CRONACA DI DUE GIORNI SPECIALI
25.09. 2009: Finisce l’attesa, i battiti del cuore aumentano.
Vedrò loro, vedrò Bill, vedrò le mie amiche.
Ora 12 e 10, Roma Termini, scendo dal treno e parte la corsa folle che finirà tra le braccia della mia Schwe. Brividi.
Finalmente, Jada ci raggiunge, subendo anche lei il mio peso xD. Adesso siamo tutte al completo.
Poi via, tutte in tram, tra pazzi che starnutiscono e parlano da soli, tra risate e speranze verso casa di Jada, dove sua mamma (io la amo) ci prepara il pranzo. Le chiacchiere intorno al tavolo spaziano tra “cognati”, consigli di medicinali da parte della Kate, che si improvvisa dottoressa e l’amore sbocciato tra Camilla e l’attrezzo per tirare su l’insalata.
Con la pancia piena ci dirigiamo in camera di Jadì per controllare le ultime news dai vari forum e condividere insieme le risate per il video sull’autoironia e l’episodio della TH TV.
Il tempo scorre e ci dirigiamo all’Hotel Bright.
Posiamo le valigie e di nuovo fiumi di parole tra di noi, a sognare loro, l’atmosfera, che scopriremo poi, difficile da immaginare.
Attuato il piano d’attacco ci riversiamo per le vie di Roma, al Colosseo, ai fori imperiali, insieme, accompagnate da risate ed allegria.
Impossibile per tutte non prenderci dei colpi ogni volta che passa un’auto dai vetri oscurati.
Partono gli urli miei e di Jada: “VAAAAAAAAAAN!!!” e le imprecazione delle altre.
Sappiamo, anche se non con certezza, dove alloggiano i ragazzi, ma la strada è lunga e seguirli non ci sembra il caso, decidiamo comunque di aggirarci per il centro di Roma, nella via degli Hotel di lusso. Del resto, la speranza è l’ultima a morire.
Hotel Bernini, Hotel Excelsior… niente, non ci sono.
Ma questo era ormai passato in secondo piano, perché quello che c’è stato di bello è stato l’essere insieme, guardarci negli occhi e capire di non essere mai state lontane, nemmeno al di là dello schermo del pc. Passeggiare, sparare cavolate, scherzare, abbracciarsi. Questo è quello che conta.
Ultimi momenti della serata sono il giro a piazza di Spagna e uno sguardo al negozio di “Dior”. Non si sa mai che qualcuno di nostra conoscenza abbia deciso di farci un giro xD.
Ovviamente no U.U.
I piedi iniziano a dolere e gli stomachi a brontolare, è il momento Mc Donald’s. Mentre le patatine e i vari Crispy Mc Bacon finiscono, l’ansia cresce.
Domani li vedremo, di nuovo, dopo mesi e mesi.
Finita la cena ci dirigiamo a piazza del popolo a vedere la situazione.
Una trentina di fan sono già accampate vicino alle transenne e si preoccupano quando ci vedono. Una di loro, l’idolo di Kate, si fa spazio e si avvicina a noi, con la frase che diventerà il motto dell’avventura:
“Aò se nun se aiutemo tra fanZ ce scannamo. Stamo qui da du giorni, capimose, se state a fàcasino ce mandano via”.
Con gli sguardi allibiti e le risate convulse ci allontaniamo decidendo che l’indomani saremmo arrivate il prima possibile. La mamma di Jadì viene a recuperarci (grande donna) e la nottata ha inizio.
L’unica che è riuscita a chiudere occhio è stata Kate, onde evitare angoli bui il giorno dopo xD.
Io e la Schwe ci siamo guardate qualche video e ci siamo uccise di chiacchiere, accompagnate dagli sms di Jadì che ci informa della sua insonnia.
Piano piano le difese calano e gli occhi si chiudono, mancano poche ore ed il gran giorno inizia.
26. 09. 2009
Sono le 4 e 45 quando Jadì ci avverte di essere sotto all’Hotel e, come zombie, ci dirigiamo da lei, stanche ma felici.
Finalmente ci siamo, arrivate in piazza del Popolo verso le 5 e 20 ci avviamo al palco, dietro le transenne.
Raggiungiamo le altre fan, già una cinquantina più o meno e Anna che si è aggiunta a noi.
Dopo varie peripezie riusciamo a prendere qualcosa per colazione e i genitori di Anna portano del cibo ( i genitori fighi tutti alle altre bubù).
