Grazie a tutte!
Cap 38, parte 2
Part 2
Dopo aver discusso con Tom aveva la testa che gli scoppiava, camminava avanti e indietro per la sua stanza, le braccia a tenersi la vita, con forza, per farsi male.
Doveva vederla, doveva parlarle, doveva aggiustare tutto, perché senza di lei, Bill Kaulitz non era nessuno.
Pensò al suo viso disperato, alle sue lacrime, mentre suo fratello la tratteneva, lui non avrebbe mai voluto farla soffrire ed invece, era quello che aveva fatto.
Con un braccio spazzò via dal comò tutto quello che vi stava sopra, spargendo cocci di un vecchio vaso dappertutto.
Si sedette sul letto, con la testa tra le mani, scuotendola ripetutamente, tra le lacrime.
Poi scattò in piedi, doveva riaverla.
Corse da lei, non gli importava se per lei sarebbe stato meglio non vederlo, se doveva lasciarla sola, voleva solo tenerla tra le braccia e rassicurarla, facendole capire che il suo posto era accanto a lei.
Lo aveva capito, lo sapeva e doveva dimostrarlo. Se si era sentito di nuovo vivo era perché il cuore aveva ripreso a battergli in petto e lo aveva fatto solo grazie a Ginevra.
Sorrise, sicuro che anche lei lo avrebbe compreso e arrivò di fronte alla porta della sua stanza.
La trovò socchiusa e vi entrò.
Tutto era perfettamente in ordine, tutto era in silenzio, tutto era… vuoto.
Sentì un senso di ansia invaderlo, iniziò a cercare tracce di lei ovunque, nei cassetti… vuoti, nell’armadio… vuoto, in bagno… vuoto.
Deglutì.
Si portò le mani alle orecchie perché mai come in quel momento tutto quel silenzio lo assordiva.
Se n’era andata e lui moriva.
Se n’era andata e lui era solo.
Se n’era andata e lui soffocava.
Se n’era andata e lui non sentiva più niente.
Eppure sentiva il suo profumo, la sentiva ridere come faceva solo lei, con quel tono squillante, allegro, la vedeva di fronte allo specchio mentre si spazzolava i capelli.
“Voglio solo camminare al tuo fianco”
Questo gli aveva detto e lo sentì rimbombare nella sua testa più forte che mai, lui non le avevo permesso di rimanergli accanto, aveva preferito cedere come un idiota alle sue debolezze.
Ora se ne stava lì e la rivoleva, ma non poteva fare nulla, solo versare lacrime di rabbia e odiarsi profondamente.
Notò un oggetto sul mobile vicino alla porta, si avvicinò e vide che si trattava dell’mp3 che le aveva regalato, poi un foglietto e la sua calligrafia:
“Sperando che ascoltando tu capisca… Avrei creduto all’invisibile per te, ma sei tu a dover credere in te stesso. Ritrovati Bill, addio amore mio.
Gin”.Si portò le cuffie alle orecchie e iniziò a piangere come un bambino, indifeso, capendo e non potendo cambiare le cose.
www.youtube.com/watch?v=cDgQCDr7UBM...re=channel_page“I needed you today… so where did you go?”“Sono qui Gin, sono qui, non sono andato da nessuna parte, torna..”
Piagnucolò piano, rispondendo a delle parole di una canzone, una maledetta canzone che lo divideva da lei.
“You said you’d be there and though I haven’t seen you, are you still there?” “Sì, sono ancora qui, ci sarò sempre”
Continuò a parlare da solo sdraiandosi sul letto in compagnia delle sue lacrime, piangeva per lei, lei che non poteva sentirlo.