Verschieden, Progetto fanfiction a sei mani

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,blue nacht`
view post Posted on 8/12/2009, 12:19




ushauhsahsauh *rotola*
 
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Fee1702
view post Posted on 8/12/2009, 13:59




CITAZIONE (,blue nacht` @ 8/12/2009, 12:19)
ushauhsahsauh *rotola*

Cosa ridi tu? :bubù:
Vai a scrivere piuttosto :bubù:
 
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,blue nacht`
view post Posted on 8/12/2009, 14:00




CITAZIONE (Fee1702 @ 8/12/2009, 13:59)
CITAZIONE (,blue nacht` @ 8/12/2009, 12:19)
ushauhsahsauh *rotola*

Cosa ridi tu? :bubù:
Vai a scrivere piuttosto :bubù:

Antipatica :bubù:
 
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; Lady ;
view post Posted on 8/12/2009, 14:21




Mi fate morire dal ridere.
Ma evitiamo gli spargimenti di sangue, ok? :no:
 
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BuffyTH_89
view post Posted on 8/12/2009, 16:04




Eccoooooooooooomi, finalmente ho letto gli ultimi due capitoli!
Che dire, già la cosa si fa interessante, e come potrebbe non esserlo quando ad un concerto quattro ragazzi si danno alle risse?? XDDDD
La scena è stata assai spassosa, anche io avrei onestamente massacrato chi mi avesse trattenuta impedendomi di andare sul palco XDD E che cavolo!
E spettacolare "l'incontro" tra i quattro e le ragazze, con la gentilissima frase di Charlie, che io tra l'altro già adoro XDD
Come adoro sentirle insultare Tom, la soddisfazione è incredibile, considerando che lui non si smentisce, risultando ancora l'incredibile sfigato che è^^ Insomma, finchè lo infama io la amo <3 Buahahah^^
Brave ragzze, ci piace ci piace ci piace, si attendono aggiornamenti!
 
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Fee1702
view post Posted on 8/12/2009, 20:31




CITAZIONE (BuffyTH_89 @ 8/12/2009, 16:04)
Come adoro sentirle insultare Tom, la soddisfazione è incredibile, considerando che lui non si smentisce, risultando ancora l'incredibile sfigato che è^^ Insomma, finchè lo infama io la amo <3 Buahahah^^

E te pareva XDDDDDDDDD

Ti amo <3
 
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....:GiulY:....
view post Posted on 8/12/2009, 22:30




Allora, commento solo ora perchè ieri l' ho letta a mezzanotte tutta di un fiato.
Mi è piaciuto molto il discorso tra Charlize e Tom, che per chissà quale motivo quasi tutti i discorsi belli, romantici o significativi che ho letto nella mia breve vita sono al 99,9% di fuori alla finestra, su terrazze, balconi o giardini.
Povere Lizie e Anabel, solo per il loro posto sul lavoro costrette a guardare i loro innammorati ma senza parlare con loro di conseguensa sputtanate dalle Schneider per il fatto che sono al loro servizio, La storia tra Tom e Charlize m' incuriosice molto, loro come le calamite con i negativi e i positivi se si girno si attaccano, ma se si rivoltano si allontanano, non vedo l' ora di segiure lo svolgimento e poi chissà cosa esce dalla testolina della Vale.
Bil con i camperos XD che tajo!
 
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Fee1702
view post Posted on 8/12/2009, 22:58




CITAZIONE (....:GiulY:.... @ 8/12/2009, 22:30)
Mi è piaciuto molto il discorso tra Charlize e Tom, che per chissà quale motivo quasi tutti i discorsi belli, romantici o significativi che ho letto nella mia breve vita sono al 99,9% di fuori alla finestra, su terrazze, balconi o giardini.

Quanto ti quoto.
Ho passato tutto il mio tempo a scrivere di situazioni smielate, smancerie e robe così nelle mie vecchie FF e ora non le sopporto più, per carità, belle quanto vuoi, ma ora non riesco più nemmeno a leggerle. (ecco uno dei motivi per cui non riesco a continuare Twin souls XD) Charlize è il primo personaggio che descrivo che di romantico non ha nulla, meno di zero ed è infatti uno dei personaggi che mi diverto di più a descrivere ^^

CITAZIONE (....:GiulY:.... @ 8/12/2009, 22:30)
La storia tra Tom e Charlize m' incuriosice molto, loro come le calamite con i negativi e i positivi se si girno si attaccano, ma se si rivoltano si allontanano, non vedo l' ora di segiure lo svolgimento e poi chissà cosa esce dalla testolina della Vale.
Bil con i camperos XD che tajo!

Grazie Giuly, mi fa piacere che ti incuriosiscano i miei personaggi ^^
Kuss
 
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Kate ~
view post Posted on 21/12/2009, 19:26




Ecco il mio capitolo, spero vi piaccia ^_^

Capitolo 5



Eva aveva sonno, dal momento che era in piedi da quasi ventiquattro ore, ma il cellulare suonò proprio mentre poggiava la testa sul morbido cuscino dell’hotel. Un hotel maestoso, proprio come il suo nome “Grand Palace”.
Afferrò il telefonino e rispose, strascicando i vocaboli “Sì?”
«Eva, sono Tom»
«Che succede?» la mora si stropicciò un occhio con la mano libera e guardò l’ora «E’ notte, ho sonno Tom»
«Puoi venire un salto da me?» ogni volta che il rasta le porgeva quella domanda, significava solo una cosa: aveva voglia di chiacchierare. Certo, Tom aveva sempre Bill al suo fianco ma da quando Eva era entrata nella loro vita, aveva scoperto di sentire la mancanza di una controparte femminile con la quale confidarsi. Il parere di una donna era importante e la loro amicizia era sincera, senza nessun tipo di coinvolgimento sentimentale. Nonostante avessero trascorso più di una notte nello stesso letto, non si erano mai nemmeno sfiorati. C’era rispetto fra loro e tanta stima.

