Hamburg.

« Older   Newer »
  Share  
CarinaCASTRATION.
view post Posted on 10/3/2010, 16:53




E' in gita, oggi ritorna, ma penso che posterà domani^^
 
Top
gelosa94
view post Posted on 11/3/2010, 15:50




ah grazie^^
 
Top
; Lady ;
view post Posted on 11/3/2010, 16:43




Sì tranquille, posto dopo che ho finito di studiare =D
 
Top
; Lady ;
view post Posted on 13/3/2010, 23:20




Capitolo 11.



Non ricordo molto di ieri sera, solamente che la priorità non era più quella di uccidere Bill Kaulitz.
Dopotutto, poteva anche andare peggio.
Mi rigiro nel letto avvicinandomi al comodino per guardare l' ora dalla sveglia.
Le tre del pomeriggio. Fantastico. Mi giro dall' altra parte e sgrano gli occhi.
Ora, non ho più tutto questo sonno. Scuoto il corpo accanto a me abbastanza energicamente da svegliarlo.
Il poveretto mi osserva come disorientato.
- Posso sapere cosa ci fai, tu, nel mio letto? - strillo, mettendomi le mani nei capelli.
Si strofina gli occhi e mi guarda, mezzo addormentato.
- Ieri mi hai implorato di rimanere – si giustifica, tornando a sdraiarsi per poi voltarmi le spalle.
Sbuffo e premo entrambe le mani sulla spalla, facendolo tornare con il viso rivolto a me.
- Non ci credo, non posso aver detto una cosa del genere. La Chiara intelligente e sana non lo farebbe mai – sbuffo, incrociando le braccia al petto.
Si alza fino ad appoggiarsi con la schiena al muro. Mi guarda perplesso, con il sopracciglio destro alzato.
- Beh, ieri non eri molto in te, effettivamente – concorda, annuendo.
- Ah! Quindi hai pensato di approfittarne – aggiungo, sconvolta.
- Non è vero, ho solamente assecondato una tua richiesta. Seriamente, avrei voluto filmarti. Ti sei addormentata prima ancora di salire in macchina e quando ti ho svegliato per dirti che eravamo arrivati, hai cominciato a blaterare sul cielo e le costellazioni. Una volta in ascensore, ti sei letteralmente buttata addosso a me dicendo: “Grazie di essere qui con me, questa notte”. Quando, invece, ti ho portata in camera da letto, hai aggiunto: “Rimani qui? Da sola non mi va di dormire. Ti prego, Tom Kaulitz, io ti voglio bene” -.
Rimango completamente allibita di fronte alla sua versione dei fatti. Dal momento che la mia non sarà mai fornita abbastanza da poterla confrontare, credo che dovrò accontentarmi della sua. Sbuffo, osservando le lenzuola del letto.
- E Leo non ha detto nulla? - chiedo, senza guardarlo.
- Leo, effettivamente, era abbastanza scocciato, dopotutto stavo per andarmi a coricare nel letto della ragazza di cui è visibilmente cotto. Neanche a me avrebbe fatto piacere che un ragazzo qualunque si fosse messo a dormire nel letto della ragazza che mi piace -.
- Non è cotto di me, come io non lo sono di lui. Siamo solo amici, per quanto mi riguarda -.
- Certo, certo -.
Sbuffo, tirandogli addosso il mio cuscino. Sorride divertito, riuscendo a schivare perfettamente il mio colpo.
- La vuoi smettere di farti gli affari miei? - lo imploro e per poco non scoppio a piangere.
- Non è colpa mia se ciò che vedo ti da fastidio -.
- E allora non guardare -.
Mi sembra un' osservazione abbastanza ragionevole – annuisce, pensieroso.
Mi alzo dal letto di scatto e guardo fuori dalla finestra.
Come al solito, piove. Siamo in pieno inverno perciò non me ne preoccupo più di tanto.
Sento dei passi venire vicino a me e due secondi dopo io e Tom Kaulitz stiamo guardando entrambi fuori dalla finestra.
- A volte mi piacerebbe mollare tutto e tornare ad Amburgo – sospiro, continuando a guardare il paesaggio fuori.
- Così mi...ci abbandoni, però – scherza, facendomi sorridere.
- Non me ne andrei comunque. Ci sono troppe cose che mi legano a Berlino -.
- Per esempio...? -.
- Troppe. Prima di tutto, il lavoro. Poi non lo so, ad essere sincera. Ma sento questo posto come casa mia, anche se sono nata ad Amburgo ed è là che vive la mia famiglia e la mia migliore amica. Ma non riesco ad andare via, anche se a volte ho la tentazione di farlo -.
- Credo di aver capito. Forse -.
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
- Forse è meglio avvisare Leo che siamo svegli. E' dalle dieci di questa mattina che entra a sbirciare e poi scappa – sbuffa, Tom.
- Già, direi di sì – sospiro, allontanandomi.
In cucina, ad aspettarci come previsto, c'è Leo.
- Vi siete svegliati – annuncia, con un mezzo sorriso.
- Sì – annuisco.
Leo lancia varie occhiate a Tom che, dandogli le spalle, si affretta a consumare la sua colazione in mia compagna.
E' estremamente snervante il suo comportamento; non stiamo mica insieme, per la miseria!
Prima di cena Tom se ne va, lanciandomi sola con Leo.
Mentre apparecchia la tavola, io preparo la pasta.
- Come sei tornato a casa, ieri notte? - chiedo, per interrompere il silenzio.
Con la mia macchina, dopo aver finito di aiutare gli altri a sistemare. - Sono simpatici – annuisce, avvicinandosi alla mensola dei piatti.
- Sì, proprio delle brave persone – sospiro, mescolando la pasta nella pentola.
Dispongo il cibo in entrambi i piatti e ci sediamo a tavola. Prendo il telecomando e accendo la televisione. Ameno quella è una buona compagnia...
Fuori nevica, ancora. Ha nevicato ieri, l' altro ieri, la settimana scorsa.
Sono stufa della neve.
Quasi quasi, prendo e me ne vado a Bora Bora.
- Domani prendo l' aereo e torno a casa. Ma prima volevo parlare con te...di una cosa... - annuncia, schiarendosi la gola.
- Certo, dimmi... -.
- Riguardo al bacio di ieri... -.
Mi blocco. Bacio? Quale bacio?
Santiddio.
- Bacio? - chiedi, evitando di guardarlo.
- Sì, quello che ci siamo dati, diciamo, prima di andare alla festa... -.Sospiro di sollievo.
Rimango qualche secondo in silenzio a fissare il mio piatto, prima di parlare.
- Leo, senti... - comincio, schiarendomi la voce.
- Tranquilla, è tutto ok. L' avevo capito che sei cotta di quel coso –.
Coso. Coso. Coso?
Dopo qualche istante metabolizzai il tutto e capii che anche lui aveva intuito come, del resto, tutto gli altri.
Sorpresa! Non sono cotta del...ehm...coso.
- Non sono cotta del coso e non sono cotta di te – puntualizzo, bevendo un sorso d' acqua.
- Ah no? Dimostramelo -.
- Come scusa? Io non devo dimostrare assolutamente nulla, né a te né a nessuno. Sicuro di non poter anticipare la tua partenza a tra qualche istante? - sbuffo, alzandomi da tavola.
Gli tiro via il piatto mezzo pieno e getto la pasta nel cestino. Prendo anche il mio e li metto nella lavastoviglie.
Mentre sparecchio l' intera tavola, lui non dice assolutamente nulla.
Con quel bel visino che si ritrova, potrebbe anche aiutarmi.
- Vado a preparare le valigie – sospira, alzandosi dalla sedia.
Faccio un applauso. Uno solo.
- Bravo -.

