;With me

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selina89
view post Posted on 3/11/2009, 21:00




jadaaaa...vuoi farci morire???
 
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.Jada.
view post Posted on 9/11/2009, 21:01




E siamo arrivati alla fine.
Ad ogni finale di storia mi prende l'angoscia, perchè oramai Sam e Tom mi sono entrati dentro, perchè in ogni storia metto una parte di me, di voi.
Questa storia è arrivata fin qui grazie a tutte voi, ai vostri commenti, alla vostra infinita pazienza e gentilezza.
Senza mia cognata e la mia sorellona non avrei finito niente di tutto ciò, così grazie ad Edda, alle nostre conversazioni illuminanti su msn.
E poi Sere, Amy, Selina, grazie ragazze.
Un ringraziamento va, poi, a quei quattro crucchi, perchè, ovviamente, senza di loro niente sarebbe stato possibile.
Forse il finale è scontato, forse alcuni pezzi sono inaspettati, ma proprio non ce l'ho fatta a farla finire diversamente...
I pezzi di canzone all'inizio di qualche paragrafo sono propri i pezzi di With me, la canzone che da il titolo alla storia, che da il titolo a quest'ultimo capitolo.
Vi metto il player sotto il titolo, se volete, potete usarla come sottofondo.
Il discorso iniziale è tratto dal Film "vi presento Joe Black", uno dei miei preferiti.
La legenda dei simboli è la stessa del vecchio capitolo:
___ azioni che succedono quasi in simultanea
*** azioni con un distacco di tempo maggiore (qualche ora)
azioni che succedono con molto distacco temporale.
vi lascio al capitolo.
Grazie ancora ragazze.


Capitolo 26
With me



"Non è quello che dici: è quello che non dici.
Non un'ombra di trasalimento, un bisbiglio di eccitazione.
Questo rapporto ha la stessa passione di nibbi reali. Voglio che qualcuno ti travolga, voglio che tu leviti, voglio che tu canti con rapimento e danzi come un derviscio. Abbi una felicità delirante o almeno non respingerla. Lo so che ti suona smielato, ma l'amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi, io ti dico: buttati a capofitto, trova qualcuno da amare alla follia e che ti ami alla stessa maniera. Come trovarlo?Beh,dimentica il cervello e ascolta il tuo cuore. Io non sento il tuo cuore. Perchè la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo.
Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente, beh, equivale a non vivere.
Ma devi tentare, perchè se non hai tentato, non hai mai vissuto.
Non respingere, chissà, esiste il colpo di fulmine!"




"Through it all, I made my mistakes, I stumble and fall, but I mean these words. I want you to know. With everything I won't let this go..."



