Hamburg.

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gelosa94
view post Posted on 1/4/2010, 16:51




quando posti????
 
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; Lady ;
view post Posted on 2/4/2010, 22:09




Scuste, ho avuto pochissimo tempo per scrivere.
Entro stasera posto, tranquille :)
 
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; Lady ;
view post Posted on 2/4/2010, 23:16




Capitolo 13.



Ci sono cose che si risolvono con un semplice no.




Le cose non erano del tutto migliorate, ma stavano procedendo nell' ordine migliore.
Tutti erano contenti del fatto che io e Tom erano due settimane che non ci urlavamo dietro o ci insultassimo. Era facile, dopotutto. Bastava non rivolgersi la parola.
L' avessi saputo prima...
- Che bello, domani pausa – afferma Bill, guardando fuori dal finestrino della macchina.
- Poi venerdì ci spostiamo in Francia – annuisco, sfogliando la mia agenda.
Avevo scoperto nuovi vantaggi del mio lavoro. Per esempio, potevo pranzare, cenare e fare colazione ovunque. Mi bastava dire per chi lavoravo e veniva tutto accreditato all' azienda. Fantastico.
Inoltre, avevo ricevuto, con le paghe mensili, dei buoni sconto per qualsiasi negozio io decidessi di aver bisogno.
Anche se, fino ad adesso, non ho approfittato di niente di tutto ciò.
Ma sono più che sicura che le occasioni non mancheranno.
Arriviamo all' hotel. Io scendo per ultima, accompagnata da David al seguito.
- Beh...pausa per te... - aggiungo, tornando al discorso di prima.
- Tu no? - chiede, alzando il sopracciglio.
- No. Devo organizzarvi le prossime partenze – sbuffo, senza farmi vedere dal menager.
Sogghigna, divertito.
- Potreste anche organizzarvele da soli le partenze, no? - sussurro, con uno sbuffo.
- E tu che fai tutto il giorno? Dormi? -.
- Non sarebbe una cattiva idea -.
Salgo nella mia stanza, accompagnata dalle mie valigie che stanno trasportando quelli dell' albergo.
Dopo essere rimasta sola, mi fiondo sotto la doccia. Ne ho decisamente bisogno.
Ma non così tanto bisogno, non puzzo.
Mi asciugo i capelli e accendo il pc per mandare una mail a Giulia.

Buon pomeriggio, amica mia!
Sono appena tornata in albergo. Domani niente concerti per i quattro scemi, ma a me toccherà comunque “lavorare” per organizzare le partenze future. Maledetto lavoro arretrato. Poi vogliono che sia tutto perfetto e tu sai quanto io sia poco ordinata con le mie cose. Perciò sono leggermente in crisi su questo fronte.
Mi chiedevi di Tom nella mail precedente?
Non ho nulla da dirti, a riguardo. Ci parliamo di rado. Evidentemente tutte e due siamo d' accordo che se ci evitiamo la convivenza diventa più semplice.
Questa storia mi sa troppo da fan fiction, non ti pare? Hai presente quella che abbiamo letto non tanto tempo fa, poco prima che io ricevessi l' incarico di lavorare con loro?
Succede esattamente come nella fan fiction.
Ma adesso basta comportarsi da bambine deficienti.
Ti devo salutare.
Qualche scemo mi sta bussando alla porta da mezzora.
Ti voglio bene.
Un bacio.
Chiara.


