Voglia di vivere

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Flyrita89
view post Posted on 18/5/2009, 21:20




Il signor Braun era corso in aiuto di sua figlia, dopo aver ricevuto quel messaggio d’aiuto. Aveva girato il lungo e in largo fino a trovarla ai piedi di un albero vecchio e spoglio, proprio nel parco dove l’aveva portata sempre quando era ancora bambina.
Maddy era seduta lì, con la testa fra le ginocchia. La sua bambina era impaurita e continuava a tremare.
- Maddy - le si avvicinò il signor Franz lentamente.
Maddy alzò lentamente la testa, aveva riconosciuto la voce di suo padre, finalmente era arrivato.
- oh papà - disse gettandosi fra le sue braccia in lacrime.
- è tutto finito Maddy, tranquilla - la rassicurò accarezzandole il capo.
- Ho fatto del male a Daniel, ma soprattutto ho deluso te, non sai quanto mi dispiace - continuava la ragazza fra le lacrime aggrappata a suo padre.
- so tutto, ora torniamo a casa, ne riparleremo con calma - disse ancora Franz rialzandosi col peso della figlia addosso. Le circondò le spalle col suo braccio trascinandola verso l’auto. Maddy continuava a singhiozzare, non si dava pace.

Intanto Bill era uscito di senno, era corso ad infilarsi una maglia e un jeans, e senza alcuna traccia di trucco era corso fuori verso la sua auto. Sapeva bene in quale posto l’avrebbe trovata, e così si diresse sicuro.
Clarissa non le aveva dato molte spiegazioni, lo aveva solo informato che Maddy era nei guai seri questa volta, ma Bill non riusciva ad immaginare cosa potesse esserle accaduto.
Sfrecciava per le strade senza procurarsi del limite di velocità che stava oltrepassando, lui correva.
Arrivato a destinazione, accostò l’auto con non curanza e scese velocemente. Si guardò intorno agitato, ma il parco era vuoto.
Provò a chiamare il suo nome, ma senza ricevere alcuna risposta. Era chiaro Maddy non era lì, e così deciso più che mai rientrò in auto, rimettendo in moto, verso casa sua.
E infatti fu lì che la trovò. Intravide la figura di Maddy accoccolata fra le braccia di suo padre, intenta ad entrare in casa.
Affiancò l’auto davanti al cancello, e con lo sportello ancora aperto, cercò di chiamarla.
- Maddy - urlò.
Maddy si bloccò davanti alla porta, suo padre intanto si era voltato furiosamente verso Bill, digrignando i denti.
- non osare avvicinarti a mia figlia - lo minacciò il signor Braun, mentre anche Maddy si era voltata verso Bill.
Il signor Braun aveva incolpato Bill di tutto quello che era successo a sua figlia, continuava a guardarlo torvo, cercando di trascinare Maddy dentro.
- Maddy - sussurrò ancora il ragazzo fregandosene degli sguardi furiosi del padre - Maddy va tutto bene? - le domandò con un groppo in gola. Gli faceva male vederla in quello stato.
Maddy era pallida in viso, con gli occhi rossi e gonfi. Aveva pianto tanto, constatò Bill. Non era riuscita a proteggerla, si era ripromesso che non l’avrebbe più vista in lacrime, e invece Maddy era di fronte a lui inerme, non reagiva.
- la vedi come l’hai ridotta? - imprecò Franz contro Bill, Maddy non riusciva a parlare.
- la prego, voglio solo parlarle, dopo me ne andrò - lo scongiurò Bill cercando di avvicinarsi con cautela a loro - Maddy ti prego - dopodiché si rivolse a lei in un sussurro.
Lei continuava a fissarlo, qualche lacrima le scese lungo le guance, non riusciva a parlare, stringeva suo padre tremolante.
- Maddy su entriamo - disse il signor Franz cercando di convincerla.
La ragazza incrociò lo sguardo di suo padre e dopo ancora quello di Bill.
Lui era lì a pochi centimetri di distanza, riusciva a percepire quanto anche lui stesse male per quella situazione. Ma purtroppo non ce la faceva, in quel momento non voleva parlargli. Si girò ancora una volta, dopodiché entrò in casa, lasciando Bill senza alcuna spiegazione dietro la porta di casa sua.


Franz aiutò sua figlia a raggiungere la sua stanza, aveva bisogno di riposare dopo tutte quelle lacrime. La stese sul letto, rimboccandole le coperte, mentre Maddy continuava a piangere.
- Non e’giusto - sospirò piangendo - io voglio solo vivere la mia storia con lui, con tranquillità, perché non posso semplicemente godere del suo amore!- continuò a piangere e singhiozzare, mentre suo padre cercava di calmarla, seduto accanto a lei. Ma più Franz tentava di tranquillizzarla, più lei continuava a piangere.
- Papà, Bill è una parte importante di me - continuò ancora stringendo le lenzuola a sé.
- ora dormi un po’, ne riparliamo dopo con calma, adesso sei troppo scossa - disse Franz asciugando dal viso di sua figlia una lacrima.
Maddy acconsentì stringendosi a sé e chiudendo gli occhi. Poi si addormentò.


