano una pepsi; di tanto in tanto gli sguardi di Sam e Tom s'incrociavano e nessuno dei due guardava altrove, fino a che le voci di Bill o di Rob li richiamavano all'attenzione.
“Credo sia ora di prendere le misure.” sentenziò Sam, con un sorriso, mentre si alzava, “vado a prende il metro, torno subito.” disse allontanandosi. Non riusciva a capire cosa le stava accadendo, gli occhi di quel ragazzo l'aveva tramortita, ogni sguardo era come una cannonata in pieno stomaco, peggio degli occhi di Pete, molto peggio. In un solo giorno aveva conosciuto due ragazzi, forse gli unici, che riuscivano a metterla in imbarazzo con uno sguardo, il che non andava affatto bene, aveva bisogno di una sigaretta. Andò in camera e cercò il pacchetto di riserva nell'armadio, da quando aveva smesso, quello era l'unico pacchetto che c'era in casa, l'aveva tenuto in caso d'emergenza, e, sicuramente, quello lo era.
“Ragazzi, il tempo di una sigaretta e torno.” disse la mora uscendo in veranda.
L'aria era pungente, Sam si poggiò al cornicione, il più lontano possibile dalla luce della finestra, aveva bisogno di stare sola e riflettere, non poteva permettere a due ragazzi di farle quell'effetto; certo, non voleva rimanere single a vita, ma per il momento non aveva tempo per legarsi sentimentalmente a qualcuno, lo avrebbe fatto solo se fosse arrivato il principe azzurro, e Tom e Pete non avevano proprio l'aria di un principe.
“Posso farti compagnia?” le chiese una voce, dietro di lei.
La mora sospirò collegando quella voce ad un volto, era inutile, più lei cercava di non cacciarsi nei guai, più questi la tiravano dentro.
“Fa freddo eh..” cercò di attaccare bottone il rasta, sentendosi un perfetto imbecille; il punto è che quando il rasta incontrava quel viso non ci capiva più un cazzo, voleva soltanto baciare quelle labbra che sembravano terribilmente morbide, assaporare quella pelle così liscia, accarezzare quei capelli neri...
“Tom ma stai bene?” la soave voce della ragazza riportò il rasta con i piedi per terra, era impensabile che il sex gott facesse dei pensieri così delicati
“Si si, tutto bene.” rispose lui, guardandola negli occhi, “allora Sam, cosa ti ha spinto a creare abiti?” domandò, poi il ragazzo, riprendendosi e accendendosi una sigaretta.
“Ehm...sai quando da bambini ci chiedevano cosa volessimo fare da grandi?” domandò lei, il rasta annuì, aspirando un po' di nicotina, “ecco, io rispondevo sempre che il mio sogno era quello di creare abiti; ho sempre amato creare vestiti, le mie barbie sono state le mie prime ed uniche indossatrici.” spiegò la moretta, sorridendo, “ma tu invece, come mai hai scelto di fare il musicista?”
“Devo tutto al mio patrigno: avevo sempre sognato di suonare la chitarra, ma i miei avevano appena divorziato e sapevo quante spese doveva affrontare mia madre, così evitai di chiederle d'iscrivermi ad un corso di chitarra; poi, però, ha conosciuto Gordon, lui aveva una band, così, parlando, gli confidai la mia passione ed il giorno dopo trovai una chitarra classica sul mio letto, così iniziò tutto.” raccontò Tom, senza vergogna, guardando negli occhi la ragazza.
“E' una bella storia Kaulitz.” disse lei, sorridendo, poteva star a sentire Tom parlare per ore ed ore, senza mai stancarsi, amava la sua voce, il suo modo di sorridere con gli occhi.
“Già, purtroppo non ci sono solo belle storie nella mia vita.” disse il ragazzo, con un sorriso amaro sulle labbra; in quel istante, in quella frazione di secondo, Sam ebbe l'impulso di abbracciare il rasta, ai suoi occhi, le apparve così indifeso, così solo, ovviamente, la mora, evitò quell'abbraccio, per non apparire un'emerita idiota agli occhi del ragazzo. Lo stesso Tom si meravigliò delle sue parole e di quanto fosse facile aprirsi con Sam, quegli occhi color mare avevano il potere d'incantarlo.
“Nessuno ha solo belle storie nella sua vita.” sospirò lei.
“Un giorno, spero, potrai raccontarmi la tua storia.” disse il rasta, avvicinandosi alla moretta, voleva baciarla e al diavolo la morale, che cavolo, lui era Tom Kaulitz e di conseguenza lei non poteva rifiutare.
“Tu mi racconterai la tua?” domandò la moretta.
“La mia la puoi trovare su tutti i siti del mondo.”
“Oh certo, sei una star internazionale...” rise la ragazza, tremando appena, per colpa di una folata di vento freddo.
“E tu stai morendo di freddo.” disse Tom, aprendosi la felpa e annullando tutte le distanze, sotto lo sguardo sbigottito di Sam, “tranquilla Samantha, non voglio fare nulla.” disse subito, sorridendo.
