"Rise up!"

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Lullaby;
view post Posted on 29/1/2009, 22:44




Speriamo che Mikela tenga la bocca cucita!
 
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Fee1702
view post Posted on 30/1/2009, 18:20




Che belli che sono Bill e Jess, non vedo l'ora che si incontrino di nuovo...
 
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~ Serenella ~
view post Posted on 30/1/2009, 21:14




Eccomi. Oddio, mi emoziono sempre quando entro in questa ff...O______O"

Possibile che non riuscissi nemmeno a spostarmi dal letto? Continuavo a guardarmi intorno con un sorriso da ebete sulle labbra. Nemmeno esultare ero capace di fare. E dire che di motivi per essere strafelice ne avevo abbastanza.
1) Bill si fidava di me e anche di Mikela (più o meno);
2) A suo malincuore aveva accettato il fatto che sabato sarei andata alla festa del misterioso Jack Master;
3) In un certo senso, ora lo sentivo più vicino a me;
4) Bill aveva finalmente scoperto il magico mondo delle mail. Un traguardo. Dopo lo segno sul calendario;
5) Avrei passato un intero weekend insieme a lui a Berlino. E nessuno, proprio nessuno, mi avrebbe oscurato questa possibilità di essere ancora più felice.
Direi che la mia vita procedeva a gonfie vele.
Sentii la porta di casa aprirsi. Ripresi finalmente le facoltà mentali e motorie e mi affrettai a scendere la scale.
Sul tavolo c' era uno scatolone con dei buchi. Guardai alzando il sopracciglio mia madre. L' ennesimo scatolone. Mi tormentavano l' anima oramai.
- Mamma, cosa c'è lì? - dico, indicando lo scatolone.
- Un regalo per te... - disse, levandosi il giaccone.
In due passi fui arrivata al tavolo. Mi brillavano gli occhi.
Aprii da sopra lo scatolone e un fagottino di pelo bianco se ne stava appollaiato nell' angolo.
Un congilio nano. MIA MARE MI AVEVA REGALATO UN CONIGLIO NANO.
- Mamma, è... Per me? - dissi, voltandomi.
- Certamente! La mia amica Sara, te la ricordi? Al suo negozio hanno portato questo coniglio nano. Siccome ricordava la tua grande passione per i conigli, e dal momento che sabato prossimo è il tuo compleanno, ha pensato bene di regalartelo! - disse, sorridendo.
Oh cavolo, il mio compleanno! Me ne ero completamente dimenticata.
19 anni. Il 27 Marzo avrei ufficialmente compiuto 19 anni.
Ma il 27 è... E'... Sabato prossimo!
- Oh. Bhè, ringrazia la Sara da parte mia. E' stato un regalo bellissimo. Ma dove lo metto? - dissi, prendendolo in braccio.
Aveva le minuscole orecchie abbassate, aveva paura e lo sentivo tremare.
Provai un' immensa tenerezza nell' osservarlo, nel toccarlo, nel coccolarlo.
U nuovo amico era entrato a far parte della mia famiglia.
- In macchina ci sono la gabbietta con la sabbia e del cibo per conigli... - disse.
- Ok. Mamma, senti... Sabato prossimo. Volevo dire, il prossimo weekend Bill mi ha invitato a Berlino. E' tanto che non ci vediamo e volevamo approfittare del tempo che sta a casa anche lui per stare un po' insieme. So che magari volevi festeggiarlo con me il compleanno ma... Pensa che me ne stavo completamente dimenticando... - dissi, osservandola.
- Jessica, vai pure da Bill. L' avevo previsto che saresti andata a Berlino per il prossimo weekend. Quale occasione migliore per rivedervi? - disse, estraendo dal frezer l' ennesima confezione di surgelati.
- Sicura? -.
- Tranquilla! Vai e divertiti! - disse, sorridendo.
Mentre mia madre si affrettò a preparare la cena, uscii di casa con ancora il mio nuovo amico in braccio per prendere la gabbietta e il resto del materiale.
Salii con tutto nella mia stanza. Appoggiai la gabbietta, la sabbia e il cibo per conigli per terra, e andai a sedermi sul letto.
- Ehi, piccolino. Non devi avere paura. Non ti faccio male io. Che nome preferisci? Freddy o John? - dissi, accarezzando quella minuscola testolina bianca. La annusai. Sapeva di camomilla.
- Ffacciamo così. Ti chiamo Freddy, ti si addice quel nome. Bhè, Freddy, benvenuto in famiglia... -.