Invio la mail e spengo il computer.
Apro la porta. Ti pareva...
- Oh, come mai qui? - chiedo, con voce angelica.
- Non posso entrare? - domanda, sorpreso.
- Puoi? -.
Mi sposto dalla porta e lo faccio entrare. L' espressione da cane bastonato cominciava a darmi sui nervi.
Si siede sul letto, mentre io continuo indaffarata a cercare il caricatore per il portatile.
- Tra un po' esco a portare i cani a fare una passeggiata – dice, sospirando.
- Non li hai già portati fuori questa mattina? -.
- Sì, ma hanno bisogno di uscire ancora. Per sgranchirsi, credo -.
- Giusta osservazione – annuisco, sorridendo.
Ma dove caz... è il caricatore?
- Ti ho mai raccontato di quella volta che il cane mi è scappato? -.
Mi volto e sgrano gli occhi.
- No! - strillo, indignata.
- Beh, sì. Bill aveva dimenticato il cancello aperto e il cne è uscito. Per fortuna l' abbiamo trovato quasi subito. Ma non sai che spavento... -.
- Immagino... -.
Io non avevo mai avuto la possibilità di tenere animali domestici in casa, dal momento che mamma era allergica al pelo di cani e gatti. Avevo tentato con una tartaruga, ma è durata giusto il tempo di arrivare a casa.
- Tu non hai animali? -.
- Negativo. Una volta, per il mio compleanno, mi sono fatta regalare una tartaruga, di quelle piccole, hai presente? Sono arrivata a casa ed era già morta. Credo abbia fatto un infarto o qualcosa del genere. A quel punto, ci ho rinunciato. Mi sarebbe piaciuto avere un cane o un gatto, ma mamma è allergica al pelo degli animali, perciò era fuori discussione. Potrei prenderne uno adesso, che abito da sola, ma chi si prenderebbe cura di lui? Giulia? Non è il tipo da prendersi cura delle cose sue, figuriamoci quelle degli altri – sospiro.
Scoppia a ridere e io rimango qualche secondo perplessa, rivalutando ogni singola parola del mio monologo.
- Perchè ridi? - sbuffo, voltandomi per dargli le spalle.
- Ti immagino a dodici anni mentre rimani delusa dalla tua tartaruga morta sul colpo, tutto qui -.
- Non è stato affatto divertente. Ho avuto i sensi di colpa per mesi -.
Sorride e si alza, sistemandosi le maglia sotto la felpa.
- Io vado. Ti serve qualcosa? -.
Scoppio a ridere. Questa è una gran bella battuta.
Lo sai che, tecnicamente parlando, sarei io a dover fare certe domande? -.
- E quindi? Non posso chiederti se ti serve qualcosa mentre sono fuori? -.
- No -.
- Sei impossibile -.
- Oh, tu mi batti, fidati -.
Mi saluta ed esce e io, finalmente, rimango da sola.
Riesco a trovare il caricatore del portatile, esattamente dentro alla valigia, di fronte a me.
Bussano nuovamente alla porta.
Hanno scambiato la mia stanza per Via Lourdes?
- Voi Kaulitz vi siete messi d' accordo? - sbuffo, allontanandomi dalla porta.
- No, perchè? E' passato mio fratello, prima? -.
- Sì -.
Possibile che quando qualcuno ha un problema viene sempre da me?
- Beh, volevo chiederti come andavano le cose con mio fratello – comincia.
- Splendidamente, perchè? E' un po' che non ci insultiamo. Avreste dovuto notare la differenza – rispondo, sarcastica.
- Te lo chiedo perchè tanto sai cosa penso... cosa pensiamo tutti – ridacchia.
Sto per incazzarmi, lo sento. Adesso lo mangio vivo. Ma dubito ci sia abbastanza di commestibile.
- Tu e gli altri sapete come la penso io, però -.
- Sì e sappiamo anche che non è vero, quello che dici di pensare -.
- Devo per forza dire che mi piace Tom, giusto per farvi contenti? - dico, alzando la voce.
Fa spallucce. Respiro profondamente, cercando di mantenere la calma.
- Sei impossibile – sussurra, scuotendo la testa.
I Kaulitz sono tutti uguali.
- Me l' ha già detto tuo fratello – borbotto.
- Lo so. Ma sai, ti ho già detto che la pensiamo uguale su parecchie cose, no? Ora vado in camera mia che devo sbrigare alcune faccende. Ricordati di scendere per la cena, ci siamo tutti – mi avvisa, mentre si avvia verso la porta.
- Ok – sbuffo, immaginando già la scena.
Se il suo scopo era terrorizzarmi, c' era riuscito.

**



Mi vesto e mi avvio verso la sala che ci hanno riservato per cenare.
Non c'è ancora nessuno.
Mi siedo sul tavolo con la scritta riservato e mi guardo un po' attorno.
Certo che hanno una bella faccia tosta nel raccomandarmi di essere puntuale quando loro sono i primi ad arrivare in ritardo.
Sbuffo, cercando di scaricare il mio nervosismo muovendo i piedi.
Sento una mano picchiettarmi la spalla. Mi volto di scatto, spaventata.
Guarda caso...
- Dovresti essere abituata ad avermi tra i piedi, e invece ancora ti spaventi? - domanda, sbuffando.
- Non me l' aspettavo. Bill e gli altri? -.
- Ma quali altri e Bill? Ci siamo solo io e te, questa sera -.
Ecco, lo sapevo.
C' erano due cose che ero riuscita a imparare.
La prima, mai fidarsi di nessuno. La seconda, mai fidarsi di Bill Kaulitz.
Era un dato di fatto.
- Dovresti esserne onorata. Non tutti cenano con me il mercoledì – dice, fiero.
- Mangiamo, che dici? Prima cominciamo, prima finiamo -.
Mi guarda, perplesso.
- Non avevamo deciso una tregua? -.
- E non avevamo deciso niente sorprese inaspettate? -.
- Non ti capisco, davvero. Volevo soltanto passare un po' di tempo con me, per cercare di capirti, se vogliamo dirla tutta. E tu mi rispondi, così, tutte le volte. Io ho pazienza, Chiara, ma ho anche dei limiti -.
Mi sentii sopraffatta dai sensi di colpa.
Chi ero, io, per trattarlo male?
- Scusa, non volevo. Forse è meglio se vado – dico, alzandomi dalla sedia.
Di scatto si avvicina e mi prende per il polso, bloccandomi.
- Non andare via... -.
- Non sono nessuno per trattarti male, Tom. Hai ragione – dico, mentre tento di trattenere le lacrime.
- Vorrei solo cercare di capire cosa ho fatto di male da farti comportare così nei miei confronti -.
- Tu niente -.
- E allora perchè? -.
- Tutti dicono che io sia pazzamente innamorata di te...compreso tuo fratello – borbotto, mentre scaccio una lacrima, veloce.
- Beh, lo penso anche io, se è per questo -.
- Ma tu pensi questo di qualsiasi persona fornita di tette e culo che ti circonda -.
- Non è vero. Di Natalie non lo penso -.
- Vaffanculo -.
- Ti voglio bene -.
Mi veniva da piangere, ma cercai di trattenermi.
Mi accorgo, dopo qualche minuto, di essere ancora impalata di fronte a Tom, in piedi.
- E se ora ci sedessimo e ordiniamo da mangiare? - propone, indicandomi il tavolo di fianco a noi.
- Non è una brutta idea – sorrido.
Ci sediamo e chiamiamo il cameriere per ordinare.
Finito di mangiare, mi accompagna in camera.
- Entri? - domando, indecisa.
- No, vado nella mia a suonare un po' la chitarra. Lo so che non vedi l' ora di venire a letto con me, ma andiamoci piano, ok? - mi provoca, trattenendo a stento una risata.
- Volevo solo essere gentile – borbotto, mentre lascio passare la tessera nell' apparecchio magnetico.
- Lo so, beh, io vado allora -.
Mi da un bacio sulla guancia, sorride e si avvia verso la sua camera.
Sorrido come un' ebete, con la mano ancora sulla porta.
Mi riprendo dallo stato di trans ed entro.
Mi metto il pigiama e mi infilo sotto le coperte.
Sento il cellulare vibrare sul comodino.
Un messaggio. Lo apro e sorrido.
E' di Tom e dice: Buona notte.