Bill intanto dopo quella reazione da parte di Maddy era tornato a casa, aveva preso furiosamente a pugni una porta, voleva sfogarsi.
Tom rientrato in casa aveva trovato suo fratello in bagno, intento a medicarsi una mano sanguinante.
-cazzo hai fatto?- si era preoccupato avvicinandosi a lui.
- niente tranquillo, ho preso a pugni la porta - rispose Bill portando la mano sotto il getto dell’acqua.
- la porta? - ripetè stranito Tom.
- si Tom la porta - ripetè per l’ennesima volta Bill scocciato lasciando il bagno.
Tom non contento lo seguì.
- mi spieghi che hai? Litigato con Maddy?- ipotizzò il rasta, mentre Bill entrava nella sua stanza, lasciandosi andare a gambe incrociate sul letto.
Bill non rispose, recuperò dal comodino il telecomando e accese la tv.
- è per lei se stai così, vero? - continuò Tom stendendosi accanto al fratello sul letto - che ha combinato stavolta? - aggiunse incrociando le braccia al petto.
- è proprio questo il problema, non so che ha combinato, cazzo nessuno vuole darmi spiegazioni, mi ha chiamato Clarissa informandomi che Maddy era nei guai, e sono corso subito da lei, prima al parco e dopo a casa sua - parlò all’improvviso senza fermarsi - cerco di avvicinarmi a lei, ma suo padre mi urla di starle lontano, la scongiuro di darmi la possibilità di parlarle e lei che fa?si gira ed entra in casa - concluse portando lo sguardo alla tv.
Tom era rimasto per tutto il tempo in silenzio, mentre suo fratello continuava a parlare gesticolando nervosamente.
- cioè non ha voluto parlarti? - domandò Tom.
- no - rispose secco Bill con un velo di tristezza nella sua voce.
- questa cosa è alquanto strana, scusa ma sicuro che è la stessa Maddy che stravede per te, che le si illuminano gli occhi ogni volta che ti vede? -
- Tom non è il momento di scherzare -
- hai ragione scusa, mmmmm - Tom assunse un aria pensierosa - forse non poteva parlarti perché c’era suo padre - la buttò lì.
- ma cosa vuole da me suo padre?io voglio solo delle spiegazioni, e finché non le avrò ottenute non mi darò pace - aggiunse Bill più calmo non distogliendo lo sguardo dinnanzi a sé.
- hai provato a chiamarla? -
- ha perso il cellulare - affermò sconsolato il moro.
- avrà diamine un telefono a casa - imprecò Tom, odiava vedere Bill in quello stato.
- già non ci avevo pensato - si illuminò Bill ad un tratto verso il fratello - grazie Tom - aggiunse scendendo subito dal letto, e abbandonando la stanza.


Il signor Franz e la signora Diana erano in cucina, ancora preoccupati per la situazione della loro figlia. Intanto Maddy era ancora nel suo letto a riposare. All’improvviso il suono del telefono interruppe la discussione fra i due genitori. Diana si apprestò a recuperare il telefono.
- pronto, oh ciao Bill, Maddy veramente è di sopra che dorme…-
Il signor Franz non appena sentì pronunciare da sua moglie il nome del ragazzo, un irrefrenabile senso di rabbia si impossessò di lui, portando via bruscamente dalle mani della donna, l’aggeggio.
- ascoltami bene, forse non sono stato abbastanza chiaro qualche ora fa, quindi sono costretto a ripeterlo, scordati di mia figlia - urlò infine prima di riattaccare la chiamata.
Diana rimase allibita davanti ad una simile scena.
- Franz ma che colpa ha quel ragazzo - lo difese Diana mentre suo marito scaraventava sul divano il telefono con rabbia.
- voglio che stia alla larga da Maddy -
- lascia decidere a lei cosa è più giusto per lei, non ti permetterò questa volta di intrometterti nella sua vita, no questa volta no - continuò Diana esasperata ormai dal comportamento di suo marito.
Nel frattempo dal piano superiore la voce di Maddy si era fatta spazio fra loro, interrompendo la discussione nuovamente. Franz senza dire nient’altro corse lungo le scale, fino alla camera di sua figlia.
- sei già sveglia, dico a tua madre di prepararti qualcosa da mangiare -
- aspetta papà - lo bloccò Maddy seduta sul letto - tu e la mamma litigavate per me?- domandò poco dopo sconsolata. Le urla dei suoi genitori l’avevano svegliata.
Suo padre ritornò sui suoi passi, avvicinandosi al letto - no non stavamo litigando, eravamo solo in disaccordo su alcune cose - rispose Franz adagiandosi accanto a lei sul letto.
- e in questo c’entro io - aggiunse Maddy guardando suo padre negli occhi - non voglio che litigate per me, oggi lo so ho fatto l’ennesima sciocchezza, e ne pagherò tutte le conseguenze, anzi devo sapere come sta Daniel -
- l’hanno portato in ospedale, continuava a perdere sangue dal naso - la informò suo padre.
- oh cielo, non puoi capire papà quanto mi dispiace, non so cosa mi è preso…lui continuava a chiamarlo in quel modo, e non ci ho visto più - disse lei ricordando a malapena quel momento, scostandosi però subito dopo da quel pensiero con disgusto.
- questa volta hai esagerato lo sai vero? - domandò cauto Franz.
- lo so -affermò Maddy appoggiando il mento sulle ginocchia - mi hanno sospeso da scuola? - domandò.
- si per due settimane -
- inciderà sul mio rendimento scolastico? - chiese ancora ansiosamente.
- spero di no Maddy -
- sei arrabbiato con me vero? -
- oh si certo che lo sono, e pure tanto, ma credo che questa volta non sia del tutto colpa tua - disse Franz riferendosi a qualcun altro.
- a chi ti riferisci? - chiese sospettosa Maddy.
Franz cercò di schivare la domanda - Maddy la cosa migliore in questo momento sarebbe lasciarlo andare -
Restarono in silenzio per qualche istante, fuori dalla finestra ormai il cielo si era fatto scuro. Udire quella affermazione scatenò in Maddy rabbia, come poteva suo padre chiederle una cosa del genere? Sapeva benissimo a chi si riferiva.
- papà come puoi chiedermi questo? -
- è la cosa migliore da fare, in fondo tutto questo è successo a causa sua - sbottò all’improvviso.
- no, non dirlo - scosse la testa agitata - è stata colpa mia, lui non c’entra niente -
Franz cercò di dire altro, ma Maddy come una bambina si coprì le orecchie, non aveva alcuna intenzione di sentire altro.
- Maddy ora calmati - cercò di dire suo padre nel tentativo di calmarla.
- ti prego papà, pagherò le mie colpe, chiederò scusa a Daniel, potrai tenermi chiusa in casa per punizione, ma non chiedermi di lasciarlo - lo scongiurò mentre gli occhi incominciavano a pizzicarle.
In quell’istante aveva immaginato la sua vita senza Bill. Davanti ai suoi occhi come un piccolo film, le si erano parati davanti agli occhi piccoli momenti condivisi con lui.
- Maddy ma ragiona, sei su tutte le riviste, non possiamo uscire di casa perché ci sono fotografi pronti a scattare ogni nostra minima mossa, ultimamente sei diventata scorbutica, e non ti vedo più sorridere -
- ma in questo lui non c’entra, come te lo devo dire? - lo informò ormai esasperata.
- bè ma ha influito molto su questo, tu che non hai mai alzato un dito nemmeno su una mosca, hai spedito in ospedale un tuo compagno di scuola, questa non sei tu , ti prego ascoltami - continuò Franz prendendo le mani di sua figlia fra le sue - potremo ricominciare tutto da zero, io e te, per l’amore c’è tempo, che ne dici? -
- ma…-cercò di opporsi lei.
- è la cosa migliore, mi ringrazierai un giorno- concluse Franz tirando a sé sua figlia.


