Every step you take

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rok1
view post Posted on 24/4/2009, 13:09




Correggo: prevedo sdolcinati guai *-*!!
 
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salamandra940
view post Posted on 25/4/2009, 09:15




Sono affascinata...
 
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Kate ~
view post Posted on 25/4/2009, 12:20




Grazie ragazze!! *_*
Ho anche una nuova lettrice *_______*

Prima di leggere, una precisazione importante. Nel corso del capitolo, si parlerà di un libro, del quale citerò anche una frase. Bene, il libro in questione è Brida di Paulo Coelho (che vi consiglio vivamente), ispiratore di buona parte del capitolo.

**



Trascorsero pochi secondi, anche se ai due ragazzi parvero secoli, fino a che, con naturalezza, si allontanarono mantenendo il contatto visivo. Fintanto che Lea si concentrò solo sui suoi occhi, le palpitazioni del suo cuore rimasero pressoché invariate. Ma a quegli occhi si accompagnarono, man mano che Lea, allontanandosi, estendeva la visuale, anche una bocca, dei capelli e un viso che non erano quelli di Bill.
Luca sorrideva, carezzandole la spalla con una mano. Lea prese coraggio e disse: “Devo proprio andare, grazie per la serata” senza aggiungere nulla circa il bacio di poco prima.

Aspettò che il ragazzo scomparisse, con l’auto, dalla sua vista, poi alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, sconsolata. Una serata perfetta rovinata da quell’incontro di labbra.
Entrò velocemente in casa e si chiuse in camera, sperando che Marie non la sentisse. Non le andava di raccontarle i particolari, forse l’avrebbe fatto l’indomani.

**



Il giorno successivo, Lea si svegliò sorridente. La sua notte era stata popolata da sogni soffici come nuvole, non ricordava molto ma provava una sensazione di pace e tranquillità. Marie e Phil erano già usciti, così la ragazza si preparò con calma, fece colazione e raggiunse l’università, dove ad attenderla c’era una noiosa lezione che purtroppo non avrebbe potuto saltare.
Al termine, accese il cellulare e trovò un messaggio di Luca, che le chiedeva di pranzare insieme. Lea accettò subito, senza pensarci troppo e attese il ragazzo nel luogo prefissato.

Dopo aver mangiato un paio di hamburger, passeggiarono per le vie di Roma, osservando i negozi e le vetrine addobbate, in vista del Natale, fino a quando non si trovarono di fronte ad una rivendita di cd, la cui vetrina era quasi interamente occupata da un grande poster lucido che pubblicizzava il nuovo dvd dei Tokio Hotel. Già da lontano, Lea riconobbe la figura di Bill.

Passandogli accanto, Luca esordì con una frase che avrebbe cambiato, irrimediabilmente, il corso degli eventi: “Oh guarda! Sai che ho sempre pensato che quella fosse una ragazza?” indicando Bill e ridendo “E anche bella, per giunta! Quando l’ho sentito parlare, però, ho capito che era un maschio! Che tipo!” concluse, ironico. Lea non disse una parola, così Luca continuò: “Certo che, a parer mio, è gay fino all’osso”
“Che cazzo dici?” Lea esplose, dura. Aveva taciuto fino a quel momento, ma dopo l’ultima affermazione del ragazzo che le stava accanto, non riuscì a contenersi.
“Scusa?” disse Luca, spiazzato.
“No… cioè, non è gay, cosa dici?” riparò Lea, addolcendo il tono di voce.
“Non… non pensavo che” balbettò Luca, non sapendo che dire.
“Che cosa? Ho… ho risposto così solo perché mi ribolle il sangue quando sento queste cose. Se un ragazzo uso lo smalto per le unghie è automaticamente gay?” chiese, scaldandosi nuovamente.
“No, io non volevo dire questo, mi dispiace”
“Lui è un ragazzo come te” disse Lea “Solo con uno stile differente dal tuo”
“Ok, ma non credo sia il caso di scaldarsi tanto” rispose Luca, infastidito “In fondo, che cavolo ti interessa? E’ solo un cantante, mica un tuo amico”
“Non importa, certe cose non si dovrebbero dire lo stesso. Ora, se vuoi scusarmi, preferirei tornare a casa. Devo studiare prima di iniziare il lavoro, ci vediamo al locale” e, senza aspettare risposta, girò sui tacchi e si incamminò verso casa, lasciandolo solo di fronte alla vetrina del negozio. Solo e perplesso.