SPOILER (click to view)
Lo so che vi avevo promesso un capitolo migliore e che è orrendo questo. cercherò di far meglio il prossimo.




 
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CarinaCASTRATION;
view post Posted on 3/4/2010, 20:21




Ma non è orrendo, anzi!
Secondo me c'è stata una svolta. Adesso staremo a vedere.
 
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gelosa94
view post Posted on 6/4/2010, 16:29




wiiiiiiiiiii scusa il ritardo bellissimissiiiiiiiiimoo

SPOILER (click to view)
scusami ma vado di fretta!

ciao!ciao!
 
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gelosa94
view post Posted on 21/4/2010, 17:09




quando posti???
 
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; Lady ;
view post Posted on 21/4/2010, 20:21




Scusate il ritardo, ho avuto un po' di impegni...


14 capitolo.



Ok, lo ammetto, forse è meglio.
Sono momentaneamente attratta, almeno in parte, da Tom.
Ma solo perchè adesso andiamo decisamente più d' accordo di prima, e non in quel senso, gente.
No, o per lo meno non sono i livelli delle ragazzine urlanti là fuori.
La palazzina era piena e il backstage pullulava di tecnici da tutte le parti. Gente che va e che viene...se ne vessi la possibilità, scapperei all' istante.
Sentii una mano picchiettarmi la spalla, mi voltai, e un Tom tutto sorridente mi si presentò davanti, con le braccia incrociate al petto.
- So che muori dalla voglia di scappare, ma almeno evita di farti vedere. Non voglio passare i prossimi venticinque anni a spiegare al mondo che tu non stai con nessuno di noi quattro, anche se immagino che la gente partirà dal presupposto che tu sei la ragazza di Hagen -.
- Ma lei è bionda – sbuffai.
- Loro non lo sanno. Ora, per favore, potresti fare un paio di passi indietro? -.
Effettivamente, lui se ne stava appoggiato a un muretto ad almeno sei metri da me, mentre io, senza neanche accorgermi, stavo per finire sul palco.
Feci quattro passi indietro, il doppio di quelli richiesti d Tom. Giusto per stare sicura che non mi vedano.
– si complimentò, annuendo.
- Grazie. Ti serve qualcosa? -.
- Sì, mi chiedevo dove fossero finite le mie chitarre– sbuffò, fissandomi.
Il cuore cominciò ad accelerare più del solito, più del dovuto.
Le chitarre?
- Non lo so. Di solito non le lasci i tecnici che le sistemano accanto al palco? -.
- Sì, ma non ci sono -.
- E perchè, secondo te, dovrei sapere dove sono le tue chitarre? - sbuffo.
Beh, secondo il contratto sei tu quella che deve assicurarsi che sia tutto pronto e perfetto, accordarti con i tecnici e tutte queste cose. Ti avverto, di là la situazione sta degenerando. Bill sta impazzendo. Se non si trovano le chitarre, niente live -.
I sensi di colpa cominciarono a farsi strada dentro di me.
Se le chitarre non erano dove avrebbero dovuto essere, la colpa era soltanto di una persona: io. Come avevo fatto a dimenticarmi delle chitarre?
Cercai di mantenere la calma.
- Aspetta, ma io sono quasi del tutto certa di averle viste caricare nel camion – dico.
- Quasi? -.
- Tom, ti dico che quelle chitarre sono arrivate fino a qui. Questa mattina erano... -.
La porta si aprì. Fu un attimo.
David, Bill e tutto gli altri mi si pararono davanti. Tom era leggermente nascosto dietro di loro.
Non capivo.
- Tu. Sei. Licenziata -.
Sgranai gli occhi, sorpresa. Licenziata?
David mi fissava furioso. Bill, invece, era impassibile.
Fissava il fratello e poi me, quasi a scatti. Ma il suo ultimo sguardo, mi incenerì definitivamente.
- Non ho fatto nulla – sussurrai, senza guardarli.
- Sì, invece. Hai mentito a tutti quanti. Credevi che non ce ne saremmo accorti, che io non l' avrei scoperto? Sappiamo cos'è successo, alle chitarre di Tom -.
A quel nome, scattai.
- Non so dove siano finite le chitarre, ma io le ho viste mentre venivano caricate sul camion e portate vie insieme agli altri strumenti – dissi, alzando la voce.
- Ian, vieni qui -.
Un nome che non avevo mai sentito.
Un uomo vestito con maglietta blu e pantaloni leggermente più scuri, mi si presentò davanti.
Era un tecnico, vista la targhetta attaccata alla maglietta.
- Sì, la signorina mi aveva pregato, questa mattina, di assicurarmi che le chitarre non arrivassero a destinazione – disse, guardando serio David.
- Ma è assurdo. Non è vero! -.
Tom, dalle spalle di David, mi fissava, immobile.
- Continua – lo esortò David.
- Le abbiamo caricate comunque sul camion, visto che, a suoi ordini, non dovevamo dare il benché minimo sospetto. Aveva detto che se tutto andava come i suoi piani, lei ci avrebbe ricompensati, alla fine -.
Stavano per cedermi le gambe, poco ma sicuro.
Portai un mano sulla pancia, mentre a fatica tentavo di stare in piedi.
Mi mancava aria. Non riuscivo a respirare.
- Non...è...vero...io...non ho....fatto niente di tutto ciò. Lo giuro – dissi, implorante.
- Dice così perchè non vuole essere scoperta – aggiunge Ian, fissando David.
- Senza dubbio. E tu, raccogli la tua roba e sparisci, all' istante! Zac, Kevin, Assicuratevi che abbandoni il palazzetto tra non più di dieci minuti -.
Mi ritrovai in pochi istanti tra i due, mentre mi tenevano uno per il braccio destro e l' altro per quello sinistro.
Non osi voltarmi per guardare gli alti, consapevole del fatto che non potevo fare assolutamente nulla.
Potevo dire qualsiasi cosa. Qualsiasi.
Avrebbero trovato comunque il modo per usarla contro di me.