Dopo quel riconciliamento, i giorni cominciarono a passare, Maddy era stata espulsa da scuola ma anche messa in punizione da suo padre. Non poteva uscire, usare il telefono e ne tanto meno usare il computer.
Decise che quelle due settimane le sarebbero servite per capire meglio cosa voleva farne della sua vita.
Naturalmente il suo pensiero fisso era Bill, non l’aveva ne sentito e ne visto dopo quel giorno.
Le mancava, le mancava terribilmente. Ma per il momento era giusto così, doveva riordinare un po’ di cose, in primis il rapporto con suo padre.
Bill intanto continuava ad insistere con le telefonate, non si dava pace. Ma puntualmente suo padre riattaccava il telefono, impedendogli di parlare con Maddy, sotto lo sguardo contrariato di Diana.
Le giornate erano sempre le stesse per Maddy, ma la rincuorava il fatto che fra meno di una settimana sarebbe tornata libera. Avrebbe chiesto scusa a Daniel e avrebbe cercato di recuperare gli studi a scuola, anche se per quello ci aveva pensato suo padre, che ogni giorno le portava i compiti da svolgere, cercando di non farle perdere nessuna lezione.
E quella sera era seduta sul letto a svolgere l’ennesimo compito di matematica che suo padre gli aveva rifilato per quel giorno, i suoi erano al piano inferiore sicuramente accomodati sul divano davanti alla tv.
- allora vediamo un po’, la radice quadrata dovrebbe essere …- ragionava ad alta voce portandosi il tappo della penna fra le labbra, ma all’improvviso uno strano rumore la fece voltare verso la finestra spaventata.
Si bloccò cercando di percepire meglio, ma il rumore cessò, fece spallucce continuando a ragionare sull’esercizio, ma il rumore la bloccò nuovamente facendola alzare per controllare.
Si avvicinò lentamente verso la finestra, il rumore era persistente.
- c’è qualcuno? - domandò terrorizzata.
- Maddy aiutami sono io -
Maddy riconobbe subito la sua voce, e infilò immediatamente la testa fuori.
- che ci fai qui?- chiese bisbigliando, mentre Bill cercava di arrampicarsi sul davanzale.
- non ce la facevo più, dovevo vederti -
- sei un pazzo se ti vede mio padre ti uccide - lo informò guardandosi intorno.
- non importa correrò il rischio - sorrise lui facendo forza sulle braccia - però ora aiutami - la supplicò all’improvviso sentendo le forze mancargli.
- dammi la mano -
Bill gli porse subito la sua mano, e Maddy cercò con tutte le sue forze di tirarlo dentro - dai Bill un altro piccolo sforzo -lo incitava tirandolo per la mano - ci siamo quasi, sei magro ma pesi una cifra - aggiunse divertita mentre Bill poggiava il primo piede sul davanzale, Maddy tirò ancora, ma questa volta con tutta la forza che le era rimasta in corpo.
Tirò talmente forte trascinando Bill dentro e facendo capitolare entrambi dentro, l’uno sopra l’altro, provocando un tonfo sul pavimento.
Diana dal piano inferiore si era subito precipitata vicino le scale, richiamandola - Maddy tutto bene? - domandò preoccupata dopo aver udito quel rumore.
- tutto ok mamma sono solo inciampata - urlò con ancora il corpo di Bill pressato sul suo.
Diana dopo essere stata rassicurata da sua figlia ritornò al suo posto, dove tranquillizzò anche suo marito.
- se ci beccano sono guai - disse dopodiché incrociando gli occhi di Bill.
- non me ne importa niente, ora sono qui con te - affermò il ragazzo avvicinandosi alle sue labbra.

