Rinascita

« Older   Newer »
  Share  
Fee1702
view post Posted on 4/12/2008, 17:13




Oh grazie *__*
 
Top
Fee1702
view post Posted on 5/12/2008, 18:09




Rieccomiiiiiiii

-REVENGE-

La mattina dopo non mi stupii di non essere scocciata come ero solita essere prima di andare a scuola. Avrei rivisto il mio angelo!
La luce che emanavano i miei occhi doveva essere così grande che anche mamma se ne accorse. Sorseggiavo il caffè e sorridevo contemporaneamente.
“Devi esserti proprio divertita ieri sera eh?” chiese mamma.
“Si abbastanza…” non aggiunsi altro. Non potevo parlarle di Bill. Non avrebbe approvato, non avrebbe capito. Neanch’io capivo come era potuto accadere. Soprattutto in così poco tempo e così intensamente. Non avevo mai provato niente di simile. Forse nemmeno per Federico… Il pensiero di quel nome fece tornare un po’ di tristezza, ma per poco. Tra poco avrei visto il mio angelo e solo di quello mi importava.
In classe riconsegnai l’abito che Brigy mi aveva prestato. Aveva ancora il profumo di zucchero a velo e vaniglia addosso. Vi affondai il naso come ad assaporarlo di nuovo e lo detti alla proprietaria che felice di vedermi così allegra mi accarezzò la guancia.
Le avevo descritto ogni piccolo particolare della serata e lei mi guardava sognante come una bambina che ascolta la madre raccontare una favola.
In ogni favola esiste una strega e lei, puntuale, fece il suo ingresso in aula interrompendo il mio discorso. Le avevano raccontato di aver visto me e Bill allontanarci insieme mano nella mano. Linda non mi disse nulla, ma quello sguardo pieno di odio fu più eloquente di mille parole. Non mi avrebbe mai più rivolto la parola. Ieri sera presi la mia rivincita e a lei non restava che rimanere ancorata al suo orgoglio. Le galline erano incredule, come poteva la loro beniamina aver perso così malamente la sua partita?
Forse dovevano rendersi conto che non tutti apprezzavano l’ostentare apparenza così esageratamente. Non tutti erano così superficiali. Per lo meno non chi non faceva parte delle loro stupida “massa”. La dentro Linda era una regina, ma una regina che non avrebbe mai regnato al di fuori del suo territorio così vergognosamente limitato.
Il mio cantante arrivò ancora una volta accompagnato dal coro delle proprie fan ma io riuscii a vederlo solo all’uscita di scuola.
Mi ero già incamminata verso casa quando sentii la sua voce chiamarmi da una macchina. Mi voltai e il suo viso sbucò fuori da un finestrino oscurato.
“Salta su!” mi disse aprendomi lo sportello.
Salii in quella vettura enorme con i sedili di pelle e mi sedetti accanto a Bill, alle spalle del suo autista. Mi guardò e mi baciò dolcemente le labbra.
“Scommetto che non hai fatto altro che pensarmi stamani.. lo so, faccio sempre questo effetto!” disse strafottente e sfiorandosi una ciocca di capelli sparata in aria.
“Ma smettila, ho altro da fare nella vita che pensare a te…” sorrisi.
“Di sicuro non hai da truccarti…”.Disse ironicamente.
In effetti non lo facevo mai se non in occasioni speciali come ieri sera, ma il fatto che me lo facesse notare mi irritava tantissimo.
“E tu invece, non hai altro da fare che punzecchiare me?” sbuffai.
Lui mi girò il viso mi tolse gli occhiali e sciolse i miei capelli. Poi con sguardo di approvazione, posò di nuovo le sue labbra sulle mie. Adoravo sentirle su di me e quel profumo per me era come una droga ormai.
“Allora signorina, siamo arrivati a destinazione” mi disse indicandomi la porta di casa. Ero salita su quell’ auto senza nemmeno chiedermi dove mi stava conducendo. Con lui perdevo il controllo di ogni cosa.
“Grazie del passaggio…” gli dissi. In realtà volevo parlare ancora con lui, volevo sapere se l’avrei visto il pomeriggio, la sera, volevo che mi chiedesse il numero di telefono. Ma non proferii parola. Mi salutò con un gesto della mano e si allontanò dentro quella macchina.
Ero spiazzata, ero estasiata per il fatto che mi avesse accompagnata a casa, ma allo stesso tempo il fatto di non rivederlo tutto il giorno e di non avere il suo numero mi rattristava.
Avanti Gin non state insieme, vi siete baciati una sera e oggi ti ha riaccompagnata a casa, non ti basta?
Non ero mai stata una persona attenta alle piccole cose, alle uscite, al numero di telefono ecc… In una storia solitamente riuscivo a vivere alla giornata, ma stavolta era diverso, non mi bastava… Non ero mai sazia di lui. Maledii il fatto di non avere il tandem quel giorno.
Stetti tutto il giorno in camera mia a studiare e a fare zapping. Su mtv quel giorno vidi un suo video e per la prima mi soffermai a guardarlo. Com’ era bello con quella giacca nera di pelle lunga fino ai piedi. La sua voce si diffondeva in tutta la mia stanza e io la ascoltavo in silenzio.
Non lo vidi mai quel giorno e così neanche quello dopo. Seppi che era a scuola solo per le urla delle fan, ma i nostri orari erano diversi. Confidai a Brigitte di aver paura che per lui fosse stato solo un semplice bacio e niente di più. In fondo come poteva essere il contrario? Tra meno di un mese sarebbe tornato in Germania e avrebbe ripreso a girare il mondo con la sua band dimenticandosi di me a poco a poco. Ero io a non dovermi aspettare altro. Brigitte però era convinta del contrario. Pensava che tra noi fosse nato qualcosa di reciproco e di molto forte destinato a durare a lungo. Non so se lo dicesse per consolarmi o perché lo pensasse sul serio, so solo che in quel momento avevo bisogno di sentirmelo dire per continuare a sognare ancora un po’.