**



La strada fino allo studio non mi è mai sembrata così lunga. Forse perchè l' ho sempre guardata con occhi diversi.
Che cazzo sto dicendo?
In ogni caso, arrivo giusto in tempo per potermi definire in anticipo. Adoro arrivare per prima, soprattutto perchè il coso mette sempre la macchina dove vorrei metterla io.
Come immaginavo, non c'è nessuno oltre a me.
Ne approfitto per gustarmi quei pochi secondi di pace all' interno dello studio.
Di solito c'è sempre così tanto frastuono...

- Io vado -.
- Ok, ciao -.

In fondo non ero stata così maleducata con Leo. Avevo anche avuto la cortezza e la gentilezza di salutarlo. Non tutti lo avrebbero fatto.
Mentre tenti di convincere perfino me stessa dell' inaspettata generosità, accendo le luci, apro le finestre, solo quelle necessarie, ed entro in sala registrazione.
Tiro fuori il portatile dalla borsa e lo accendo.
Comincio a sistemare la griglia con gli orari dei loro impegni, raccolgo i fax arrivati e modifico alcuni impegni.
Mi giro di scatto, improvvisamente spaventata dal rumore di alcuni passi dietro di me.
- Già qui? - domando, alzando leggermente lo sguardo dallo schermo.
- Potrei farti la stessa domanda – risponde, con un sorriso.
- Questo è vero, peccato che la prima a chiederlo sia stata io -.
Sorride abbassando lo sguardo, mentre si affretta a sistemare la sua giacca accanto alla mia.
Si siede senza badare molto alla finezza su una poltroncina e si copre il viso con le mani.
- Tom oggi non viene – biascica, senza scoprire il viso.
Deglutisco.
- Come mai? - chiedo, cercando di far suonare l mia voce come vaga.
- Ieri sera è tornato tardi e oggi pomeriggio preferisce esercitarsi al piano a casa – risponde.
- Quindi oggi niente prove – sussurro.
- Esattamente -.
Potevano anche prendersi la briga di telefonare e avvisarmi.
Mentre penso a una frase decente degna di note per insultare Bill, squilla il telefono.
Mamma.
- Dimmi – rispondo.
- Tesoro, è morto Freddy, il tuo coniglietto. Mi dispiace tanto -.
Sta piangendo. Il mio piccolo, tenero e amoroso Freddy non c'è più.
Mi si chiude la stomaco con una morsa, mentre tento di trattenere le lacrime.
- Quando? - chiedo.
- Prima. Ha cominciato a sbattere il muso contro la gabbietta e poi è morto. Vuoi che papà lo seppellisca in giardino? - chiede, premurosa.
- Certo, mi pare ovvio. Ora devo andare, ti chiamo stasera, ok, mamma? -.
- Certo, tesoro. A dopo -.
Click. Chiudo la telefonata e ritorno al pc. Apro la cartella con tutte le foto di Freddy da piccolo. La più bella decido di metterla come sfondo.
- E' successo qualcosa? -.
- E' morto Freddy, il mio Freddy – sussurro, con le lacrime agli occhi.
- Il tuo cane? -.
- No, il mio cricetino bello bellissimo, bianco bianchissimo. Puccio puccioso pucciosissimo -.
- Mi dispiace – sorride, accarezzandomi una spalla.
Lo guardo, sconcertata. E' per caso uscito di senno?
- E sorridi? -.
- Se vuoi posso fingere di piangere. Non è un problema, se mi lasci cinque minuti potrei... -.
- Ma stai zitto Kaulitz – sbuffo. Chiudo il portatile e lo infilo nella borsa.
Mi rimetto il cappotto con calma.
- Ah, mio fratello mi ha raccontato dell' altra sera – interviene.
- E quindi? - chiedo, seccata.
- Mi domandavo se... -.
- Se...? No guarda, so già a quali conclusioni stai traendo. Non sono innamorata di tuo fratello, nemmeno di Leo – sbuffo.
Annuisce, senza smettere di sorridere.
- Perchè ridi? -.
- Niente, è buffo come tu riesca a mentire. Se non fossi a conoscenza della verità, probabilmente potrei quasi credere alla tua scenata, al tuo patetico tentativo di cambiare i fatti. Quasi, però -.
La volete smettere, tutti quanti? Mi state dando sui nervi! - urlo.