Sia - Breathe Me


Maddy voltò il capo, si scansò dal suo corpo alzandosi in piedi.
- non sei felice di rivedermi? - domandò stranito dalla sua reazione, lei intanto si era voltata di spalle.
- non è questo Bill è solo che… - tentennò impacciata.
- è solo che? Maddy tu mi devi parecchie spiegazioni - le si avvicinò strattonandola e facendola voltare verso di lui - e le voglio adesso - aggiunse guardandola dritta negli occhi.
Non era facile per Maddy reggere quello sguardo, che scaturiva in lei mille e più emozioni, ma doveva essere chiara con lui, ora più che mai.
- hai ragione - affermò - quel giorno quando ho deciso di non parlarti ero troppo scossa, ho sbagliato e ti chiedo scusa per questo, perché avrei dovuto darti delle spiegazioni, ma in quello stato non ci sono riuscita - iniziò spostandosi da lui.
- cosa è successo quel giorno? - chiese lui interrompendola.
- quella mattina ero molto nervosa, avevo visto la rivista con una nostra foto in copertina, e mio padre mi aveva urlato tutto il suo disappunto per quelle immagini, ero molto nervosa e a scuola non andò meglio. Continuavano a guardarmi, e poi Daniel con quelle sue orrende battute - cercò di ricordare quel momento - ho cercato di dirgli di smetterla, io infondo non gli avevo fatto niente, e così lui ha continuato, ho cercato di frenare la rabbia, ma è stato più forte di me, l’ho colpito una volte due volte e poi ancora, ancora e ancora - descrisse quel momento stringendo gli occhi e scuotendo il capo, fino a casciarsi per terra sfinita.
Bill si inginocchiò verso di lei, stringendola a sé - è tutto finito Maddy, calmati - cercò di tranquillizzarla mentre lei era scoppiata a piangere.
- mi sono vergognata di me, perché io non sono quella persona che ha colpito Daniel -
- lo so amore mio, calmati ora, ti ci hanno portato a questo, dovevo immaginarlo tu non sei abituata a tutto ciò, eri sotto stress e io non l’ho capito - Si rimproverò Bill stringendola ancora.
- no Bill non darti colpe, forse sono io che non sono in grado di gestire tutto ciò, tu hai bisogno di una persona forte al tuo fianco, e mi dispiace io ho dimostrato di non esserlo -
Bill sentendo quelle parole si scostò da lei afferrandola per le spalle - cosa stai dicendo Maddy? - domandò preoccupato spalancando gli occhi - mi vuoi lasciare? - Chiese piano cercando di rimanere calmo, anche se in realtà era semplicemente terrorizzato dall’idea.
- Bill è meglio così - disse ancora lei alzandosi.
- è meglio per chi Maddy? Per i fotografi, per tuo padre? - imprecò furioso contro di lei.
Lei prese fiato dopodiché disse - è meglio per me Bill, non ce la faccio, mi dispiace - scandì bene quelle parole che le facevano male.
Rimasero in silenzio qualche istante, Bill cercava di ripetersi fra sé le sue parole, cercando di trovarvi un senso logico.
- mi dispiace…. riesci a dire solo questo? -
Ormai era arrivato il momento che aveva tanto temuto. Doveva dirgli addio. Continuavano a guardarsi, ma per Maddy era così difficile parlare guardandolo negli occhi.
- ti prego non complicare le cose - lo implorò cercando di trattenere le lacrime.
Maddy non riusciva a reggere il suo sguardo, si voltò perché non riusciva a rispondergli, nemmeno lei sapeva perché lo stava lasciando. O forse, sì, lo sapeva.
- Maddy - la richiamò con voce tremante - ora non pensare più a nessuno, rispondi solo per te stessa, è quello che vuoi? - il moto di rabbia che avrebbe voluto sfoderare in quel momento, si tramutò in un'unica domanda implorante.
Ormai le lacrime non potevano più trattenersi, sul viso di Maddy scendevano lente mentre lui alle sue spalle aspettava una risposta.
- si - pronunciò con fermezza non facendo percepire quanto invece dentro di sé fosse sconvolta.
Lei… che si era sempre sentita così forte, così orgogliosa di essere se stessa, per la prima volta capì di essere inutile e fragile.
Bill non riusciva a credere a ciò che stava accadendo, era del tutto impossibile che la loro storia era giunta al termine. Eppure stava accadendo. Continuava a guardarla senza capire, guardò verso un punto non definito, mentre lei non accennava a voltarsi.
- se è quello che vuoi - riuscì solo a dire dopodiché abbassando il capo.
Il corpo di Maddy si paralizzò, non riusciva a sentire nessun muscolo, perfino il suo cuore in quel momento per un nano secondo aveva smesso di battere.
All’improvviso lei sentì il suo spostamento, stava andando via. Ma non poteva lasciarlo andare, senza guardarlo un'ultima volta almeno, senza almeno imprimere nella sua testa il suo ricordo.
Si voltò di scatto, lui era quasi vicino alla finestra. Una morsa allo stomaco le impediva di respirare, il dolore che stava provando era troppo grande.
Stava andando via, per sempre.
Lo sapeva bene che una volta uscito da quella stanza non l’avrebbe più rivisto. Era davvero questo quello che voleva?