Raggiunse casa in pochi minuti, arrabbiata e indispettita. Odiava i pregiudizi in generale, ma se quei pregiudizi toccavano qualcuno a lei caro, perdeva completamente le staffe.
Come aveva potuto pensare di sostituire Bill con Luca?

Marie la bloccò all’ingresso: “Allora! Sbaglio ti stai nascondendo da me?” ridacchiò “Non credere di poter scappare al mio interrogatorio!”
“Serata divertente, cena, un cinema schifoso, quattro chiacchiere, un bacio e buonanotte” rispose Lea, tutto d’un fiato.
“Vi siete baciati? Lo sapevo!” trillò Marie.
“Non rallegrarti, per me la storia è già finita qui. Non siamo fatti l’uno per l’altra”
Marie sbuffò, ma prima che potesse aggiungere qualcosa, Lea la bloccò: “E’ così, fine del discorso” poi si avviò verso la cucina.

Marie la raggiunse ed estrasse un pacchetto dalla borsa: “Beh, oggi sono entrata in libreria prima di andare a prendere Phil e ti ho comprato un regalo”
“Cosa?” chiese Lea, spiazzata.
“Guarda” rispose Marie, porgendole il pacchetto. Lea lo scartò e vi trovò un libro, l’ultimo del suo autore preferito. Sorrise alla sorella, le diede un bacio e si immerse nella lettura. Ci voleva un po’ di letteratura per alleviare il suo nervosismo.

Quello che, per Lea, doveva essere un momento di relax, si trasformò invece in un supplizio. Il libro era magnifico, ma conteneva così tanti riferimenti alla sua storia personale che era impossibile leggerlo senza riflettere su quanto affermato dall’autore.
La storia narrava dell’iniziazione di una giovane ragazza alle pratiche magiche ed esoteriche, attraverso un percorso che l’avrebbe portata a scoprire l’Altra Parte di lei. Alla morte, l’anima di un individuo si scindeva in tanti piccoli pezzi e il compito di una persona era quello di riconoscere, negli occhi dell’altro, il frammento di anima che le era appartenuto nella vita precedente.
Riconoscerlo era relativamente facile: era un bagliore negli occhi.

Lea dovette chiudere il romanzo e respirare profondamente: un bagliore negli occhi. Gli occhi di Bill.

Incuriosita e affascinata dalla storia, riprese la lettura, mentre le lacrime scendevano silenziose dai suoi occhi chiari. Quel libro sembrava scritto apposta per lei, per permetterle di trovare la sua Altra Parte. Concedendo tutta sé stessa al romanzo, si addentrò, assieme alla protagonisti, nella ricerca e negli insegnamenti dei suo Maestri, fino a che lesse due righe che le mostrarono la risposta a tutti i suoi interrogativi:

«Nella vita, quando ti trovi di fronte a una cosa importante, non significa che devi rinunciare a tutte le altre»

Chiuse il libro senza terminare il capitolo e si abbandonò ad un pianto a dirotto. Si era trovata di fronte ad una cosa importante e, per paura di dover sacrificare tutto il resto, l’aveva lasciata scappare. C’erano la distanza, i dubbi, i viaggi, gli incontri sporadici e tante altre complicazioni che avrebbero inevitabilmente modificato le loro vite, ma come le aveva appena insegnato un romanzo, chi diceva che avrebbe dovuto per forza tralasciare tutto il resto? Era possibile far convivere le cose, ora lo sapeva.

A Berlino, o chissà dove in quel momento, c’era la sua Altra Parte e ci era voluto uno sconosciuto per farglielo capire.

Continua...
 
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Astrid_Mermaid
view post Posted on 25/4/2009, 13:33




Secondo me Luca scoprirà la breve storia d'amore avvenuta tra Bill e Lea...
 