Esco dallo studio sbattendo dalla porta. Alcune fans, appartate dietro ai cespugli, mi guardano, senza dire nulla. Sembrano quasi trattenere il respiro; probabilmente non volevano farsi beccare.
- E voi che avete da guardare? -.
Salgo in macchina e mi allontano, aumentando di secondo in secondo la mia presa sul volante.
Giro automaticamente a destra e prendo la seconda via sulla sinistra. Ho un solo obiettivo, uno solo: demolire Tom Kaulitz.
Arrivo di fronte a casa sua e scendo dalla macchina. Il grande cancello è di fronte a me. Se suono il campanello...sarei scema, visto che non c'è il campanello.
Prendo in mano il cellulare e compongo il suo numero.
Risponde al secondo squillo.
- Scemo, apri, sono davanti a casa tua -.
Un secondo dopo, sto già percorrendo il vialetto che porta all' ingresso.
Mi fiondo in casa sua senza degnarmi di chiudere la porta.
- Tu! - sussurro, a denti stretti.
Buongiorno anche a te. Sono felice di vederti, o forse no – sorride, beffardo.
Scemo. Scemo. Sei troppo scemo.
- Tu desso vieni qui e parliamo. Perchè tutti, e non dico tutti per enfatizzare in concetto di totalità. Dicevo, tutti sono altamente convinti che io sia innamorata di te e che tu sia geloso di Leo, ma sappiamo benissimo entrambi che non è così. Ora, dicevo, dovresti aiutarmi a convincere queste persone che, per l' appunto, le cose non stanno come pensano loro. Capito? -.
Mi guarda, poi scoppia a ridere. Appoggia il bicchiere sul tavolino al centro della sala e si avvicina, lentamente.
- Dammi una valida ragione per fare una cosa del genere e io farò quello che mi chiedi, in meno di cinque secondi – sorride, incrociando le braccia al petto.
Sbuffo, stringendo i pugni. - Perchè se non lo fai...se non lo fai...ti demolisco. Ecco, sì. Se non lo fai ti demolisco – annuisco, sicura.
- Fammi capire. Dovrei avere paura di una ragazza alza un metro che vuole “demolirmi”? - chiede, trattenendo a stento una risata.
- E poi non sono molto d' accordo con te sull' ultima parte – aggiunge.
- E sarebbe? -.
- Leo non mi è mai stato simpatico -.
- Nemmeno a me – sbuffo, mentre il ricordo di ieri torna a galla.
Alza il sopracciglio sinistro, come sempre. Sbuffo e guardo la televisione accesa che trasmette un film vecchio, l' ultimo film che io ho visto in tv. E parliamo di parecchio tempo fa.
- Dunque, la cosa da fare è una sola – annuncia, sorridendo.
- Ovvero? - domanda, guardandolo di traverso.
- Si vede lontano mezzo chilometro che in un modo o nell' altro sei attratta da me. E non lo dico perchè io sono bellissimo, anche se è la verità. Lo vedo dal modo in cui mi guardi, dal modo in cui ti sforzi di insultarmi con frasi taglienti che devo ammettere, sono taglienti. Ma non spacchi, così, non mi butti giù. Confermi solo delle certezze, tutto qui -.
Mi sento ribollire il sangue nelle vene; immagino il fumo che mi esce dal naso e dalle orecchie, come una macchina a vapore che sta per esplodere.
E io sto per esplodere.
Perchè tutti continuavano a ripetermi l' unica verità che io non volevo sentire?
Non poteva essere una cosa giusta. Io e Tom...bella barzelletta.
- Tom, piantala – sbuffo, voltandomi.
Mi tira per un braccio costringendomi a voltarmi verso di lui. Tempo un secondo e le sue labbra sono sulle mie.
Spalanco gli occhi ma non muovo un muscolo.
- Alleluia – sorride, allontanandosi.
- Ti odio, Tom Kaulitz! -.
- Mi piace come complimento. Vedi, non ti sono del tutto indifferente. Se arrivi ad odiarmi, chissà quali ragionamenti complessi avrai messo in atto. Chissà quanto mi hai pensato... - enfatizza, con un gesto teatrale della mano.
Senza degnarlo di uno sguardo esco da casa sua e salgo velocemente in macchina.
Con la rabbia che mi ribolle nelle vene, premo l' acceleratore e mi allontano.
Sì, decisamente.
Io odio Tom Kaulitz.