“Anche la tua fama è spiattellata su tutti i siti del mondo.” le disse lei, mente il ragazzo la chiudeva tra le sue braccia, poggiando il mento sulla sua ed inebriandosi del profumo del suo shampoo alle more; quel gesto sembrò ad entrambi una cosa del tutto naturale, come se si conoscessero da una vita. Improvvisamente Tom scoppiò a ridere, pensando al fratello assieme a quel ragazzo con i gusti ambigui, il che fu un bene, perchè sentiva sentiva smuoversi qualcosa di momentaneamente assopito nelle parti bassi.
“Che c'è?” chiese Sam, tirando per l'ultima volta dalla sigaretta.
“Sto pensando a Bill e Rob.” rispose il ragazzo, tra le risate, la moretta rise alzando la testa verso il ragazzo ed incrociando i suoi occhi: tutto si fermò.
Gli occhi di Sam erano di nuovo in quelli di Tom, la ragazza riusciva a sentire il respiro del rasta sul suo volto, entrambi percepivano le scosse elettriche che i loro corpi emanavano, continuavano a scrutarsi, a sorridere, ma lo squillo del cellulare di Sam interruppe quel magico momento.
“Pronto?” sospirò al telefono.
“Ce l'hai fatta a rispondere.” dissero dall'altra parte del telefono.
“Scusa, ma chi è?” domandò la ragazza, non capendo chi potesse essere.
“Ma come, mi hai già dimenticato?” chiese, beffardo, il misterioso interlocutore.
Quando capì, il sangue si gelò nelle vene di Sam, si sarebbe aspettata di tutto, tranne che il figlio del suo capo la chiamasse a quell'ora, rompendo, per giusta, l'atmosfera che stava vivendo, la più bella; però, dando un volto a quella voce, non poté fare a meno di sorridere e quel sorriso non sfuggì al rasta, che si maledì una decina di volte, ma poi pensò che se Samantha fosse stata fidanzata, farla cadere ai suoi piedi sarebbe stata una sfida ancor più grande, e Tom Kaulitz amava le sfide.
“Ciao Pete.” sospirò la ragazza, arrossendo lievemente.
“Cosa stavi facendo?” chiese il biondino al telefono.
“Nulla, stavo guardando un film.” mentì la moretta, guardando invece la faccia divertita del rasta.
“Volevo dirti che, per domani sera, ho prenotato l'ingesso al Berghain, per te va bene?”
“Si, il Berghain, va bene.” rispose Sam, intanto sul volto del rasta apparve un sorrisetto, aveva trovato lo svago per la sera dopo.
“Allora ti passo a prendere alle 11, dopo mandami il tuo indirizzo.”
“Ok, ci vediamo domani sera.” rispose la ragazza, prima di riattaccare.
“Sam!” urlò Rob, dal salotto, “dove diavolo ti sei cacciata?” continuò.
“Eccomi!” rispose lei, staccandosi dall'abbraccio di Tom ed entrando in casa, seguita dal ragazzo.
“Ero al telefono.” si giustificò.
“Chi era?” chiese Rob, sospettoso.
“Pete,”rispose telegrafa la mora, “dai Bill, pendiamo queste benedette misure.” disse poi, sorridendo.
Ci vollero tre quarti d'ora, Sam sbagliò due volte il giro vista del ragazzo, quattro l'altezza ed una volta la circonferenza di una coscia, la sua mente era rimasta su quella terrazza, pensava a cosa sarebbe successo se Pete non avesse chiamato in quel momento, pensava a chissà quali pensieri stesse facendo il rasta e pensava che doveva smetterla con tutti quei pensieri, a lei, di quello che c'era nella testa del rasta, gliene doveva fregare meno di zero, ma era più facile a dirsi che a farsi.
“Allora ci sentiamo a metà settimana, così ci mettiamo d'accordo per il colore.” disse Sam, accompagnando i ragazzi alla porta.
“Ok cara, allora aspetto la tua chiamata.” rispose il vocalist, salutando prima la ragazza e poi Rob, con due baci sulla guancia ciascuno. Del tutto differenti furono i saluti del fratello, il rasta, infatti, aveva congedato Rob con un'amichevole stretta di mano ed aveva salutato la mora con due baci non proprio sulle gote, bensì agli angoli della bocca.
“Raccontami tutto!” urlò Rob, una volta che i gemelli se ne andarono.
“La situazione è critica, caro amico mio.” sospirò la mora, accasciandosi sul divano.
“Cos'è successo?” domandò l'amico, sedendosi affianco a lei.
“Ero di fuori e dopo poco è arrivato lui, abbiamo iniziato a parlare, ed io ho dovuto combattere contro l'istinto di abbracciarlo,” disse sorridente, “comunque, eravamo fuori e ad un certo punto c'è stata una folata di vento freddo, ed io ho avuto un brivido...”
“E lui che ha fatto?” chiese Rob, sempre più curioso.
“E lui si è aperto la felpa per riscaldarmi...oh, era tutto così carino, ci siamo guardati negli occhi e...mi è squillato il cellulare.” Sam concluse il suo racconto con una faccia delusa, mentre Rob iniziò a ridere come un pazzo; la risata contagiò anche Sam ed entrambi stettero mezz'ora buona a ridere.
Una volta finito fu il turno di Rob, raccontò all'amica della sua lunga chiacchierata su Bill Kaulitz, delle domande che gli aveva fatto il moro riguardo la sua vita da fans, riguardo la sua omosessualità e di come si sentisse.
“Sam, è così dolce e anche se so che tra noi due non ci potrà mai essere nulla di fisico, sono felice di lavorare al tuo fianco per lui.” sospirò il ragazzo, con un sorriso.