Sabato 20 Marzo.

- Katia, mi vuoi dire che fine hai fatto? Per fortuna che saresti arrivata a prendermi in anticipo vero?! - dissi, quasi urlando.
Dall' altra parte del telefono la sentii sbuffare.
- Calmati, ok? Sto arrivando. E' che la macchina non partiva... -.
- Perchè magari tenevi il pedale della frizione premuto... - dissi, toccandomi la fronte con una mano.
- Esatamente. Come fai a saperlo? -.
- Perchè capita spesso anche a me... Ora muoviti. Ti aspetto... - dissi, concludendo la telefonata.
Scesi le scale con le scarpe in mano. Appena arrivai in cucina, mia amdre mi guardò dalla radice del miei capelli fino al tallone.
- Ma che bella che sei vestita così... - disse, sorridendo.
- Grazie. Ehm, se per qualche strana ragione dovesse chiamare Bill al mio cellulare.... digli che lo telefono io domani... - dissi, infilandomi il primo sandalo.
- Non ti porti dietro il cellulare? - disse, osservandomi sbigottita.
- No, anche perchè non lo sentirei se suonasse... -.
- E se hai bisogno d' aiuta? -.
Ecco. Ora cominciava a fare quella aprte della mamma che non ha mai fatto nemmeno nel mio epriodo di crisi adolescenziale.
- Katia ha il suo cellulare, mamma. Lei non è sbadata come me... -.
Sentii suonare il campanello.
Mi precipitai ad aprire e feci accomodare Katia in cucina.
- Mamma, lei è Katia. Katia, mia madre... - dissi, presentandole.
- Oh, ciao Katia. Bhè, ora è meglio se andate o rischiate di arrivare in ritardo... - disse.
Sembrava quasi non vedesse l' ora che ce ne andassimo. Magari teneva qualcuno sotto al divano e aspettava il momento giusto per farlo uscire.
- Certo, allora andiamo. Ciao mamma. Non aspettarmi alzata, tengo le chiavi... - dico, salutandola con la mano.
- Ok, divertitevi... - disse.
Uscimmo di casa e finalmente arrivamo alla macchina.
Tutto il tragitto lo passammo a parlare del più e del meno.
Parlavo a raffica fino all' istante in cui non vidi la casa di Jack. La bocca mi si prosciugò e non riuscii più a parlare.
Non credevo che a Monaco ci fossero delle case così grandi. Era enorme, bellissima, con il giardino tutto illuminato da lampioni.
Scesi dalla macchina e dovetti appoggiarmi su di essa per non cadere.
- E così questa è la casa di Jack... - riuscii finalmente a dire.
- Già. Bella vero? - disse, chiudendo la macchina.
Ci avviammo all' entrata. Jack ci intravise e ci fece cenno di andare da lui.
- Ciao Katia, ciao Jess! Benvenute! - disse, salutandoci con un bacio sulla guancia.
- Hai una casa bellissima, davvero Jack... - dissi, guardandomi intorno.
- Forte, vero? Volete qualcosa da bere? - disse.
- Intanto no. Mikela dov'è? - dissi, cercandola tra la folla.
- Là infondo... - disse, indicandomi un punto con il dito.
- Ok grazie. Ci si vede in giro... - dissi, trasciando Katia in direzione di Mikela.
- Contati - disse, con un sorriso.
Quel contaci mi è piaciuto gran poco, ma stare adesso ad enfatizzare su una parole è decisamente eccessivo.
Appena vidi Mikela, le saltai al collo.
- Finalmente ti ho trovato. lei è Kkatia. Katia, Mikela... - dissi.
- Si, ci conosciamo già... - disse Mikela, con un sorriso.
Si salutarono con l' ennesimo bacio sulla guancia.
- Bene. Ehm, andiamo a ballare? - dissi, osservando la folla.
- Si, perchè no... -.
Ci immergemmo nella folla e cominciamo a ballare tutte e tre.
C' era così tanta gente che non capivo più niente.
poi senti delle mani muoversi lungo i miei fianchi. Mi girai.
Jack.
- Vieni a bere qualcosa? - mi disse urlando nell' orecchio.
- Ok, va bene. Ragazze, vado a bere qualcosa. Torno subito.
Mi allontanai con Jack al tavolino delle bevande. Io ordinai un campari al limone e lui un' anima nera.
Uscimmo in giardino per prendere un po' d' aria.
- Sono felice che tu abbia trovato il tempo di venire... - disse, spezzando il silenzio.
- Già. Comunque, è davvero una bella festa. L' occasione? -.
- Non c'è un' occasione speciale. Mi piace fare feste a casa mia ogni. Ogni tanto succede... - disse.
Soffocai una risata, trattenendomi con una mano sulla bocca.
Lui mi guardo e sorrise.
Si avvicinò a me toglienodmi la mano dalla bocca.
Lo fissai negli occhi. Quell' azzurro ipnotico stava divorando persino me.
Si avvicnò e mi annusò la parte tra il mento e il collo.
Posò le sue mani sui miei fianchi, avvicinandomi a lui.
Cominciò a baciarmi il collo. No, no, ma cosa stava facendo.
- Jack, ti prego. Non... -.
- Tanto so di piacerti. non nascondere l' evidenza... - disse, senza fermarmi.
- Jack, lasciami. Tu non mi piaci. Lasciami andare! - dissi, urlando.
Riuscii a liberarmi finalmente dalla sua presa.
Mi fissava.
- Non è stata una buona idea venire a questa festa... - dissi, allontanandomi.
Mi immersi nella folla. D' un tratto cominciai a piangere. Delle lacrime amare scesero dai miei occhi come un fiume in piena.
Trovai Mikela e Katia appoggiate al muro che parlavano.
- Katia, ti prego, andiamo via... - dissi, in lacrime.
- Jess, che cosa è successo? - mi dissero in coro.
Le guardai.
- Jack... Lui... -.
Non finii la frase che cominciai di nuovo a piangere.
- Adesso usciamo e ci racconti cos'è successo...-.
 