 
Top
gelosa94
view post Posted on 14/3/2010, 12:53




O.O
bellissimoooooooooooooooooooooooooo
c'è mi piace troppo questo capitolo
io non credo cha a chiara piaccia Tom
(non ne sono cosi sicura però Xp)
e troppo divertente la parte del cricetino morto
li sono morta dal ridere
immaginavo la faccia di Bill calma è pacata
mentre quella di chiara disperata
ahahah
davvero
e poi l'ultima scena ,c'è non è proprio l'ultima
quella del bacio
mamma miaaaaaaaa
XD
vabbe posta presto
 
Top
CarinaCASTRATION.
view post Posted on 14/3/2010, 18:42




Io stimo Tom Kaulitz.





E se non continui presto, potrei non stimarti più mia cara SERENA.
 
Top
; Lady ;
view post Posted on 16/3/2010, 15:01




Andate in prima pagina. C'è una sorpresina u.u
 
Top
gelosa94
view post Posted on 16/3/2010, 16:28




aaaaaaaaaaaaaaahhhhhhh il trailer bellissimoooo
mmh mi fa sospettare che tra chiara e Bill succederà qualcosa,perchè ad un certo punto dice
che non doveva fidarsi di nessuno ne tanto meno di Bill
o una cosa del genere
ti pregooooooo postaaaaaaaaaa
non puoi lasciarmi cosiiiii T.T
postaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
 
Top
; Lady ;
view post Posted on 16/3/2010, 16:44




CITAZIONE
non puoi lasciarmi cosiiiii T.T

Domani posto, tranquilla ^-^
 
Top
gelosa94
view post Posted on 19/3/2010, 18:46




quando posti????
me curiosissimaXD
 
Top
; Lady ;
view post Posted on 19/3/2010, 21:20




Capitolo 12.