Sulla porta di un appartamento nel centro romano, Tom e Sam si guardavano.
Erano passati dieci secondi quando i loro occhi si incatenarono, quando i loro cuori presero a battere all’unisono, e quando le loro menti iniziarono a viaggiare.
“Tom, allora?” Domandò lei, sospirando, “Che ci fai qui?”
“Sono un coglione.” Esordì il ragazzo prendendo fiato.
“Non dovevi venire fin qui a dirmelo, lo sapevo già.” Rispose con una scrollata di spalla la mora, mentre lo guardava in cagnesco.
“Invece si.” Annuì il rasta, cercando di recuperare fiato; Sam alzò gli occhi al cielo e fece per chiudere la porta, ma lui mise il piede in mezzo e glielo impedì.
“Ed ora ti chiedo solo di ascoltarmi.” Le disse, guardandola dritta negli occhi.
“E perché dovrei Tom? Ti sei preso gioco di me. Hai calpestato tutto. Hai ammesso che ero un passatempo, che altro c’è da dire?” Chiese lei, retorica.
“Che sono tutte cazzate.” Sospiro il ragazzo, “Che ogni singola parola che ti ho detto quella sera è una bugia. Che...”
“Non ti credo.” Lo interruppe lei, scuotendo la testa, “Tom non ti credo più, mi dispiace.” Disse con le lacrime agli occhi, lui la guardò per un attimo prima di ritrovarsi a fissare la porta, chiusa di nuovo.
Ma Tom non si dava per vinto.
No dopo aver preso l’aereo privato ed essersi fatto una lunga ora di viaggio sul mezzo che odiava.
No dopo aver corso per una città sconosciuta.
No dopo aver pianto per lei.
“Sam, apri questa cazzo di porta!” Urlò sbattendo i pugni sul finto legno, “Lo so che sei li dietro!” Aggiunse, e non si sbagliava; la mora, infatti, se ne stava seduta, con le spalle alla porta e la testa tra le mani.
Quella situazione era surreale.
Ma come diamine gli era venuto in mente di andare fino li?
Come diamine si permetteva di arrivare li e di avere delle stupide presunzioni da rasta su di lei.
Ma soprattutto, cosa accidenti voleva?
Fece forza sulle gambe e si alzò, decisa. Glielo avrebbe chiesto, lo avrebbe messo alle strette, avrebbe fatto di tutto per capirci finalmente qualcosa e poi avrebbe tentato di fargliela pagare, doveva fargliela pagare.
O almeno doveva riuscirci, doveva fargli provare lo stesso dolore lancinante che aveva provato lei, la stessa sensazione di rottura all’altezza del petto che provò quando le disse di essere solo una copertura, un gioco.
Aprì la porta a metà, e lo guardò dritto negli occhi, fulminandolo con lo sguardo, poi sospirò e aprì del tutto la porta.
“Entra.” Disse monocorde, il rasta sorrise di sbieco e si intrufolò in casa; era difficile immaginarsela in un posto che non fosse il suo piccolo appartamento di Berlino, in un posto così lontano.
“Allora Tom, spiegami che accidenti sei venuto a fare?” Chiese bruscamente la mora, incrociando le braccia al petto.
“Sono stato un’idiota Sam.” Iniziò lui, “Il punto è che più si avvicinava la data della tua partenza e più avevo paura. Perché quando tu saresti stata a chilometri di distanza, quando tu mi avresti lasciato solo a Berlino io non avrei saputo cosa fare, sapevo che avrei fatto una cazzata delle mie e che tu ci saresti stata male, e, credimi, ferirti era l’ultima cosa che volevo...lo è ancora adesso....”
“Eppure quella sera non hai esitato. Eri freddo come il ghiaccio, Tom. Eri serio, eri vero.” Lo interruppe lei, mugugnando a testa bassa.
“Sono un bravo bugiardo. La notorietà mi ha costretto ad imparare a mentire e se volevo stare bene dovevo farlo alla perfezione, ma evidentemente mi sbagliavo.” Tom sospirò pesantemente.
“Cioè?” Gli chiese Sam, non capiva le sue parole, non capiva più nulla; sentiva il cuore battere forte e il sangue pulsare nelle orecchie, poggiò la schiena al muro per sorreggersi, sentiva l’aria pesante e tutto attorno a lei prese a girare; sospirò pesantemente mentre Tom continuava a parlare:
“Pensavo che restando con te, in futuro avrei sofferto tanto, troppo; mentre se ti avrei lasciato prima di partire, il dolore sarebbe stato lo stesso, ma sarebbe durato di meno, perché il tempo trascorso assieme era relativamente poco.” Spiegò sospirando, poi disse: “Ma evidentemente mi sbagliavo.”
“Quello che non capisco...è cosa vuoi tu da me, ora.” Domandò la mora, con la voce tremate, stava facendo uno sforzo enorme per cacciare indietro le lacrime e per apparire forte e dura.
“Samy, io voglio che torni con me...” Le disse lui addolcendo lo sguardo e la voce, “Come e quando decidi tu.” Aggiunse avvicinandosi pericolosamente alla mora, “E questa volta lo voglio sul serio.” Specificò prendendo il volto della ragazza e alzandoglielo, lei deglutì sonoramente e scosse la testa.
“No Tom...mi ha fatto male troppe volte.” Disse, mentre oramai le lacrime le solcavano le guance; cercò di allontanarsi, ma il rasta la teneva stretta, e l’avvicinò ulteriormente a se, poi passò il dito sotto l’occhio destro della ragazza, raccogliendo una lacrima.
Samantha si morse il labbro, non poteva cedere, non poteva permettere che Tom distruggesse ulteriormente il suo cuore, perché se ci sarebbe stata una prossima volta, lei non ce l’avrebbe fatta.
“Sam, ti prego. Credimi.” Sospirò lui, cercando di convincerla con lo sguardo, “Il fatto che io sia qui dovrebbe dimostrarti che questa volta faccio sul serio...”
“Tom non basta prendere un aereo, venire qui e dire mille parole al vento..non basta.” Sospirò lei, staccandosi, “Le conosco le tue promesse, io non ce la faccio. Non così. Non ora.”
Quei due fanali azzurri pieni di dolori fecero crollare tutte le convinzioni del rasta allo stesso modo in cui crollano le tessere di un domino; ogni sogno, ogni speranza, ogni piccola possibilità di vittoria cadde una alla volta, senza più trovare la forza di rialzarsi.
“Se è la tua decisione....la rispetterò...” Mugugnò il ragazzo a testa bassa, “Mi dispiace per tutto.” Le disse alzando lo sguardo, “A presto Samy.” Sussurrò prima di uscire da quella casa.
Tom capì una volta per tutte di aver fallito.
Fece le scale di corsa, arrivato di sotto prese il cellulare e chiamò suo fratello, l’unica persona con la quale voleva parlare.
“Hey fratellino, buon anno!” Urlò Bill dall’altro capo del telefono, convinto nella riuscita dell’atto eroico del gemello.
“Se il buon giorno si vede dal mattino...” Mugugnò il rasta uscendo dal portone di casa di Sam ed ispirando a pieni polmoni l’aria fredda; solo in quel momento si accorse di quanto freddo facesse.
“Cosa?!” Chiese il fratello, “Aspetta, vado un secondo di fuori.” Aggiunse, poi ci fu silenzio e nell’attesa il chitarrista cercò il pacchetto di sigarette nelle sue tasche; quando lo trovò constatò che era l’ultima ed imprecò a bassa voce.
“Eccomi.” Sospirò Bill, “Cos’è successo?”
“Niente. Non ho voglia di tornare a casa, per cui resto a Roma un paio di giorni.” Rispose il rasta monocorde mentre con l’altro cellulare cercava il numero del taxi su internet.
“Quindi, tutto bene?” Domandò Bill, e a Tom sembrò quasi d’immaginarselo, con quel sorriso che ti fa venire il buon umore, con quegli occhi felici...
“Sì...” Mentì lui, non se la sentiva di spegnere quegli occhi, non quella sera.
“Bene, allora ti lascio. Ci sentiamo domani.” Urlò il moro, prima di riagganciare; Tom sorrise amaramente, forse si meritava tutto quello, una strana ed infame entità superiore stava facendo giustizia, lo stava punendo per tutto quello che aveva fatto in passato, il problema è che lo stava facendo con l’unica ragazza che aveva rapito veramente il suo cuore.