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Lullaby;
view post Posted on 30/1/2009, 22:16




BASTARDOOOOOOOOOOOOOO
E comunque ESIGO un coniglio nano U.U
 
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rok1
view post Posted on 31/1/2009, 12:27




CITAZIONE
E comunque Esigo un coniglio nano U.U

Io no!
 
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~ Serenella ~
view post Posted on 31/1/2009, 14:18




Vabbè. A me piacciono i conigli nani e bianch, quindi in questa ff Freddy sarà presente. Punto.
 
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rok1
view post Posted on 31/1/2009, 15:29




Chi ha contestato!Ho solo detto che non desidero avere un coniglio nano (il mio pastore tedesco ci farebbe la cena)
 
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Fee1702
view post Posted on 31/1/2009, 17:39




Benvenuto Freddy!!! Che dolce *__*
Beh Jack, provaci di nuovo e ti infilzo con un unghia di Bill ù__ù
 
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Lullaby;
view post Posted on 31/1/2009, 22:18




CITAZIONE (~ Serenella ~ @ 31/1/2009, 14:18)
Vabbè. A me piacciono i conigli nani e bianch, quindi in questa ff Freddy sarà presente. Punto.

ULTRA PRESENTE, ESIGO U.U
 
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~ Serenella ~
view post Posted on 1/2/2009, 11:12




Eccomi...^^ Ok, Freddy sarà presente.