Senza rispondere, Eva interruppe la comunicazione ed uscì dalla sua stanza, bussando poco dopo a quella di Tom.
«Sapevo che saresti venuta» la salutò il rasta, facendola accomodare. Eva si buttò subito sul letto di Tom e, intrecciando le mani dietro alla testa, aspettò che il ragazzo cominciasse a parlare.
«Stasera siamo stati a cena con quelle ragazze, sai quelle della rissa?»

Eva annuì. Si ricordava benissimo della rissa della sera precedente, perché quella scena l’aveva disgustata per via dell’arroganza di due delle quattro contendenti. Erano belle, probabilmente ricche sfondate e dannatamente snob, caratteristiche che Eva detestava fin dall’infanzia, perché le ricordavano tanto sua sorella.

«Sì, ho presente. E quindi? Come mai in questo momento nessuna di loro è in questa stanza?»
Tom fece una smorfia «Ci ho provato, ma la bionda mi ha dato buca»
Eva si lasciò scappare una risatina «Beh amore, non sempre le cose vanno come vorremmo!»
«Mi piace quella ragazza, mi stuzzica, mi insulta, mi tiene testa: Eva, prima della fine del mese la voglio in questa camera»
«Odio questi discorsi e lo sai bene! Non puoi pretendere che tutte cadano ai tuoi piedi»
«Mi ha mollato per un bellimbusto che guidava un macchinone. Mi ha lasciato lì fuori come un pirla»
Eva si alzò dal letto e raggiunse il rasta che passeggiava avanti e indietro «Ti senti frustrato?»
«Un po’»
La ragazza gli carezzò una guancia «Scommetto che ti passerà presto, domani ne vedrai un’altra e sarà sempre la stessa storia. E’ sempre così, con te»
«Sei gelosa?» sghignazzò lui.
«Ma no, scemo!» e poi pensò “Non di te”
«Grazie per essere venuta e scusami, so che sei molto stanca»
«Non ti preoccupare, mi fa piacere poterti essere utile» gli schioccò un bacio sulla guancia ed uscì dalla stanza, salutandolo con la mano e augurandogli una buona notte.
Mentre, a passi felpati, cercava di raggiungere la sua camera, la testa di Bill fece capolino dalla sua camera «Eva, hai un secondo?» la ragazza, rassegnata, fece dietrofront e si infilò nella stanza di Bill.
«Dimmi tutto» esordì, chiudendosi la porta alle spalle.
«Sai che stasera…»
«Eravate a cena con le tizie della rissa, quelle belle da mozzare il fiato. Quale delle quattro ha catturato la tua attenzione?» lo interruppe.
«Hai già parlato con Tom?» Bill sapeva del rapporto confidenziale, particolarmente forte, che si era instaurato fra il suo gemello ed Eva e a volte era invidioso, perché nessuna ragazza aveva mai ascoltato le confidenze di Tom, prima di lei.
«Sì, esco ora dalla sua stanza» ammise Eva «Ma dimmi, che posso fare per te?»
«La mora, Ashley. Lei…»
«Lei?»
«C’è qualcosa nei suoi occhi… insomma, all’apparenza sembra snob ma parlandoci… mi sono sentito a casa, Eva»
Eva sbuffò. Quelle due non le piacevano, le aveva osservate nel momento della rissa, la sera prima, e aveva visto il modo vergognoso con cui avevano trattato le altre due ragazze, per le quali invece provava una spiccata simpatia, ma decise di tenersi quel pensiero per sé.
«Colpo di fulmine?» chiese.
«Può darsi…»
«E le altre due, come mai non c’erano? Georg mi sembrava parecchio interessato ad una di loro» nel dirlo, il cuore accelerò i battiti.
«Lavorano qui. Servivano ai tavoli, ma le ho viste solo di striscio»
«Ah, capisco» e, nella sua mente, le fu subito chiaro che quella storia stava assumendo le tinte di un romanzo rosa: le ricche e le povere.
«Cosa faccio? Le chiedo di uscire?»
«Provaci, tentar non nuoce. Ma vacci piano, non voglio cuori spezzati»

La conversazione durò ancora per qualche minuto, fino a quando Eva lasciò anche la stanza di Bill e raggiunse la sua. Prima di entrare, osservò la porta chiusa che stava di fronte a lei, quella oltre la quale dormiva Georg. Il desiderio di bussare e di impicciarsi dei fatti suoi fece capolino nella sua mente ma scacciò l’idea. Optò per un giro da Gustav, il quale la fece entrare e chiacchierò per un quarto d’ora con lei.

«Sono passata per assicurarmi che tu non avessi bisogno di consiglio di cuore” ridacchiò.
“Lizie, cioè Elizabeth non era a cena con noi. Lei lavora qui…»
«Lo so, Bill me ne ha parlato. Mi sembra una ragazza molto carina, anche se ho avuto modo di vederla solo ieri»
«Volevo proporle una passeggiata o un caffè»
«Potresti tentare, in fondo mi è parsa interessata»
«Tenterò. Grazie per la visita, Eva. Fai molto di più di quello che dovresti, per noi. Sei un’amica»
Compiaciuta e felice, la ragazza tornò sui suoi passi e cedette all’impulso di andare da Georg, terminando così il giro delle stanze. Il ragazzo aprì la porta dopo pochi secondi, i capelli ancora bagnati dopo la doccia e gli occhi stanchi.
«Ciao» balbettò Eva «Stavo facendo un giro di ricognizione. Come è andata la tua serata?»
«Insomma… Pensavo di ritrovare a cena la ragazza di ieri sera, ma non è stato così. Delle volte, penso di essere troppo fortunato su alcuni fronti e totalmente sfigato su altri»
Eva avvertì una stretta al cuore «So che lavora qui»
«Già, magari la rivedrò»
«Mai dire mai…» mormorò, stancamente. Aveva dato consigli di cuore a tutti, quella sera, ma nessuno, nemmeno Tom, le aveva chiesto cosa provasse lei.
«Vuoi entrare?» domandò Georg, che fino a quel momento era rimasto appoggiato allo stipite della porta, bloccando ad Eva l’accesso.
«No, no, grazie. Sto morendo di sonno, volevo solo assicurarmi che stessi bene» poi lo salutò e sparì nella sua stanza.