**



Fissavo il paesaggio sotto di me. La città era come un puntino, vista da quassù.
Un lacrime scese lenta sul mio viso, fino a posarsi sul mio ginocchio, inumidendo appena i miei jeans.
Ci avevano messo poco a prenotarmi un volo di sola andata per Berlino.
E questa volta sarebbe stata per sempre. Faticavo a crederci, eppure era così.
Perchè a me? Cosa avevo fatto di male per meritarmi tutto questo?
Ma soprattutto, a chi davo così tanto fastidio da mettermi in situazioni come questa?
Quando scesi dall' aereo, mi diressi al ritiro bagagli.
Ad spettarmi, c' era Giulia, arrivata di corsa dopo la mi telefonata.
Mi getti letteralmente tra le sue braccia, mentre un fiume di lacrime prese a scorrere rovente lungo le mie guance.
- E' stato orribile, Giu – singhiozzai.
- Tranquilla Chiara, risolveremo tutto. Ora andiamo a casa, ti fai una doccia e poi ne parliamo, ok? -.
Lungo il tragitto fino ad Amburgo, nessuno parlò.
Stavo tornando a casa, e questa era ' unica nota positiva in tutto questo casino.
L' appartamento era proprio come me lo ero ricordato; non era cambiato nulla.
Mi lavai e mi vestii con una tuta, giusto per stare comoda.
Tornai in salotto, dove Giulia mi aspettava, quasi ansiosa.
- Dai, racconta – mi incitò, sforzandosi di sorridere.
- Stavo osservando le fan nella palazzina da dietro il tendomi dietro il palco. Ad un certo punto è arrivato Tom, chiedendomi che fine avessero fatto le sue chitarre. Ero sconvolta. Ero sicura al cento per cento che le chitarre fossero state caricare sul camion. Poi, dieci secondi dopo, è arrivato David con tutti gli altri e ha fatto parlare un certo...Ian, mi pare. Sì, si chiamava Ian e ha cominciato dire che io avevo corrotto lui e i suoi colleghi per nascondere le chitarre di Tom e impedire il concerto di questa sera. E David mi ha licenziata. Ci ha messo dieci minuti a prenotarmi un volo di sola andata per Berlino -.
Ricominciai a piangere, presa d una miriade di emozioni: odio, tristezza, rancore, frustrazione. Faticavo ancora a credere che la mia vita era stata distrutta in tre ore.
- Chiara, devi scoprire come mai ti hanno...incastrata così -.
- Sinceramente, Giulia? On mi va di affrontare lo sguardo di Tom e gli altri...non mi crederanno mai -.
- Non puoi deludere Tom -.
- L' ho già fatto -.
Ma non hai fatto niente -.
Sospirai.
- Lui crederà a tutta questa storia, ne sono certa -.
- Te l' ha detto lui? -.
- No ma... -.
Il cellulare vibrò da sopra la mensola, quella accanto alla finestra.
Lo presi velocemente. Un messaggio.
Mi si gelò il sangue.
- E' un messaggio di Tom – sussurrai, con la mano tremante.
- Leggilo, no? -.
Lentamente aprii il messaggio.