Non riesco a parlare, a dire niente.
Improvvisamente capisco che tutta la mia vita, adesso, non sarà più quella di prima.
Avevo già immaginato tutto: il prossimo weekend con Bill, felici, contenti. Invece non sarà così, sarà diverso, perchè sarò troppo impegnata a cercare di nascondergli ciò che è appena successo, anche se non è colpa mia.
So già come reagirebbe, lui me l' aveva detto che sarebbe finita male, ma io non l' ho ascoltato. Quando mai io ascolto i consigli di chi mi vuole bene?
Ho fatto di testa mia ed ecco le conseguenze.
Katia e Mikela mi portano fuori da quella casa. Non salutiamo nessuno, nè io, nè Mikela e nemmeno Katia.
Mi portano alla macchina e io mi appoggio su di essa per evitare di cadere.
- Jessica, sei pallida. Cosa è successo? Che ti ha fatto Jack? - disse Mikela, guardandomi.
- Lui... Lui... Ci ha provato con me. Mi baciava il collo dicendo che anche io lo volevo. Ma non era vero! Io... - dissi, singhiozzando.
Katia mi abbracciò. In quell' isante fissai Mikela, pregandola con lo sguardo di non fare il nome di Bill davanti a Katia.
Lei annuì, sincera.
- Adesso ti porto a casa, Jess. Vai a letto, ti fai una bella dormita, e vedrai che tutto domani si sistemerà... - disse Katia, porgendomi un fazzoletto.
- Grazie Katia. Ma non voglio rovinarvi la festa - dissi, asciugandomi le lacrime sul viso.
- Quale festa? Non deve nemmeno passarti per la testa questa cosa. A noi non dispiace di andarcene da qui, vero Mikela? -.
- Certo. Non c'è nessun problema - disse Mikela, dando ragione a Katia.
Salimmo in macchina e per tutto il tragitto nessuno osò aprir bocca.
Katia voleva dire qualcosa, ma non sapeva che parole usare; Mikela moriva dalla voglia di nominare Bill, per poi chiedermi come avrei fatto a dirglielo. Io, invece, non riuscivo proprio a parlare.
Ero ancora sotto shock per quello che era successo.
La macchina di Katia si ferma proprio davanti al cancello di casa mia.
- Grazie Katia. Buona notte - dissi, dandole un bacio sulla guancia.
- Buona notte anche a te, Jess - disse, sorridendo.
Scesi dalla macchina, seguita da Mikela.
- Perchè scendi qui? dissi.
- ... -.
- Ok. Bhè, ciao Katia... - dissi, salutandola con la mano.
Mi voltai e mi diressi alla serratura del cancello. Alzai la testa e notai che nemmeno una luce era accesa. Mi sporsi un pochino a notai che non c'era nemmeno la macchina di mia madre.
- Mia mamma è uscita. Meno male, così mi lavo la faccia senza darle una spiegazione del mio arrivo "anticipato" - dissi, facendo scroccare la chiave dentro alla serratura.
Mikela chiuse il cancelletto e ci dirigemmo verso la porta di casa.
Entrai dentro accendendo la luce, per evitare di inciampare in qualche mobile.
Notai che la gabbietta di Freddy era stata messa accanto al divano. A vederlo da lontano non sembra n coniglio bianco, ma piuttosto una palla di pelo.
- E' un coniglio quello là dentro? - disse Mikela, puntando il dito contro Freddy.
- Si, me l' ha regalato un' amica di mamma per il suo compleanno. Lei ha un negozio di pesci, e cose varie. Le hanno portato un coniglio e siccome lei non può tenerlo, sapendo della mia passione per i conigli, me lo ha regalato... - dissi, levandomi la giacca.
Mi avvicinai alla gabbietta di Freddy e lo tirai fuori.
Lo presi in braccio piano, accarezzandolo sulla piccola testa bianca.
- Posso accarezzarlo? - disse Mikela, avvicinandosi timorosa.
- Certo. Ma se posso darti un consiglio, non mettere la mano vicino alla bocca. Mi ha già distrutto le cuffiete dell' Ipod, il carica batterie del cellulare e mangiucchiao il quaderno degli appunti... - dissi, facendo un sorriso. - Poi, se lo annusi sulla testolina, sa di camomilla -.
Si avvicinò e lo annusò.
- Hai ragione! E' morbido, comunque. Davvero bello, sei fortunata. Anche io ne voreei uno, ma con il gatto in casa non credo abbia molte possibilità di vivere - disse, scoppiando a ridere.
- Già. Io ho una tartaruga piccola, in bagno. Si chiama Sherry, ma non credo creerà problemi a Freddy. Piuttosto sarà il conrario! - dissi.
- Immagino. Comunque, Jess... Ora come fai a dirlo a Bill? - disse, facendosi improvvisamente seria.
Misi Freddy sul pavimento, alsciandolo libero di girovagare per il salotto.
Mi sedetti sul divano e Mikela mi seguì.
- Non lo so. Il prossimo weekend vado da Bill. Festeggio lì il mio compleanno. A Berlino. Non voglio guastarmi nè il compleanno nè il weekend con Bill... - dissi, pensierosa.
- Prima o poi dovrai dirglielo Jess. Mettiamo il caso che venisse a saperlo, come la metti? - disse.
- E chi anfrebbe a dirglielo, scusa? -.
- Io no di certo. E se per sbaglio ti metti a parlare nel sono di Jack? - disse.
- Non ho mai parlato nel sonno, Mikela. E poi... Non posso dirglielo. Sono sicura che cercherebbe il modo per far del male a Jack... - dissi.
- Ma magari, Jess. Lo farei pure io! - disse.
- Mikela, ti prego! Senti, glie lo dirò, ok? Ma non il prossimo weekend... -.
- E quando, Jess? La prossima estate? -.
- No -.