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rok1
view post Posted on 25/4/2009, 15:14




CITAZIONE
«Nella vita, quando ti trovi di fronte a una cosa importante, non significa che devi rinunciare a tutte le altre»

Questa me la segnio!
CITAZIONE
“No… cioè, non è gay, cosa dici?” riparò Lea, addolcendo il tono di voce.
“Non… non pensavo che” balbettò Luca, non sapendo che dire.
“Che cosa? Ho… ho risposto così solo perché mi ribolle il sangue quando sento queste cose. Se un ragazzo uso lo smalto per le unghie è automaticamente gay?” chiese, scaldandosi nuovamente.
“No, io non volevo dire questo, mi dispiace”
“Lui è un ragazzo come te” disse Lea “Solo con uno stile differente dal tuo”

Però la reazione di Lea è stata giusta non si puo' giudicare una persona dall' abbigiamento e dallo smalto XD.Poi devo sapere il titolo dell' romanzo che leggeva Lea...mi attrae.....
 
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Kate ~
view post Posted on 25/4/2009, 19:19




CITAZIONE (rok1 @ 25/4/2009, 16:14)
CITAZIONE
«Nella vita, quando ti trovi di fronte a una cosa importante, non significa che devi rinunciare a tutte le altre»

Questa me la segnio!
CITAZIONE
“No… cioè, non è gay, cosa dici?” riparò Lea, addolcendo il tono di voce.
“Non… non pensavo che” balbettò Luca, non sapendo che dire.
“Che cosa? Ho… ho risposto così solo perché mi ribolle il sangue quando sento queste cose. Se un ragazzo uso lo smalto per le unghie è automaticamente gay?” chiese, scaldandosi nuovamente.
“No, io non volevo dire questo, mi dispiace”
“Lui è un ragazzo come te” disse Lea “Solo con uno stile differente dal tuo”

Però la reazione di Lea è stata giusta non si puo' giudicare una persona dall' abbigiamento e dallo smalto XD.Poi devo sapere il titolo dell' romanzo che leggeva Lea...mi attrae.....

L'ho scritto nella premessa ^^
Comunque, il titolo è Brida di Paulo Coelho ^^ Te lo consiglio vivamente!
 
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rok1
view post Posted on 25/4/2009, 21:47




Paul Coelho, ho già letto uno dei suoi libri:l' Alchimista se non erro.
 
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Kate ~
view post Posted on 26/4/2009, 12:46




Io ne ho letti molti, sono davvero bellissimi!
Grazie per i commenti, ragazze! *_*

**



Dopo attimi di totale silenzio, inframmezzati solo dai rumori prodotti da Marie in cucina, Lea guardò l’orologio e scoprì che mancavano solo venti minuto all’inizio del suo turno. La tentazione di chiamare Tino e chiedergli un permesso fece capolino da un angolo del suo cervello, ma la represse buttandosi sotto la doccia. In meno di dieci minuti era pronta, nonostante i capelli ancora fradici, che raccolse velocemente in una coda. Afferrò la borsa, salutò la sorella e il nipote e schizzò fuori.
Quando mancava un minuto alle nove, parcheggiò di fronte al locale.

“Ciao Lea, credevo fosse successo qualcosa!” la salutò Tino.
“Scusa, mi sono persa nella lettura”
“Nessun problema, sei comunque in orario” ridacchiò l’uomo, per poi allontanarsi. Lea raggiunse quindi il bancone, dove Luca la aspettava.

“Ciao” mormorò “Senti, per oggi io…”
“Lascia stare, non è successo nulla”
“Mi dispiace, ecco, non sapevo che ti arrabbiassi tanto se… cioè, io scherzavo”
“Ho detto che non è successo nulla, faccenda chiarita” rispose, evasiva.
“Meno male, temevo di aver rovinato tutto” si affrettò a rispondere Luca. Lea divenne paonazza e cercò di evitare il contatto visivo, ma Luca continuò: “Dopo il lavoro, hai voglia di andare a fare un giro?”

Era giunto il momento. Basta menzogne a sé stessa e agli altri.

“No. Mi dispiace, ma quello che è successo l’altra sera è stato e deve rimanere un caso isolato. Sono stata bene, è piacevole chiacchierare con te ma non voglio che questa storia diventi qualcos’altro”
“Ma io credevo che…”
“Anche io. Credevo che bastasse poco per scordarmi di qualcuno e sai una cosa? La prima volta che ti ho visto, sono quasi svenuta. Tu hai i suoi stessi occhi” continuò, e Luca capì che la ragazza che le stava di fronte parlava della persona che tanto aveva amato “ma non sei lui. E non lo sarai mai, perché tu sei Luca e lui è… lui. Mi dispiace, non avrei dovuto permetterti di baciarmi, è stata una debolezza. E adesso che te ne ho parlato, mi sento decisamente meglio”

Luca non diceva nulla, si limitava a fissarla senza aprir bocca.