“Allora?” chiese Bill al fratello. Lo conosceva tremendamente bene ed era troppo silenzioso, era successo qualcosa con Sam e lui era maledettamente curioso di sapere cosa.
“Allora cosa?” domandò a sua volta il rasta, guardando la strada.
“Cos'è successo?”
“Bill, ma che vuoi?”
“Dai Tomi, non fare lo stronzo, lo sai che non puoi nascondermi le cose...” disse il moro.
“Sei veramente una piattola!” sbuffò il chitarrista.
“Lo so...” sorrise il vocalist.
“Praticamente, se non le squillava quel maledetto telefonino, avresti perso la scommessa...” disse fiero di se.
“Non mi dire che te la stavi facendo sul terrazzo...” strabuzzò gli occhi il moro, portandosi una mano sulla bocca per lo sdegno.
“Ma no, razza d'idiota, stavo per baciarla, sul terrazzo.” specificò, serafico.
“Ma sei un maniaco!” lo additò Bill.
“No, è lei che è una figa...”
“Tom, sappi che oltre il fatto di essere figa, Sam ha molto di più.”
“E tu che ne sai?”
“Si da al caso che ho parlato con il suo migliore amico, il quale mi ha raccontato un po' di cose.”
“Che genere di cose?” s'interessò Tom.
“Non sono affari tuoi...” gli disse il gemello, guardando il paesaggio notturno.
“Dai Bill, non fare la checca!”
“No Tom, non ti dirò un bel niente, tu vuoi solo saperlo per architettare la tua conquista, ed io non ti aiuterò di certo.”
“Non è vero!”
“Ah no?” domandò il moro, guardandolo con un sopraciglio alzato.
Per una volta Tom non stava mentendo, per quanto pensasse sempre al sesso, con Sam gli riusciva difficile pensare solo a quello, voleva sapere tutto di lei, per non fare figure di merda in sua presenza, voleva sapere il suo film preferito, l'ultimo libro letto, ma si vergognava troppo per dire queste cose a suo fratello, per cui, fece un sorrisetto e non parlò più per il resto del tragitto.
Bill non seppe come prendere quel silenzio, il Tom che conosceva lui gli avrebbe risposto subito, gli avrebbe detto i suoi loschi piani, ma quel silenzio lo incuriosì e lo fece riflettere, forse, si era sbagliato. Era, comunque, felice di aver capito che il masso nello stomaco, che aveva sentito prima di andare da Sam, era dovuto semplicemente all'emozione, l'ultima cosa che voleva era gareggiare con suo fratello per una ragazza, perchè ne era certo: a Tom, Sam, piaceva, e anche tanto.
Una volta arrivati entrarono in casa e vi trovarono Georg spaparanzato sul divano che sorseggiava una birra e faceva zapping.
“Com'è andata?” chiese il bassista.
“Tutto bene!” rispose il vocalist togliendosi gli stivali.
“Ma Gustav dov'è?” domandò Tom.
“E' uscito....” rispose serafico Georg.
“Io vado a letto ragazzi.” disse il rasta, e sia Bill che Georg si meravigliarono, “Hobbit, domani sera si va a ballare.” sorrise poi, schioccando la lingua.
“Dove?”
“Al Berghain.” rispose leccandosi il pearcing, prima di salire le scale.
Arrivò in camera e si gettò sul letto, quella giornata l'avrebbe ricordata per molto tempo; non riusciva a dimenticare il profumo di quella ragazza, ma non riusciva neanche a dimenticare il nome di Pete ed il sorriso che Sam aveva fatto, si chiedeva chi fosse e come fosse fisicamente, voleva sapere chi era il suo nemico. Domani sera l'avrebbe rivista e doveva escogitare un piano per farla ingelosire, si sentiva un cretino a pensare quelle cose, ma per il momento, farsi vedere con altre ragazze era la cosa migliore, si sa, meno vai dietro ad una donna e più si fa avanti lei; il rasta si leccò il pearcing, prima di abbandonarsi tra le braccia di Morfeo e di rincontrare Samantha nei sogni.