Sdraiata sul letto, gli occhi puntati sul soffitto, si rese conto di essere finita dritta dritta nella tela intessuta da Cupido. Maledizione.

Continua...
 
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....:GiulY:....
view post Posted on 21/12/2009, 20:03




Il capitolo in sostanza è breve, ma intenso, sa contemporaneamene di casa e di oro (esatto do sapori alle situazioni, anche se sono sapori inesistenti, ma in fondo bisogna dare l' idea).
Eva: tre semplici lettere per definire un grande donna,che mi rispecchia molto; sopratutto in questa situazione, in poche parole l' adoVo!Ho una minuscola sensazione che le intensioni di Tom su Charlize sono al 50 e 50 ovvero: in parte se la vuole portare al letto e in parte prov qualcosa per lei.
 
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Kate ~
view post Posted on 22/12/2009, 12:55




Sono contenta che ti piaccia Eva e che vi piaccia la FF! *_*
 
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,blue nacht`
view post Posted on 31/1/2010, 19:34




Capitolo 6

«Tom, diamine. Cosa stai combinando?»
Il tono severo di Gustav si fece eco tra i corridoi della lussuosa suite, finendo inesorabilmente nelle orecchie del ragazzo, ed obbligandolo a correre il più velocemente possibile da una parte all’altra.
«Sto cercando una penna», disse, muovendosi con poca eleganza tra i divani. «Diamine, in questo cazzo di albergo non c’è neanche una misera biro», esclamò, maledicendo tutti i soldi spesi in quella suite.
Georg lo bloccò all’improvviso, contorcendo un sorriso. «Stai cercando questa?», domandò, mostrando, in alto, una penna color oro.
Il biondo alzò lentamente la testa, meravigliato alla vista di quello splendore. «Sì», sussurrò, prendendogliela dalle mani.
«Cosa devi farci?», domandò Gustav, spuntando da dietro la porta, con accanto Bill.
Il biondo borbottò un qualcosa di incomprensibile, scrivendo in un piccolo pezzo quadrato di carta e dando le spalle agli altri.
«Tom?», intervenne Bill, avvicinandosi al fratello.
Il chitarrista sussultò, voltandosi pericolosamente nella direzione del gemello. «Sì?», rispose, nascondendo il foglietto.
«Cosa stai scrivendo?», insisté Bill, avanzando verso di lui.
Tom contorse un sorriso forzato, strappando la carta dal block notes e dirigendosi in camera. «Niente, il numero di Charlize»
Il moro alzò il sopracciglio destro. «Charlize?», domandò, dubbioso. «La bionda che ti ha miserabilmente dato buca?»
Una voce spuntò dalla camera accanto, rauca. «No, abbiamo soltanto rinviato l’appuntamento», disse, continuando a scrivere di nascosto.
«Qualcosa non mi torna», intervenne Georg, ridendo. «Per me è stato semplicemente scaricato, ed ora sta scrivendo una lettera di perdono»
«Non dire eresie. Come potrei io, Tom Kaulitz, SexGott dei Tokio Hotel, chiedere scusa ad una ragazza? E’ inammissibile, inconcepibile!», urlò Tom dall’altra stanza, alterando il tono della voce.
Continuò a scrivere velocemente, con la mano che gli sudava e la paura negli occhi.

"Affido a voi, care inservienti, il compito di comprare dell’intimo da donna, necessariamente ornato di pizzo, con la speranza che mi salviate dall’incubo
“commesse curiose di sapere che cazzo me ne faccio io di mutandine e reggiseno rosa”,
e con la certezza di avere una mente femminile che pensi a quale completino sia meglio per una ragazza bionda, alta e snella.
Saluti, un vostro cliente.
P.S.= Non abbiamo abbastanza redbull nel frigo, vedete di rifornirlo con la quantità dovuta. Vi pagano anche per questo"


Lesse per un’ultima volta ciò che aveva scritto, maledicendo la sua stessa testa calda e pensando, vogliosamente, a come un immaginario completino stesse bene sopra le sinuose curve di Charlize.
«Ecco fatto», sussurrò tra sé, poggiando il foglio al di sotto del telecomando e dirigendosi velocemente nel soggiorno. «Sono pronto.»
«Alla buon’ora», bofonchiò Bill, alzandosi dalla sedia ed aprendo la porta. «L'intervista alla radio non aspetta noi»
Georg, che stava vagando per i suoi pensieri, contorse un piccolo sorriso, alzando gli occhi al cielo ed osservando il soffitto.
«Hobbit?», domandò Tom, sventolandogli una mano davanti. «Sei ancora con noi?», esclamò, ridendo.
Il bassista abbassò la testa, disturbato. «Sì, stavo solo pensando»
«Mh, fammi indovinare. Si tratta, per caso, di una bella morettina dagli occhi azzurri?», chiese divertito Tom, sistemandosi il cappellino.
«Sì», ammise, infine. «Mi dispiace che non si siano unite a noi, ieri sera»
Bill avanzò verso di lui, serio. «Stavano lavorando, Georg. E’ il loro compito»
«Però, non è giusto. Avevano diritto anche loro ad una serata di svago», intervenne Gustav.
«Non credo sarebbe stato il caso», ammise Tom, alla sua sinistra. «Hai visto come guardavano le Schneider? A momenti, si scannavano con gli occhi»
Georg sbuffò. «Già »
Il chitarrista gli diede un colpo nella spalla, ridendo. «Tranquillo, Hobbit. La rivedrai presto»
Ed in cuor suo, Georg sapeva che, nonostante tutto, le avrebbe riviste di nuovo, con il loro sorriso, i loro semplici modi di fare, ma non credeva, in realtà, in quale occasione le avrebbe rincontrate, né se avrebbe avuto il tempo di parlarci; perché lavorare in un albergo a cinque stelle non era un lusso, e questo lo sapevano anche loro, che di alberghi avevano cucito la loro vita.




