Entertain me.
Entertain us..
« Dove pensi di andare? »
« Non lo so. »
« Ti prego, rimani. »
Ti avvicini a me, con sguardo implorante, cercando di sfilarmi dalle mani i vestiti che sto per mettere nel mio trolley.
Sembra quasi che tu ti diverta, sembra quasi un gioco.
Io metto dentro, e tu tiri fuori.
Come sempre.
Ma questa volta non mi fermerai.
No, non questa volta.
« No, non posso più. »
Ti strappo via dalle mani la mia camicetta viola, quella che comprammo non molto tempo fa a Berlino, e la rimetto nella valigia.
“Di notte esce la forza di non dirmi che hai bisogno di me.”
« Ma perché non mi ascolti? Ti prego, non posso... Ti prego, non lasciarmi, rimani qui con me. Rimani qui al mio fianco. Io non posso.. »
Ti blocchi sempre allo stesso punto, Bill.
E questo mi manda il sangue al cervello.
Ti urlo contro.
« Non puoi cosa? Cosa non puoi, Bill? »
La camicia viola ora è ridotta a uno straccio sgualcito.
« Non puoi farlo. »
Ti guardo con uno sguardo di fuoco.
“Di notte il tuo dolore già mi sta uccidendo, di notte.”
« Non posso farlo? E chi mi impedisce di farlo? Perché non posso farlo? Perché altrimenti tu soffriresti? Perché poi non sapresti più con chi parlare, confidarti? Non sapresti più chi portarti a letto? Non avresti più chi ti ama più della sua stessa vita e non fa altro che seguirti e sostenerti anche quando è lei che avrebbe bisogno d’aiuto? Beh, Bill, di cani ne hai già quattro, e io non ho la minima intenzione di diventare il quinto cane pronto a leccarti il viso in cambio di una sola carezza! »
« Ma tu non sei per me un cane! »
Ti scappa quasi da ridere. Ti sfugge un piccolo sorriso stanco di combattere.
Io invece ti rido proprio in faccia.
Ma è l’adrenalina, la voglia di sbatterti contro il muro e picchiarti a sangue che mi fa ridere.
« Vorrei vedere! Manca solo che mi metti il guinzaglio e mi porti fuori a fare pipì! »
« Sai che non era quello che volevo intendere! Sai quanto sei importante! Ora ti prego, ragiona e rimani! »
Gesticoli.
« No, non ce la faccio più! »
« Non costringermi! »
« A fare cosa? »
« Lo sai anche tu che tornerai, per quanto ti possa dar fastidio questa situazione, mi ami troppo, e tornerai, come sempre. »
Mi afferri per un polso e a poco a poco, con grazia, mi avvicini sempre di più al muro.
« Non ho mai conosciuto una persona più egocentrica ed egoista di te! Scendi dal piedistallo, artista. Qui dentro non sei la star. Non sei sul palco ora, non sei circondato da ragazzine che ti venerano, e questa volta me ne vado veramente! »
« Ah, si? E perché? Perché il trolley è più grande? »
Inizi a provocarmi.
Io inizio ad incazzarmi di brutto.
Incosciente delle mie azioni, un’ impulso, un’ istinto mi spinge a colpirti, in pieno volto.
Ora il tuo viso è arrossato, tieni lo sguardo abbassato e ti mordi il labbro inferiore.
Non ho regolato la forza.
Forse ti ho fatto male, ma al momento non mi interessa più di tanto.
Fai uno strano ghigno, quasi soddisfatto di essere stato colpito dalla tua donna che se ne vuole andare.
Con una forza innaturale ora mi sbatti contro la parete, con le mani mi tieni i polsi.
« Lasciami! »
« Tu rimani! »
« Mai! »
« E allora rimani qua! Dovessi tenerti per sempre contro questo muro! »
« Io non sono tua! »
« Lo è il tuo cuore, però.. »
“Gli angeli vivono in cielo, ma tu resta qua con me.”