***************

- E quindi hai visto Jess allontanarsi dal resto della festa con questo Jack? - dissi.
- Esatto. Però poi non ho visto altro Bill... - disse Andreas, dall' altra parte del telefono.
- Ma lei ti ha visto? -.
- No, direi proprio di no. Stavo parlando con Mikela, la sua amica. Quando l' ho vista arrivare mi sono nascosto subito. Non mi ha visto, fidati! -.
- E come ti sembrava lei? -.
- Non lo so, Bill. Però sono uscite dalla festa e sono andate tutte e tre via -.
Giravo per la stanza avanti e indietro. Perchè Jess si era allontanata dalla festa così presto? E perchè anche le sue amiche erano sparite?
- Ok, va bene. Hai provato a parlare con questo Jack? -.
- No. Adesso vado. Ti chiamo dopo -.
Attaccò il telefono. Andai in cucina, dove Tom stava riordinando i suoi plettri.
- Era proprio il caso di sguinzagliare il povero Andreas fino a Monaco per spiare Jass? Dico, spiare! -.
- Si, Tom. Lei si è allontanata dal resto della festa con questo Jack. Dopo dieci minuti è tornata dalle sue amiche e sono andate via... - dissi, sedendomi sulla sedia accanti alla sua.
- Bhè, ma questo non significa niente, Bill. Non ti ha tradito, per la miseria. Piuttosto, Jass si è accorta di Andreas? - disse, guardandomi.
- No -.
- Allora qualcosa di positivo in tutto questo c'è. Prega solo che Jess non lo venga a sapere! -.
- Già -.
 
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Lullaby;
view post Posted on 2/2/2009, 17:28




Bill è pazzo O.O
Povero Andreas, che pazienza!!!
CITAZIONE
Certo. Ma se posso darti un consiglio, non mettere la mano vicino alla bocca. Mi ha già distrutto le cuffiete dell' Ipod, il carica batterie del cellulare e mangiucchiao il quaderno degli appunti... - dissi, facendo un sorriso. - Poi, se lo annusi sulla testolina, sa di camomilla -.

Lo vogliooooooo *.*
 
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rok1
view post Posted on 2/2/2009, 19:05




Veramente, mi chiedo perchè Andreas non abbia strangolato Bill?!?
 