“quella chiave….insomma è la chiave del mio cuore, lo so adesso mi prenderai per uno stupido romanticone, ma per me è così Maddy. Fra noi c’è qualcosa di speciale, sei tu la ragazza che cercavo.”

Maddy ricordò quelle parole, le sue parole.
Quel giorno era stato così maledettamente dolce. E ora quelle parole riecheggiavano nell’aria come se fossero state pronunciate proprio in quel momento. Ma d’un tratto proprio quelle parole le sentiva sempre più lontane, stavano sparendo insieme a lui.
Era sottosopra, quelle parole continuavano ad allontanarsi sempre di più, proprio come lui.
- Bill ti prego non andare -urlò all’improvviso spezzando quel silenzio - non andare via - ripetè ancora con voce tremante. Le lacrime gli coprivano il volto, non riusciva a fermarle né voleva trattenerle. Il suo dolore era talmente forte.
Bill si bloccò di colpo, non ci poteva credere, lentamente si voltò, restando l’uno di fronte all’altro, e si scrutavano, lei poi si fece forza andandogli incontro.
- ti prego non andare- ripetè ancora ormai vicina a lui, mentre lui continuava a fissarla col cuore a mille.
A Bill ci volle qualche minuto prima di iniziare a parlare, era sorpreso ma allo stesso tempo sollevato. Nel momento in cui si era voltato per andare via, aveva sperato con tutto se stesso, di essere bloccato da lei.
- Maddy un minuto fa hai detto…- disse, ma lei lo bloccò posandole un dito sulle labbra delicatamente.
- dimentica tutto quello che ho detto, sono stata una stupida a pensare che la mia vita sarebbe stata migliore senza di te - affermò tutto d’un fiato poggiando il capo sul suo petto. Risollevato Bill dopo un secondo di tentennamento la strinse a sé forte, fino a quasi toglierle il respiro.
- non farlo mai più -
- ma più, te lo giuro- giurò lei alzando il capo verso di lui.
Bill sorrise sfiorandole dolcemente il viso e avvicinandosi alle sue labbra. Le sfiorò delicatamente prima di prendere fiato e dirle tutto ciò che provava per lei.
- ti amo - le disse a pochi centimetri dalla sua bocca fissandola negli occhi.
Quante è difficile a volte dire ti amo, a volte lo soffochi dentro per paura che l’altro non ricambi. Ma in quel momento in Bill non vi era nessuna preoccupazione, aveva voglia di dirglielo, e poco importava che lei non le avrebbe risposto, lui doveva dirglielo.
Lei non disse niente avvicinò nuovamente le sue labbra alle sue, perdendosi entrambi in quel bacio.
- rimani con me stanotte - disse lei staccandosi da quel bacio e prendendolo per la mano.
Bill acconsentì lasciandosi trascinare verso il suo letto. Lei lasciò la sua mano avvicinandosi alla porta e dopo essersi assicurata che fosse ben chiusa a chiave, spense la luce andandogli nuovamente incontro, infilandosi fra le coperte.
Tese la mano verso di lui, invitandolo a stendersi con lei.
Bill si lasciò andare con grazia sul suo letto, vicinissimo a lei. I loro occhi non si mollavano neanche un secondo, Maddy sorrise, nei suoi occhi c’era un velo di imbarazzo mentre lui la circondò con il suo braccio.
Il cuore di Maddy batteva all’impazzata, e riusciva a sentire anche il suo col capo poggiato sul suo petto, quella notte fu magica, entrambi si addormentarono stretti in un abbraccio.