_______



Sam sul balcone scrutava il cielo, abbassò lo sguardo vide Tom: parlava al cellulare, poi prese a calci un sassolino, lo vide fumare una sigaretta e prendere un taxi, diretto chissà dove.
Aveva fatto la cosa giusta.
Se l’era ripetuto un centinaio di volte da quando aveva chiuso la porta al rasta, ma pur continuando a mugugnare complimenti per l’atto di coraggio non riusciva a capire perché le sue guance erano solcate da mille e mille lacrime salate.
Tornò in casa e si gettò sul letto e le frasi incoraggianti si tramutarono in domande.
Perché lo aveva fatto?
Era veramente la decisione giusta?
Cosa sarebbe successo ora?
Ma ai mortali non è dato sapere nulla riguardo il domani, tanto meno a Sam, che si addormentò con gli occhi gonfi e le braccia sotto il cuscino.

_______



"All the streets where I walked alone, with nowhere to go I've come to an end..."



Arrivò in uno dei più lussuosi hotel di Roma e prese la suite.
Il grande Tom Kaulitz da solo in una stanza d’hotel, sembrava quasi un paradosso.
Salì in camera e quando si chiuse la porta alle sue spalle si diresse automaticamente verso il frigo bar, l’aprì e prese una bottiglia di champagne; dopo averla aperta ne bevve un lungo sorso.
“Buon anno Tom.” Urlò ridendo sguaiatamente, “E buon anno Sam!” Aggiunse, poi si pulì la bocca con la mano e, in un moto di rabbia, scaraventò l’abatjour a terra, e poi la bottiglia di champagne ed infine diede un pungo alla porta, procurandosi dei tagli alle nocche della mano; era stato un coglione a pensare di aggiustare tutto, era stato un coglione a pensare di risolvere tutto andando a Roma, certe cose accadono solo nei film o nelle favole e lui non aveva ne principesse da salvare, ne draghi da sconfiggere.
Sospirò e si buttò a peso morto sul letto, non capiva perché era tutto così difficile, non riusciva a concepire il perché di tutto quel dolore, il perché di quelle lacrime che pian piano inzuppavano la federa di una suite di hotel...



"Pieces of memories...Fall to the ground..."