Non sono mai riuscita a riprendermi del tutto dallo shock barra istinto omicida della settimana scorsa.
Ho passato i seguenti sette giorni ad evitare il più possibile Tom. Conoscendomi, avrei corso il rischio di prenderlo a pugni fino a deformargli la faccia. Sarebbe stata una grande soddisfazione, comunque.
Il punto centrale, è che più lo guardo e più mi viene il nervoso. Più mi viene il nervoso, più la tentazione di rubare il fucile di mio nonno aumenta.
Povero nonno. Azzarderei un povero Tom, ma non mi sembra il caso.
- Tu sei scema – aveva detto Giulia, al telefono, quella stessa sera.
- E perchè mai? -.
- Tom ti bacia, pronuncia un “Alleluia” e tu scappi e ora...ora pretendi di detestarlo? Sei l' unica ragazza sulla faccia della terra capace di un gesto simile -.
Non potevo darle torto. Potrei prendere una qualsiasi ragazzina urlante là fuori della saletta e portarla qui. Farebbe esattamente il contrario di quello che ho fatto io. Su questo non ho nulla da dire.
Ma io sono io e il mio io mi dice di odiare Tom Kaulitz.
Il motivo? Beh, è molto semplice.
Aveva osato insinuare che io sono cotta di lui. E' stata la barzelletta più divertente che io abbia mai ascoltato, peccato che sia stata così irritante.
- Possiamo risolvere molte cose parlando – aveva detto, una sera, mentre attendevamo il decollo dall' aereo.
- Ok, ci sto. Tuffati nella lava. Se torni ne riparliamo – era stata la mia risposta, acida come sempre.
Aveva sbuffato e si era voltato dall' altra parte, incominciando una discussione con suo fratello che io, ovviamente, non stetti ad ascoltare.
Osservo da dietro il grande tendono la massa di fans urlanti, mentre il DJ le intrattiene. O almeno ci prova.
- Devo dire che hai scelto con grande attenzione il DJ – si complimenta David, con un sorriso.
- Ho ascoltato i pareri dei ragazzi e ho scelto in base a quelli. Dopotutto, è il loro show – rispondo, ricambiando il sorriso.
- Beh, comunque, ti avevo sottovalutata, non pensavo fossi così...competente -.
- Hai fatto di peggio. Mi hai dato della bambina – dico, fingendomi offesa.
- Mi scuso per l' imperdonabile offesa, signorina -.
Scoppio a ridere, divertita. Che gran buffone.
Mi lascia da sola di fronte al tendone, mentre osservo, per l' ennesima volta, le fans. Sorrido di fronte a tutti quei cartelloni, simbolo del loro quasi patetico tentativo di attirare l' attenzione dei ragazzi. Se sapessero tutte le risate che si fanno, poi, a fine concerto, sulle loro scritte, probabilmente i Tokio Hotel finirebbero di fare carriera.
E qui, nessuno, ha voglia di essere licenziato. Me compresa.
Lavorare con loro è un po' come lavorare un anno in una rivista di moda. Ti apre un sacco di porte che spesso, però, nessuno riesce a varcare.
Il mio obiettivo? Non ne ho idea, per il momento sto benissimo dove sono.
Irritazione esclusa. Fosse per quella, sarei capace di mandare a monte mesi di sforzi e di bocconi mandati giù a forza di ripetermi che tutto si sarebbe sistemato.
Non è un buon modo per onorare il mio sudore e le mie fatiche, ma sono sicura che il buon Dio mi perdonerebbe comunque.