«Merda», urlò Elizabeth, stringendosi il dito. «Merda, merda, merda!», continuò, ansimando.
Anabel arrivò velocemente dalla cucina, con i panni in mano e i capelli raccolti in una coda. «Lizie, che succede?»
La rossa sbuffò, succhiandosi il dito. «Mi sono appena chiusa la mano dentro il cassetto»
Bell non trattenne una risata, sedendosi nel divano ed asciugandosi le lacrime. «Oddio, ti fa male?», disse, nascondendo il sorriso tra le mani.
Lizie la guardò sinistra, continuando a massaggiarsi il dito. «No, Bell. Anzi, ora che l’ho schiacciato, sto molto meglio di prima», bofonchiò, imbronciandosi.
La mora rise pesantemente, adagiandosi nel divano color notte. «Hai ragione. Scusa, tesoro», disse, rimettendosi in sesto. «Vuoi che ti dia la pomata?», chiese.
«No, lascia stare. Ormai, è andato», sbuffò Lizie, sbattendo il cassetto e riprendendo a spazzare.
«Ehi, cos’è questo?», domandò Bell, prendendo un foglio da sotto il telecomando del televisore. «Che bella scrittura», continuò, incominciando a leggere.
Lizie si unì accanto a lei, osservando la lettera ed inarcando un sorriso. «Oddio, questo è convinto che le cameriere debbano rispondere alle richieste extra dei clienti», concluse, asciugandosi una lacrima.
La mora contorse un sorriso perverso, strappando un foglio dallo stesso block notes usato dal cliente.
«Cosa hai intenzione di fare?», domandò Lizie, osservando l’ amica scrivere frettolosamente in quel pezzo di carta bianco.
Bell sorrise di nuovo, finendo la frase con un bel punto fermo, adornato di rigoroso inchiostro rosso. «Gli ho semplicemente risposto»
«Risposto?», domandò incerta, guardando il viso divertito di Bell.
«Sì, risposto a dovere», concluse, poggiando il block notes sopra il comodino.
La rossa sussultò, spaventata. «E se ci licenziano?»
«Non lo faranno», rispose Bell, sicura. «Non possono farlo», concluse, osservando gli occhi celesti dell’amica.
La mora le sorrise un’altra volta, prendendola per le spalle e trascinandola nel soggiorno. «Dai, adesso finiamo di pulire la stanza di questi maiali», esclamò, ridendo. «Non sanno neanche corteggiare una ragazza. Ti chiedono, addirittura, di comprargli dell’intimo. Che razza di incapaci», borbottò, in lacrime.
Elizabeth si fermò all’improvviso, bloccando l'andare della mora. «Bell?»
«Sì?»
Sospirò, stringendosi il grembiule tra le mani. «Non ti avevo mai visto sorridere così tanto, in compagnia di un ragazzo»
La bruna si rabbuiò, abbassando lo sguardo. «Neanche io»
«Dici che son quelli giusti per noi?», domandò, ingenuamente.
Bell contorse un sorriso, impercettibile, nascondendo gli occhi sotto l’ombra dei capelli. «Non lo so, Lizie. Goditela finché puoi»
«Bell», disse, prendendole il mento con le dita e facendola voltare nella sua direzione. «Non dimenticare che per vedere felici gli altri, devi prima esser felice tu»
La mora rise, dolcemente. «E questa perla di saggezza?»
«Me l’hai insegnata proprio tu», rispose, sorridendole.
«Oh, ma io delle volte sparo un sacco di sciocchezze, dovresti saperlo», esclamò, muovendo la mano in aria con nonchalance.
Elizabeth prese la scopa, imitando una majorette. «Tu, comunque, ricordati di questa perla di sciocchezza»
«Va bene, capo», esclamò la mora, mettendosi una mano in fronte e trattenendo una risata.
Forse, aveva ragione Elizabeth. Forse, c’era un qualcosa anche per lei, per quella strana ragazza che puliva giorno e notte le stanze di lussuosi alberghi, in cerca di una distrazione, di un qualsiasi impiego, per non sentirsi completamente sola.
E forse, era proprio la compagnia di quella ragazza che rendeva felice una parte del suo cuore, della sua anima; perché non si era mai affezionata così tanto ad una persona, al di là di se stessa, proprio come aveva fatto sua madre, con la sua morbosità verso altri uomini.
Guardò per un’ultima volta il biglietto adagiato nel comodino, e per poco non scoppiò a ridere, osservando lo sguardo incredulo dell’amica, paurosa di conseguenze inaccettabili per la loro salute di piccole donne.
«Stasera, pane e cioccolata?», domandò Elizabeth, guardandola.
Bell contorse un sorriso, felice. «Sì. Stasera, pane e cioccolata»
E forse, un posto per qualcun altro, nel suo cuore, poteva procurarselo.



