-FESTA-
Finalmente arrivammo. Un sentiero delimitato da candele portava all’entrata della discoteca, stasera fui io a sfilare. Per la prima volta non avevo paura degli occhi puntati addosso perché sapevo di essere all’altezza della situazione. Forse era anche la prima volta che qualcuno indirizzava dei fischi nella mia direzione. Sorrisi e continuai ad avanzare.
Vai Gin, vai perché te lo meriti, vai perché hai scoperto te stessa e lascia che anche gli altri scoprano te.
Entrammo nel locale. Chissà se Lui era già li e mi stava aspettando. C’era già molta gente, sembrava di essere ad un prom. Ragazze in lungo, ragazzi in smoking, fiori ovunque e luci colorate che risplendevano. Linda come sempre aveva esagerato. A proposito, dov’era la strega?
Non ci pensai più di tanto e iniziai a ballare con Brigitte sulle note di Shining Star, una canzone che mi fece ascoltare alla festa del suo compleanno e che ci ricordava di quanto ci scatenammo quella sera. Allegre e spensierate ci muovevamo a ritmo di musica sotto gli sguardi increduli delle galline che non si aspettavano un simile cambiamento da parte mia.
Ogni tanto qualche individuo appartenente alla specie maschile si avvicinava per attaccare bottone non riconoscendomi, ed io divertita da quegli atteggiamenti non vi badavo e continuavo a divertirmi con la mia amica. Mi sembrava di essere Cenerentola al ballo. Tutto era simile a quella favola e finalmente arrivò anche il mio principe. Era bellissimo, portava un vestito gessato e i capelli lisci e corvini sulle spalle. Il trucco pesante immancabile donava ai suoi occhi una luce indescrivibile, chissà se il suo profumo sapeva anche stasera di vaniglia e zucchero a velo…
Decisi di scoprirlo e facendomi coraggio, incoraggiata anche da Brigitte, iniziai ad avvicinarmi a lui che stava in mezzo alla pista da ballo, sembrava aspettasse qualcuno ed io ne ero sicura, quel qualcuno ero io.
La musica d’un tratto cambiò e il dj inserì una canzone lenta, parlava d’amore ma non so che titolo avesse, sapevo solo che volevo ballarla abbracciata a lui. Continuai a camminare in sua direzione quando dovetti arrestarmi.
Linda mi aveva anticipato. Anche quella sera era vestita di rosso. Il suo abito troppo corto era attillatissimo e non lasciava immaginare le sue forme, i suoi capelli erano leggermente mossi e raccolti da un lato con una rosa rossa.
Ma che stava facendo? Si stava appiccicando al mio angelo e sembrava che non fosse la prima volta. Lui le cinse il fianco con un braccio ed iniziarono a muoversi al ritmo della canzone.
Bill che diavolo fai!? Chinò il capo sul viso della mia nemica e posò le labbra sulle sue, prima dolcemente fino a diventare poi un bacio violento, quasi si stessero mangiando. A quel bacio facevano da sottofondo i gridolini soddisfatti delle galline e i “bu u u u u” della massa maschile.
Io rimasi impietrita, la strega anche quella sera aveva vinto e aveva rovinato ciò che credevo il “mein Traum” . Avrei voluto gridare, spaccarle la faccia, piangere, dare uno schiaffo a quell’angelo che stasera era improvvisamente diventato un demonio. Ma tutto questo si dissolse in una lacrima ed in nulla più. Vidi gli occhi del cantante posarsi sui miei ed ero troppo orgogliosa per fargli capire che stavo male. Gli voltai velocemente le spalle e mi avviai verso Brigitte.
“Stai bene? Che stupido..” mi disse lei.
“Certo, non crederai mica che mi fossi fatta delle illusioni su di lui?”
“Guarda che con me non occorre che tu finga”
“ Non preoccuparti, ho solo voglia di bere qualcosa”
Ci avviammo verso il bancone e bevvi un cocktail, prima uno, poi un altro poi un altro ancora, più veloce che potevo. Sapevo che non c’ero abituata ma non mi importava. Volevo solo bere e non pensare a quella scena patetica.
Sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla, mi voltai e l’angelo era dietro di me.
“Pensavo che non saresti più venuta” mi disse.
“ Ti avevo detto di non farmi aspettare troppo!”continuò.
“ E io ti dico che vengo all’ ora che voglio, ti ho già detto che il mio mondo non gira intorno a te.” Gli gridai contro, un po’ alticcia.
“ Mi sembri piuttosto arrabbiata, è per prima?”
“ Per cosa?” finsi di non aver capito a cosa si riferiva.
“ Il bacio” rispose lui mentre cercava di togliermi di mano l’ ennesimo bicchiere che stavo per portarmi alle labbra per dimenticare l’ultima sua parola…IL BACIO… quel bacio che mi aveva fatto morire.
“ Che cavolo vuoi che me ne importi idiota?” con un violento strattone tolsi la sua mano dal mio bicchiere facendolo cadere a terra di fronte a lui. Lo guardai per un istante poi piangendo corsi via.