Il pomeriggio ero di nuovo in camera mia, quando mamma mi chiamò.
“Che c’è?” le dissi
“Non lo so, ho sentito suonare il campanello, ho aperto la porta ma ho trovato solo questa” mi porse una rosa blu con un biglietto.
Lo aprii e al suo interno c’era questa scritta: “ SCHLICHTE ABER SELTENE” ( semplice ma rara).
Commossa chiusi il biglietto e lo strinsi a me.
“ Qui gatta ci cova cara mia e voglio sapere che aspetti a rendermi partecipe” commentò mamma.
“Ma no dai, niente di che…”
Lei non doveva sapere di lui. La sua disapprovazione mi avrebbe condizionata e non volevo permettere che accadesse. Quando vedeva Bill alla tv lo disprezzava come in passato facevo anch’io. Ma i suoi insulti erano sinceri. Non sopportava il suo essere sopra le righe. Era troppo vedere un ragazzo truccato con piercing sul sopracciglio, con un tatuaggio che ricopriva tutto l’avanbraccio e che si muoveva come una donna. Troppo anticonformista per lei. Anche per me era così all’inizio, ma poi mi sono accorta che giudicandolo solo per l’apparenza mi rendeva una persona superficiale e non faceva altro che accomunarmi alla “massa” che odiavo.
Corsi in camera e misi la rosa in un vaso sul mio comodino.
Ovviamente aggiornai Brigy che estasiata mi disse che ancora una volta la sua teoria sul fatto che fosse nato un qualcosa di reciproco era fondata.
Finalmente arrivò il giorno del tandem e come al solito ci incontrammo sulla nostra panchina. Oggi era la giornata in cui dovevamo parlare italiano. Era migliorato ma non ancora abbastanza da sostenere lunghe conversazioni, per cui ci aiutavamo con il tedesco.
“Grazie per la rosa” gli dissi arrossendo.
“Quale rosa?” mi interrogò lui.
Non è possibile, non poteva essere… il biglietto era scritto in tedesco, doveva averlo per forza scritto lui. Poi mi venne in mente che tutti in classe mia studiano tedesco. Poteva essere stato uno scherzo. Di pessimo gusto per giunta, ma quella gente era capace di questo ed altro.
“Non me l’hai portata tu quindi?”
“Io? E secondo te trovo il tempo per queste cavolate, Gin sono Bill Kaulitz sono troppo occupato per queste cose...”
Che cos’era quel tono? Come osava parlarmi così? Possibile che rovinasse sempre ogni mia illusione? Stavo ancora pensando, quando lui disse:
“ Mi piace quando sei pensierosa, adoro quello sguardo da bambina, semplice e raro, SCHLICHTE ABER SELTENE” iniziò a ridere soddisfatto dello scherzo che mi aveva fatto, sapeva di avermi in pugno e quali punti deboli toccare.
“Che stupido! Già stavo pensando quale dei miei fan dover ringraziare” alzando il mento all’ in su mi voltai velocemente in maniera maliziosa.
Lui si avvicinò ed iniziammo a baciarci per lunghi ed eterni minuti.
Decidemmo di andare a prenderci un gelato e camminavamo mano nella mano come due fidanzatini. Lo osservavo leccare il suo cono al cioccolato e notando una macchia all’ estremità della sua bocca lo baciai togliendogliela via.
Parlammo tantissimo, lui era raggiante quando mi parlava della sua musica ed io sarei stata ad ascoltarlo per ore. Parlava veloce come una macchinetta, era abituato a parlare di se, nel frattempo gesticolava con le mani, mangiava il suo gelato e si fumava qualche sigaretta. Era iper attivo, ma io adoravo la sua energia. Come sempre il discorso andò a finire su Tom. Era incredibile come solo con poche parole riuscivo a percepire il legame fortissimo che li legava. Notai anche i suoi occhi inumidirsi quando mi confessò che questo era il periodo più lungo che aveva mai passato lontano da lui e che gli mancava terribilmente. Poi volle sapere qualcosa di me, ma in confronto a lui le cose che avevo da raccontare sembravano di una banalità assurda. In realtà erano solo normali, era lui che non apparteneva al mondo di noi comuni adolescenti. Gli parlai della passione che avevo per il canottaggio, che però dovetti smettere di praticare per un problema fisico, del mio sogno di diventare interprete, del rapporto con Brigitte e di mia sorella, che è stata per me una seconda mamma e alla quale volevo un bene dell’anima. Anche se non c’era paragone con i suoi racconti, lui mi ascoltava come se quello che stavo dicendo fosse straordinario. In realtà per lui lo era.
“ Mi piacerebbe sapere come sarebbe andata la mia vita se non fossi diventato quello che sono”. Mi confidò.
“ Ma ho sempre sognato la vita che faccio e per questo va bene così. Sto vivendo un sogno e spero di svegliarmi il più tardi possibile.”
“Tu eri destinato al successo Bill, una personalità come la tua è sprecata per il mondo comune…” gli dissi accarezzandolo.
Lui mi prese la mano e sorridendo iniziammo a camminare di nuovo. Era in incognito, come piaceva a me. Senza trucco e il più naturale possibile. Ogni minuto che passavo con lui sentivo che ciò che provavo aumentava sempre di più. Ci fermammo a guardare il tramonto e lui mi sussurrò piano in un orecchio:
“Farò tesoro di questi momenti, sei il mio contatto con la realtà”
“ E tu sei il contatto con i miei sogni”gli risposi. Al pronunciare di queste parole ci lasciammo andare ad un abbraccio infinito nel quale i nostri respiri si confondevano e i nostri cuori battevano insieme. Restammo così l’uno accanto all’altra per un po’ ed io ancora una volta, non volevo più lasciarlo andare.
Sul calare della sera mi accompagnò verso casa e mi dette la buonanotte con un bacio tenero.
Lo osservai allontanarsi e da quel momento capii che il mio cuore era nelle sue mani.