«Dove vai?»
Una voce calda e sinuosa percorse le sue orecchie, rendendola incapace di reagire.
«Devo tornare a casa, Ashley mi sta aspettando»
«Non puoi scappare, così, da me», riprese il moro, baciandola nel collo.
Charlize sussultò, inarcando la schiena ed emettendo un gemito. «Kevin, non posso», disse, alzandosi dal letto e rimettendosi il vestito. «Non oggi»
Il ragazzo sbuffò, ributtandosi nel letto e stringendo il cuscino. «Acida»
«Non meno di te», rise Charlize, avvicinandosi a quel corpo e baciandolo sulla guancia.
Poi, i suoi occhi cambiarono.
Il viso che aveva visto prima, le mani, i capelli erano completamente diversi da quelli che gli apparivano ora, arruffati, biondi e raccolti in una coda.
«Tom?», domandò la bionda, indietreggiando spaventata.
Il ragazzo aggottò la fronte. «Charlize, ti senti bene?»
La ragazza si coprì gli occhi, con la bocca ancora aperta ed un mal di testa che tardava a finire. «Sì, sono soltanto stanca»
«Ci credo, dopo quello che abbiamo combinato stanotte», sottolineò Kevin, adagiandosi sul bordo del letto, ad ammirare quella bellezza scultorea.
Charlie sorrise. «Dopo quello che ho combinato io, vorrai dire», concluse, prendendo la borsetta di Chanel da sopra il comodino.
«Convinta tu», intervenne il ragazzo.
«Convinti tutti», completò la bionda.
Kevin si sedette nel materasso, poggiando la schiena nel freddo legno della spalliera. «Ciao, piccola»
Charlize lo baciò nuovamente, questa volta sulla bocca, mordendolo insistentemente sul lato sinistro. «Grazie, per la bella serata»
Si allontanò con soavità dalla stanza, lasciando nell’aria una fragranza di vaniglia, proprio come quella che piaceva a lui, e poi si diresse verso l’uscita, in attesa di un taxi che avesse potuto riaccompagnarla a casa.
«Tom Kaulitz», sussurrò tra sé, aprendo lo sportello della macchina, rigorosamente verniciata di giallo.
L’autista sussultò, incerto. «Come, signorina?»
«Niente, borbottavo. Dunque, Gran Palace Hotel», asserì la bionda, componendo dieci lettere nella ricerca automatica del suo palmare.
Forse, era il caso di fare qualche ricerca in merito a quel ragazzo, e forse, era il caso di toglierselo completamente dalla testa, prima di poter continuare ad andare a letto con altre persone.
All’improvviso, sentì il cellulare vibrare tra le sue mani, spaventandosi dell’istantaneo contatto con esso.
«Ashley», rispose, sorridendo. «Sì, sto arrivando. Come? Quelle due puliscono la stanza dei ragazzi? Bene, molto bene», concluse, contorcendo una risata perversa e chiudendo la chiamata.
«Signore, cambiamo direzione», esclamò, all’improvviso. «Andiamo agli studi di registrazione della Universal», disse, specchiandosi nel finestrino ed osservando quanto i suoi occhi potessero bruciare.


 
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....:GiulY:....
view post Posted on 1/2/2010, 16:52




Oddio Tom, mi sembra un tredicenne alle prese con la sua prima ragazza
CITAZIONE
P.S.= Non abbiamo abbastanza redbull nel frigo, vedete di rifornirlo con la quantità dovuta. Vi pagano anche per questo"


Questo pezzo mi ha divertita un sacco, esprimerebbe il mio volere se fossi in un hotel dove è finito il tè freddo alla pesca.
Ho una brutta sensazione riguardo all' arrivo di Charlize allo studio, e di conseguenza sono attratta dallo svolgimento. Quindi visto che mi ha divertita e incuriosita mi sembra opportuno che voi continuiate, non vi pagano per farlo, ma comunque lo dovete fare quindi vi consiglio espressamente di postare
 
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view post Posted on 15/2/2010, 00:22
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Dare to dream

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Ed eccomi qua con il mio primo vero capitolo di questa ff...
Spero che vi piaccia, aspetto i vostri commenti! ^_^