Collide ~ Howie Day


L’indomani la luce del sole entrava bruscamente dalla finestra illuminando tutta la stanza.
Maddy e Bill erano sdraiati l’uno accanto all’altro. Lei continuava a dormire, mentre lui era sveglio già da un pezzo, senza avere voglia di andare via, stava così bene e il pensiero di allontanarsi ancora da lei lo tormentava.
All’improvviso un tocco sulla porta lo fece sobbalzare.
- Maddy sveglia la colazione è pronta - la voce della signora Diana da dietro la porta continuava a richiamarla.
- Maddy, Maddy - cercò di svegliarla Bill, mentre lei sbadigliò voltandosi dall’altro lato del letto - Maddy c’è tua madre - insistette ancora lui.
- oh cielo - si svegliò bruscamente.
- calma, dille che scendi subito - le consigliò lui cautamente.
Lei annuì, cercando di prendere fiato - mamma scendo subito - le urlò sperando che sua madre non le chiedesse di aprire la porta.
Bill e Maddy rimasero immobili per qualche istante, quando finalmente sentirono i passi di Diana allontanarsi sempre di più.
- fiuu - emise sollevata mentre Bill si infilava le scarpe - è stata la notte più bella della mia vita - disse lei con un sorriso dolce.
- anche per me - sorrise lui posando le sue labbra su quelle della ragazza - ma ora è meglio che vada -
Maddy annuì continuando a sorridere, era da tanto che non ricordava un così bel risveglio.
- ce la fai Bill? - lo prese in giro mentre lui con occhi sbarrati guardava fuori dalla finestra.
- certo per chi mi hai preso - rispose lui facendosi coraggio.
Oh cazzo ma come ho fatto a salire? Pensò cercando di trovare il modo migliore per scendere.
- ne sei proprio sicuro? - continuò ancora lei divertita.
- ti ho detto di si Maddy - rispose ancora - tranquilla che sarà mai -
- ok come vuoi, io vado a fare colazione - disse lei alzandosi dal letto ma continuando a sbirciare verso di lui.
- ok potrei aspettare che i tuoi vadano via, che ne dici? -
Maddy scoppiò a ridere, prevedendo tutto ciò.
- cosa ridi, è solo per restare ancora del tempo con te - si difese prontamente Bill.
- certo certo, rimani qui e non fare nessun rumore, torno subito - continuò fra le risate Maddy prima di uscire dalla stanza.
Scese le scale ritrovando i suoi genitori in cucina intenti a consumare la colazione.
- buongiorno, tutto bene Maddy? - domandò suo padre sorseggiando la sua tazzina di caffè.
- oh certo papà mai stata meglio - rispose lei col sorriso recuperando la scatola dei biscotti.
- ti vedo di buon umore oggi - constatò ancora Franz sospettoso.
- sarà perché c’è il sole, guarda che bellissima giornata papà - prontamente disse indicando la finestra.
- è solo questo? -
-ehmm sono anche felice perché la mia punizione sta giungendo al termine e finalmente potrò uscire - aggiunse ancora più convincente stavolta Maddy.
- spero che tutto questo ti abbia insegnato molte cose -
- ma certo papà -
- bene forse ora è meglio se vado - disse sbrigativo suo padre alzandosi dalla sedia - comunque sono felice di rivederti sorridere - le sussurrò dopodiché prima di baciarle la fronte.
Maddy si limitò a sorridere.
-Diana su andiamo è tardissimo - richiamò sua moglie oltre la porta della cucina.
Diana sentendosi richiamare si affrettò velocemente a recuperare tutto l’occorrente che serviva ad Alexander e dopodiché dopo aver salutato sua figlia, e dopo aver indossato il cappotto uscirono di casa.
Maddy bevve l’ultimo sorso di latte dalla tazza e si scaraventò velocemente verso la finestra, vide i suoi salire in auto e allontanarsi.
- sono andati via? - si sentì domandare alle sue spalle.
- Bill ma sei qui -
- certo in carne ed ossa - disse lui afferrandola per i fianchi.
-Direi più in ossa che in carne - affermò sarcastica lei.
- spiritosa -
- vuoi fare colazione?ti preparò qualcosa aspetta -
- oh no non ti preoccupare, ho un appuntamento con la band fra meno di…- posò lo sguardo su un enorme orologio da cucina posizionato sulla parete - cazzo è tardissimo, ci vediamo stasera ok? Ora scappo - affermò sbrigativo per poi stamparle un bacio veloce sulle labbra.
- stasera? - chiese stranita mentre lui si spostava verso la porta.
- certo, non ti libererai di me tanto facilmente -
Bill aprì la porta mentre Maddy gli era alle spalle.
- sei un pazzo - affermò divertita scuotendo la testa mentre lui si apprestava ad uscire.
Si salutarono nuovamente, lasciandosi andare in un altro bacio, sotto lo sguardo del signor Franz, tornato indietro per recuperare il suo cellulare.
- non sono carini Franz? -constatò sognante Diana verso suo marito che continuava a fissare Bill intento ad abbandonare casa sua.
Il signor Franz non rispose, continuava fissarlo, ma questa volta non era uno sguardo pieno di rancore. Quel ragazzo aveva il potere di regalare a sua figlia il sorriso. L’aveva vista così sorridente qualche attimo prima, e ora sapeva che il merito era tutto di quel ragazzo.
- hai ragione sono carini- ammise infine prima di scendere dall’auto, sotto l’espressione sbalordita di Diana.