“Per mesi ho fatto finta di niente e la cosa buffa è che mi sono bastate le parole di una persona che nemmeno conosco, per farmi capire che ho sbagliato tutto. Adesso basta errori” poi si tolse il grembiule e si diresse a passo spedito verso Tino.

“Tino stasera non lavoro” esordì.
“Perché? Che succede Lea?”
“Dammi una settimana di permesso, ti prego. Devo sistemare un paio di cose”
“Lea, come faccio a darti una settimana? Luca da solo non ce la fa”

Luca, dal bancone, era riuscito a captare perfettamente tutta la discussione e si intromise: “Ce la faccio, Tino. Nessun problema, Lea ha cose importanti da fare” concluse, rivolgendo alla ragazza un sorriso sincero. Lea ricambiò il sorriso e gli sillabò un “grazie” con le labbra.
“Va bene, ma solo una settimana! Intesi?”
“Intesi!” trillò Lea, saltando al collo di Tino “Ti voglio bene, Tino! Non te l’ho mai detto ma sei come un padre, per me” poi, dandogli un bacio veloce sulla guancia, scappò via.

Salì in macchina e guidò all’impazzata fino a casa di Mandy. Parcheggiò l’auto in sosta vietata e si attaccò al campanello dell’amica.

“Mandy scendi! Sono io!”
“Lea, ma che succede? Momenti a mio padre viene un colpo!”
“Scendi, ti prego!”

In meno di due minuti, Mandy varcò la soglia del palazzo in cui viveva e raggiunse l’amica, che stava appoggiata alla portiera della sua auto.

“Cosa succede?”
“Mandy, ho capito tutto. Devo ritrovarlo”
“Scusa?”
“Sì, devo andare da lui”
“Non sai da quanto tempo aspettavo di sentirtelo dire,Lea!” cinguettò Mandy, con le lacrime agli occhi.
“Mandy che fai? Piangi?”
“Sì cazzo! Sai quanto mi emozionano queste cose!” disse, asciugandosi gli occhi con la manica della felpa “Ho sempre saputo che prima o poi l’avresti capito!”
“Andiamo a Berlino”
“Adesso?” chiese Mandy, perplessa.
“Domani. Chiamo Sue, tu ci stai?”
“Io sì, ma chi ti dice che sia a Berlino?”
“Nessuno, ma una volta mi aveva raccontato di aver preso casa con il fratello a Berlino e dato che in questo periodo non hanno date, penso sia il caso di iniziare da lì”
“Come fai a sapere che non hanno date?” domandò Mandy, ridendo sotto i baffi.
“Ecco… ho dato un’occhiata al sito ufficiale…”
“Un’occhiata? Secondo me lo spulci tutti i giorni!”
“Dettagli Mandy, dettagli!”
“Aspetta, vado in casa, mi metto qualcosa di più pesante e torno. Accendi la macchina che andiamo da Sue”
“Ci ammazzerà se la disturbiamo quest’ora!” rise Lea “Sono quasi le dieci”
“E’per una buona causa, capirà” poi corse verso l’entrata del palazzo e sparì dietro le porte a vetro.

**



Dieci minuti dopo, Lea guidava con sicurezza per le strade di Roma, con l’amica al fianco, diretta verso casa di Sue.
Suonò il campanello, aspettò che l’amica rispondesse e pregò che non sbucasse la madre di Sue, che l’avrebbe sicuramente trattenuta a chiacchierare per ore, come faceva sempre e nonostante la mamma di Sue fosse adorabile, non aveva tempo da perdere. In una notte doveva pianificare il suo futuro. Quando la ragazza mise la testa fuori dalla porta di casa, Lea la investì come un tornado, parlando a raffica. Al termine di un lungo e concitato monologo, Sue disse: “Ci sto!”
“Giura!” commentò Mandy, allibita. Solitamente, Sue detestava le improvvisazioni.
“Giuro! Ti voglio bene Lea e so quanto è stato importante quel ragazzo, per te. Se c’è solo una possibilità di vederti felice al suo fianco, voglio giocarla con te. E poi” aggiunse “non sono mai stata a Berlino!”