 
Top
† Werewolf
view post Posted on 5/12/2008, 22:45




SCHLICHTE ABER SELTENE...
La frase che ho messo nella mia lettera a Bill...
</3
 
Top
Fee1702
view post Posted on 5/12/2008, 22:54




Si Amy, mi ricordo!
 
Top
Fee1702
view post Posted on 8/12/2008, 17:20




TI VOGLIO BENE MAMMA

I giorni scorrevano ed io ero sempre più felice. I momenti che passavo con Bill erano indescrivibili. Anche solo sentire la sua presenza vicina a me mi faceva sognare. Un sogno si, ciò che era nato tra noi era un sogno e destinato a rimanere tale….
Mia madre notava questo mio cambiamento. Mi curavo di più, il mio umore era perennemente allegro, l’ appetito era insolitamente pochissimo. Lei immaginava che nella mia vita fosse entrato qualcuno di speciale, ed immaginava anche chi fosse. Notò infatti, che quel mio cambiamento risaliva al primo incontro di tandem che feci con il cantante e alla festa in suo onore. Era spaventata della relazione che intrapresi con lui. Anche se non gliene avevo parlato sapeva che le mie uscite non erano sempre e solo in compagnia di Brigitte come le raccontavo. Le mentivo e la cosa mi faceva star male, ma sapevo che non lo avrebbe mai accettato. Decisi, quindi, che quello sarebbe stato il mio segreto, mio e di Bill. Solo Brigitte lo condivideva con noi. Ma con il passare del tempo le domande di mamma erano sempre più frequenti. Del resto si preoccupava per me.
“Allora, come prosegue il tandem?”
“Bene mamma” mi limitavo a rispondere. Il nostro rapporto era sempre stato amichevole, le raccontavo ogni cosa, perché sapevo di fare ciò che lei avrebbe approvato. Ma stavolta era diverso, sapevo che l’avrei delusa, sapevo che se mi avesse vista con lui non mi avrebbe riconosciuto. La sua bambina non avrebbe dovuto frequentare quel tizio arrogante che l’avrebbe portata sulla cattiva strada. Quindi il fatto che non la rendessi partecipe della mia vita ultimamente la rattristava. Vedere quella smorfia di dolore sul suo volto ogni volta che le rispondevo a monosillabi mi faceva morire.
La mattina quando dolcemente girava il cucchiaio per far sciogliere lo zucchero nella mia tazza di caffè, avvolta nella sua vestaglia di lana che tante volte avevo strinto a me, avrei avuto voglia di dirle:
“ Mamma quanto sono felice, quel ragazzo mi fa sognare”.
Invece mi limitavo a guardare i suoi occhi spenti che mi cercavano, cercavano il mio sguardo, cercavano una parola. Ma dalla mia bocca non fuoriusciva altro che non fosse un semplice:
“Buongiorno”, “Io vado”, “Buonanotte”.
Ormai le nostre conversazioni erano solo queste.
Non sapevo ancora che quel pomeriggio le cose sarebbero cambiate.
Tornai a casa per pranzo, come sempre. Ancora una volta di mattina non avevo visto Bill e comunque a scuola tentavo di evitare di farmi vedere con lui. Per le fan e per evitare il cospargersi di voci all’interno della massa. Questa storia era nostra e di nessun altro. Mai avrei voluto vedere una nostra foto su di un giornale. Per me sarebbe stato troppo.
Quel pomeriggio me ne stavo seduta sul letto ad ascoltare la voce del mio angelo cantare “ Sacred”.

“Remember
To me you'll be forever sacred
I'm dying but I know our love will live
Your hand above like a dove
Over me
Remember
To me you'll be forever sacred”


“Eh si”, pensai “ comunque vada, to me you’ll be forever sacred“.
D’ un tratto sentii suonare il campanello di casa e i passi di mamma affrettarsi ad aprire la porta. Stava aspettando la nostra vicina con la quale spesso passava ore a chiacchierare. Il cigolio della porta mi fece capire che la nostra ospite era entrata, ma la voce mi era ancora più familiare ed era maschile.
“ OH MIO DIO BILL!”.
Era fatto così, senza preavviso entrava nella tua vita, nella tua mente, nel tuo cuore ed ora… NELLA TUA CASA!!!….
Corsi in salotto e notai la faccia sorpresa di mamma che lo accolse con un urlo di disapprovazione. Aveva i capelli più sparati in aria del solito. Era esageratamente truccato. L’ombretto e la matita mettevano in risalto ancora di più il suo piercing sul sopracciglio e davano un’espressione ancora più elfica del solito al suo sguardo. Portava una giacchettina di pelle nera molto attillata e jeans a vita bassa. Tra i due indumenti un lembo di pelle veniva lasciato scoperto e su di esso era ben visibile la sua stella tatuata della quale Brigy mi aveva spesso parlato. Porse la mano a mia madre e le disse semplicemente: “ Salve sono Bill”. Si avvicinò a me, mi baciò le labbra delicatamente e come se fosse a casa sua si avviò verso il divano e in maniera scomposta vi si sedette sopra.