Da quel giorno Bill continuò ad intrufolarsi nella camera di Maddy ogni sera. Ormai la punizione di Maddy stava giungendo al termine, mancavano solo due giorni e sarebbe tornata libera.
- ma ci credi fra meno di due giorni potrò uscire, oh cielo non mi sembra vero -sospirò Maddy- lasciandosi andare sul letto.
- eh già anche a me non sembra vero che finalmente potrò vederti senza intrufolarmi come un ladro nella tua stanza - sbottò Bill stendendosi accanto a lei.
- peccato mi dispiacerà non vederti spuntare all’improvviso nella mia camera - sorrise lei divertita voltandosi verso di lui.
- a me dispiacerà non poterti guardare mentre dormi - affermò dolcemente lui con lo sguardo di lei addosso.
- mi guardavi mentre dormivo? - chiese spalancando gli occhi.
- qualche volta si - rispose lui col sorriso disegnando con un dito il contorno delle labbra di lei- e a volte russavi anche - aggiunse scoppiando a ridere.
- Cosaa?io non russo! Dobbiamo parlare di te che parli nel sonno - si alzò lei dal suo petto, sedendosi con le gambe incrociate.
- non è vero - negò contrariato Bill poggiando la schiena sullo schienale del letto.
- certo che è vero, una volta hai anche detto Maddy ti amo, non mi lasciare - continuò lei ridendo.
- e va bene per questa volta mi hai fregato, ma questo non toglie il fatto che russi - affermò lui offeso incrociando le braccia al petto.
Maddy rispose con una smorfia, e alla fine scoppiarono entrambi a ridere.
-ho da farti una proposta - ritornò d’improvviso serio Bill attirando l’attenzione di lei.
- è una proposta indecente? - lo stuzzicò lei.
- bè se vuoi - affermò lui malizioso.
- scemo - dandogli un piccolo colpo sulla spalla - allora dicevi? - cercò di schivare quelle battute lei.
- dicevo…ti andrebbe di venire con me a Berlino? - le chiese.
- a Berlino? - domandò ancora lei sorpresa.
- ora ti spiego bene, fra due settimane ho un importante servizio fotografico per una rivista, e volevo che tu….insomma…verresti con me? - domandò sorridendole.
Maddy rimase in silenzio per qualche istante, continuava a roteare gli occhi da un punto ad un altro.
- non lo so Bill..vedi i miei non lo so se lo permetteranno -
- ti prego, vedrai sarà bellissimo, non durerà molto, dopo potremo visitare Berlino insieme, dimmi di si - la pregò lui prendendole le mani.


Gli aveva detto si.
Senza il consenso dei suoi genitori gli aveva detto si.
La punizione era finita, le cose erano tornate più o meno alla normalità. Maddy era tornata a scuola come una qualsiasi adolescente, e tranne qualche piccolo insulto e qualche fotografo fuori da casa sua, la vita continuava a scorrere nel modo migliore questa volta.
Era riuscita a lasciarsi alle spalle quel brutto momento finalmente. Naturalmente aveva posto le sue scuse a Daniel, che dopo aver capito che aveva esagerato le aveva accettate stringendole la mano.
Anche le killer Girls non la tormentavano più, anzi una loro vittima aveva avuto il coraggio di spifferare tutto al preside e così erano state sospese da scuola, riuscendo anche a riavere il suo bracciale.
Anche il rapporto con suo padre era molto migliorato, lui gli stava molto più vicino questa volta, riuscendo a parlare con sua figlia con facilità.
- Maddy c’è qualcosa che ti preoccupa?- le domandò una sera come tante Franz seduto accanto a sua figlia sul divano.
Maddy continuava a guardare fisso davanti a sé, non trovando le parole giuste, per dire a suo padre che fra meno di due giorni sarebbe partita con Bill per Berlino.
- tranquillo papà tutto bene - disse lei mordendosi il labbro inferiore nervosamente.
- Maddy cosa ci siamo promessi? -
- di essere sinceri per qualunque cosa - dissero all’unisono.
-ecco brava, e allora perché non lo fai? -
- hai ragione papà, allora sarò sincera - prese coraggio lei prendendo un bel respiro prima di parlare - papà fra due giorni parto con Bill per Berlino - affermò tutto d’un fiato stringendo gli occhi impaurita dalla reazione di suo padre.
Ma inaspettatamente intorno a lei completo silenzio, sbirciò aprendo solo un occhio, e vide davanti a lei suo padre immobile perfettamente calmo.
- tutto qui? - domandò con un sorriso.
-papà ma hai capito cosa ho detto? Vado a Berlino con Bill - ripetè scandendo bene il nome del ragazzo.
- certo certo, Bill - continuò Franz con quell’aria indifferente stampata in volto.
- cosa succede? -
- Maddy non succede niente, e per quanto mi riguarda hai il mio consenso -
Maddy non riusciva a capire, o stava sognando o suo padre era del tutto impazzito.
Ma impazzito o meno, gli dava il suo consenso, e questo bastava.
- sei grande papà - esultò piombandogli addosso.
- calma calma- sorrise Franz accogliendo fra le sue braccia sua figlia e continuando a sorridere.
- grazie papà, ti voglio bene -

ma non commenta più nessuno? non piace a nessuno?
 
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rok1
view post Posted on 19/5/2009, 16:44




A me piace, è solo che non sono una che va a colpo d' occhi a guardre tutto... ho un cervello troppo piccolo puffy!=-(

Coooooooooooooooooooooomunque ritornando alla ff: Rita cut a vengna ne enchar mi hai fatto prendere un colpo con Maddy che lasciava Bill, cavolo poi belle canzoni...forti, molto azzeccate per le situazioni!
 
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Flyrita89
view post Posted on 1/6/2009, 20:23




allora io vorrei scusarmi per l'emorme assenza ma purtroppo sto lavorando per mettermi i soldi da parte per la vacanza che voglio farmi, davvero chiedo scusa..spero di essere perdonata postando due capitoli e scusate ancora.