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~ Serenella ~
view post Posted on 3/2/2009, 16:03




Eccomi. Spero vi piaccia come capitolo...*-*

Ogni volta che entro in classe mi viene il voltastomaco. Jack è sempre seduto nel banco attaccato al muro in seconda fila. Ogni volta che mi giro mi guarda e io immediatamente distolgo lo sguardo.
E' diventata una situazione instabile, ma devo portare pazienza ancora quattro mesi.
Oggi è giovedì. Mikela mi sta aiutando a preparare la valigia, che poi per uno strano motivo sono diventate due, per andare a Berlino. Domani, subito dopo scuola, mia madre mi viene a prendere e mi porta all' aereoporto.
- A che ora hai l' aereo? - mi dice Mikela, mentre tenta di chiudere la prima valigia.
- Alle 15. 10, però vado là un po' prima perchè se parto dopo essere arrivata a casa rischio di perdere l' aereo... - dico, infilando un paio di jeans nella seconda valigia.
- Capisco. Ma sei sicura di star via solamente due giorni? - mi dice, alzando il sopracciglio.
- Si, perchè? -.
- Perchè sembra tu stia preparando il bagaglio per due settimane di vacanza. Non è che avete in programma una fuga romantica, vero? - dice, dandomi una gomitata sul fianco.
- Ma smettila và. Passami quella scatola per favore... - dico, ridendo.
A guardarle bene, però, le valigie non sono molto grandi, però nemmeno esageratamente piccole.
Finisco le valigie che sono sfinita, ma allo steso tempo soddisfatta. Mi aspetta un weekend con Bill. Un weekend dopo un mese e mezzo di lontananza.
- Lunedì poi torni a scuola? - dice, sedendosi sul letto.
- No, vengo martedì perchè ho l'aereo di ritorno lunedì mattina... -.
- Capisco. Divertiti - mi dice, sorridendo.
- Fallo anche tu, ma senza ficcarti nei casini altrui, ok? -.
- Promesso - dice, facendo il segno della croce sul petto.
Scoppiamo a ridee, poi andiamo in cucina a prepararci uno spuntino. Non mi ero nemmeno accorta che mia madre era rientrata. Ero completamente sfasata.
- Oh ciao, mamma. Non ti ho sentito arrivare - dice, aprendo il frigorifero.
- E dire che ti ho pure chiamato. Ciao Mikela, come stai? -.
Fantastico. Ora socializza pure con le mie amiche. Deve essere completamente impazzita.
- Bene grazie. Io e Jessica abbiamo appena finito di preparare le borse per il viaggio. Sono due. E dire che sta via solamente due giorni... - dice Mikela, voltandosi verso di me.
Mmia mamma mi guarda, come per chiedermi se Mikela fosse al corrente di tutta la storia tra me e Bill. Annuisco piano con la testa, poi mi volto verso Mikela e le faccio la linguaccia.
- Scema! Non si sa mai che può succedere. Magari ritarda il volo o lo sospendono e devo rimanere là altri due giorni. Oddio, la cosa non mi dispiacerebe... - dico, annuendo, maliziosa.
- La solita - dicono in coro mia madre e Mikela.
- Vi siete messe contro di me per caso? -.
- No - dicono, nuovamente in corro.
Tutte e tre scoppiamo a ridere. Mi sento stranamente felice.
Un senso di agitazione mi invade il corpo, fino ad arrivare alle mie vene.
Sentivo le arfalle allo stomaco che non volevano smettere, sembravano essere sempre di più.
Cominciai a fare mentalmente il conto ala rovescia delle ore e dei minuti. 16 ore e 25 minuti.

Venerdì 26 Marzo.