**



Immaginate una situazione imbarazzante pressapoco come questa: Io e Tom Kaulitz in macchina, da soli, mentre ci dirigiamo verso lo studio.
La mia macchina ha deciso di rompersi proprio ieri e ora l' unico modo per arrivare al lavoro è farmi venire a prendere da Tom, visto che lui e suo fratello sono i più vicini a casa mia. Piccolo ma gigantesco dettaglio: Bill oggi non viene, ha il raffreddore. Solo lui poteva farmi un torto del genere.
- Potresti anche sorridere ogni tanto. No guasta – sbuffa, mentre cambia la marcia.
- Beh, potresti farlo pure tu -.
- Io lo faccio, sei tu l' incognita tra i due -.
- Non è vero -.
- Sì, continui a negarlo, quindi è vero -.
Mi arrendo per l' ennesima volta; impuntarsi su qualcosa durante una discussione con lui era impossibile; riusciva sempre a battermi. Come stava facendo adesso.
- Arriverà il giorno in cui finalmente ammetterai quello che tutti hanno già confermato. Quando accadrà, ricordami che dobbiamo chiarire un paio di questioni. Farlo adesso sarebbe impensabile -.
- Però l' hai pensato – ribadisco, confusa.
- Beh, speravo di sbagliarmi, in un certo senso -.
- Sei impossibile -.
- Lo so, ma tu mi batti, di parecchio -.
Sorrido. In fondo, quando mi dava ragione e o riuscivo a superarlo in qualcosa, era divertente.
C' era persino la possibilità concreta, in quei casi, che Tom apparisse ai miei occhi simpatico. Ma solo per qualche frazione di secondo.
Arriviamo in studio e mi fiondo verso la porta. Reazione istintiva.
- Non vedi l' ora di lavorare, non è così? - mi prende in giro Tom.
- Sì – rispondo, secca.
La saletta me la ricordavo più grande, ma va bene lo stesso anche così, piccina piccina.
E' un' impresa far capire a Tom che il suo posto è stare seduto sullo sgabello a suonare la chitarra e non dietro la batteria. Ho provato a convincere Gustav a sedersi al posto di Tom, ma il tentativo di persuaderlo è stato chiaramente inutile considerando il fatto che lui, senza batteria, è praticamente inutile.
- Ragazzi, però, così non funziona. Tom, non puoi prendere il posto di Gustav. Se ci tenevi tanto, perchè non hai suonato la batteria invece della chitarra? Gustav, siediti al tuo posto e facciamola finita. Georg, qualche obiezione o hai deciso anche tu di prova l' emozione del sederti nel posto sbagliato? -.
Scuote la testa, sorridendo. Dopo vari momenti, finalmente si decidono a provare qualche canzone. Non erano molto credibili come prove, ma senza cantante non si poteva fare molto di più.
David non sarebbe stato contento se avesse saputo che le prove erano saltate solo perchè i ragazzi non erano in grado di star seduti ai loro posti.
- Ok, basta. Per oggi non si può fare altro, suppongo – sussurro, stiracchiandomi.
- No, direi che potremmo tutti tornarcene a casina – propone Tom, con un sorriso.
- Buona idea – acconsentono, gli altri.
Salutiamo tutti i tecnici e usciamo dallo studio.
Non che morissi dalla voglia di entrare nella macchina di Tom, ma fare a piedi la strada fino a casa non era nei miei programmi. O almeno non per il momento.
Allaccio la cintura con gesto automatico, e lui fa lo stesso dalla sua parte.
- Credo che sarebbe anche arrivato il momento di parlare. Non sei d' accordo? - esordisce, interrompendo il silenzio.
- No – rispondo, acida.
Sorride. Che ha da sorridere?
- Parlo io allora. Secondo Bill, io e te dobbiamo parlare – comincia.
- Di cosa? -.
Prima cosa da fare la prossima volta che vedrò Bill: sfigurargli la faccia.