Le mattonelle di piazza del Popolo sono una gioia per i nostri fondoschiena e la soave vocina delle bimbominkia che cantano “Automatic” 23456787654 volte irrita l’udito.
Lentamente la folla aumenta e il sole si alza, rendendo le ore poco piacevoli. C’erano anche le afgane in tour.
Piano piano ci troviamo schiacciate l’una contro l’altra, senza poter allungare le gambe, ma “The show must go on” e ci facciamo forza, grazie anche alle mitiche fibre amate da Anna xD.
Le ore passano ed è più o meno 12 quando succede il delirio.
La security fa sapere che apriranno le transenne dalla nostra parte, le ragazze dall’altra si infuriano e, dettate dall’idiozia più assurda le sfondano.
E’ il caos.
La security è troppo poca, tutte corrono verso il palco e poco importa se delle ragazzine vengono calpestate, poco importa se alcune finiranno al pronto soccorso, poco importa se vengono persi scarpe, zaini, cellulari. L’importante è correre verso le prime file per poter fare le isteriche, spaccare i timpani alle vicine, a sgomitare.
Chi se ne frega del resto? Siamo qui per loro, le altre persone non contano nulla.
Jada, Kate, Anna, io e Cami ci facciamo da parte, lasciamo passare le bestie, perché è quello che sono, e ci teniamo per mano per rimanere assieme e non farci male.
Scioccate ed allibite ci facciamo avanti quando tutto è più calmo.
Ci aspettano almeno dieci ore adesso, ma non importa, noi siamo insieme e noi li vedremo.
Passo la parola a Jada
Siamo dentro ed è ancora il delirio.
Lo staff del cocacola live ci ordina di sederci, ma ovviamente sono in pochi ad ascoltarli e tra quei pochi ci siamo noi, che eseguendo gli ordini vediamo passarci davanti una decina di persone, ma fondamentalmente non ci importava più niente, eravamo lì.
Sedute a terra contemplavamo il palco vuoto, la batteria era posizionata lì, pronta ad essere suonata qualche ora dopo; intanto in prima fila la gente sveniva.
Ad un certo punto mettono “Automatic” e di nuovo il delirio, le ragazze urlano e spingono pensando forse che da un momento all’altro sarebbero saliti i Tokio sul palco per fare le prove, ma chi la sa lunga, come noi, mormora la canzone e basta, cercando di tenere le forze per dopo.
Un altro momento delirante è stato quando io e Vale canticchiamo canzoni come “The dark side of the sun” oppure “Humanoid” e tutte le ragazze ci vengono dietro, ebbene sì, abbiamo fomentato la folle e ne andiamo fiere.
Dopo un paio di ore siamo di nuovo in piedi, e abbiamo cercato di alleviare la stanchezza scrivendo dei cartelli a dir poco inutili ed infondo è servito.
Poi Anna è crollata ed accompagnata da Kate è uscita: eravamo rimaste in tre.
Sono state le ore più brutte, non sentiamo più gli arti inferiori, i piedi fanno male, la schiena inizia ad odiarci, le gambe stanno per cedere ed ovviamente lo spazio è minimo.
Cami e Vale hanno alternato lo stare in piedi al sedersi tra la massa, io no, se provo a scendere mi manca l’aria, ancora non so come ho fatto a resistere.
Qualche cantante inizia a fare il soundcheck, J-Ax, i Lost, i Negrita, hanno sollevato un po’ lo stato a tutte, anche se dopo l’esibizione siamo di nuovo a pezzi, pensiamo di nuovo al dopo, e quei pensieri, almeno a me, spaventano: sento di non essere pronta.
Il sole inizia, per grazia divina, a calare e si sta leggermente meglio, anche se la sete è tanta e le forze sono al minimo. Mentre gli artisti provano io guardo dietro il palco, vedo arrivare Van e ancora Van, e spero magari di vedere uno scorcio di loro; ovviamente non è così, ma Vale ha fatto prendere uno spavento a tutte. Infatti la nostra adorata ha visto prima un Van e poi dei capelli neri sparati all’aria e ha pensato di urlare il nome di Bill, ovviamente non è lui, e cosa ancora più ovvia hanno iniziato tutte ad urlare.