Continua...


Ed ecco a voi, Rob...avanti, amatelo come io amo lui xD



Edited by .Jada. - 10/6/2009, 17:33
 
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blueNACHT;
view post Posted on 10/4/2009, 18:55




IO AMO, e ripeto AMO, il tuo protagonista gay, nonché il caro amico di Wilelhmina *-*
Cioè... già amavo quell'attore, poi tu me lo fai piacere ancora di più.
Continua my love, perché questa storia mi sta coinvolgendo tantissimo C:
 
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rok1
view post Posted on 10/4/2009, 19:16




hushushushushushusuhuhshuhsushushs *rotola per la casa*
hushushushushushushushushushushushsushus *guarda il cane con un area diabolica*
hushushuhsuhsuhshsuhsuhsuhsushushushushus *la portano al reparto di psichiatria*
 
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.Jada.
view post Posted on 10/4/2009, 19:19




Rok, devo dedurre che il capitolo è di tuo gradimento?!

Thank's love *_*
 
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Astrid_Mermaid
view post Posted on 10/4/2009, 19:19




Rob è il gay di Ugly Betty *.*
Comunque...voglio essere Sam XD
 
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Fee1702
view post Posted on 10/4/2009, 20:19




Oh mein Gott *-* Il mio barboncino si sta innamorando a prima vista...
Certo che non può risertigli, cavolo stiamo parlando di Tom Kaulitz, mica di Platinette.
Jadì amore mio, posta prstissimo bitte *-*
 
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.Jada.
view post Posted on 10/4/2009, 20:30




CITAZIONE
Rob è il gay di Ugly Betty *.*

Si tesoro, è lui *__*
E' stata una faticaccia trovarlo, però poi ci sono riuscita xD
Nel prossimo capitolo vedrete pure Pete *sbav*
 
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rok1
view post Posted on 10/4/2009, 21:18




Mmmm...non vedo l' ora!
 
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Astrid_Mermaid
view post Posted on 10/4/2009, 21:35




CITAZIONE (Fee1702 @ 10/4/2009, 21:19)
Oh mein Gott *-* Il mio barboncino si sta innamorando a prima vista...
Certo che non può risertigli, cavolo stiamo parlando di Tom Kaulitz, mica di Platinette.
Jadì amore mio, posta prstissimo bitte *-*

Platinette forever XD
 
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.Jada.
view post Posted on 13/4/2009, 09:54




Eccoci qui, domani ricomincio la scuola, per cui, posterò ancor più di rado, ma tranquille, non vuol dire che Sam e Tom spariranno, anzi, saranno sempre qui con voi.

Ecco Pete, ve lo metto prima, perchè voglio che, mentre leggete, abbiate ben presente chi, e come, è questo "adorabile" ragazzo.



Basta Ciarlare, ecco qui il nuovo capitolo, Hören, che in cruccese significa, ascoltare.