Sinceramente, Chiara. Non riesco a credere come tu possa essere in grado di fare una cosa simile. Ti prego, dimmi che si sbagliano. Dimmi che è stato quell' uomo a mentire a tutti noi e non tu.

Deglutii.
- prega di dirgli che Ian è quello che mente, e non io – sussurrai, guardando Giulia.
- Visto che non è arrabbiato con te? Forza, rispondigli! -.

Non sono stata io. Sono pronta a giurartelo...non sono stata io, non potrei mai, Tom.

Inviai.
Il messaggio di ritorno arrivo tre minuti dopo.

Ne ero certo. Volevo sentirmelo dire, almeno da te. Non preoccuparti, le chitarre sono magicamente apparse nella tua stanzetta qui alla palazzina. Ti tirerò fuori da questo casino e potrai tornare a lavorare con noi, te lo prometto.

Tom, non tornerò a lavorare con voi, anche se la verità dovesse venire a galla. Non riuscirei ad affrontare David, tuo fratello e tutto gli altri.


Mio fratello non ce l' ha con te.


Guarda che me la ricordo la sua occhiata di tre ore fa...


Era arrabbiato, questo è vero. Ci abbiamo riflettuto ed effettivamente non puoi essere stata tu. Sei rimasta con me la maggior parte del tempo e non ti sei avvicinata in alcun modo ai tecnici. Proveremo che ti hanno ingannata, ok? Non preoccuparti.

**



Era confortante scoprire che almeno un paio, forse poco più, di persone mi credevano, ma era devastante lo stesso.
Mamma mi pregò di andare a trovarla, per parlarne un po' con lei, ma non ne avevo voglia. Papà rimaneva sulle sue e Giulia, invece, cercava di trascorrere ogni secondo possibile con me.
- Forse dovrei cercarmi un altro lavoro. Sono due settimane che rimango chiusa in casa...dovrei darmi da fare – dissi, una sera, a cena.
Giulia annuì, sorridendo.
- Se vuoi posso chiedere se il posto da Dior è ancora libero... -.
- Non sarebbe male...grazie -.
In fondo, mi dava molto più di quello che meritavo.
Non sentivo Tom dal suo ultimo messaggio, e ormai davo per scontato il fatto che si fosse totalmente dimenticato di me. Non lo incolpavo di questo; dopotutto, era circondato da persone che sostenevano la mia colpevolezza nell' accaduto e gli avranno fatto il lavaggio del cervello.
Ma la vita non era così male, anche se non facevo più parte del “Tokio Hotel team”.
Sparecchia la tavola e salutai Giulia che aveva il turno di pomeriggio.
Passai le prime tre ore a guardare uno stupidissimo programma in televisione, poi decisi che era ora di cambiare pagina.
Mi vestii di tutto punto e uscii di casa.
Scesi la macchina e mi avviai per le strade di Amburgo. Questa città mi era mancata tantissimo, anche se con il tempo avevo finito per rimpiangere Berlino.
Quando ero in tour con la band, sentivo la necessità di un posto stabile e mi sentivo come se non avessi più una residenza e quel punto, mi sarei accontentata di tornare alla casa di Berlino.
Entrai nel parcheggio del grande centro commerciale, in cerca di un posto dove sostare con la macchina.
Dopo venti minuti abbondanti, arrivai a varcare per miracolo la soglia dell' entrata.
Mi diedi alle spese pazze. Comprai una borsa, due pii di jeans e una felpa.
Solo alla fine mi resi conto di aver fatto fuori il mio stipendio di un mese.
Ma non ero preoccupata nemmeno di quello. A breve avrei ritrovato un nuovo lavoro, no?
Erano quasi le sei e ormai faceva buio. Forse era il caso di tornare a casa.
Parcheggiai la macchina di fronte al cancello e scesi.
- Chiara -.
Mi voltai, quasi spaventata dal sussurro del mio nome.
- Bill? -.
Aggrottai le sopracciglia, del tutto sorpresa.
- Sì, ehm...sono io. Non dovrei essere qui, ma ci sono lo stesso -.
- Vedo -.
Aprii il cancello senza degnarlo di uno sguardo.
- Posso entrare? Devo parlarti -.
- Io non ho niente da dire -.
- Io sì, invece -.
- Ok -.
Giulia non era ancora rientrata. Il negozio chiudeva alle otto, stasera.
- Dimmi quello che vuoi dirmi e poi vai via. Domani ho un colloquio e non posso permettermi di non andarci a causa delle tue fans accampate qui fuori – sbuffai, dandogli le spalle.
Aprii il frigorifero e tirai fuori le lasagne che Giulia aveva preparato per questa sera. Le misi in forno e le scaldai.
- Volevo solo farti sapere che ti crediamo, io e Tom... -.
- Bastava un sms -.
- Non avresti risposto -.
- Lo so... - ridacchiai, tra me e me.
- Conoscendomi, avrei eliminato il messaggio ancor prima di leggerlo.
E poi un' altra cosa. Quando sei andata via hai dimenticato questa... -.
M porse una foto, che ritraeva me e gli altri appena scesi dall' aereo, in Francia.
L' aveva scattata Georg, giusto per farmi un dispetto e per dimostrare quanto i miei capelli, la mattina, fossero peggiori dei suoi. Casualmente erano venuti nella foto anche Bill, Tom e Gustav, anche se si intravede una piccola ciocca di capelli di Natalie.
- Non l' ho dimenticata... - sussurrai, guardandola.
- Beh dai, è carina. Dopotutto, sono tutte bellissime creature nella foto, no? -.
Scoppiai a ridere.
- Sì, direi di sì -.
- Tom mi ha detto che non vuoi tornare a lavorare con noi, anche se dovessero ammettere che la colpa non è tu ma di altri. Mi spieghi il perchè? -.
- Non c'è molto da spiegare. In molti, comunque, avrebbero una certa diffidenza nei miei confronti...compresi voi -.
- Non è vero – esordì, sicuro.
Scuotei la testa, decisa a non proseguire la conversazione. Mi domandai come mai non si fosse ancora alzato dalla sedia.
- Bill, senti, non ho intenzione di discutere ancora sull' argomento. Ve la caverete anche senza di me, come avete sempre fatto – sospirai.
Mi guardò, sbattendo le palpebre più volte.
- Ok, come vuoi. Ma io non mi arrendo ancora – disse, sicuro.
- Insisti quanto vuoi. Non cedo e vincerò io -.
- Io non perdo mai -.
- Mai dire mai -.
Scoppiammo a ridere insieme.
- Tra una settimana riprendiamo il tour, perciò ci tenevo a salutarti anche per questo. Tom sarebbe venuto, ma sai com'è. Poi la sua macchina si nota molto più della mia, anche se è più piccola. Non ci offenderemo se ogni tanto ci fai uno squillo, così, giusto per farci sapere che esisti ancora e che non hai preso la disperata decisione di porre fine alla tua vita. Sì, insomma... -.
Si strinse nelle spalle, come se stesse dicendo una cosa ovvia, che io già sapevo.
- Credi davvero che prenderò una decisione così drastica? Ma soprattutto, sei realmente convinto che vi farò sapere della mia ancora piena esistenza? -.
- Sì -.
Ok, era inutile discutere con Bill Kaulitz.
Inutile.
 