I minuti passano e quando manca una manciata di secondi alla diretta ci siamo prese tutte e tre per mano, siamo lì, li avremmo visti; come volevasi dimostrare tutto ha slittato, e l’unica cosa che Vale ha visto è stato Georg nel backstage, facendo rosicare un po’ la sottoscritta.
Le interviste si susseguono, la pubblicità anche e noi ci domandiamo quando diamine li avremmo visti, siamo stanche, talmente stanche che avevamo deciso di uscire dopo “Automatic” e guardare il resto delle esibizioni qualche fila più giù.
Intervistano gli Zero Assoluto, Alessandro e Valentina arrivano sul palco, l’adrenalina sale a livelli pazzeschi, io continuo a stringere la mano di Vale, i due Vj presentano le guest star...
La voce di Bill inizia a spargersi per tutta piazza del popolo, c’è chi salta, c’è chi piange, chi si annoia, chi balla, e poi ci siamo noi tre, unite, con gli occhi sgranati e le parole della canzone che escono dalla bocca, automaticamente.
La canzone finisce ed io e Vale ci guardiamo, incredule, erano veramente loro?
Ci sorridiamo e ci abbracciamo felici, finalmente uno dei nostri sogni è stato coronato, eravamo insieme con loro, per loro; mi rigiro e vedo Anna che, non so come, è riuscita a raggiungerci, Kate invece è rimasta fuori, non se la sentiva.
Iniziano ad esibirsi i vari artisti, la stanchezza accumulata prima è stata bruciata dall’adrenalina, è rimasta la sete, ma abbiamo sopportato, ce l’abbiamo fatta; si susseguono i Broken heart college, i Dari, i Lost, non ricordo l’ordine esatto, so solo che dopo la pubblicità Alessandro e Valentina sono di nuovo sul palco, lo staff porta delle specie di casse per sedersi, e noi capiamo.
Loro salgono sul palco per l’intervista, nessuno ha capito molto, Tom aveva i microfono rotto, Gustav ha parlato per la prima volta di sua spontanea volontà dicendo “Ciao Roma.” In un italiano perfetto, ma l’unica cosa che ho sentito è la domanda di Cattelan sulle vacanze, poi ho visto Tom giocare con il microfono e da li nulla ha avuto più senso.
La mini-intervista finisce e gran parte della gente se ne va, mentre noi quattro rimaniamo imperterrite fino alla fine. In quei momenti tutto sembra a rallentatore, non passano mai le ore, ma ora, mentre scrivo, mi rendo conto che tutto è passato velocemente, troppo velocemente.
Abbiamo ballato con J-Ax, riso con gli Zero Assoluto, e dopo di loro abbiamo sognato, di nuovo.
Sono tornati sul palco, hanno rockeggiato con “Humanoid”, ci hanno fatto impazzire, avevo una mano stretta con quella di Vale e l’altra con Anna, è stato assurdo;
sapere che eravamo le prima nel mondo ad ascoltare quella canzone “live” ci ha colmato di gioia, ci ha rese fiere, ci ha convinto che l’attesa non è stata vana; che le spinte, la sete, il caldo, gli svenimenti sono serviti a qualcosa.
Ora che tutte siamo tornate a casa ci sono rimasti i ricordi, incancellabili, indelebili, unici.
Impressioni:
• Jada: Ecco, io come sempre ho pochi ricordi. Credo che la mia memoria tende ad eliminare tutte le cose belle che ho passato e questo mi fa rodere in un modo assurdo, però ci provo a dirvi le mie impressioni.
Prima dello sfondamento delle transenne stavo bene, certo, un po’ incazzata con le ragazzine che superavano, ma bene, eravamo vicino alla transenna, saremmo state tra le prime ad entrare ed ero convinta che dopo aver corso quel 100 metri sarei stata al massimo in seconda fila; purtroppo o per fortuna non è stato così.
Quando ho visto quelle ragazze agonizzanti sotto la transenna mi sono fermata, ho pensato a me li sotto, ho pensato alle mie amiche e mi sono fermata, indignata con chi ha sfondato la transenna, con chi non si è fatto scrupoli a passare sopra il corpo delle fan, senza farsi un esame di coscienza.
Fatto sta che come sempre le persone più buone se la prendono in quel posto e noi ci siamo ritrovate in sesta fila.
Sono state le dodici ore più lunghe della mia vita, neanche paragonabili al concerto, almeno li sono stata seduta per tanto tempo; qui neanche a parlarne, mi mancava l’aria se mi sedevo, sentivo la rotula imprecare nel mio ginocchio, la schiena era a pezzi e soffrire di sciatica non ha aiutato per niente.
