Fee1702 |
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| E con questo capitolo, la mia primissima fanfcition volge al termine. Grazie a tutte e soprattutto a te Amy che l'hai seguita per ben due volte di seguito.
EPILOGO
Il giorno dopo arrivai davanti scuola e per la prima volta non c’era nessuno. Stava piovendo e la strada era completamente vuota come se stesse lavando via ogni traccia della presenza del mio angelo. Due foglie cadute da un albero si rincorrevano sul marciapiede. Su quel marciapiede che pochi giorni prima era gremito di ragazzine urlanti. Bill aveva lasciato un vuoto immenso che non so se sarei mai stata capace di colmare. La massa entrava a scuola come sempre, con le facce spente e accompagnate dal solito brusio. L’allegria di qualche tempo fa non c’era più. Era il caso di dire : “La quiete dopo la tempesta”. Non lontano dal cancello scorsi un foglietto. Lo raccattai e vidi che si trattava di una pagina di giornale con ritratto il viso del mio angelo. Una fan probabilmente lo aveva perduto. Lo osservai, sorrideva come sempre, era truccato perfettamente, non sembrava umano. Sembrava mi stesse fissando e volesse dirmi qualcosa. Lo guardai per un po’ fino a che una lacrima non scese dai miei occhi. Poi sentii una voce: “Ginevra!” Io mi voltai e iniziai a piangere più forte. Lui mi prese tra le braccia e non mi chiese perché fossi triste. Mi accarezzò e mi strinse più forte che poteva. “Non lasciarmi Federico”. Dissi al mio ex ragazzo che un tempo avevo amato e che adesso, dopo tempo, era venuto a cercarmi. “Non lo farò” rispose lui. Affondai il mio viso nel suo maglione in cerca di qualcosa, qualcosa che non avrebbe potuto donarmi. Il profumo di zucchero a velo e vaniglia. Lo avrei cercato per sempre. Così come avrei tentato di scorgere quegli occhi nocciola negli occhi di altre persone. Ma la mia vita doveva andare avanti e come già mi ero ripromessa, capii che era giunto il momento di aggrapparmi a qualcosa di terreno per volare giù da quel sogno durato troppo poco. Per questo afferrai la maglia di Federico, mi asciugai le lacrime e con lui tornai alla realtà. Una realtà del tutto nuova, una realtà che aveva un significato e quel significato me lo aveva donato lui: Bill Kaulitz.
“And if our final day has come Let's pretend to carry on And if you'll stay we'll always Live on (Live on) Live on (Live on)
This is the final thunder Up on your roof so high Let's stay and wait for the morning Live on (Live on) Live on
This is our final day”
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