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gelosa94
view post Posted on 21/4/2010, 20:46




O.O no tu devi postare immediatamente
c'è...chi ha incastrato chiara?
non puoi lasciarmi con questo punto interrogativo?
oddio finirò col sclerare XP
comunque il caitolo è bellissimo
mi ci si e spezzato il cuore,mi sono immedesimata in chiara poverina T.T
bhe posta presto^^
 
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CarinaCASTRATION;
view post Posted on 22/4/2010, 16:14




Ma finalmente sherry cara!
Capitolo stupendo, ma come al solito poi.
All'inizio ha recuperato la sua vena comica, stavo iniziando a preoccuparmi XD

Non vedo l'ora di scoprire che ha fatto così male alla mia omonima e di menarlo a sangue!
 
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gelosa94
view post Posted on 1/5/2010, 14:40




quando posti???
 
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; Lady ;
view post Posted on 1/5/2010, 17:28




Capitolo 15.



Il lavoro che Giulia mi aveva trovato non era male. Passavo l' intera giornata circondata da vestiti di Dior...era come se mi avessero spedita direttamente in paradiso con un biglietto omaggio.
- Chiara, mi passi la giacca sul bancone? La vato a rimettere al suo psoto che la signora ha cambiato idea –. Deborah, a denti stretti, mi indicò la giacca rossa accanto a me.
Sorridi divertita e glie la passai.
Mi guardai attorno, nella speranza di veder spuntare qualche cliente dall' ingresso, giusto per movimentare un attimo la mattinata che stava cominciando a farsi un po' noiosa.
Cominciai a pensare a quanto poco mi erano utili in questo momento i miei studi fatti in precedenza. Certo, qui mi divertivo e lo stipendio mi permetteva di vivere arrivando fine mese con un certa tranquillità, ma non mi sentivo realizzata. O almeno, non fino in fondo.
Ma...ah già, ero stata licenziata.
Rabbrividii al ricordo, promettendo a me stessa di chiudere a chiave il ricordo in un cassonetto e gettare la chiave in un fiume qualsiasi.
- Mi scusi... -.
Alzai gli occhi dal computer e fissai la sagoma alta al di là del bancone.
Anche se non mi sembrava affatto il tipo deciso a comprare qualcosa di Dior.
- Mi dica – dissi, sorridendo.
Lo osservai meglio...aveva l' aria familiare, anche se non sapevo affatto chi fosse.
- Tra un paio d' ore verrà qui un personaggio piuttosto famoso. Io sono la sua guardia del corpo e come ogni guardia del corpo cerco di tutelare la sua sicurezza. E per tutelare in pieno la sua sicurezza, vorrei sapere se è possibile chiudere il negozio finché il ragazzo è dentro... -.
Aveva detto ragazzo...non ragazza. Osservai con la cosa dell' occhio il reparto uomo.
- Potrei sapere il nome della star in questione? -.
- Bill Kaulitz. La pregherei gentilmente di non diffondere la notizia -.
Rimasi qualche secondo assorta. Quel nome rimbombava nell mia testa e qualche secondo dopo il cuore cominciò ad accelerare. Panico.
Non dovevano sapere che lavoravo qui, ma non potevo dire di no.
- Non si preoccupi, faremo il possibile per il signor Kaulitz – risposi, con la gola secca.
Due minuti dopo, giravo per il negozio alla disperata ricerca di un nascondiglio decente.
- Chiara, posso sapere perchè ti agiti tanto? - domandò Deborah, con il sopracciglio alzato e l' espressione dubbiosa dipinta sul volto.
- Nessuno deve sapere che lavoro qui – strillai, toccando i capelli.
- E perchè mai? -.
Mi bloccai un attimo, colpita. Non doveva sapere nulla nemmeno lei, perciò dovevo sviare il discorso per forza.
- Nulla, paranoie mie. Ti ho detto di avere parecchie fissazioni, no? -.
- Ah già. Beh, stai tranquilla Chiara. Non mi pare un ragazzo che morde -.
Questo lo dici tu, pensai.
Ma non mi sembrava tecnicamente corretto renderla partecipe dei miei pensieri. Controproducente per un sacco di persone, direi...