Fortunatamente ci sono stati molti momenti belli, a partire dal giorno prima.
Incontrare quelle ragazze con cui hai condiviso tanto solo dietro uno schermo di un pc è una cosa indescrivibile, girare per Roma con loro ed avere la sensazione di conoscersi da sempre...non riesco a descriverlo, perché se ci ripenso mi vien da piangere. Ovviamente mancavano due persone all’appello, mancava Esty e mancava la mia Nacht, ma so che prima o poi saremo tutte riunite, me lo sento.
Tornando al live vi posso dire che è stato stupendo.
Ero lì, l’essere lontano o vicino non aveva importanza, loro erano sul palco e mi hanno dato la carica, come sempre. Vedere Gustav dimenarsi dietro la batteria mi ha fatto battere di nuovo il cuore, Georg sempre più bello, Bill con il look nuovo che gli da quell’aria da adulto fuori le regole è qualcosa di eccezionale e poi Tom. Non riesco a descriverlo, era la prima volta che lo vedevo davvero, mi ha mozzato le parole in gola, mi ha mozzato le lacrime, non riuscivo a dire nulla, cantavo senza rendermene conto e lo guardavo.
Quando è finita la prima esibizione non avevo ancora focalizzato bene, ma dopo poco ho guardato Vale e le ho detto: «Li abbiamo visti cognà.» E ancora un altro abbraccio, ancora altri sorrisi.
Poi è tornata Anna ed è stato un susseguirsi di risate, di batticuori, di urla.
E come ho scritto sopra mi rende fiera essere tra le prime ad aver ascoltato Humanoid, mi rende fiera il sorriso dei ragazzi durante l’intervista, perché neanche loro se l’aspettavano, perché abbiamo fatto capire a tutti che nel bene o nel male noi ci siamo, per quanto i Tokio Hotel possono stare in silenzio noi urliamo più forte che possiamo.
E sto rivedendo le foto, i video, l’evento ed ora piango. Ora che tutto è finito, ora che loro sono tornati a girare il mondo ed io sono qui davanti questo computer a cercare di raccontarvi cos’è successo, con un po’ di malinconia forse, ma con tanta gioia nel cuore e con la certezza che quello non sarà l’ultimo live. Ci saranno tour, ci saranno esibizioni e spero che anche quelli li fare assieme, come eravamo sabato, tre unite con le mani, ma tutte unite con l’anima, unite col cuore.
• Vale:
Allora, dopo aver letto quello che ha scritto mia cognata, qui sopra, mi è difficile trovare la forza per scrivere. Scendono le lacrime e non si fermano, come non si ferma la voglia di ricordare attimi, momenti, istanti passati con voi, per loro.
Non so nemmeno descrivere cosa possa aver provato in questi giorni, perché non esistono parole forse.
So solo che ho vissuto una delle esperienze più belle della mia vita, perché a pochi capiterà di vivere nello stesso momento “sogno e realtà”. Sogno perché c’erano loro, i Tokio Hotel e li ho visti per la prima volta, li ho sentiti vicini grazie ai loro sorrisi alle loro parole in Italiano, alla loro gioia palpabile nel vedere così tante persone essere lì solo per loro dopo tanto tempo.
Sogno, perché c’eravate voi amiche mie, non ci eravamo mai incontrate ed è stato fantastico, perché è come se aveste fatto parte della mia vita da sempre.
Abbracciarci dopo l’esibizione, tenerci per mano e guardarci negli occhi trasmettendoci le stesse identiche emozioni non ha prezzo. Che importa essere sotto il palco se non si era insieme? L’importante è aver vissuto tutto questo tra di noi, come volevamo da una vita.
E loro hanno realizzato questo sogno per noi.
Quindi, mi scuso se non scrivo altro, ma non ho davvero la forza di continuare.
Mi basta solo dire ancora : Grazie a voi, grazie ai Tokio Hotel, grazie a Bill, perché vedere il tuo sorriso è stato il regalo inconsapevole più bello che abbia mai ricevuto e, perché no?
Grazie a quelle bestie che hanno sfondato la transenna, perché ora so per certo che, non appartenendo a quella categoria penosa, posso permettermi di dire che noi siamo le FAN, voi soltanto FANATICHE.