Erano passati due giorni.
Quella giorno su Roma si abbatteva una pioggia di epiche dimensioni, il ticchettio dell’acqua sui vetri fece destare Sam dal suo stato comatoso.
Non dormiva da quella notte.
Ogni qual volta che chiudeva gli occhi le appariva il volto di Tom, depresso e scazzato, aveva sognato anche che il rasta meditasse il suicidio; da quel momento preferì restare sveglia che combattere con gli incubi, e mentre la pioggia batteva sui tetti decise di chiamare Rob.
“Tesoro, alla buon ora!” Sbuffò lui, “Non mi hai chiamato quando sei arrivata, non rispondevi alle mie chiamate... stavo per venire da te.” Aggiunse con tono severo; Sam ridacchiò, conoscendolo l’avrebbe fatto.
“Tom ti ha trovata? Avete parlato? Se è li con te digli che...”
“Tu sapevi tutto!?” Lo zittì lei, presa da un moto di rabbia.
“Sì, è venuto in aeroporto, ma eri già salita in aereo... mi faceva pena, così gli ho dato l’indirizzo. Avresti dovuto vederlo Sam...” Sospirò il ragazzo, “Ma ora dov’è?” Le domandò.
“Non ne ho idea. E’ venuto, ha detto qualche stronzata delle sue e...”
“L’hai mandato via!?” Le domandò shockato, togliendole la parola.
“E che dovevo fare scusa?! Non mi va di essere presa ancora per il culo.” Sospirò Sam.
“Sam, io non mi impiccio, perché sono fatti vostri, però non l’ho mai visto così. I suoi occhi... la luce che emanavano... Questa volta mi è sembrato veramente sincero... e per dirtelo io...”
Sam sbuffò sonoramente dandosi uno schiaffo sulla fronte, ci mancava solo Rob ad aumentare il suo senso di colpa e i suoi dubbi, ma chi accidenti glielo aveva fatto fare a chiamarlo?
“Comunque, per carità, è stata una tua decisione...” Lasciò in sospeso lui, facendo intendere a Sam tutto il suo dissenso.
“Grazie Robert.” Sbuffò la mora buttandosi di nuovo sul letto, “Perché quand’eravamo bambini era tutto più facile?” Chiese lei, “Voglio dire, ti piaceva un bimbo, gli regalavi una caramella e tutto era bello, e semplice.”
“Lo so tesoro. Ma pensaci: nessuno scrive di storie d’amore facili.”
“Ecco. Dopo questa perla di saggezza da bigliettino di cioccolatino ti saluto. Vado a far mettere d’accordo il cervello e il cuore.” Sentenziò la mora.
“Ok tesoro, qualsiasi decisione prenderete io sarò al tuo fianco.”
“Lo so.” Rispose lei, prima di attaccare.
Si sedette sul letto e incrociò le gambe mettendo il busto in posizione eretta, poi si legò i capelli ed iniziò a fare dei respiri profondi; aveva visto in molti film che lo yoga aiutava a ragionare, magari avrebbe aiutato anche lei.
Puttanate.
Il suo cellulare prese a squillare di nuovo, facendola imprecare a denti stretti; cercò di ignorarlo, ma quando sentì che chi c’era dall’altra parte del telefono non demordeva rispose, sbuffando.
“Ciao Sam non vorrei disturbarvi ma Tom non mi risponde al telefono puoi passarmelo!?” Chiese Bill tutto d’un fiato, senza fare nessuna pausa, tanto che alla fine fece un respiro profondo e aggiunse: “Ah, buon anno.”
“Buon anno anche te.” Rispose Samantha, strabuzzando gli occhi, “Non ho capito nulla, comunque. Ripeti tutto...lentamente.” Aggiunse gettandosi nuovamente sul letto.
“Ho detto,” Sospirò il moro, “Che mi dispiace interrompervi, ma quello stronzo di mio fratello non risponde alle mie chiamate; quindi ti ho chiesto se potevi passarmelo...”
Sam sbuffò, ma perché tutti pensavano che Tom fosse da lei?
Era così prevedibile come ipotesi?
Tutti si erano immaginati scene sdolcinate?
Nessuno pensava che, forse, lei era stanca del immaturità di Tom?
A quanto pare la risposta era no.
“No Bill, tuo fratello non è qui.” Mugugnò lei, arricciandosi con le dita una ciocca di capelli.
“Ah, è in bagno. Digli che mi potrebbe anche rispond...”
“No, non hai capito. Tom non è in casa mia. Non è entrato...anzi no, non è rimasto.” Lo zittì Sam.
“Come no?” Chiese Bill, indignato.
“Eh, no.”
“Ma a me ha detto tutt’altro...” Sbiascicò lui, in preda ad una crisi di nervi; Tom lo aveva preso per il culo, ed ora era introvabile. In una città che non era la sua.
Forse l’avevano rapito.
Forse l’avevano ucciso.
Forse il suo fegato era già stato venuto al mercato nero, o peggio, messo all’asta su internet.
“Bill! Respira!” Urlò Sam, immaginandosi la faccia di Bill dall’altro capo del telefono.
“No Sam! Io ti giuro che lo uccido! Ti rendi conto?! Mi ha mentito.”
“L’avrà fatto perché non voleva deluderti.” Ipotizzò lei.
“Me ne frego!” Strillò il moro, isterico, “E’ in una città fondamentalmente sconosciuta. Da solo. Potrebbe succedergli qualsiasi cosa!”
“Bill calmati, tuo fratello non è stupido.”
“Non mi calmo, certo che no. E poi perché tu l’hai rifiutato?! E’ venuto fino a li per te. Ha fatto l’impossibile. Non gli era saltato neanche per l’anticamera del cervello fare una cosa simile in passato.” Trillò il moro, con una punta di acidità nella voce, “E tu che fai?! Lo cacci via.”
“E certo, ora sarebbe colpa ma, no!?”
“Sam, lui ci tiene sul serio a te.”
“Poteva pensarci prima. Ora tutti a dire ‘povero Tom’. Nessuno pensa a me. Nessuno si preoccupa di sapere come sto io dopo essermelo ritrovato davanti, a Roma.” Urlò scocciata lei.
“Sam, noi sappiamo che tu sei forte...”
“Cazzate Bill! Io non sono forte. Sono due giorni che non dormo. E sai perché!? Per colpa di tuo fratello. Perché appena chiudo i miei occhi rivedo i suoi...” Fece una breve pausa e poi continuò a parlare, con l’amaro in bocca: “Sai qual è la cosa più brutta? Sapere che lui non riuscirà mai ad amarmi come quanto lo amo io.”
“Sam, ma lui ti ama. A modo suo forse, ma ti ama. Non te lo dice perché non ci riesce, ma lui ti ama. Me l’ha dimostrato il suo gesto.”
“Bill, io ho bisogno di una certezza.” Ribadì lei, “E finche Tom non riuscirà a darmela...”
“Tesoro, sono suo fratello, e sai che dico i pregi ed i difetti di Tom. Quindi se ti dico di credermi sulla parola, puoi farlo.” Cercò di convincerla Bill, addolcendo la voce il più possibile.
“Io non lo so.” Sospirò, “Io ti credo, ma certe cose dovrebbe dirle lui, non tu. E mi sembra che per dirmele abbia avuto molto tempo.”
“Ok. Il tempismo non è il suo forte...” Sbuffò il vocalist, “Però è venuto lì, ora. Dagli un’altra possibilità Sam.” La incoraggiò nuovamente il ragazzo, “Dagli l’ultima possibilità. Se andrà male sei autorizzata a picchiarmi.” Cercò di scherzare il moro.
“Intanto cerchiamo di capire dove diavolo si è cacciato.” Sbuffò la mora.
“E’ un si?” Chiese Bill, speranzoso.
“No, è un dato di fatto.” Rispose lei, “Tu chiamalo sul cellulare aziendale, io lo chiamo sul numero privato.” Aggiunse sospirando, se gli fosse successo qualcosa non le lo sarebbe perdonato per il resto della sua vita.
“Ok, se so qualcosa ti chiamo.”
“Io faccio lo stesso.” Assicurò lei, prima di riagganciare.
Aveva fallito, di nuovo.
Era caduta nella tela del ragno, di nuovo.
Era destinata a soffrire per uno che aveva uno scopettone al posto dei capelli.
Era destinata ad amare un chitarrista che non riusciva ad esternare i propri sentimenti.
Era destinata ad amare Tom Kaulitz.
Con il sorriso ed una certezza in più si alzò dal letto e si mise la tuta, poi legò i capelli in una scomposta coda di cavallo ed iniziò a chiamare il rasta, ma con scarsi risultati; lo chiamò insistentemente, parecchie volte, ma niente, nessuna risposta...