- Ecco, credo sia arrivato... - sussurrò, sistemandosi i capelli, veloce.
Buona fortuna – bisbigliai.
Andai a nascondermi in uno dei camerini. Tra i quindici, non è obbligato a scegliere questo.

Buona sera – salutò Deborah, educatamente.
Buona sera – rispose Bill, altrettanto educato.
Venga, le mostro il reparto uomini -.


Sentii dei passi allontanarsi. Mi lasciai scivolare sull prete, fino a sedermi sul pavimento.
Sospirai di sollievo, lieta di aver scelto uno dei camerini del reparto donna.
Spostai leggermente la tendina per controllare la situazione.
Dopo esserci accertata della non presenza di Bill, uscii, cominciando a correre.
Mi diressi verso il bancone mi chinai sul cassetto, facendo finta di cercare qualcosa.
Inutile precisare che mi sentivo un' idiota totale...
- Chiara, posso sapere perchè continui a nasconderti? Ti ho vista sfrecciare dai camerini a qui a tutta velocità – bisbigliò Deborah, da sopra il bancone.
Mi alzai, per guardarla in faccia.
- Niente, te l' ho detto, fissazioni mie... -.
- Sicura? -.
- Dubiti? Certamente, tutto ok. Non c'è nulla che tu non sappia -.
C' è fin troppo che tu non sai stupida oca, pensai.
- Mi scusi, questa giacca è...o per l' amor del cielo! -.
Un Bill Kaulitz versione sconvolto, mi si presentò davanti. Come un fulmine a ciel sereno.
Rimasi a fissarlo qualche istante, mentre spostava il suo sguardo da me, alla giacca e poi a Deborah.
- Qualcosa non va nella giacca? - dissi, cambiando discorso.
Aspettò un attimo a rispondere, studiando la mia espressione.
- Sì, ehm...è troppo piccola -.
- Arrivo subito – risposi, secca.
Mi voltai verso Deborah e annuii, facendole segno che me ne sarei occupata io.
Superai Bill e mi diressi allo scaffale dove c erano tutte le altre giacche.
Tirai fuori la giacca con una taglia in più e gliela passai, senza guardarlo.
- Chiara...cosa ci fai qui? - chiese, sottovoce.
Mi voltai, facendo finta di sistemare altri vestiti, già a posto.
- Secondo te? -.
- Lavori qui, adesso? - domandò.
- Lo dici come se fosse un insulto. E comunque, credevi che me ne sarei rimasta a casa costringendo i miei genitori a pagare l' affitto, le bollette e tutto il resto, al posto mio? Dovevo pur far qualcosa, a parte stare a casa – sbuffai.
Mi voltai. Dare le spalle a qualcuno non era educato...anche se Bill Kaulitz costituiva un' eccezione...
- Sì però...credevo saresti rimasta nella Universal...comunque -.
- No, il tuo menager sa essere piuttosto convincente... -.
- Mi dispiace... -.
- Non importa, non ho intenzione di rimanere qui dentro a vita, anche se non mi trovo male. Pensavo di sfruttare il diploma in grafica, sai... per fortuna è riconosciuto -.
Sorrise.
- Ora vada a provarsi questa giacca, suvvia. Non possiamo tenere il negozio chiuso tutta la vita per lei, signor Kaulitz – scherzi, scoppiando in un risata.
Alla mia risata seguì la sua, poi entrò nel camerino a provarsi la giacca.
Quando finalmente decise che era perfetta addosso a lui, la comprò.
Deborah era lontana, per fortuna, e si stava occupando di riordinare il reparto donna.
- Bill, senti...tu non mi hai vista, ok? - lo pregai, porgendogli la busta.
Lanciai un' occhiata veloce alla guardia del corpo posizionata a braccia incrociate di fronte all' ingresso, pronto ad aprire la porta non appena Bill avesse deciso di andarsene.
- Come vuoi... Mi ha fatto molto piacere vederti. Magari capito qui di nuovo, prima di partire – disse, sorridendo.
- Cerca di evitarlo – risposi, mantenendo il sorriso.
Capì il sarcasmo, per fortuna, ma nella mia testa le mie parola risuonavano sincere.
Meno lo vedevo, meglio era. Per me.
Affezionarsi a un Kaulitz, o a tutti e due, non era salutare...per nulla.
- Dirò ai ragazzi che...ti ho incrociata mentre venivo qui. Saranno felici di sapere che sie ancora viva e vegeta... - sospirò, senza distogliere il sorriso.
- Già, proprio felici -.