Capitolo 4
Hören



Gustav era placidamente sdraiato sul divano con le mani dietro la testa e si stava godendo un po' di meritato riposo, l'aveva sempre detto lui che, stare appresso a quei tre, era peggio che fare il baby-sitter a suo cugino Karl.
“Ma sei ancora così?” gli chiese Bill con una mano sui fianchi e lo spazzolino da denti nell'altra.
“Come dovrei essere, scusa?”
“Vestito e profumato!”
Il biondino si guardò addosso, si odorò prima la maglia e poi alzò un braccio e si odorò le ascelle,
“Ma, io sono sia vestito che profumato.” rispose, non capendo cosa volesse dire il moro.
“Gustav, tra circa mezz'ora usciamo, per cui, alzati da li e vatti a sistemare.” urlò Bill, prima di salire le scale borbottando qualcosa di incomprensibile; ovviamente il batterista rimase sdraiato, si curava poco degli attacchi isterici del cantante, oramai era abituato.
“Mi raccomandò, il privè, non me lo faccia trovare deserto.” disse Tom, palando al telefono, “lo so che è tardi, ma si ricordi chi sono...si esatto, due, mi raccomando, che siano belle.” concluse così la telefonata, “ehy amico, tu sei pronto per uscire?” chiese poi, al biondino.
“Si Tom, sono pronto.”
“Bene.” disse con un sorrisetto, prima di sparire in cucina.
Il problema è che, dopo tutti gli anni passati assieme, Gustav ancora non riusciva ad abituarsi alle stranezze dei Kaulitz, quei due viaggiavano su un'altra lunghezza d'onda.
Mezz'ora dopo, erano tutti li, su quel divano, a giocare alla wii, mentre aspettavano Bill, in ritardo come al solito.
“Eccomi!” urlò il moro, scendendo le scale.
“Era ora!” sbuffò Tom, era ansioso e nessuno riusciva a capirne il motivo.
“Non trovavo il bracciale.” si giustificò il moro aprendo la porta di casa e guardando Gustav, “non ti sei cambiato...” notò lui, guardandolo di traverso.
“Bill, non rompermi i coglioni eh...” rispose il biondino, sbuffando.
“Ma perchè proprio al Berghain?” domandò Georg, davanti la sua auto.
“Così.” rispose vagamente Tom, entrando nell'Audi, quella sera si sarebbe spostato con quella, la Cadillac avrebbe dato troppo nell'occhio.
“Mah, chi lo capisce è bravo.” sospirò Gustav, entrando nella macchina del bassista.