Capitolo 7



Dieci minuti dopo il repentino cambio di direzione, Charlize arrivò agli studi di registrazione dell'Universal, mostrando un documento di identità in cui spiccava il cognome Schneider, in un attimo si ritrovò davanti alla stanza in cui i ragazzi stavano provando.
Un omone sui 40 anni vestito di nero, si avvicinò a lei «Signorina dove crede di andare?» disse con tono severo.
La ragazza spoderò il suo sorriso più falso e si avvicinò a lui sensualmente «Sono la figlia del proprietario dell'hotel dove i ragazzi alloggiano, sono venuta a fargli una sorpresa» rispose con fare altezzoso mentre si rimirava con nonchalance la perfetta manicure fatta appena il giorno prima.
Toby fece una smorfia, ora che ci pensava aveva riconosciuto la ragazza, era decisamente la bionda che Tom aveva puntato la sera prima, ma non l'avrebbe fatta passare senza il consenso da parte dei produttori, stavano lavorando e non potevano permettersi distrazioni.
«Aspetta qui, quando i ragazzi faranno una pausa chiederò a David se posso farti entrare» esclamò dopo qualche istante.
Charlize però, non aveva alcuna intenzione di sprecare il suo preziosissimo tempo in lunghe attese su di un polveroso divanetto, così decise di affrontare il problema per le corna, come aveva sempre fatto.
Sbuffò infastidita in faccia al bodyguard e si avvio passi veloci verso il manager, che dalla sua postazione controllava che tutto fosse perfetto.
A nulla servirono gli ammonimenti da parte di Toby che cercò di fermarla, la bionda spalancò la porta e senza curarsi della faccia sorpresa di David, avvicinò il microfono alle sue labbra «Hey ragazzi, ho una sorpresa per voi!»
I quattro musicisti all'interno si interruppero subito stupiti, cosa diavolo stava accadendo?
David rosso in viso per la rabbia le urlò in faccia chi diavolo si credeva di essere per fare una cosa simile.
Dall'interno però una voce calmo di animi «David è tutto a posto, è una nostra amica...» si affrettò a dire Tom, che conoscendo un pochino il carattere della ragazza, sapeva che ne sarebbe uscita una pesante lite col manager. Quella ragazza era estremamente altezzosa e viziata, nessuno poteva contraddirla od ostacolarla, anche quando lei aveva torto marcio.
In un attimo i ragazzi uscirono dalla camera insonorizzata e li raggiunsero, Gustav per prima cosa cercò di spiegare al manager chi fosse quella pazza, e lo tranquillizzò anche perchè avevano effettivamente quasi finito per quel giorno.
«Non resistevi senza di me?» sussurrò malizioso Tom all'orecchio della bionda non appena la raggiunse
«Ti piacerebbe vero?» sibilò Charlize senza quasi calcolarlo, prima di mettersi al centro, in modo da farsi sentire bene da tutti «Sono venuta a farvi una sorpresa, e ad invitarvi personalmente ad una festa che terremo questa sera nel nostro hotel»
«Una festa?» domandò dubbioso Georg.
«Si esatto, mio padre è molto felice di poter ospitare delle celebrità del vostro calibro e per questo vuole ringraziarvi per averci scelto, con una festa in vostro onore» disse Charlize con il sorriso più falso che conoscesse.
In realtà quell'idea le era venuta in mente sul taxi, mentre si dirigeva da loro, voleva assolutamente umiliare quelle due inservienti impertinenti facendole fare degli straordinari davanti ai loro beniamini, e poi voleva aiutare Ashley, sapeva che senza una spintarella la sorella non avrebbe mai avuto il coraggio di fare nulla, e il chiodo andava battuto finché era caldo.
«Oh beh, grazie Charlie, verremo sicuramente» esclamò Bill con un sorriso, da quando la bionda era entrata si stava chiedendo dove fosse Ashley, e l'idea di rivederla quella sera stessa non gli dispiaceva affatto.
Georg e Gustav si guardarono un attimo negli occhi, sapevano bene che Lizie e Bell con ogni probabilità erano di turno, ma almeno le avrebbero viste.
«Ok, ci saremo» mormorarono quindi i due.
«E tu Tom, che dici?» chiese con tono di scherno al chitarrista
«Oh si, ci sarò» rispose lui con gli occhi ridotti a una fessura, quella ragazza si stava decisamente prendendo gioco di lui, ma nonostante tutto, la voglia di farla sua iniziava ad essere incontenibile.
«Perfetto, allora ci vediamo stasera, vado a controllare che i preparativi per la festa procedano come si deve, sapete Lizie e Bell non appena avranno finito di pulire le vostre stanze si occuperanno di quello» disse Charlize che non vedeva l'ora di metterle in ridicolo.
A Tom venne un colpo nell'udire quelle parole, allora erano loro le inservienti che stavano pulendo la sua stanza!
Si guardò intorno stranito e a Bill non sfuggì «Tom tutto bene?» chiese preoccupato
«Si si tranquillo» rispose il gemello cercando di fare finta di nulla, se gli altri avessero saputo della sua bizzarra richiesta, lo avrebbero preso per il culo a vita.
I ragazzi si salutarono e non appena la bionda lascio lo studio, Tom sperò con tutto sè stesso che Lizie e Bell fossero persone discrete, anche se un brutto presentimento gli stava contorcendo le viscere.
Charlie cinque minuti dopo era a bordo dell'ennesimo taxi, e armata di cellulare ultimo modello chiamò la sorella «Ashley... stasera noi daremo una festa, preparati perchè quel ragazzo sarà presto tuo»
Non appena la telefonata terminò, appoggiò la testa contro il finestrino, e osservando la caotica vita berlinese che le passava davanti, cercò di convincere se stessa che stava facendo tutto quello solo per sua sorella, quello scopettone non le avrebbe creato nessun problema, mai.