Cerchi di avvicinare il tuo viso al mio, ti fai spazio con il naso, fino ad arrivare a baciare il mio collo.
« Lasciami! »
« Mai! »
Mi sussurri nell’orecchio, con voce calma e bassa.
Sento il tuo fiato che mi porta ad avere dei brividi, ma ovviamente, non te lo farò mai notare.
Con il tuo bacino ti fai spazio tra le mie gambe.
Sono un pò frastornata, tanto che non riesco a reagire.
Cerchi quindi di rimpossessarti delle mie labbra, ma infine riesco a riprendere coscienza di me e delle mie azioni.
Non mi avrai.
Sei un bravo manipolatore, ma non mi avrai.
Scatti convulsi del mio collo non ti permettono di baciarmi.
“Stanotte ti amerò come se non potessi farlo mai più.”
Quindi trovi di nuovo rifugio nel mio collo.
Mi blocco.
Mi fermo.
Focalizzo il momento.
Percepisco.
Sento bagnarmi il collo.
Sento scorrere sul mio petto piccoli fiumi di rugiada.
Ti sento sussultare, impercettibilmente, ma io posso.
“Di notte un bacio vola verso l’infinito, di notte.”
Con il naso disegni qualcosa sul mio collo, fino ad arrivare all’orecchio, bagnandomi, baciandomi.
« Non posso vivere senza di te. »
Anche i miei occhi ora si inumidiscono.
I miei polsi cedono, i tuoi li lasciano liberi.
Porti le tue braccia intorno alla mia vita, io chiudo le mie in una morsa intorno al tuo collo, quasi a non volerlo più lasciare.
Il tuo busto si avvicina al mio, le mie gambe salgono e si avvolgono a te.
Ti sono in braccio, come tu del resto, sicuramente, avevi calcolato.
E uno perso nel respiro dell’altro, piangiamo.
Io piango per aver sentito quelle parole che non mi avevi mai detto, piango perchè anche questa volta sei riuscito a tenermi a te; ho perso, ma in fondo non mi dispiace.
Tu forse piangi perchè hai ottenuto come sempre ciò che volevi, anche se hai dovuto ammettere per forza una volta per tutte ciò che diceva il tuo cuore.
Ma nella vita, purtroppo, non si può avere sempre tutto, e questa sera, l’hai imparato anche te, manipolatore.
E quindi rimaniamo così, contro questa fredda parete d’ hotel, a piangere il vincolo del nostro amore, che seppur vorremmo rompere, risulterebbe impossibile.
Perchè ormai l’ hai confessato anche tu: come io non posso farcela senza di te, tu non puoi vivere senza di me.
“Di notte il verbo amare è un tempo al passato, di notte."
“E fa male quando dici che stai male e non sto con te,
e fa male col dolore che t’assale e non sto con te,
e fa male quando non sono all’altezza di star con te,
mi fa male quando nonostante tutto, tu scegli me.”
Note Finali: Questa One-Shot è stata postata la prima volta il 5 aprile 2010, di getto, e l'ho subito amata.
A differenza dalle altre storie in cui Bill viene descritto come un ragazzo dolce e sendibile, qui, invece, Bill è altezzoso, egocentrico e perfido.
Certo, alla fine si dimostra vulnerabile e che ama la sua donna, ma prima di dimostrarsi per ciò che è relamente, deve prima perdere la sua ragazza e riprendersela, anche con le maniere forti.
I due protagonisti si amano, si amano alla follia, ma a volte qualcosa scatena le loro furie e lei cerca di andarsene per sempre. Lui però ammette di amarla e la riottiene, la tiene legata a se'.
E' un circolo vizioso, il loro.
Si amano, cercano di separarsi, ma alla fine si rendono sempre conto di dipendere l'uno dall'altro.
Non so perchè, ma io amo fottutamente questa mia O-S! *O*
Spero sia piaciuta anche a voi! ^-^
Giuls.
