Grazie ragazze!! *_*
Ho anche una nuova lettrice *_______*
Prima di leggere, una precisazione importante. Nel corso del capitolo, si parlerà di un libro, del quale citerò anche una frase. Bene, il libro in questione è
Brida di Paulo Coelho (che vi consiglio vivamente), ispiratore di buona parte del capitolo.
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Trascorsero pochi secondi, anche se ai due ragazzi parvero secoli, fino a che, con naturalezza, si allontanarono mantenendo il contatto visivo. Fintanto che Lea si concentrò solo sui suoi occhi, le palpitazioni del suo cuore rimasero pressoché invariate. Ma a quegli occhi si accompagnarono, man mano che Lea, allontanandosi, estendeva la visuale, anche una bocca, dei capelli e un viso che non erano quelli di Bill.
Luca sorrideva, carezzandole la spalla con una mano. Lea prese coraggio e disse: “Devo proprio andare, grazie per la serata” senza aggiungere nulla circa il bacio di poco prima.
Aspettò che il ragazzo scomparisse, con l’auto, dalla sua vista, poi alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, sconsolata. Una serata perfetta rovinata da quell’incontro di labbra.
Entrò velocemente in casa e si chiuse in camera, sperando che Marie non la sentisse. Non le andava di raccontarle i particolari, forse l’avrebbe fatto l’indomani.
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Il giorno successivo, Lea si svegliò sorridente. La sua notte era stata popolata da sogni soffici come nuvole, non ricordava molto ma provava una sensazione di pace e tranquillità. Marie e Phil erano già usciti, così la ragazza si preparò con calma, fece colazione e raggiunse l’università, dove ad attenderla c’era una noiosa lezione che purtroppo non avrebbe potuto saltare.
Al termine, accese il cellulare e trovò un messaggio di Luca, che le chiedeva di pranzare insieme. Lea accettò subito, senza pensarci troppo e attese il ragazzo nel luogo prefissato.
Dopo aver mangiato un paio di hamburger, passeggiarono per le vie di Roma, osservando i negozi e le vetrine addobbate, in vista del Natale, fino a quando non si trovarono di fronte ad una rivendita di cd, la cui vetrina era quasi interamente occupata da un grande poster lucido che pubblicizzava il nuovo dvd dei Tokio Hotel. Già da lontano, Lea riconobbe la figura di Bill.
Passandogli accanto, Luca esordì con una frase che avrebbe cambiato, irrimediabilmente, il corso degli eventi: “Oh guarda! Sai che ho sempre pensato che quella fosse una ragazza?” indicando Bill e ridendo “E anche bella, per giunta! Quando l’ho sentito parlare, però, ho capito che era un maschio! Che tipo!” concluse, ironico. Lea non disse una parola, così Luca continuò: “Certo che, a parer mio, è gay fino all’osso”
“Che cazzo dici?” Lea esplose, dura. Aveva taciuto fino a quel momento, ma dopo l’ultima affermazione del ragazzo che le stava accanto, non riuscì a contenersi.
“Scusa?” disse Luca, spiazzato.
“No… cioè, non è gay, cosa dici?” riparò Lea, addolcendo il tono di voce.
“Non… non pensavo che” balbettò Luca, non sapendo che dire.
“Che cosa? Ho… ho risposto così solo perché mi ribolle il sangue quando sento queste cose. Se un ragazzo uso lo smalto per le unghie è automaticamente gay?” chiese, scaldandosi nuovamente.
“No, io non volevo dire questo, mi dispiace”
“Lui è un ragazzo come te” disse Lea “Solo con uno stile differente dal tuo”
“Ok, ma non credo sia il caso di scaldarsi tanto” rispose Luca, infastidito “In fondo, che cavolo ti interessa? E’ solo un cantante, mica un tuo amico”
“Non importa, certe cose non si dovrebbero dire lo stesso. Ora, se vuoi scusarmi, preferirei tornare a casa. Devo studiare prima di iniziare il lavoro, ci vediamo al locale” e, senza aspettare risposta, girò sui tacchi e si incamminò verso casa, lasciandolo solo di fronte alla vetrina del negozio. Solo e perplesso.
Raggiunse casa in pochi minuti, arrabbiata e indispettita. Odiava i pregiudizi in generale, ma se quei pregiudizi toccavano qualcuno a lei caro, perdeva completamente le staffe.
Come aveva potuto pensare di sostituire Bill con Luca?
Marie la bloccò all’ingresso: “Allora! Sbaglio ti stai nascondendo da me?” ridacchiò “Non credere di poter scappare al mio interrogatorio!”
“Serata divertente, cena, un cinema schifoso, quattro chiacchiere, un bacio e buonanotte” rispose Lea, tutto d’un fiato.
“Vi siete baciati? Lo sapevo!” trillò Marie.
“Non rallegrarti, per me la storia è già finita qui. Non siamo fatti l’uno per l’altra”
Marie sbuffò, ma prima che potesse aggiungere qualcosa, Lea la bloccò: “E’ così, fine del discorso” poi si avviò verso la cucina.
Marie la raggiunse ed estrasse un pacchetto dalla borsa: “Beh, oggi sono entrata in libreria prima di andare a prendere Phil e ti ho comprato un regalo”
“Cosa?” chiese Lea, spiazzata.
“Guarda” rispose Marie, porgendole il pacchetto. Lea lo scartò e vi trovò un libro, l’ultimo del suo autore preferito. Sorrise alla sorella, le diede un bacio e si immerse nella lettura. Ci voleva un po’ di letteratura per alleviare il suo nervosismo.
Quello che, per Lea, doveva essere un momento di relax, si trasformò invece in un supplizio. Il libro era magnifico, ma conteneva così tanti riferimenti alla sua storia personale che era impossibile leggerlo senza riflettere su quanto affermato dall’autore.
La storia narrava dell’iniziazione di una giovane ragazza alle pratiche magiche ed esoteriche, attraverso un percorso che l’avrebbe portata a scoprire l’Altra Parte di lei. Alla morte, l’anima di un individuo si scindeva in tanti piccoli pezzi e il compito di una persona era quello di riconoscere, negli occhi dell’altro, il frammento di anima che le era appartenuto nella vita precedente.
Riconoscerlo era relativamente facile: era un bagliore negli occhi.
Lea dovette chiudere il romanzo e respirare profondamente: un bagliore negli occhi. Gli occhi di Bill.
Incuriosita e affascinata dalla storia, riprese la lettura, mentre le lacrime scendevano silenziose dai suoi occhi chiari. Quel libro sembrava scritto apposta per lei, per permetterle di trovare la sua Altra Parte. Concedendo tutta sé stessa al romanzo, si addentrò, assieme alla protagonisti, nella ricerca e negli insegnamenti dei suo Maestri, fino a che lesse due righe che le mostrarono la risposta a tutti i suoi interrogativi:
«Nella vita, quando ti trovi di fronte a una cosa importante, non significa che devi rinunciare a tutte le altre»Chiuse il libro senza terminare il capitolo e si abbandonò ad un pianto a dirotto. Si era trovata di fronte ad una cosa importante e, per paura di dover sacrificare tutto il resto, l’aveva lasciata scappare. C’erano la distanza, i dubbi, i viaggi, gli incontri sporadici e tante altre complicazioni che avrebbero inevitabilmente modificato le loro vite, ma come le aveva appena insegnato un romanzo, chi diceva che avrebbe dovuto per forza tralasciare tutto il resto? Era possibile far convivere le cose, ora lo sapeva.
A Berlino, o chissà dove in quel momento, c’era la sua Altra Parte e ci era voluto uno sconosciuto per farglielo capire.
Continua...