- Beh, di tante cose. E io sono d' accordo con lui. Tipo, del fatto che ci scanniamo tutte le volte, che ci sono momenti in cui sembra che andiamo d' accordo... -.
- Appunto, sembra – aggiungo, senza lasciarlo finire.
Sorride di nuovo, divertito più di prima.
- E poi dovremmo parlare del fatto che ci siamo baciati, ricordi? Non è successo molto tempo fa. Tu eri venuta a casa mia di corsa... -.
Sorride al ricordo mentre io sbuffo, di rabbia.
Ancora a riprendere questo discorso. Che palle.
- Preciso che sei stato tu a baciare me. Io ero dell' intenzione di farti a pezzi -.
- Non essere così cattiva con me -.
- Chiedo scusa – sbuffo.
- Scuse accettate. Adesso mi lasci parlare o hai intenzione di interrompermi ancora? -.
Lo guardo e scoppio a ridere. - No prego, parla pure -.
- Bene. Allora, io credo sia un problema di fondo, sai? Siamo partiti con il piede sbagliato, anche se più o meno partire dal piede sbagliato lo facciamo sempre. E poi credo che anche che se io e te ci impegnassimo riusciremmo ad andare d' accordo -.
Fa una pausa e si volta verso di me, per vedere se ho qualcosa da dire. Il mio silenzio gli fa capire che può tranquillamente proseguire. Almeno per ora.
- Poi volevo chiarire quella piccola faccenda sul tuo amico Leo. Posso spiegarti perchè non mi è mai andato a genio. Semplicemente perchè non è riuscito, in tutto questo tempo e parliamo di parecchi mesi da quando vi siete conosciuti, a dirti che gli piaci da morire. O se lo ha fatto, questo non lo so, non ha usato le parole adatte. Sono convinto che non serva eccedere con i discorsi, con te -.
Che lungo monologo...
- E poi dai...non è questa grande bellezza – conclude, con una smorfia.
Sorrido e mi giro verso di lui.
- Punto primo, se vuoi cominciare a partire con il piede giusto, con me, non tirare in ballo Leo. Punto secondo, mi ha baciata molto prima di te, ma stai tranquillo, l' ho cacciato via di casa -.
- Non sono mi stato così tranquillo come adesso. E poi, lo sapevo; sei troppo intelligente per andare con uno come lui -.
- Non vengo nemmeno con te -.
- Su questo ci lavorerò un po', tranquilla -.
Non sorrido, ma dentro di me sono quasi felice. In fondo come situazione è buffa; sarebbe fantastico vere ora a portata di mano uno dei cameraman che filmano tutto quello che loro fanno. Rivedere questa scena avrebbe fatto sorridere quasi tutti.
Finalmente l' auto si ferma di fronte a casa mia. Spegne il motore ma ho come l' impressione che scendere non sarà tanto facile.
- Eccoci – annuncia, sorridendo.
- Sì, certo, ora scendo – biascico, cercando di afferrare la maniglia.
Dopo assidue ricerche, la trovo. Apro lo sportello e butto la testa fuori, per controllare movimenti sospetti o altro.
- Ah, Chiara? - mi richiama.
Mi giro e lo guardo, mentre attendo che lui continui a parlare.
- Domani pomeriggio niente prove, ho sentito Bill prima. Perciò credo che non ci sarà bisogno di te in studio – mi informa.
- Come volete. Al massimo mi chiamate e io arrivo – annuisco, seria.
- E come faresti ad arrivare? - domanda, perplesso.
- Kaulitz, siamo nel 2010. Esistono quelle macchine che ti vengono a prendere sotto casa che la gente generalmente chiamano taxi – sbuffo, alzando gli occhi al cielo.
Sorride e scuote la testa, esasperato.
- Bene, io vado. Salutami tuo fratello -. Lo saluto e scendo definitivamente dall' auto.
Quando l' auto è abbastanza lontana, apro la porta ed entro.