Continua...
 
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kaulitzina92
view post Posted on 26/4/2009, 18:31




Io è la prima volta che leggo questa ff e, be'... ecco... è molto bella!
Hai una nuova lettrice!
 
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Astrid_Mermaid
view post Posted on 26/4/2009, 18:55




Lea dopo tanto tempo fa una cosa sensata XD
 
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kaulitzina92
view post Posted on 26/4/2009, 19:11




Ma, scusate per l'ignoranza, questa è il continuo di un'altra ff?
 
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rok1
view post Posted on 26/4/2009, 21:52




Vai Lea!!Tu donna di nickname Kate perchè mi lasciare così??
 
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Kate ~
view post Posted on 27/4/2009, 12:49




CITAZIONE (kaulitzina92 @ 26/4/2009, 20:11)
Ma, scusate per l'ignoranza, questa è il continuo di un'altra ff?

Sì cara, è il continuo di "Dopo di te", che puoi trovare sempre in questa sezione! ^^
Se sei interessata, ti consiglio di leggerla in modo da poter capire meglio questa! ^_^

Grazie a tutte per i commenti! :wub:

**



Chiuse nella stanza di Sue, armate di caffè caldo e pasticcini, le tre ragazze iniziarono a programmare il loro viaggio alla ricerca di Bill.

“La cosa più importante” iniziò Sue, sistemandosi di fronte al computer “è cercare un volo, sperando di trovarne uno al pomeriggio”
“Anche al mattino va bene” si intromise Lea “Le valigie le possiamo preparare stanotte”
“Va bene, ma ho una domanda” continuò Sue, mentre si dava da fare sul sito di Alitalia “Hai idea di quanto è grande Berlino?”
“Parecchio, direi” rispose Lea, sorseggiando del caffè.
“Aspetta” la fermò Sue, cliccando su una pagina web “Berlino ha 3.415.742 abitanti, sparsi per una superficie di 891,95 kmq! Mi dici come faremo a trovarlo se non possediamo nemmeno un indirizzo o un punto dal quale partire?”
“Mi sembrava strano che non ti fossi ancora fatta avanti con le tue teorie precise fino all’osso!” ironizzò Mandy “Ma tranquilla, ho io la soluzione: leggiamo i campanelli!”

Lea scoppiò a ridere, rischiando di strozzarsi con un pasticcino e la faccia buffa di Mandy fece capitolare anche Sue, che si portò le mani allo stomaco e si lasciò andare ad una fragorosa risata.

Ripresasi dallo scoppio di ilarità, Sue proseguì: “Seriamente, ragazze. Dobbiamo avere almeno un punto di riferimento, altrimenti sarebbe come cercare un ago in un pagliaio”
“Non voglio chiamarlo, deve essere una sorpresa” spiegò Lea, testarda “Voglio capitare lì all’improvviso”
“Sicura? Sei pronta a trovarti di fronte a qualsiasi cosa?” chiese Sue, insinuando nella mente di Lea un dubbio atroce.
“Di cosa parli?”
“Potrebbe non essere solo, Lea”

Un moto di stizza le attraversò lo stomaco, al pensiero di Bill con un’altra. Più volte lo aveva immaginato accanto ad un’altra ragazza, ma aveva sempre scacciato l’idea, come si scaccia una mosca che ronza intorno al viso. Solo che adesso, di fronte all’eventualità di bussare alla sua porta e trovarselo in dolce compagnia, si sentiva molto meno spavalda e sicura di sé. Come avrebbe reagito? Sarebbe stato semplice fingere indifferenza e voltargli le spalle? Del resto, era stata lei a lasciarlo e non poteva biasimarlo nel caso in cui l’avesse già sostituita.

“Lea?” la voce di Sue la riportò alla realtà.
“Sì, ci sono. Va bene lo stesso. Se ci sarà qualcun altro con lui ne prenderò atto”
“Perché non chiamiamo Georg?”