image


Io e mia madre eravamo pietrificate, ci guardavamo con sguardi identici, tutte e due avremmo voluto tirar fuori un mare di parole, ma queste proprio non volevano uscire. Le nostre espressioni erano le stesse. In quel momento eravamo la stessa persona. Non credevo che avrebbe mai scoperto di noi due, tanto meno in quel modo. L’ uragano Kaulitz era riuscito a sconvolgere i miei piani di nuovo. Era entrato in casa mia e mi aveva baciata di fronte a mia madre. Ed era come se per lui fosse tutto naturale. Era abituato ad essere accolto nel migliore dei modi, con riverenze ed educazione. Del resto pagavano oro per ottenere la sua presenza, a lui tutto era dovuto.
Il silenzio e l’imbarazzo del momento furono interrotti proprio da lui che bofonchiò:
“ Mi annoiavo in Hotel così ho deciso di venire da te a fare merenda, c’è niente da mangiare?”. Cavolo Bill ma proprio oggi dovevi far vedere quanto avevi imparato l’italiano? Almeno in tedesco mia madre non avrebbe percepito quel tuo atteggiamento da bambino viziato.
“ Certo e vuole anche che glielo porti su vassoio d’argento?” rispose mamma stizzita. Lo immaginavo, ma ora avevo la prova che lo odiava e la star non faceva altro che peggiorare la situazione.
“ Magari…” Le rispose con aria di sfida e con un sorrisetto strafottente. Cavolo aveva capito la lingua, aveva capito che mia madre lo odiava e per lui era divertente. Amava essere al centro dell’ attenzione, anche se stavolta in maniera negativa. Era un esibizionista ed era talmente sicuro di se che non gli importava se qualcuno non lo ammirasse, amava così tanto se stesso che gli bastava piacersi così com’era.
“Bill smettila, già la situazione è difficile, non peggiorare le cose” mi rivolsi a lui.
“ E dai che vuoi che sia… non piaccio a tua madre, non pretendo di piacere a chiunque anche se ci vado vicino” Mi disse sorridendo. Menomale che questa patetica conversazione fu tutta in tedesco. Lo odiavo quando faceva “la diva”, ma era fatto così, lui era Bill Kaulitz sempre e comunque, ed era per questo che lo adoravo. Mia madre dopo essersi recata in cucina tornò con qualche merendina e la porse svogliatamente a quell’ ospite così sgradito e si sedette davanti a lui.
“ Volevo dirle che stasera sua figlia sarà a cena con me”.
Io ero al settimo cielo al pensiero di passare la serata con lui. Mia madre lo guardò con odio, non osava pensare all’ immagine di noi due seduti ad un tavolino insieme e magari mano nella mano. La sua bambina così ingenua e così semplice con quel ragazzaccio decisamente pessimo che per aver solo 18 anni la sapeva già lunga sulla vita… Ma poi si voltò verso di me e vide i miei occhi brillare di felicità, il mio sguardo raggiante e supplichevole. Ero felice e lei non riusciva a spiegarsi come, ma quell’essere spregevole e maleducato mi rendeva terribilmente contenta. In più sapeva che neanche lei sarebbe riuscita a fermarmi. Si morse il labbro e strinse forte un pugno, le sarebbe stato difficile pronunciare le parole che stava per dire, ma guardando gli occhi di quello straniero disse:
“ Guai a te se le fai far tardi”. Quanto le era costato fare quel gesto così semplice, ma così pesante per lei. Mi aveva dimostrato con quelle parole quanto mi amava e quanta fiducia avesse in me. In cuor suo sapeva che di me poteva fidarsi e che anche stavolta stavo facendo la cosa giusta. Io la abbracciai forte e le dissi
“ Grazie, ti voglio bene”.
Anche stavolta il mio angelo, anche se a modo suo, era riuscito a sistemare le cose. Soddisfatto mi stava sorridendo con la bocca piena di qualche schifezza che mia madre gli aveva rifilato e guardandomi affermò:
“ Bill Kaulitz ottiene sempre ciò che vuole.” E ora ne ero convinta anch’io.
Dopo aver finito di far merenda mi salutò con un abbraccio forte:
“ Fatti bella per me, tra 2 ore passo a prenderti.” Mi disse.
“ Grazie della merenda signora, ma quella cosa che ho mangiato faceva davvero schifo, arrivederci”. Sorrise a mia madre e se ne andò senza convenevoli. Ma perché doveva dire sempre ciò che pensava?
Io e mia madre non ci dicemmo niente, sapevamo ognuna ciò che pensava l’altra. Andai a prepararmi e chiamai Brigitte dalla quale mi feci consigliare sull’ abito da indossare, lei conosceva il mio guardaroba a memoria ormai.
Optammo per un qualcosa di elegante ma semplice, come piace a lui.
Avevo una camicetta bianca con una stella disegnata da piccoli strass su un lato. Mi aderiva ai fianchi e metteva in risalto ogni mia curva. Misi poi una minigonna di jeans piuttosto corta a balze. Mi aveva pregato tante volte di metterla e quella sera decisi di cedere al suo desiderio. Era la prima volta che uscivamo a cena. Ai piedi indossai un paio di ballerine bianche. Tirai poi su i capelli con un fermaglio dal quale scendevano poi fino ai fianchi, per lasciare libero il viso che truccai leggermente, con un filo di matita, di mascara e con lucidalabbra trasparente.
Mia madre entrò in camera mia, credevo volesse rimproverarmi per qualcosa, o che volesse farmi notare il comportamento che Bill aveva assunto, invece no, si avvicinò e mi fece girare di spalle.
Poi mi cinse con le braccia e posò sul mio collo una catenina che agganciò sotto i miei capelli.
“Stai diventando grande piccola mia” mi disse, “ Questa la indossai la prima volta che uscii con tuo padre. E’ una stellina il ciondolo attaccato alla catenina ed è quello che tu sei per me. Potrai cambiare, crescere, andartene o non parlarmi, ma per la tua mamma tu resterai sempre la sua piccola stellina. Ogni volta che ti senti sola guardala e capirai che io sono li con te.”
Quel ciondolo era bellissimo, era come lei, come la mia mamma. La abbracciai e piansi di gioia insieme a lei, per quel rapporto ritrovato, per il bene che le volevo e che percepivo in quel momento.
“Ora vai piccola, vai incontro al mondo e fai di testa tua. Io sarò sempre con te anche se a volte non capirò le tue scelte, ma solo perché io non avrei il coraggio di farle.”
Ci abbracciammo di nuovo ed ora ero pronta per il mio angelo, ero appoggiata anche dalla persona più importante della mia vita e niente mi avrebbe più fermato.
 