Tra meno di mezz'ora sarebbe arrivato Pete ed i capelli di Sam non ne volevano sapere di sistemarsi. C'erano volute ore per decidere cosa indossare, e quando l'aveva fatto, scoprì che il vestito da lei scelto era macchiato, così si rassegnò ad un paio di attillati jeans a sigaretta e ad una camicia di seta bordeaux.
Quella sera aveva una strana sensazione, sentiva una morsa alla bocca dello stomaco, e la colpa non era tutta di Pete, Sam era assolutamente certa che sarebbe successo qualcosa, sperava solo che fosse qualcosa di bello, magari incontrare qualcuno al locale...
“Ah, al diavolo!” sbuffò, sciogliendo i lunghi capelli neri e gettando l'elastico sul mobiletto del bagno. Cercò di truccarsi velocemente, usando colori scuri che, però, davano risalto i suoi bellissimi occhi azzurri; quando terminò andò in camera, per sistemare le ultime cose, ma, ovviamente, quando il campanello suonò, non aveva ancora deciso che scarpe mettersi.
“Arrivo!” urlò, come se Pete potesse sentirla; prese il primo paio di scarpe col tacco che trovò e se le mise ai piedi, poi svuotò il contenuto della sua borsa e mise lo stretto e necessario in una borsa più piccola, prese la giacca, chiuse a chiavi la porta di casa e scese correndo le scale, rischiando di cadere e rompersi, come minimo, l'osso del collo.
Quando scese giù ringraziò il cielo che il vestito fosse sporco, perchè, a cinque metri da lei, c'era Pete, seduto su una moto nera di grossa cilindrata.
“Buona sera.” disse lui, sorridendole.
“E questa?” chiese Sam, alzando un sopraciglio.
“Spero che tu non abbia paura...”
“Tranquillo!” rispose lei, prendendo il casco che il ragazzo le stava porgendo.
La città di Berlino scorreva veloce sotto gli occhi della mora, era una città che non dormiva mai, Sam vedeva la gente uscire dalle case per dirigersi nei locali che avrebbero fatto da cornice a quella serata, vedeva le coppiette baciarsi sui portoni delle case, vedeva i padri di famiglia rincasarsi dopo un' estenuante sabato lavorativo e, di tanto in tanto, nella sua mente, vedeva due profondo occhi color nocciola, scrutarla.
“Meno male che ho messo i pantaloni.” disse la ragazza, rompendo il silenzio e stingendosi di più al ragazzo, sentiva sotto le braccia i suoi pettorali scultorei.
“Vado troppo veloce?” chiese lui, insospettito da quella stretta.
“No, mi piace la velocità, ma preferisco reggermi forte.”
“Che c'è non ti fidi di me?”
“A dirti la verità no.” rispose la ragazza, facendo ridere il biondo che, di tutta risposta accelerò.
Quando arrivarono, la fila per entrare era lunga chilometri, ma Pete prese tranquillamente per mano Sam e si diresse all'entrata riservata.
“Che diavolo fai?” chiese lei.
“Ehy, Mike!” il biondo salutò il butta fuori, che, alzando il cordone rosso, li fece entrare.
“Vuoi qualcosa da bere?” domandò Pete alla mora.
“Si grazie, un gin tonic.” rispose lei, sedendosi al bancone, “allora, Pete, raccontami un po' di te.”
“Non c'è molto da dire, sono figlio di una stilista, lavoro nel campo immobiliare e, nel tempo libero, sfilo per mia madre.” rispose lui, sorridendo.
“Campo immobiliare?”
“Design per interni.” specificò il ragazzo, porgendo il bicchiere a Sam, “e tu invece?”
“Oh, io lavoro semplicemente per tua madre.” rispose lei, bevendo.
Parlarono un po' delle rispettive vite e di cosa volesse significare essere il figlio di Denise Van Der Kamp, poi Sam iniziò a raccontare della sua passione, e proprio in quel momento si accorse della differenza delle parole 'sentire' ed 'ascoltare', la sera precedente Tom l'ascoltava, mentre ora Pete la stava solo sentendo.
“Andiamo a ballare?” le chiese il biondo, interrompendo il suo discorso.
“Si.” sospirò lei.
I due ragazzi si diressero verso la pista, Sam decise di non far caso al caratteraccio di Pete e di godersi la serata, iniziarono a ballare, ridendo ed ignari che qualcuno, dai balconcini di sopra li stesse osservando.
“Tomi...” disse Bill, ma il fratello non rispose, troppo occupato a pomiciare con una bionda, visibilmente finta.
“Tom!” urlò allora il vocalist, spazientito.
“Che vuoi?” rispose il rasta, scansando la ragazza.
“Vieni a vedere...”
“Cioè, mi hai interrotto ed ora dovrei anche alzarmi?!”
“Fidati, ti conviene...” rispose Bill, serafico, mentre sorseggiava la sua vodka lemon; Tom sbuffò e andò alla ringhiera, non capendo però cosa volesse indicargli il fratello.
“La vedi quella ragazza li, con la camicia bordeaux, che balla con quel tipo?” domandò il moro.
“Si, bel culo.” constatò Tom, leccandosi il pearcing.
“E' Sam.” rispose Bill, guardandolo negli occhi alla ricerca di qualcosa.
“Bel culo.” ribadì il rasta, evitando lo sguardo del fratello.
“Tom, dimmi che non sapevi che lei fosse qui, dimmi che è un caso.”
“E'... è un caso...” rispose titubate il ragazzo, tornando sul divanetto.
Per uno strano motivo Bill non credeva al fratello, era sicuro che quello zuccone avesse qualcosa in mente, qualcosa di stupido; il vocalist sospirò tornando a guardare la pista da ballo.
“Tom, andiamo a ballare?” chiese la bionda, che si chiamava Michelle.
“Con piacere.” rispose il rasta, leccandosi il mezzo di metallo incastrato tra le sue labbra e facendo montare ancora di più la testa della ragazza.
I due scesero giù mano nella mano, ed il ragazzo si portò proprio al centro della pista, pochi metri lo dividevano dalla sua preda; le due coppie ballavano tranquillamente, quando due occhi azzurri ne incontrarono due castani.
“Michelle Evans?” Domandò Pete, avvicinandosi alla bionda.
“Pete Van Der Kamp!” disse la ragazza, sorridente, “Che sorpresa!” esclamò poi, scansando il rasta ed andando a salutare il biondino; Sam e Tom si guardarono, scambiandosi un sorriso.
“Kaulitz.” disse lei.
“Samantha.” rispose lui.
“Oh, ma vi conoscete, che bella coincidenza.” disse la bionda, prima di tornare a parlare con Pete.
“Piccolo il mondo eh...” constatò il rasta, ridendo sotto i baffi.
La mora stava per ribattere, ma Pete e Michelle la precedettero, dicendo di andare a ballare.
“Sono tanti anni che non ci vediamo...” spiegò lei.
“Puoi riportare tu Sam a casa?” domandò Pete, a Tom.
“Lascia stare, prendo un taxi.” rispose la mora, dirigendosi verso l'uscita, ma venne bloccata da Bill, che aveva visto tutto dal balconcino del privè.
“Dove credi di andare?”
“A casa...”
“Dai Sam, resta, ti riportiamo noi..” le disse il vocalist, sorridendo e guardando il fratello, che intanto lo ringraziava a denti stretti; la mora sospirò, annuendo, in, Pete glie l'avrebbe pagata.