**



- E' passato Bill, in negozio... - dissi, afferrando con la forchetta dell' insalata.
Giulia per poco non si strozzò con l' acqua. Dovetti darle quattro pacche sulla schiena per farla tornare normale.
- Come? Cosa? Quando? E che ha detto? - blaterò, con gli occhi fuori dalle orbite.
- E' venuto a comprarsi dei vestiti...Dior...immagina la scena. Comunque, ha detto che era felice di vedermi e che anche gli altri sarebbero stati felici nel sapere che sono ancora viva e vegeta. Ma l' ho pregato di non dir loro dove mi ha vista, anche se immagino che Tom lo sappia, quindi automaticamente anche gli altri due -.
- Mai fidarsi di Bill Kaulitz -.
- Giulia, mi rubi le battute? Quella frase è mia – sbuffai, guardando svogliata lo - schermo della televisione.
Scoppiò a ridere. Probabilmente credeva stessi scherzando...ma ero serissima.
Lasciai perdere e continuai il mio racconto...
- Per poco Deborah non scopriva tutto. Non voglio che si sappia che lavoravo per loro, prima – sussurrai, chiudendo gli occhi.

**


Non riuscivo a chiudere occhio. Continuavo a pensare a quanto, nel profondo, ero stata felice di rivedere Bill. Anche se significava andare a pensare tanti a di quei ricordi da star male, alla fine. Ma forse non era quello il punto fondamentale.
Quegli occhi, quel sorriso, quei modi di fare mi avevano ricordato quanto mi mancasse il mio vecchio lavoro, quanto amassi girare per le città di tutto il mondo in loro compagnia, quanto mi mancassero i pomeriggi con loro in studio o nei backstage.
Mi mancava tutto...terribilmente.
Ma forse poteva andare peggio.


NOTE:


ORDUNQUE, HO UN PICCOLO MESSAGGIO: HO DECISO DI DIVIDERE LA FAN FICTION IN PRIMA PARTE E SECONDA PARTE. NON MANCA MOLTO ALLA FINE DELLA RIMA PARTE (QUESTA QUI), PERCIO' PRESTO ARRIVEREMO ALLA SECONDA, CHE AVRA' UN NUOVO TITOLO, UN NUOVO TRAILER E ANCHE QUALCHE ALTRA GENTE... PERCIO', RICORDATEVI DI NON ABBANDONARE LA PARTE SECONDA, IN FUTURO U.U


Edited by ; Lady ; - 2/5/2010, 18:41
 
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CarinaCASTRATION;
view post Posted on 1/5/2010, 18:15




Scommetto che nel prossimo capitolo si scoprirà che cos'è questo peggio.
Stupendo mia cara, ma è inutile che stia qui a ripeterti quanto sei brava, no?
 
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; Lady ;
view post Posted on 2/5/2010, 17:40




CITAZIONE
Scommetto che nel prossimo capitolo si scoprirà che cos'è questo peggio.
Stupendo mia cara, ma è inutile che stia qui a ripeterti quanto sei brava, no?

Grazie mia Musa *-*

ORDUNQUE, HO UN PICCOLO MESSAGGIO: HO DECISO DI DIVIDERE LA FAN FICTION IN PRIMA PARTE E SECONDA PARTE. NON MANCA MOLTO ALLA FINE DELLA RIMA PARTE (QUESTA QUI), PERCIO' PRESTO ARRIVEREMO ALLA SECONDA, CHE AVRA' UN NUOVO TITOLO, UN NUOVO TRAILER E ANCHE QUALCHE ALTRA GENTE... PERCIO', RICORDATEVI DI NON ABBANDONARE LA PARTE SECONDA, IN FUTURO U.U
 
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gelosa94
view post Posted on 3/5/2010, 06:30




bella,bella,bella,bella,bella(me batte le mani a mò di London Tipon)xP
bravissima bel capitolo posta presto!!!
 
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; Lady ;
view post Posted on 16/5/2010, 15:20




Scusate il ritardo, ma ho molto da fare per via della scuola.
Se riesco, posto stasera o alla lunga domani ;D
 
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80 replies since 16/1/2010, 22:27   699 views
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