Top
† Werewolf
view post Posted on 9/12/2008, 23:05




Bill in posa da Bambi *.*
 
Top
Fee1702
view post Posted on 15/12/2008, 21:15




- ICH LIEBE DICH-

Avevamo appuntamento alle 21 ma lui arrivò alle 21 e 45 da vera “diva” qual era…
Salii nella stessa vettura con la quale qualche giorno prima mi aveva accompagnata a casa. Anche lui come me si era vestito per soddisfare i miei desideri. Adoravo quando si vestiva di scuro e quando lasciava i suoi capelli naturali. Quella sera infatti si era vestito così.
image



Mi guardò attentamente prima di proferire parola. Sembrava estasiato e mi scrutava così attentamente da farmi arrossire. Per rompere il ghiaccio decisi di parlare io per prima:
“Basta Bill così mi metti in imbarazzo, che hai da guardare?”
“Sembrerà banale, ma stasera sei carinissima!”
“Grazie! Devo segnare sul calendario il giorno in cui mi hai fatto un complimento…”
“Va beh, ovviamente a me non leghi neanche le scarpe..” Si voltò di lato e dal movimento delle sue spalle capii che stava ridendo.
“Ecco la diva che non si smentisce mai.” Ormai avevo imparato a conoscerlo e anche se era così vanitoso adoravo quel suo modo di fare.
“Dove stiamo andando?” chiesi.
“Questa è una sorpresa….” Disse soddisfatto.
Durante il tragitto mi teneva per mano e, come sempre, parlava veloce e spaziava da un argomento all’ altro eseguendo monologhi degni di un’opera teatrale.
“Siamo arrivati, chiudi gli occhi” mi disse dopo una mezz’ora di viaggio. Mi condusse fuori dall’ auto e mi fece entrare in un locale. Dopo qualche minuto tolse le mani dai miei occhi e di fronte a me si presentò uno spettacolo che non avrei mai immaginato.
“No, no puoi aver fatto questo per me…” Dissi incredula. Eravamo in una sala enorme circondata da vetrate. Nonostante lo spazio fosse infinito in quella suite, c’era solo un tavolo apparecchiato. Il nostro. Da ogni parte sbucava un vaso colmo di rose blu. Ormai erano diventate i fiori del nostro amore. L’ illuminazione era data solo da miriadi di candele. Dal vetro si vedeva un laghetto illuminato da lanterne, le cui acque fumavano per il calore di esse al contatto con l’aria fredda. Eravamo in un centro termale che lui aveva riservato solo per noi.
“Beh si che l’ho fatto… non mi ritieni capace eh, guarda che io sono Bill Kaulitz sono un uomo pieno di risor…”. Non gli permisi di finire la frase che già lo stavo baciando.
Ci sedemmo a tavola ed io gli raccontai del rapporto ritrovato con mia madre grazie a lui e la storia del ciondolo che portavo indosso.
Lui era felice per me e mi ascoltava incuriosito.
Finita la cena ci spostammo all’esterno e ci sedemmo sulle sponde del laghetto termale. Iniziavo ad aver paura che il giorno del concerto e della sua imminente partenza arrivasse troppo in fretta.
Notò che stavo pensando a qualcosa di brutto e senza chiedermi niente mi abbracciò forte per consolarmi, senza che io gli avessi detto di che cosa si trattasse quella improvvisa tristezza. Forse anche il mio angelo pensava alla stessa cosa.
“ Non devi aver paura” Mi disse. Era incredibile, aveva capito perfettamente… Ancora una volta mi aveva stupito.
“Ho paura che il giorno dell’ addio arrivi troppo presto” gli confidai.
“E chi l’ha detto che sarà un addio?” Tentò di rassicurarmi lui.
“Lo ha detto la realtà, noi stiamo sognando Bill, stiamo solo sognando”.
“Non è detto che ci dobbiamo svegliare per forza”.
Invece si Bill. Prima o poi il giorno arriverà. Io tornerò alla mia solita vita, felice di averti vissuto e tu tornerai alla tua musica perché a quello sei destinato. Sei destinato al successo. Il mondo comune non ti appartiene, tu vali molto di più.
Non gli dissi niente di tutto questo per non rovinare il momento che stavamo vivendo. Mi limitai a pronunciare poche parole per chiudere li quel discorso.