Samantha era seduta da dieci minuti al tavolo dei Tokio Hotel e non sapeva che dire, aveva la certezza matematica che Rob avrebbe pagato oro per essere al suo posto, lei glielo avrebbe concesso gratis; non era mai stata una timidona, ma quei quattro, tutti assieme, la mettevano seriamente in soggezione, che cavolo, erano delle rock star!
“Volete altro da bere?” chiese Gustav, cercando di sciogliere il ghiaccio.
“No, grazie, io sto bene così.” rispose timidamente la ragazza.
“Dai Sam, non fare complimenti.” le disse Georg, con un sorriso; adorava il suo sorriso, era uno di quei sorrisi contagiosi, che mettono allegria solo a guardarli.
“Va bene,” sospirò lei, “prendo un sex on the beach.” rispose.
“Audace.” commentò Tom, a voce non troppo bassa, ed infatti Sam lo sentì e rispose con uno sguardo malizioso; tutto d'un tratto, Bill scoppiò a ridere.
“Ma è ubriaco?” chiese il rasta.
“Tom, ah ah ah, la tua bionda si sta praticamente facendo un altro, ovvero il tizio che ballava con Sam, oh mio dio ragazzi, io vi amo!” disse il vocalist, morendo dalle risate. Sam per poco non si strozzò con la sua stessa saliva, quell'imbecille di Pete, non solo l'aveva lasciata li, da sola, ma ora si stava facendo anche la bionda finta.
“Direi di si, è ubriaco.”
Tom si rispose da solo, scuotendo la testa e stravaccandosi di nuovo su quel divanetto; Gustav tornò con il cocktail di Sam e la sua birra, la ragazza, involontariamente, iniziò a giocare con la cannuccia, era una cosa che faceva sin da piccola, ma non pensava che fare, a diciannove anni, quel gesto, così innocente, potesse portare a qualche problemino a qualcuno.
“Georg falla smettere.” mormorò Tom, al bassista, che intanto se la rideva.
“Tomi, che c'è?” chiese Bill, alzandosi e barcollando.
“Niente fratellino, torna seduto eh.” rispose il rasta.
“A qualcuno va di ballare?” chiese Sam, sbuffando, era stanca di stare li ferma, era in una discoteca, non poteva passare le ore seduta su un divano di pelle.
“A Tom.” rispose Georg, oramai dai suoi occhi verdi uscivano le lacrime per le troppe risate.
“Su, andiamo!” sospirò il chitarrista alzandosi e prendendo la mora per mano.
“Vai Tomi!! Vinci la scommessa!” urlò l'altro Kaulitz, muovendo il sedere come un cheer-leader.
“Che scommessa?” domandò la moretta al rasta, una volta nella pista.
“Niente, è ubriaco.” rispose frettolosamente il Kaulitz maggiore.
“Tom...” cantilenò Sam, incrociando le braccia dietro il collo del ragazzo.
“Cosa?” chiese lui, poggiandole le mani sui fianchi.
“Non è che mi stai seguendo?”
“No...” rispose il rasta, con una risata isterica.
I due, si avvicinarono ancora di più, ballando in modo sempre più audace, Sam si strusciava su Tom ed il rasta, ovviamente, ci stava, il problema serio è che l'alcool si stava facendo sentire, così Sam iniziò a passare le unghie, con molta calma, sul collo del ragazzo. La cosa strana fu la reazione di Tom, al contrario delle sue aspettative, non fece nulla, no che non volesse, anzi, ma con Sam avrebbe preferito una cosa diversa, una cosa dove lei era cosciente, no ubriaca.
“Dai, ti riporto a casa.” le disse, prendendola per un braccio.
“No Tom, non mi va.” piagnucolò lei.
“Sam, non fare i capricci.”
“No!” ribadì lei, sbattendo il tacco a terra; il rasta sospirò, mormorando qualcosa, poi la prese in braccio di peso e se la caricò sulle spalle.
“Cristo Tom, mi viene da vomitare così!” protestò lei, prendendo a pugni la schiena del ragazzo.
“Prometti di non fare i capricci?”
“Va bene.” rispose la mora, così il ragazzo la prese in modo più delicato, come una sposa, a Sam non rimase altro che stringere le braccia al collo di Tom ed odorare il suo profumo.
“Ragazzi, io porto lei a casa, ci pensate voi a Bill?”
“Si, tranquillo.” rispose Gustav, “sentito amico, ora scendi di li, ti rimetti le scarpe ed andiamo a casa.”disse poi il batterista al Kaulitz minore.
“Ah Gustav, mio vecchio Gustav, se non ci fossi tu.” sospirò il moro, prima di scoppiare a ridere.