SPOILER (click to view)
Scusate per il cpitolo orrendo. Mi farò perdonare con il prossimo.
 
Top
CarinaCASTRATION.
view post Posted on 20/3/2010, 14:17




Ahah Sere è bello anche questo, non ti preoccupare.

Peròòòò nel prossimo voglio proprio ghignarmela dall'inizio alla sera.
 
Top
gelosa94
view post Posted on 20/3/2010, 16:22




macchèèèèèèèè a me piace un casino questo capitolo
c'è waaaaaa
ok basta
non vedo l'ora di sapere cosa chiara farà a Bill
non so perchè ma continuo a pensare che alla fine tra tom e chiara nascerà solo una grande amicizia
e forse la vera storia d'amora se mai c'è ne sarà una sara con bill
ma vabbe e solo un presentimento
per niente fondato frutto della mia testolina malata
comuuuunque mi piace tantissimo il capitolo
amo i battibecchi tra tom e chiara
xd postaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
 
Top
; Lady ;
view post Posted on 20/3/2010, 16:25




CITAZIONE
dall'inizio alla sera

Uhm?o.o
 
Top
CarinaCASTRATION.
view post Posted on 21/3/2010, 19:00




CITAZIONE (; Lady ; @ 20/3/2010, 16:25)
CITAZIONE
dall'inizio alla sera

Uhm?o.o

Ehm cioè volevo dire dalla mattina alla sera XD
 
Top
80 replies since 16/1/2010, 22:27   699 views
  Share