“Hai ragione, continuiamo a sognare.” Mi avvicinai a lui ed iniziammo a baciarci e ad accarezzarci in ogni parte del corpo. Sapeva terribilmente di vaniglia e zucchero a velo, era la sua crema che ogni sera si spalmava. Io assaggiavo ogni minima parte del suo viso e lui sfiorava le mie curve dolcemente. A poco a poco i nostri gesti divennero più violenti ed affrettati. Ci alzammo in piedi ed iniziammo a camminare verso le acque bollenti del lago. In un batter d’occhio ne eravamo immersi. Ma non ci facevamo caso. Le nostre anime erano diventate una sola ed era ciò che contava. La temperatura dell’acqua era altissima ma ancora più alta era la voglia che avevo di lui. Quando uscimmo dalle acque termali non ero più la bambina di prima, ero una donna che aveva conosciuto l’amore per la prima volta.
Bill corse a prendere un asciugamano, quando tornò mi avvolse in esso ed entrammo nel locale per sederci di fronte al camino della suite.
“E’ stato bellissimo” dissi appoggiandomi a lui.
Non ricevetti risposta, ma solo un sospiro ed una carezza. Lo guardai perché volevo che interrompesse il silenzio. Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò piano:
“ Ich liebe dich”
Non potevo crederci, aveva appena detto di amarmi. Non resistetti alla voglia di baciarlo di nuovo e così fu. Dopo essermi staccata da lui, lo guardai dritto negli occhi e piano risposi semplicemente:
“Anch’io”.
La serata volse al termine e dopo esserci asciugati un po’, anche se non del tutto, mi accompagnò a casa.
Ero la persona più felice del mondo, toccavo il cielo con un dito, ero un’ altra persona quella sera e tutto grazie a quell’ angelo che era entrato prepotentemente dentro di me.
Quella sera non presi mai sonno, decisi di alzarmi ed ascoltare qualche sua canzone, giusto per sentire ancora la sua voce. Iniziai con “RETTE MICH”, poi con “SPRING NICHT”, “1000 MEERE” ed in fine “ICH BIN NICHT ICH”. Fu il titolo di questa canzone a suscitarmi una sensazione strana, ma bella ed emozionante “IO NON SONO IO”. Senza pensarci un attimo presi carta e penna e la mia mano iniziò a scrivere da sola.

„Ich weiß nich´ mehr, wer ich bin- und was noch wichtig ist
Das ist alles irgendwo, wo du bist
Ohne dich durch die Nacht- ich kann nichts mehr in mir finden
Was hast du mit mir gemacht
Ich seh mich immer mehr verschwinden“

Questa canzone, queste parole, la tua voce sono ciò che riescono a far gridare le mie emozioni al mondo. Non saprei descrivere meglio ciò che sto provando ora. Come dici tu in quelle note, adesso “ non sono me stessa senza di te durante la notte”. “Che cosa mi hai fatto?” chiedi cantando. Io so ,Bill ,che cosa hai fatto a me. Mi hai preso l’anima ed io mai come adesso sono felice di avertela donata e non mi importa quanto durerà. Ovunque tu sia adesso, mentre leggi le mie parole, ricordati di quello che abbiamo vissuto stasera al lago e questo momento rimarrà per sempre…
Ti amo Ginevra “


Gli scrissi queste parole su di un biglietto che gli avrei donato non appena l’avrei visto ma che non gli avrei permesso di leggere se non quando fosse stato lontano da me. Dopodichè mi infilai nelle lenzuola e mi addormentai.

 
Top
Esty92
view post Posted on 15/12/2008, 21:34




**



Sicuramente, questo capitolo è uno dei più importanti di tutta la ff.
Mi hai già fatto sognare la prima volta, e rileggendola, mi accorgo che non è cambiato nulla. E' magica.
 
Top
Fee1702
view post Posted on 15/12/2008, 21:37




Oddio Esty grazie! E' bellissimo quello che hai detto...
Quanto tempo è passato mamma mia!
Ci siamo conosciute grazie a Rinascita, ricordi?
 
Top
Esty92
view post Posted on 15/12/2008, 22:27




Certo! :cry: bei tempi.
 
