Colonna sonoraLo abbraccio. Forte. Artiglio le pieghe della sua maglietta, attirando a me il suo corpo che sembra addormentato.
E spero, prego, supplico che lui possa sentirmi.
Voglio che il dolore che si aggrappa a me con le unghie e con i denti morda un po’ anche lui. Lo voglio con tutte le mie forze.
E allora perché, perché non si muove?
Perché non mi abbraccia, perché non ricambia la mia stretta gelida?
Continua a stare immobile fra le mie braccia rinsecchite, semplicemente.
Lo guardo, e vedo solo un viso perso. Gli occhi vuoti, la bocca semichiusa priva di qualunque parvenza di espressività. Troppo, troppo lontano da me. Troppo distante dai miei sentimenti.
Sa che così mi uccide? Lo sa?
- Abbracciami – gli dico piangendo. E’ un ordine, il mio.
E lui obbedisce, senza fare resistenza. Mi abbraccia.
Sento il suo corpo, preme contro il mio. Ma non riesce a riscaldare la mia pelle. Sono ancora gelida.
Per quanto ancora mi torturerà in modo così crudele? Cosa ho fatto io per meritarlo?
Mi avvento sulle sue labbra.
Lo bacio, trattengo il suo viso immobile tra le mie mani.
Voglio che sappia. Voglio che capisca.
Lo spingo verso il letto dietro di noi, non separandomi dalle sue labbra calde un momento. Gli tolgo il fiato. Lascia che lo faccia stendere sul materasso vecchio, che mi adagi su di lui, facendo cigolare lo scheletro metallico che ci sostiene.
Gli accarezzo il viso, tentando di suscitare in lui almeno un briciolo di ciò che voglio. Sì, un briciolo sarebbe sufficiente. E ringrazierei.
Ma perché, perché allora i suoi occhi sono così assenti?
Perché non mi vede?
Mi logora così, mi scortica il cuore.
E non riesce a capirlo.
Sento le lacrime che colano sulle guance e che si insinuano tra le labbra. Hanno un sapore metallico, amaro. E sono fredde, anche loro.
- Fai l’amore con me – gli ordino, la voce spezzata dal pianto.
Obbedisce, muto.
Mi fa scivolare sotto di sé, scendendo con la bocca sul mio mento, sul mio collo. Sul mio petto, sul mio ventre.
Affondo le dita nei suoi capelli serici, continuando a singhiozzare.
- Dimmi che mi ami -
- Ti amo – sussurra.
Ha la voce roca e distante. Ma ha un timbro dolce, caldo. Inebriante.
Sollevo la sua testa per permettermi di guardarlo. E scopro che non è vero. Non potrà mai essere vero. Perché i suoi occhi sono ancora smarriti nel vuoto, e lo saranno sempre.
E’ così bello, così terribilmente bello. Anche con quell’espressione neutra cucita sul viso. Così bello che riesce solo a straziarmi di più.
Perché dev’essere così bello?
Mi costringo a chiudere gli occhi per risparmiarmi inutili fitte e lo faccio tornare su di me, il tanto che basta per permettermi di abbracciarlo ancora.
E’ mio. E’ mio, anche se non è vero. Ma mi basta.
Il suo corpo, la sua pelle sotto le mie braccia si fa più fragile. Sembra quasi…
penetrabile.
Non voglio, non voglio.
Perché ciò che voglio io non conta? Sono troppo insignificante? Troppo infima per essere felice?
Il calore del suo corpo mi viene a mancare, poco a poco.
E io divento ancora più gelida.
Non voglio. Non voglio diventare più gelida di quanto sia già.
Eppure, più cerco di trattenerlo contro di me, più sento il suo corpo disfarsi. Fino a quando mi rendo conto di premere le braccia contro il mio stesso petto.
Fino a quando mi rendo conto che nemmeno
volere mi è concesso.
Note dell'autrice: bene, non chiedetemi cosa sia, perchè non lo so nemmeno io. Non riguarda i Tokio Hotel però, questo è poco ma sicuro.
Tutto ciò che so è che è sentita e scritta quasi piangendo.
Edited by Shynee - 10/2/2009, 18:47