~


La sera arrivò velocemente, le Schneider avevano corso tutto il pomeriggio e avevano dato a ordini a tutto il personale, affinchè la festa fosse organizzata rispettando anche la loro più minima richiesta.
In quel momento erano entrambe davanti allo specchio, stavano finendo di sistemarsi il trucco e mancavano ancora da scegliere i gioielli da indossare.
Ashley ripassò la matita nera sopra l'occhio sinistro, ok ora era perfetto, era riuscita a dare alle sue palpebre la sfumatura che desiderava, il risultato era qualcosa di molto fine, non era eccessivamente pesante, ma allo stesso tempo metteva perfettamente in risalto i suoi occhi chiari.
Si allontanò da quella superficie riflettente e si osservò da lontano, un vestitino nero di Cavalli molto corto, con un lungo spacco sulla schiena, fasciava perfettamente il suo fisico magro, mettendolo in risalto. Una collana in oro bianco con orecchini abbinati completavano il tutto, dandole l'aria di una ragazza molto matura, molto più di quanto lei non fosse effettivamente.
Charlize le apparve alle spalle «Cos'è quello sguardo incerto? Sei uno schianto, non ti resisterà stasera» disse con fermezza.
La sorella sospirò «Lo spero tanto Charlie, ieri sera sono stata benissimo con lui, mi ha fatta sentire bene coma mai nessuno era riuscito a fare prima»
«Penso che tu questo me l'abbia già detto almeno 500 volte in una giornata, le mie orecchie chiedono pietà!» esclamò la sorella fingendo un attacco isterico mentre rideva come una matta.
«Su ora andiamo, li abbiamo fatti aspettare abbastanza» continuò la bionda prendendo la borsetta dal tavolino e porgendo ad Ashley la sua.
Uscendo dalla stanza però, Charlie non poté fare a meno di lanciare un ultima occhiata allo specchio, era convinta di aver curato tutto nei minimi dettagli e di essere uno schianto come sempre ma... questa volta c'era il giudizio di qualcuno che pesava su di lei come un macigno, nonostante si ostinasse a negarlo anche e sè stessa.
Qualche minuto dopo, le sorelle raggiunsero la band nella hall, Charlize fu la prima ad uscire dall'ascensore mostrando la sua solita sicurezza, seguita da una titubante Ashley che cercava di scacciare le sue paure.
Aveva il timore che la magica atmosfera del giorno prima non si ripresentasse, magari per Bill era stata una piccola parentesi, e quella notte l'avrebbe visto divertirsi con qualche invitata molto piò sfrontata di lei.
Ogni suo dubbio venne però scacciato non appena vide il sorriso incantato che Bill le rivolse non appena le apparve davanti, era davvero stupenda e lui non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.
Dopo i vari saluti di rito, il gruppetto si diresse lentamente verso il locale adibito alla festa, c'erano parecchi invitati, tutte persone della "Berlino che conta" che stavano lì a sottolineare la differenza sociale e culturale tra le Schneider e le due rivali.
Gustav e Georg una volta entrati cercarono immediatamente con gli occhi Lizie e Bell, le videro super indaffarate a servire cocktail al bancone, entrambe avevano uno sguardo stanco, tipico di chi non aveva potuto tirare il fiato nemmeno per un attimo in tutto il giorno.
I ragazzi si guardarono perplessi e poi si diressero verso di loro.
Nel frattempo Charlize, dopo essersi pavoneggiata a dovere davanti a Tom ed aver provato uno strano formicolio allo stomaco, decise che l'avrebbe fatto impazzire.
Doveva punirlo, nessuno poteva permettersi di fare vacillare proprio lei, la dura, la più bella, la più dannata ragazza della Berlino ricca, ma cosa avrebbe potuto inventarsi?
Di sicuro la tattica della gelosia funzionava sempre, e aveva potuto notare con piacere di quanto Tom si fosse irritato la sera prima, per la sua improvvisa fuga con Kevin.
Proprio nel momento in cui Tom arrivò da lei con un Long Island tra le mani, adocchiò un altro dei suoi "compagni di nottate di fuoco" e lo lasciò lì come un baccalà, inventandosi una scusa insostenibile.
Il chitarrista si surriscaldò come una pentola a pressione, ma come si permetteva quella di trattarlo così?!
Per di più la vide abbracciare il belloccio in questione e dargli un bacio sulle labbra.
No, no, no, non andava per niente bene così! Preso da un momento di ira cercò Bill tra la folla e lo sottrasse ad Ashley, doveva assolutamente sfogarsi con lui.
La mora rimase per un attimo stupita dall'agitazione del rasta, ma pensò immediatamente che sua sorella doveva aver colpito ancora, quanto avrebbe voluto a volte essere come lei, sapersi godere la vita fino in fondo e divertirsi.
Non era semplice per lei convivere con il suo carattere timido e romantico, soprattutto quando questo ti porta a sentirti un pesce fuor d'acqua.
Il 99% dei giovani ricchi berlinesi erano tutti sfrontati, amanti delle avventure di una sola notte e soprattutto non erano affatto interessati a chi fosse davvero, in lei vedevano solo una "sventola" con un fisico da paura e con un conto in banca con parecchi zeri, ma mai nessuno le aveva chiesto cosa provasse.
Bill la osservava da lontano, rimase colpito dal velo di tristezza che vide per un attimo nei suoi occhi, aveva colto alcune sfumature nei suoi sguardi e nei suoi atteggiamenti, che gli avevano fatto capire che in lei c'era probabilmente molto da scoprire.
Il moro continuava ad ascoltare il gemello che gli stava urlando in un orecchio tutta la sua frustrazione, ma un momento dopo si ritrovò basito a guardare la scena che gli si presentava davanti.
Un biondo decisamente alticcio si avvicinò ad Ashley e senza nemmeno salutarla le appoggiò le mani sul sedere abbracciandola e baciandole il collo.
La ragazza urlò e lo spinse via infastidita, ma lui non accennava a desistere.
Bill non ci vide più, lasciò Tom a parlare praticamente da solo e si avvicinò a lei, giusto in tempo per sentire quello che il ragazzo le stava dicendo «Se non vuoi farti toccare allora smettila di vestirti in quel modo, mettiti una tuta la prossima volta"
«Vattene stronzo» sbraitò Ahsley con gli occhi lucidi
Il biondino la guardò con un sorriso strafottente stampato sul volto «Credi di avercela d'oro vero? Sarà ora che qualcuno ti tolga le ragnatele» le disse prima di voltare i tacchi incazzato nero.
Ashley alzò lo sguardo e vide Bill davanti a lei... no non era possibile, non era giusto... non avrebbe dovuto saperlo così.
Il cantante però non era certo interessato a quello che aveva detto lo stronzo, le si avvicinò visibilmente preoccupato «Tutto bene?» domandò.
«Si grazie, non è nulla» rispose la ragazza con voce altalenante.
Bill però non era stupido, aveva capito benissimo che qualcosa non andava e soprattutto si vedeva che era sull'orlo di una crisi di pianto.
