| 5° Capitolo -Incontri E Scontri-
I raggi del sole passavano attraverso le tende della finestra illuminando parte del mio viso, con una smorfia lo nascosi sotto al cuscino, ma ormai ero quasi del tutto sveglio, così aprii gli occhi e spostando il cuscino mi alzai a sedere. Ero di cattivo umore come ogni mattina, ogni volta che mi svegliavo avrei avuto voglia di spaccare qualcosa. Mi alzai svogliatamente dal letto e mi diressi verso il bagno per sciacquarmi il viso, dopodiché mi ricordai del soundcheck e decisi di andare a svegliare gli altri. Uscii dalla mia camera ed andai a bussare alla porta di Tom, per tutta risposta ricevetti un mugugno ero convinto che stesse dormendo così aprii la porta appena lo feci sentì un urlo di una voce femminile, qualche parolaccia da parte di mio fratello e ricevetti anche una cuscinata in piena faccia. -Non ho visto niente- Li informai ad alta voce prima di richiudere la porta. Scossi la testa e mi appoggiai al muro in attesa. Dopo circa quindici minuti una ragazza mora abbastanza alta uscì dalla stanza e mi salutò con un sorriso imbarazzato, io ricambiai, probabilmente era una delle solite fan, qualcuno mi tirò per un braccio all’interno della stanza prima che potessi vederla scendere le scale. Guardai Tom che mi fissava con uno sguardo poco promettente -Ma perché devi farmi fare queste figure?!- Mi disse in tono di rimprovero -E io come potevo sapere che eri con quella ragazza?!- Mi difesi, in fondo avevo ragione. Lui scosse la testa, io lo squadrai dalla testa ai piedi -Non ti vesti?- Chiesi alzando un sopracciglio -E tu un po’ di affari tuoi non te li fai mai?!- Mi rispose lui guardandomi male -Muoviti che fra un ora abbiamo il souncheck- Gli ordinai uscendo dalla camera -Ah potresti svegliare anche Gustav e Georg per favore?!- Aggiunsi chiudendo la porta senza aspettare che mi rispondesse. Mi diressi in camera, mi vestii, mi pettinai e, dopo aver chiesto conferma allo specchio, con un sorriso soddisfatto scesi nella hall. Dopo mezz’ora anche gli altri mi raggiunsero e, scortati dalla security arrivammo a destinazione. Tra uno sbadiglio e l’altro riuscii a tirar fuori qualche canzone per riscaldarmi prima del souncheck. Alla fine verso le 13.45 ritornammo davanti all’hotel con l’accoglienza di una valanga di fan che urlavano i nostri nomi impazienti di avere autografi e foto. Molte si erano addirittura intrufolate nell’albergo e si erano posizionate davanti alle porte delle nostre stanze, io ne avevo circa una ventina li davanti che piangevano, urlavano e mi porgevano fogli. Sorrisi e le accontentai per quanto riguardava autografi e foto mentre le altre con ben altre intenzioni furono portate fuori dalla security. Quella giornata non sarebbe di certo finita lì avevamo un sacco di altre cose da fare,io in primis dovevo assolutamente fare shopping. Infatti dopo aver pranzato velocemente mi feci accompagnare in uno dei centri commerciali più grandi di Varsavia. Mentre mi aggiravo furtivamente tra le vetrine dei negozi, come se fossi un ladro in cerca di soldi, c’erano bambini che mi indicavano e ragazze che malgrado il mio “geniale” travestimento mi riconobbero e si schierarono davanti a me per farsi scattare qualche foto. Dopo qualche ora il centro commerciale sembrava essersi quasi svuotato di fan o per lo meno se ce ne era qualcuna non mi aveva riconosciuto. Stanco di camminare mi sedetti su una delle panchine, non accorgendomi che accanto a me c’era una ragazza intenta a leggere un libro, rimasi in disparte ma evidentemente mi feci notare in qualche modo perché lei alzò gli occhi dal libro, e rivolgendo lo sguardo verso di me mi guardò chinando la testa da un lato, io feci finta di niente, lei continuava a squadrarmi incuriosita magari potevo apparire un po’ bizzarro imbacuccato in quel modo. La vidi avvicinarsi un po’ continuando a guardarmi -Tu sei il tipo con i capelli sparati, aspetta com’è che ti chiami...oh giusto... Bill Kaulitz!- Disse indicandomi, quel travestimento era una vera fregatura, mi avevano riconosciuto praticamente tutti! Mi tolsi gli occhiali scuri e annuii sospirando -Già- Ammisi, notai che la sua reazione non fu strapparsi i capelli o urlare, semplicemente sorrise, che strano! Beh allora era evidente che non era una fan. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto poi lei parlò di nuovo -Fai parte dei Tokio Hotel giusto?- Mi chiese insicura di ciò che stesse dicendo -Si- Risposi sorridendo -Dalle riviste mi sei sempre sembrato una specie di pallone gonfiato invece ora che ti vedo “dal vivo” non sei male- Sorrise, dovevo ammettere che aveva davvero un bel sorriso. -Grazie- Risposi di nuovo, mi sentivo un po’ stupido non riuscivo a dire niente! -Comunque, piacere io sono Daisy- Mi disse porgendomi la mano, -Piacere di conoscerti- Dissi io stringendogliela -Quanti anni hai di preciso?- Mi chiese chiudendo il libro -Diciannove, tu?- Sorrisi di nuovo, probabilmente avrà pensato che avessi una paralisi facciale con tutti quei sorrisi che le avevo fatto -Diciassette- Mi rispose ricambiando il sorriso.
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