_______



Sentiva i cellulari squillare senza sosta, ma lui voleva dormire.
Stanco di tutto si mise il cuscino sopra la testa.
Chi accidenti poteva essere?
Sicuramente Bill.
Grugnì qualcosa e fece uscire il braccio da sotto le pesanti coperte, poi prese il telefono e rispose, con la voce impastata dal sonno.
“Tom Kaulitz Trumper!” La voce di suo fratello gli rimbombò nella testa, e un campanellino d’allarme di accese, ma il rasta non se ne curò, era troppo assonnato per farlo.
“Dove accidenti ti sei cacciato?! Come diamine ti è saltato in mente di mentirmi?!” Tuonò Bill, il rasta sbuffò e si sistemò meglio nel letto.
“Tranquillo. Ho il volo per Berlino alle sei.” Rispose lui, assonnato.
“Ma dove sei ora?!”
“In hotel, dove accidenti vuoi che sia?” Chiese a sua volta Tom.
“Quale hotel?” Gli domandò Bill.
“Quello dove andiamo sempre. Mi sembra si chiami L’Excelsior.” Rispose il rasta, stropicciandosi gli occhi.
“Ah sì, quello con il viale alberato.”
“Bravo. Ora mi vado a fare una doccia e poi vado in aeroporto....” Sospirò alzandosi, “Anzi, fammi venire a prendere da qualcuno verso le sette e mezzo.” Aggiunse grattandosi la pancia, che fece un rumore inquietante. Da quanto tempo non mangiava?
“Ma...” Stava per protestare il moro, doveva farlo rimanere in hotel.
“A dopo.” Tagliò corto il chitarrista, riagganciando la chiamata.
Si trascinò sbuffando fino al box doccia, aprì l’acqua calda e vi entrò, amava la sensazione che si provava quando il primo getto d’acqua toccava la pelle, come se, per quel momento, potesse far scivolare via tutte le brutte sensazioni, le delusioni e le incazzature.
Ma quella volta il getto caldo non gli diede i benefici che desiderava, quella volta gli portò solo tanta malinconia nel cuore; perché s’immaginò Sam li con lui, avrebbe voluto abbracciarla ancora una volta, avrebbe voluto assaggiare di nuovo quella pelle diafana.
Gli pizzicavano gli occhi e Tom Kaulitz attribuì il tutto allo shampoo...