L'Audi di Tom viaggiava ad una velocità proibita, ma la strada era vuota, per cui il ragazzo pigiava sull'acceleratore. La mora aveva biascicato un ringraziamento prima di cadere in un sonno profondo, ed ora il ragazzo rifletteva su quella serata, non gli era mai capitato di rifiutare le avance di una ragazza, di una bella ragazza, ma con Sam tutto era diverso, più difficile; il ragazzo sapeva che se quella sera avrebbero fatto qualcosa, la mora non avrebbe ricordato nulla, e, molto probabilmente si sarebbe incazzata e non gli avrebbe più rivolto la parola. Il ragazzo non riusciva a capire cosa gli stava succedendo, era impensabile che, un don Giovanni come lui, facesse quei pensieri, la mente e quello che aveva nei pantaloni si rifiutavano di dar ragione al cuore.
Arrivati sotto il palazzo di Sam, Tom cercò di svegliarla, ma la mora dormiva così profondamente che il chitarrista dovette prendere le chiavi nella borsetta e portarla in braccio, con fatica riusci ad aprire la porta e a richiuderla senza sbatterla; mise la ragazza sul letto e le se sedette vicino, coprendola con il piumone, gli sembrava così piccola ed indifesa, Tom si avvicinò lentamente al suo viso, voleva assaggiare, almeno una volta, quelle labbra, così vi poggiò le sue sopra, e le diede un leggero bacio. Sam si mosse e sulle sue labbra spuntò un sorriso, il cuore del rasta batteva, inspiegabilmente, più veloce del solito; accarezzò i capelli neri della ragazza e si alzò, deciso a tornare a casa, ma la mano di Sam glielo impediva, lo teneva stretto.
“Resta, per favore.” sussurrò, con gli occhi semi chiusi; il rasta di guardò attorno e sorrise, prima di sdraiarsi affianco la mora ed abbracciarla, lei poggiò la sua testa e lo strinse di più a se, Morfeo non tardò ad arrivare, ed i due si rincontrarono, ancora una volta, nel mondo dei sogni.

Continua...


Edited by .Jada. - 9/7/2009, 13:25
 
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blueNACHT;
view post Posted on 13/4/2009, 11:34




Oooh *-*
Continuaaaa, ma Pete, la pagherà presto é_è
 
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Astrid_Mermaid
view post Posted on 13/4/2009, 12:11




CITAZIONE
Pete Van Der Kamp!”

Si chiama di cognome come una delle protagoniste di Desperate Housewives XD
Comunque, Tom *.*
 
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.Jada.
view post Posted on 13/4/2009, 16:37




CITAZIONE
Si chiama di cognome come una delle protagoniste di Desperate Housewives XD

Si lo so, ma non mi veniva un cognome abbastanza cruccoso, per cui, ho plagiato le casalinghe xD
 
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Fee1702
view post Posted on 13/4/2009, 19:08




Amore... leggendo quello che hai scritto, mi rendo conto di quanto anche la tua visioni di Tom sia simile a quella che ho io. Non ti sei limitata a descrivere il solito chitarrista affamato di sesso, ma gli hai dato un cuore, quello che lo ha fatto fermare senza approfittarsi di Sam.
Quello che ha voluto le sue labbra, non altro...
Continua tesò, la pisciona attende U__U
 
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rok1
view post Posted on 14/4/2009, 15:54




Hushushuhsuhusushushushushsuhsuhsushs *rotola per la casa con il cane in braccio*.
Mmmm... non vedo lora che continui e chisssà!
 
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235 replies since 6/4/2009, 12:15   3616 views
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