Perchè la campanella non suona? Perchè la lancetta grande non vuole andare sul 6? Perchè non riesco nemmeno a stare ferma sulla sedia senza muovere le gambe. Sembro anormale con un attacco epoplettico improvviso.
Katia mi guarda e poi alza il sopracciglio.
- Jess, stai calma... - mi sussurra, per non farsi sentire dalla professoressa Vivièn.
- Calma? Ti sembra che possa stare calma se tra due ore rivedrò lui? - dissi, quasi ad alta voce.
Avevo la voce strozzata. Sembravo anormale. Punto.
- Tranquilla. Respira Jess, respira. O arriverai a Berlino con una bombola d' ossigeno attaccata - disse, sorridendo.
DRIIIN.
Scattai in piedi, con uno scatto fulmineo infilai il quaderno e il libro in cartella ed infilai la giacca.
Abracciai Katia e le diedi un bacio sulla guancia.
- Ci vediamo martedì. Fai la brava - dissi, mentre uscivamo dall' aula.
- Certo. Anche te però, mi raccomando... - disse.
All' uscita incontrai Mikela. Dopo che Katia salì sul suo autobus, presi Katia in disparte.
- Hai visto l' auto di mia madre? -.
- Si Jess. E' là in fondo. Mi raccomando, non fare cazzate... - disse, alludendo, ne ero certa, all' episodio di sabato scorso.
- Non parlarne, Mikela. Sai benissimo cosa ne penso. Ora evo scappare. Ci vediamo martedì. Forse ti chiamo, se ce la faccio. Ciao - dissi, salutando anche lei con un bacio sulla guancia.
Poco più lontano trovai l' auto di mia mamma e mi ci fiondai dentro.
- Ti ho portato un panino e una bottiglia d' aqua naturale per il ranzo. Mangia subito perchè in aereo non puoi portarli... - disse, avviano l' auto.
Il veicolo passò tra gli altri studenti e ci dirigemmo verso l' aereoporto.
- Comunque, a Freddy devi dare il cibo che c'è accanto alla sua gabbietta una volta al girno, gli cambi l' acqua stasera, così sei a posto fino a domani pomeriggio. E, cosa molto importante, ricordati che in bagno abiamo una tartaruga che va sfamata... - dissi.
Alzò gli occhi al cielo, come se fosse annoiata dalle mie osservazioni.
In effetti come conversazione era piuttosto strana; si erano invertiti i ruoi e stavolta a dare le raccomandazioni era la figlia verso la madre.
- Per chi mi hai preso, scusa? Certo che mi ricordo di avere una tartaruga sulla lavatrice, nel bagno. In ogni caso, vedi di stare attenta tu, invece. Che non fai come al solito... - disse, voltandosi verso di me.
- Ma no, tranquilla. Poi non ho problemi di quel tipo perchè passa Andreas a prendermi in Aereoporto - dissi, addentando un pezzo di panino con prosciutto e maionese.
- Capisco. Si bhè, non era il caso che venisse Bill - dice, più a sè stessa che rivolta a me.
Il viaggio non è stato tanto lungo.
Arrivo in aereoporto mezz' ora prima della aprtenza.
- Mi raccomando, fai la brava - disse mia madre, abbracciandomi.
- Certo, mamma. A lunedì - dissi, avviandomi per il ceck in. (Non so come si scrive, quindi accontentatevi di questa versione...xD).
Per fortuna l' allarme non suona. Ho sempre avuto il panico in queste cose, soprattutto dopo quella volta che il cane mi aveva abbaiato contro la tasca dei jeans, solo perchè c'erano delle caramelle al mentolo.
L' aereo decolla e vedo l' aereoporto sempre più lontano, finchè non diventa un puntino disperso.
Dopo venti minuti l' aereo sta per atterrare.
Mi sento le gambe molli. All' uscita dell' aereo recupero le mie valigie e mi dirgo verso l' uscita dell' aereoporto.
Incontro Andreas che mi aspetta accanto all' entrata del bar.
- Ciao Andreas - dico, abbracciandolo.
- Ciao Jess. Vieni, andiamo subito a casa di quei due perchè Bill mi ha chiamato minimo quattro volte dalle tre del pomeriggio in poi -.
- Ma sono le tre e quaranta - dico, sorpresa.
- Appunto -.
Uciamo dall' aereoporto e saliamo sulla nuova macchina di Andreas.
- Hai cambiato macchina - dico, annusando il profumo di nuovo.
- Già -.
Oddio, non mi sembra vero.
Sono a Berlino.
 
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rok1
view post Posted on 3/2/2009, 18:33




Si può dare un solo aggettivo a Bill in questa fiction:istericamente ossessivo!
 
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~ Serenella ~
view post Posted on 3/2/2009, 20:10




Povero no...T____T
Bhè, un pochino sì....U_U
 
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146 replies since 19/1/2009, 16:40   1562 views
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