_______



“Bill, non mi risponde.” Disse la mora, senza far parlare il ragazzo, “L’ho chiamato una ventina di volte, ma niente.” Sospirò tartassandosi l’unghia del pollice.
“Tranquilla, l’ho rintracciato io.” La rassicurò Bill, “Hai una macchina?” Le chiese poi.
“Sì, quella aziendale.” Rispose lei, non capendo dove volesse arrivare il ragazzo.
“Bene. Tom è nell’hotel di Via Veneto, l’Excelsior. Devi sbrigarti Sam, alle sei ha il volo per Berlino, e tra un’ora deve stare in aeroporto...”
“Excelsior. Via veneto. Mmh...” Rifletté a bassa voce, “Come diamine ci si arriva?”
“Sam non lo so!” Sbuffò il moro. “Cerca su internet, ma per l’amor del cielo, sbrigati.”
“Si Bill.” Rispose lei chiudendo il cellulare, poi prese il portatile ed entrò su internet; la connessione che doveva essere veloce le sembrò terribilmente lenta e per ingannare il tempo iniziò a battere con le unghie sul tavolo dell’isolotto della cucina.
Quando riuscì ad aprire la pagina di Google maps digitò l’indirizzo che gli aveva detto Bill e quello di casa sua, e calcolò il percorso.
Mezz’ora e sarebbe stata lì.
Mezz’ora e avrebbe potuto dirgli la verità.
Mezz’ora e gli avrebbe confessato tutto, avrebbe ammesso che gli mancava come manca l’aria ad un sub immerso troppo tempo sott’acqua, senza bombola.
Sorrise, mentre s’infilava il cappotto, poi prese le chiavi della macchina, sperando che Denise ne avesse scelta una particolarmente veloce, uscì di casa senza chiudere la porta a chiave e fece le scale a due a due, fino al garage sotterraneo; una volta arrivata premette il pulsante dell’antifurto, e, vedendo le luci di una mini-cooper nera lampeggiare, il suo cuore prese a galoppare dalla gioia: ce l’avrebbe fatta...

***

Tom si mise la felpa che si era fatto comprare da un inserviente e grugnì, era orrenda.
Era della taglia giusta.
Era di un marrone che gli ricordava una cosa poco piacevole.
Sospirò, infondo non era colpa di quel povero inserviente, se sarebbe rimasto a Berlino, senza provare a fare l’eroe, a quest’ora sarebbe stato sicuramente a casa di sua mamma, a mangiare quei biscotti alla cannella che adorava tanto.
Sospirò nuovamente e diede un ultimo sguardo alla stanza, era come dire addio ad un pezzo del suo cuore, consapevole non vi sarebbe più tornato a riprenderlo...

***

"I don’t want this moment to ever end where every thing’s nothing, without you...
I wait here forever just to, to see you smile, cause it’s true
I am nothing without you"



Non importava che mi trovassi a Roma, in una città non mia, il tempo sembrava correre contro di me.
La mezz’ora suggerita da Google maps era giusta, se non si teneva conto del traffico e di tutti i divieti di una grande metropoli come Roma; mi ritrovai a cambiare strada cinque volte.
Per fortuna nella macchina c’era un navigatore satellitare, e se tutto sarebbe andato per il meglio avrei dovuto ringraziare seriamente Denise.
Con un ritardo i quindici minuti parcheggiai davanti l’Excelsior e mi affrettai ad attraversare la strada, andai su una pozzanghera bagnandomi gran parte dei pantaloni, ma non me ne curai; spinsi la porta girevole ed entrai.
Vidi Tom, ad un paio di metri da me, le spalle larghe erano messe in risalto da una felpa forse troppo piccola, lo chiamai e lui si girò.
I nostri occhi s’incrociarono nuovamente, e questa volta sapevo che non era l’ultima, che mi sarei persa molte altre volte in quelle due palle color nocciola.
Corsi verso di lui e mi fiondai tra le sue braccia, indietreggiammo leggermente e finì con la schiena attaccata ad una colonna.
“Sam! Che diamine ci fai qui?” Mi chiese, la voce era un misto di emozione e stupore.
“Solo una stupida può desiderarti diverso. Solo una stupida può voler costringerti a farti dire cose che non te la senti di dire. Solo una stupida può sbatterti una porta in faccia dopo che tu hai preso un aereo per lei...” Gli dissi, cercando di trattenere le lacrime che sentivo spingere negli occhi.
“Sam non capisco, che vuol dire?” Bofonchiò lui, guardandomi negli occhi.
“Vuol dire che ti amo. E che non mi importa nulla se tu non riesci a dire una cosa simile, o se non provi quello che sto provando in questo momento. Io ti amo Tom Kaulitz.” Gli dissi, alzandomi sulle e prendendo il suo volto tra le mani.
Lui sorrise, alzò le sue di mani e le poggiò sulle mie, coprendole del tutto, poi si bagnò le labbra con la punta della lingua e disse: “Ed è qui che ti sbagli Samy.” Sospirò, avvicinando lentamente il suo volto al mio, “Io ti amo sopra ogni cosa.”Aggiunse, poi con una calma estenuante poggiò le sue labbra sulle mie e mi baciò.
Era un bacio vero.
Diverso da tutti quelli che ci eravamo dati in precedenza.
Era un bacio che esprimeva mille concetti lasciati a metà.
Era un bacio pieno d’amore, quell’amore che Tom aveva sempre desiderato ricevere, ma che per pigrizia non cercava, quell’amore di cui lui non capiva i meccanismi.
Quell’amore bello, passionale e bastardo; quel genere d’amore che ti fa soffrire, ma che un istante dopo è pronto a farti sognare.
In quel bacio c’erano tante promesse.
La prima, quella più importante, era la mia: avrei insegnato a Tom Kaulitz ad amare, amandolo a mia volta.