«Chi era quel deficiente?» chiese arrabbiato.
«Il figlio di uno dei soci di mio padre, è una vita che vuole portarmi a letto» spiegò Ashley lasciandosi sfuggire una lacrima.
Il cantante la osservò, le sembrò così piccola, così indifesa, e questo gli fece tenerezza.
«Vuoi che andiamo via di qui?» domandò desideroso di stare un po' di tempo con lei, quella ragazza l'aveva decisamente colpito e voleva conoscerla meglio.
«Si, volentieri» disse accennando un sorriso «però stavolta prendiamo la macchina, ti porto io in un bel posto!» continuò prendendogli involontariamente la mano, come fosse la cosa più naturale del mondo.
Bill annuì e in meno di cinque minuti si ritrovarono a bordo del fuoristrada del padre di Ashley, diretti verso qualche posto che conosceva la mora.
«Scusa dove mi stai portando?» chiese il cantante curioso.
«Ti fidi di me?» chiese la ragazza sorridendo finalmente felice.
«Si, certo» rispose Bill piacevolmente sorpreso da quella sua inaspettata iniziativa.
Ashley ingranò la marcia e uscì dal garage privato dell'albergo, ormai era decisa, l'avrebbe portato nel SUO posto, quell'unico luogo pieno di pace in cui lei si rifugiava ogni qual volta aveva bisogno di stare a sola.
Non avrebbe finto con lui, non avrebbe fatto finta di essere quella che non era, Bill le piaceva troppo per rischiare di perderlo usando giochetti e trucchetti che tra l'altro non le erano mai piaciuti.
Lei sarebbe stata semplicemente sè stessa, senza maschere, senza timori, solo così nel caso in cui fosse andata male, non avrebbe potuto rimproverarsi nulla.
Durante il tragitto i due chiacchierarono del più e del meno, raccontandosi qualche aneddoto divertente sulle rispettive vite, e dopo una breve sosta in un bar dove Ashley scese a prendere qualche birra, arrivarono a destinazione.
La ragazza fermò il fuoristrada su di una piccola radura, in un prato situato in posizione panoramica, alle loro spalle c'era il piccolo boschetto che avevano appena attraversato, che dava a qual posto un senso di protezione.
«Siamo arrivati» mormorò Ashley ad un Bill decisamente perplesso «Avanti scendi, vedrai che ti piacerà» continuò regalandogli un sorriso dolcissimo.
Il ragazzo anche se un po' titubante per la scelta del luogo fece come le aveva chiesto, e la raggiunse ancora più sorpreso sul parabrezza del veicolo, dove lei aveva preso posto appoggiandovi la schiena.
«Siamo sicuri che tuo padre non ci ammazza se gli roviniamo l'auto?» domandò Bill visibilmente in difficoltà.
«Ma no, non si rovina, tranquillo io lo faccio spesso, mi piace un sacco questo posto, guarda che panorama» spiegò Ashley con sguardo sognante.
Davanti a loro, qualche centinaia di metri più in basso, Berlino si prostrava ai loro piedi mostrando tutte le sue luci e le sue sfumature migliori, conferendo a tutta l'atmosfera un qualcosa di magico.
Il cantante rimase incantato ad osservare quello splendore, aveva da tempo una casa in quella città, ma non aveva mai sentito parlare di quel posto tanto speciale.
«E' bellissimo... chissà quanti ragazzi hai fatto cadere ai tuoi piedi in questo posto» sussurrò Bill con una punta di gelosia nella voce
Ahsley abbassò lo sguardo «Veramente sei il primo ragazzo che porto qui, ci sono venuta solo qualche volta con mia sorella» sospirò un attimo e poi riprese «Vedi questo è il mio posto, è qui che vengo quando la vita mi opprime e io ho bisogno di stare in pace con me stessa»
Bill rimase molto colpito dalle sue parole, a prima vista sembrava una ragazza snob e viziata, ma nelle ultime due sera stava scoprendo una persona totalmente diversa, una persona chi gli piaceva davvero un sacco.
I ragazzi rimasero lì, sul parabrezza dell'auto, a sorseggiare qualche birra e chiacchierando come se si conoscessero da sempre, Bill le raccontò i particolari della vita da star e Ashley gli confidò di quanto fosse difficile sopportare le ombre che riserva un cognome tanto importante, quanto scomodo come il suo.
«Vedi, mio padre, i ragazzi che ci circondano solitamente, sono tutti convinti che il vero divertimento sia godersi i soldi che possiedi e condurre una vita fatta di vizi e di sprechi ma... io non sono così. Sono forse l'ultima inguaribile romantica che crede che il vero amore esista...» spiegò la mora mentre si torturava nervosamente un'unghia.
«E non devi vergognarti di questo» sussurrò Bill sollevandole il mento e costringendola a guardarlo.
La ragazza si perse nella profondità dei suoi occhi scuri... era semplicemente perfetto, ogni suo gesto, ogni sua parola, erano sempre in sintonia con quello che lei stava sentendo.
Imbarazzata per la situazione in cui si trovava girò lentamente la testa e osservò il cielo sopra di lei. Migliaia di stelle li stavano osservando e splendevano così tanto che sembravano stessero facendo da cornice a qual momento tanto meraviglioso.
Chiuse per un attimo gli occhi, inspirò profondamente, no non doveva avere paura, aveva aspettato e sognato così tanto che lui fosse lì con lei e ora era davvero così.
Lentamente come aveva fatto poco prima, si voltò nuovamente verso Bill che era rimasto in silenzio a guardarla, e aspettò timorosa sperando che lui facesse la prima mossa.
Il cantante le sorrise dolcemente, un attimo dopo appoggiò le sue calde labbra su quelle di Ashley, il cuore della ragazza cominciò a battere all'impazzata, e l'emozione più pazzesca che avesse mai provato le annebbiò i sensi trasportandola in una dimensione parallela.
Dopo quel primo piccolo contatto, la mora schiuse le labbra e lasciò che la sua lingua incontrasse per la prima volta quella di Bill, a contatto con l'acciaio del suo piercing sussultò, era qualcosa di assolutamente divino, di gran lunga più favoloso di quello che lei aveva sempre immaginato.
Il cantante le cinse la vita e la strinse forte a lui, quasi non volesse farla scappare, era incredibile come quella ragazza fosse stata in grado di farlo capitolare così sotto tutti i punti di vista.
Ashley accarezzò dolcemente la guancia di Bill e si staccò un attimo da lui fissandolo in quegli occhi profondi che amava tanto, voleva fissarsi bene il suo sguardo nella mente, era certa che qualunque cosa sarebbe accaduta dopo, se lo sarebbe portata nel cuore per tutta la vita.
Il cantante si perse nella profondità delle sue iridi, e incapace di resisterle, riavvicinò le loro labbra abbandonandosi completamente a quel bacio tanto sentito.
 
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31 replies since 13/11/2009, 16:12   8866 views
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