Due paia di occhi si spostarono su Mandy.
“Chiamare Georg?” ripeté Sue “Aspetta, quel Georg? Il ragazzo con i capelli lisci e lunghi? Quello che suona il basso?”
“Sì, ne conosci altri?” rise Mandy.
“Hai ancora il numero?”
“Certo. L’ho anche sentito un paio di volte, in questi mesi. Qualche messaggio, nulla di più”

Di nuovo, gli occhi di Lea e quelli di Sue si focalizzarono su Mandy.

“Cosa?” chiese Lea “Non ce ne hai mai parlato!”
“Lea, non volevo dirtelo, temevo ti desse fastidio. Indirettamente, avresti pensato a Bill e non sapevo se fosse la cosa giusta” rispose.
“Ti ha parlato di lui?” chiese Lea, con un filo di voce.
“No. Solo una volta gli ho chiesto qualcosa, ma ha risposto in maniera evasiva, dicendomi che stavano tutti bene, senza dirmi nulla di preciso”
“Potresti chiedere a lui l’indirizzo” propose Sue “Ovviamente, spiegandogli la faccenda”
“Sei d’accordo?” chiese Mandy, rivolgendosi a Lea che ora guardava un punto non definito della stanza di Sue.
“Credo sia l’unica soluzione, a questo punto”

Mandy si alzò, afferrò la borsa e ne estrasse il cellulare. Cercò il nome del bassista nella rubrica e inoltrò la chiamata. Dopo innumerevoli squilli, il ragazzo rispose: “Sì?”
“Georg? Ciao, sono Mandy” esordì la ragazza, parlando in inglese.
“Mandy! Ciao, che piacere sentirti! Come stai?”
“Bene, e tu?”
“Tutto bene! Stavo giusto per uscire”
“Ah davvero? Serata di svago?” chiese Mandy.
“Un paio di birre con Tom, nulla di più” ridacchiò Georg. Lea, nel frattempo, si era avvicinata all’amica, tendendo l’orecchio “Ma dimmi” proseguì il bassista “avevi bisogno?”
“A dire il vero, sì” Mandy si schiarì la voce e continuò “Sei solo?”
“Sì” rispose Georg, insospettendosi.
“Ho bisogno di sapere dove posso trovare Bill”
“Vuoi il suo numero?”
“No, voglio l’indirizzo di casa sua” proferì Mandy “E’ importante”
“Cosa succede?” chiese quindi Georg.
“Domani saremo a Berlino. C’è qualcuno che ha un disperato bisogno di vedere Bill, capiscimi”

Georg intuì perfettamente il nodo della questione e, senza far aspettare troppo la ragazza, le dettò l’indirizzo. Si fidava di lei, nonostante non la conoscesse molto. Sapeva che dietro a quella richiesta, inoltre, c’era Lea, la ragazza che aveva spezzato il cuore di Bill e che occupava, tutt’ora, buona parte dei pensieri dell’amico.

“Ti ringrazio! Mi hai salvata da una caccia all’uomo per tutta Berlino” rise Mandy “Ovviamente, questa cosa dovrebbe rimanere fra noi, almeno fino a quando non saremo arrivate”
“Certo” annuì Georg “Sarò muto come un pesce. Ah Mandy” aggiunse, prima di salutarla “questo è il regalo di Natale più bello che la tua amica possa fargli”
Mandy sorrise “Immagino. Grazie ancora e buona serata”

Interrompendo la comunicazione, Mandy guardò Lea che aveva iniziato a torturarsi un dito con i denti.

“Hai sentito?” Lea annuì, così Mandy riprese a parlare “Sue, prenota il volo, subito. Io vado a casa a preparare la valigia, per l’albergo ci penseremo quando saremo a Berlino. Lea, tu fai lo stesso. Ci sentiamo più tardi”

Sue si rimise al lavoro mentre Mandy e Lea uscivano dalla sua stanza, dirigendosi verso l’ingresso e poi verso l’auto.
Berlino non era mai stata così vicina.

Continua...
 
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kaulitzina92
view post Posted on 27/4/2009, 14:55




CITAZIONE
Sì cara, è il continuo di "Dopo di te", che puoi trovare sempre in questa sezione! ^^
Se sei interessata, ti consiglio di leggerla in modo da poter capire meglio questa!

e allora devo correre!
Dankeeeee!
 
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Astrid_Mermaid
view post Posted on 27/4/2009, 17:26




E bravi Georg e Mandy *.*
 
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64 replies since 16/4/2009, 17:49   623 views
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