Fine



Edited by .Jada. - 9/11/2009, 21:19
 
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; Lady ;
view post Posted on 9/11/2009, 21:23




Un tuffo al cuore. Due tuffi al cuor. Tre tuffi al cuore.
Muoio.
...
...
Non può essere già finita, ma in fondo, forse, è meglio così.
Mi piaceva così tanto questa ff, la storia tra Tom e Sam er talmente complicata da apparire interessante, troppo interessante.
Non posso far altro che dirti di nuovo che questo è un bellissimo capito, come tutti gli altri e sono felice di aver seguito questa ff fino alla fine.
Complimenti Jada. Davvero.
 
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.Jada.
view post Posted on 9/11/2009, 21:28




Grazie tesoro
 
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Teti ~
view post Posted on 9/11/2009, 22:43




Ed eccoci alla fine.
Come hai detto tu, il finale sarà anche scontato, ma non poteva esserci finale migliore di questo. E' perfetto.

CITAZIONE
Quell’amore bello, passionale e bastardo; quel genere d’amore che ti fa soffrire, ma che un istante dopo è pronto a farti sognare.

Questa è una delle parti che preferisco *-* per non parlare della parte iniziale, tratta dal film, che io adoro.
Avrei tante cose da dire, sarà la stanchezza, ma proprio non riesco a scrivere ciò che vorrei, scusami.
Comunque,ti dico solo che Tom e Sam sono stati una delle coppie più belle e più coinvolgenti.
Alla fine, gli argomenti trattati nelle ff, gira e rigira sono sempre gli stessi. Il trucco è trattarli in modo originale, e tu ci sei riuscita.
Quindi grazie a te, per avermi fatto sognare.
 
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.Jada.
view post Posted on 9/11/2009, 22:55




Oh amore, mi commuovo T_T
 
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selina89
view post Posted on 10/11/2009, 08:44




uddiu...è...è...è...è indescrivibile..tu sei eccezzionale.sei riuscita a creare una storia fantastica scrivendo in un modo sensazionale..mi hai addirittura commosso!!! ci credi che ogni santo giorno andavo a sbirciare per vedere se avevi aggiornato?? purtroppo però è finita...ma ne scriverai un altra vero??
 
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Fee1702
view post Posted on 10/11/2009, 11:59




Cognà
Non è giusto che tu l'abbia finita così presto... Però l'hai finita nel migliore dei modi. A dire il vero non me l'aspettavo, anche se speravo che le cose tra loro andassero a finire per il meglio, credevo che ci sarebbe stato un finale negativo. Sono contenta, quindi, di essermi sbagliata. Credo che Tom non abbia più bisogno che gli venga insegnato ad amare, penso che ci stia riuscendo da solo, soprattutto dopo aver rischiato di perdere Sam.
La frase che ha citato Esty è magnifica, anche a me è piaciuta un sacco, soprattutto perchè è vera. Che dire di più?
Beh, che con questa storia mi hai fatto ridere, disperare, commuovere e sognare e se in una fan fiction tutte queste cose si mischiano, vuol dire che era una storia che meritava davvero tanto.
Brava amò, aspetto qualcosa di nuovo e so già che bolle in pentola. *ride malefica*
 
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.Jada.
view post Posted on 10/11/2009, 15:46




CITAZIONE
Brava amò, aspetto qualcosa di nuovo e so già che bolle in pentola. *ride malefica*

:pioggia: mente
 
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.laetitia.
view post Posted on 10/11/2009, 21:58




è...stupenda Jada.
Davvero.
La fine, poi.
Sto diventando troppo sentimentale.
Questo è il lieto fine che devono avere tutte le storie d'amore...il lieto fine che si meritano Sam e Tom,
COMPLIMENTI
 
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leni smile`
view post Posted on 17/11/2009, 20:12




E finalmente è arrivato anche il mio commentone :YO:
Contenta?