Top
† Werewolf
view post Posted on 16/12/2008, 13:33




Uno dei miei capitoli preferiti T.T
 
Top
Fee1702
view post Posted on 25/12/2008, 21:58




Glascie cicce
 
Top
Fee1702
view post Posted on 27/12/2008, 22:11




USCITA A QUATTRO

La mattina arrivai a scuola con un sorriso stampato in volto. Brigitte ovviamente era già stata aggiornata, ma volle sapere i dettagli. Dopo averla accontentata mi disse:
“Non immagini quanto possa essere felice per te, anche se saresti da schiaffi per ogni volta che mi hai presa in giro quando parlavo bene di lui!”
“Hmm non riiniziare eh! Altrimenti mi vendico e mostro a Francesco che cosa hai nascosto nell’ armadio” Le dissi con una risata diabolica.
“No per favore quello no! Se sa che colleziono le foto di Bill mi uccide!” mi rispose preoccupata.
“Allora vedi di comportarti bene”. Le dissi puntandole il dito contro in maniera scherzosa.
Uscimmo da scuola facendoci spazio tra le fan del cantante, che adesso iniziavano a darmi fastidio. Da ieri sera avevo iniziato a sentire Bill come un qualcosa di mio. Il mio Bill.
Ma quello era il suo mondo ed io non avevo il diritto di proferire parole al riguardo.
Brigitte sarebbe stata a pranzo da me quel giorno quindi insieme a lei ci stavamo avviando verso casa, quando mi sentii chiamare dal dietro. Era lui, il mio cantante che si stava avvicinando. Brigy arrossì, lo faceva sempre appena lo vedeva, del resto era ancora il suo idolo.
Bill era in incognito. Aveva addirittura legato i capelli e nascosto il codino dentro il cappello. Portava i soliti enormi occhiali da sole ed aveva una tuta extra large. Stentavo a riconoscerlo.
Stamani era uscito prima da scuola perché aveva delle interviste da fare e adesso si era liberato.
“Ero venuto davanti scuola ad aspettarti, ma non ti ho vista uscire”.
Io stavo trattenendo la mega risata che stavo per farmi, ma invano, perché essa uscì dalla mia bocca.
“Che hai da ridere?” mi chiese Bill sgranando gli occhi.
“Ma ti sei visto? Potevi almeno struccarti. Dov’è finito il maestro di look?”. Aveva la matita sciolta sotto gli occhi e il mascara un po’ dappertutto.
“Avevo fretta, sono arrivato tardi in albergo, volevo venire a prenderti ma non potevo farmi riconoscere dalle fan. Mi avrebbero assalito dopo aver visto cotanta bellezza! Quindi mi sono infilato nella doccia, asciugato i capelli e ho indossato la tuta.”
“E non ti sei struccato..” Aggiunse Brigy.
“ Va beh ma ho fatto la doccia…”
“Ma di solito usa struccarsi prima della doccia, o quanto meno dopo ci si guarda allo specchio”.
“Ma sono così orrendo?” Chiese coprendosi il viso con le mani.
“Fai tu..” Gli dissi porgendoli uno specchietto.
“aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh” Emise un urlo degno di Tarzan.
“Non me ne ero accorto!! Non sono abituato a non essere seguito dalla truccatrice che nota ogni mio difetto (anche se ovviamente impercettibile)!” Guardava pietrificato lo specchio con la bocca aperta. Io e Brigitte assistevamo divertite alla scena.
“Così sono impresentabile, devo dileguarmi.”
Era davvero una prima donna. Doveva essere sempre perfetto, anche se nessuno lo avrebbe riconosciuto. Doveva essere perfetto per il suo ego. Una minima sbavatura lo mandava in tilt. La situazione aveva una vena comica indescrivibile.
“Dai Bill non esagerare, sapevo che ti avrebbe messo in crisi quindi ci ho ricamato un po’ su. A me vai bene anche così!” Gli dissi accarezzando la sua guancia. Ma lui non ci sentiva, continuava a strofinarsi gli occhi per mandar via quella che per lui era una catastrofe ed in realtà era solo un po’ di trucco colato.
“No no, così non posso andare in giro, non mi sento in pace con me stesso. Tanto ero passato solo per farti un saluto. Devo rimettere in sesto un look degno di Bill Kaulitz.”
Ero felice per il fatto che fosse passato solo per vedermi.
“Va bene mister perfezione, allora ci vediamo stasera.” Gli dissi baciandolo sulle labbra.
“ Jawohl” rispose lui. Con un cenno della mano salutò sia me che Brigitte e si affrettò verso il suo albergo mentre ancora si strofinava gli occhi.
La sera saremmo usciti con Brigitte e Francesco, La nostra prima uscita a 4. Brigy non vedeva l’ora che anch’io trovassi qualcuno con cui uscire ed il fatto che quel qualcuno fosse proprio il suo idolo la estasiava.
Quel pomeriggio lo passammo studiando, guardando la tv e parlando di noi due. Ogni volta che mi parlava di Francesco le brillavano gli occhi. La loro storia andava a gonfie vele. L’unica cosa sulla quale non andavano d’accordo era proprio il mio Bill. Lei era fissata con quelle canzoni e lui proprio non le sopportava. Come me all’inizio, credeva che lui fosse solo una checca viziata, del resto era ciò che trapelava dagli schermi. Ma stasera avrebbe dovuto ricredersi.