Tu sei una disgraziata. Iniziamo con il dire questo,primo punto.
Poi … mi è scesa la lacrimuccia solo a leggere i ringraziamenti,mi sono commossa solo per quelli figurarsi cosa mi è successo durante tutta la lettura del capitolo. Tutti i segnali,tutto quello che ci siamo detti nello nostre conversazioni illuminanti su MSN mi avevano fatto presagire una storia senza lieto fine,eppure io chissà perché continuavo a sperarlo,”aiutata” anche dai “messaggi criptati” che tu stessa mi mandavi,ed evidentemente ho fatto proprio bene a non perdere le speranze :-tet:
Mi è piaciuto tutto del capitolo,mi è piaciuta il coraggio,perché solo così si può chiamare,che ha avuto Sam nel dire di no a Tom,la sua fermezza,benchè poi se ne sia pentita;ho adorato, più di quanto non faccia già ,Tom,perché mi è sembrato così umano,così fragile,e il fatto che tu l’abbia fatto piangere almeno due volte in un solo capitolo lo rende ancora più zuccheroso cioccolatoso sensibiloso di prima xD;e poi cupido-Bill ** Che dire di lui se non “Ma che bravo figliolo!”,cioè è stata una cosa incredibile quel ragazzo,è un mito,la sua vivacità,la prontezza,la sua determinazione nel riuscire a convincere Sam,il suo essere così maledettamente Bill mi hanno commosso,lo amo e adoro in tutto e per tutto,e nella storia in generale si è visto,si è visto davvero quanto sia umano,quanto sia diVa e ancora bambino con un paio di occhioni nocciola *_*
La chiamata con Bill,la ricerca su Google (santo Google !!) la corsa in macchina,l’arrivo all’hotel hanno fatto così tanto accelerare i battiti del mio cuore da perdere un paio di anni di vita,è stato come in quei film dove all’improvviso ti ritrovi quegli insegumenti,quei momenti che sono decisivi,in quegli attimi in cui davvero ti chiedi “E adesso? Che succede?”,sono stati de momenti così carichi,così pieni.
CITAZIONE
Arrivò in uno dei più lussuosi hotel di Roma e prese la suite.
Il grande Tom Kaulitz da solo in una stanza d’hotel, sembrava quasi un paradosso.
Salì in camera e quando si chiuse la porta alle sue spalle si diresse automaticamente verso il frigo bar, l’aprì e prese una bottiglia di champagne; dopo averla aperta ne bevve un lungo sorso.
“Buon anno Tom.” Urlò ridendo sguaiatamente, “E buon anno Sam!” Aggiunse, poi si pulì la bocca con la mano e, in un moto di rabbia, scaraventò l’abatjour a terra, e poi la bottiglia di champagne ed infine diede un pungo alla porta, procurandosi dei tagli alle nocche della mano; era stato un coglione a pensare di aggiustare tutto, era stato un coglione a pensare di risolvere tutto andando a Roma, certe cose accadono solo nei film o nelle favole e lui non aveva ne principesse da salvare, ne draghi da sconfiggere.
Sospirò e si buttò a peso morto sul letto, non capiva perché era tutto così difficile, non riusciva a concepire il perché di tutto quel dolore, il perché di quelle lacrime che pian piano inzuppavano la federa di una suite di hotel...

Il momento in cui Tom ha provato tutta quella disperazione,tutta quella frustrazione,il peso di aver fallito,di non avercela fatta,riuscire a farsi del male come se fosse l’unico modo per soffrire di meno; i momenti di “pazzia” dei protagonisti nelle storie sono qualcosa che ho sempre adorato e me l’hai davvero fatto adorare tu di più con questo pezzo.

Per quanto riguarda la coppia Sam-Tom devo spendere due paroline:
Inizio col dire che la loro storia è una storia (almeno secondo me) semplice ma allo stesso tempo complicata. Sono due ragazzi,con non più di venti anni che si frequentano,all’inizio clandestinamente,e che iniziano a scoprirsi piano piano. E’ una cosa che accade a tutti,il frequentarsi,l’uscire insieme ma a loro non era sempre consentito,loro non potevano,perché? Perché apparentemente le cose che sembrano all’inizio così semplici si trasformano in qualcosa di complesso,in quel qualcosa che davvero non ti aspetti possa diventare,ed è successo a Tom,è successo a lui che finalmente è riuscito ad amare,finalmente è riuscito a provare quel sentimento che in cuor suo tanto cercava ma che per pigrizia non si era mai sbattuto tanto a trovare. Quando poi si è accorta che inesorabilmente quel qualcosa che anche se per poco l’aveva reso felice e leggero stava per scivolare via dalle sue mani allora ha deciso di chiudersi,ha deciso di non far più entrare Sam nel suo mondo,di considerarla un semplice svago. Non aveva però fatto i conti con i contorcimenti nello stomaco che avrebbe portato l’allontanamento di Sam resosi conto della situazione e di quello che davvero voleva ha tentato di rimediare,prima si è preso una bella porta in faccia poi è riuscito a recuperare quella cosa che sembrava ormai perduta.
La loro è una storia d'amore,simile alle altre,a tratti facili a tratti complicata,potrà sembrare banale ma non lo è. Perchè anche il più discusso degli argomenti se trattato da una brava mano può assumere una nuova sfumatura,può emozionare,può commuovere,può farci sorridere e può anche farci arrabbiare per alcune azioni dei protagonisti e tu Giada sei riuscita a farlo,sei riuscita a descrivere passo per passo quello che i due avevano dentro,sei riuscita a farci sorridere a farci versare almeno una lacrima e per questo ti ringrazio.
Mi sembra di aver scritto pure troppo poco,ma questo è stato il meglio che ho potuto produrre e tramite questo commento spero davvero che ti sia arrivato quello che ho provato.


Non so davvero come altro dirtelo: BRAVA Donna
E adesso io aspetto,e tu sai cosa
 
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235 replies since 6/4/2009, 12:15   3616 views
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