Decidemmo di mangiarci qualcosa all’ Hotel di Bill. I ristoranti normali erano sempre troppo rischiosi. Avrebbe potuto camuffarsi quanto voleva, ma se iniziava a chiacchierare come una macchinetta e a gesticolare come solo lui sapeva fare lo avrebbero riconosciuto di sicuro.
Infatti anche quella sera il tedesco parlava, parlava, parlava… Purtroppo ormai anche in italiano. Io e Brigitte avevamo gli occhi luccicanti e lo ascoltavamo in silenzio. Francesco, invece, non ne poteva più e sbuffava in continuazione. Si punzecchiavano di continuo, ma senza cattiveria. La cena trascorse in tranquillità e Bill era contento di essere come sempre il protagonista della serata. Ogni tanto notavo che Francesco faceva delle smorfie di disapprovazione quando gli cadeva lo sguardo sulla manicure del cantante. Cercava di sorvolare, ma alla fine non resistette.
“Senti ma quanto ci metti a metterti quella roba sulle unghie?” chiese a Bill.
“All’ inizio un bel po’, ora in un quarto d’ora me la cavo.”
“ Ma chi te lo fa fare di truccarti, metterti lo smalto e lisciarti i capelli?”
“ Nessuno, ma io sono così, senza il trucco mi sento nudo e semplicemente non bado a ciò che dice la gente. In più ho mezza Europa che mi decanta, perché dovrei preoccuparmi?” Disse con sguardo malizioso e soddisfatto e facendo spallucce. Credo che Francesco in quel momento avesse odiato la sua arroganza, come anch’io facevo all’inizio. Ma era solo questione di tempo. Anche lui avrebbe scoperto con il passare dei giorni la vera natura di Bill Kaulitz. Lui era molto di più di ciò che appariva.
Arrivammo alla fine della cena e decidemmo di andare a fare un giro in città per una bevuta.
“Un attimo e torno” disse Bill mentre noi 3 ci stavamo avviando fuori dall’albergo.
“Che cosa hai dimenticato?” gli chiesi.
“Niente, ma devo darmi una controllatina allo specchio, di sicuro la matita sarà sciolta.”
“Mio Dio Bill sei incorreggibile” affermai scrollando la testa, Brigy scoppiò in un’enorme risata e Checco si portò una mano alla fronte e assunse un’espressione inorridita.
“Che sono quelle facce… si lo so , in realtà sono già splendido così, ma quando tornerò giù sarò a dir poco impeccabile.” Disse la star ancheggiando e sorridendo con quel sorriso che abbaglia.
“Gin accompagnami, anche tu hai bisogno di una ricontrollatina”.
“Cosa? Io è già tanto se mi sono truccata quando sono uscita di casa…”
“Non vuoi fare contento il tuo Billuccio?” Disse con quegli occhioni da cucciolo che riuscirebbero a sciogliere un iceberg.
“Tanto lo sai che se fai quella faccina ottieni tutto quello che vuoi.”
Mi avviai verso di lui e insieme ci allontanammo. Una volta entrata in camera sua notai un caos indescrivibile. Per terra c’era di tutto. Indumenti, calzini, fogliacci, la piastra per capelli. Sul letto c’erano le t-shirt che doveva aver tirato fuori per sceglierne una adatta alla serata. Dovetti farmi spazio tra le sue cose per sedermi sul letto. Bill era di fronte allo specchio e con cura tracciava una linea di matita sugli occhi.
“Vieni qua, siediti.”
Mi fece cenno di avvicinarmi. Mi adagiai sulla sedia di fronte a lui che con fare elegante prese il mio mento, lo tirò su e si chinò su di me. Avevo i suoi occhi che mi fissavano e le sue labbra carnose a distanza pericolosa, così chiusi gli occhi per lasciarmi andare al bacio appassionato che mi avrebbe dato.
“Che fai? Secondo te come faccio a truccarti se chiudi gli occhi?” Mi disse con tono di rimprovero.
“Truccarmi? Bill ma sei impazzito?!”
“E dai lasciamelo fare, adoro dare profondità ai tuoi occhi verdi.”Mi disse.
La scena era degna del più divertente dei film comici, io che non riuscivo a dirgli di no dal troppo ridere, lui con il broncio, chino su di me a tentare di disegnare una riga dritta e indignato per il mio non riuscir a star ferma. Mai e poi mai avrei immaginato che un giorno un ragazzo mi avrebbe truccato. Ma da Bill Kaulitz potevi aspettarti questo ed altro. Con lui tutto era surreale, ma maledettamente bello.
Quando finì mi guardò con aria soddisfatta e battè le mani a se stesso. Io rassegnata al suo comportamento mi avviai verso la porta.
“Possiamo andare ora?” Gli domandai.
“No ancora un attimo…”
“Che c’è ancora?”
Si avvicinò ed iniziò a baciarmi con una sensualità indescrivibile. Adoravo i suoi baci, il suo sapore, il solletico del suo piercing… Ma mi staccai ricordandomi della mia amica e del fidanzato che stavano aspettando.
“Bill dobbiamo andare”. Ma lui continuava a mordicchiarmi il collo senza sentir ragioni.
“Dai smettila” Dissi ridendo.
“No non ci riesco… mi dispiace”
“Bill Kaulitz che non riesce in qualcosa, e quando mai?!”
“Da quando ci sei tu… A te non resisto”.
A quelle parole decisi che anche stanotte quel ragazzo doveva essere mio.

Edited by Fee1702 - 10/8/2009, 12:04
 
Top
rok1
view post Posted on 27/12/2008, 22:33




in poche parole è bellissima, romantica e anche una bellisssima sceneggiatura per un film! ^_^
 
Top
Fee1702
view post Posted on 27/12/2008, 22:45




Oddio grazie! Sono contenta ti piaccia anche questa... Alla fine di questa fanfiction posterò anche il suo seguito!
 
Top
88 replies since 19/10/2008, 21:38   1170 views
  Share