- Oddio Cla, non ci credo! - trillò Maddy battendo i piedi sul letto. Cla strinse a sé il cuscino e sorrise.
- Come ti invidio, andrai a Berlino con il tuo ragazzo... - disse lei con espressione sognante. - ...da soli... - precisò con un sorrisino furbo.
Maddy arrossì appena. - Si... - sussurrò portando altrove lo sguardo.
- ma da quanto state insieme te e Bill?- domandò Clarissa.
- un mese perché?- chiese innocentemente Maddy, lasciandosi andare sul letto.
- e non avete ancora….cioè…- tentennò l’amica cercando di far capire il suo concetto.
- ancora cosa?-
- dai su Maddy hai capito bene - incalzò ancora Cla.
- ah - pronunciò - veramente noi…- aggiunse imbarazzata.
- non lo avete ancora fatto?- domandò sbalordita Clarissa tutto d’un fiato - ma niente, niente? Cioè lui neanche ci prova?-
- bè lui si, ma sono io -
- Maddy te sei letteralmente pazza, cioè hai avuto per quasi una settimana Bill nel tuo letto e non avete fatto niente?-
- niente niente, no!- affermò abbassando lo sguardo e avvampando ancora di più in viso.
-ah allora avete fatto qualcosa- la stuzzicò ancora.
- e smettila Cla - disse Maddy scaraventando addosso all’amica il cuscino.
- no ora mi dici tutto - aggiunse Clarissa avvicinandosi all’amica.
- sei incorreggibile - scosse il capo Maddy - va bene però promettimi che non mi prenderai in giro -
- prometto tranquilla - disse curiosa.
Maddy prese un bel respiro e incominciò a ricordare quella sera.
Bill come al solito era entrato dalla finestra, e come al solito si era steso al suo fianco. Chiacchierarono per un po', poi si accoccolò fra le sue braccia. Bill lasciò scivolare una mano sul suo fianco e la tirò a sé ancora di più. La baciò, all’inizio dolcemente, poi con desiderio crescente. Lei percepiva il desiderio di Bill, sentiva la sua mano scendere sempre più giù, fino ad arrivare all’elastico del pigiama.
Maddy si bloccò con il racconto, riprendendo il cuscino per poi stringerlo a sé.
- e allora?- Clarissa era nervosa e attenta a ciò che la ragazza le stava raccontando - e dai vai avanti - insistette ancora.
-ehmm e poi sono corsa in bagno - concluse imbarazzata pressando il viso sul cuscino.
- no Maddy dimmi che non l’hai fatto - affermò esterrefatta Clarissa.
- si invece si, poi quando sono tornata mi ha chiesto scusa -
- oddio quell’altro, scusa di che? - sbraitò.
- Cla aiutami, sono una frana - si lagnò Maddy - ho paura che mi lasci, perché ogni volta che ci prova scappo, penserà che non lo desidero abbastanza, ma non è così è solo che… - si interruppe sconfortata.
- Calma Maddy è normale avere queste paure, ci sono passata anch’io - la tranquillizzò Clarissa - hai provato a parlarne con lui? - le chiese dolcemente.
- sei pazza, certo che no -
- e fai male, dovresti parlare con lui -
- no, non se ne parla proprio, aiutami tu, ti prego - la scongiurò ancora Maddy.
Le due amiche rimasero in silenzio a fissarsi.
- Allora fagli cambiare idea. Prendi tu l'iniziativa - le suggerì con aria cogitabonda.
- ma sei scema, io l’iniziativa?ma poi penserà che… - ripetè Maddy.
- Che la sua ragazza prova un briciolo di attrazione verso di lui. Vedrai come lo farai felice, con i ragazzi funziona sempre, te lo dico io che ne ho di esperienza - si vantò.
- per te è facile, non so da dove iniziare…cioè...come si fa? -
-è abbastanza elementare, tutto nasce con un semplice, unico gesto! - rispose maliziosa Clarissa.
- guarda che so come si fa, non sono scema fino a questo punto - si lamentò scocciata Maddy.
- sicura? Se vuoi ti faccio un disegnino - continuò Clarissa prendendosi gioco di lei.
- ma dai - sorrise Maddy spingendola per una spalla.
Le due ragazze continuarono a punzecchiarsi, scoppiando puntualmente a ridere, fino a quando la signora Diana dal piano di sotto le avvisò che aveva preparato per loro una calda tazza di tè.
- ma quando si abituerà alle usanze tedesche tua madre -
-che vuoi farci, è inglese nel sangue, alle cinque è l’ora del tè - sghignazzò Maddy alzandosi dal letto accompagnata dall’amica.

Nel frattempo poco più in là Bill era nella sua stanza intento a preparare tutto l’occorrente per l’imminente partenza.
- ho preso tutto?- si domandò fissando pensieroso, la piccola borsa posata sul letto - sembra di si -
- e questi vuoi lasciarli qui? - si intromise la voce di Tom spuntando nella stanza.
Bill si voltò di scatto, trovando il fratello con un espressione beffarda in viso e con in mano un pacco di preservativi.
- quanto sei scemo - disse Bill sfilandoglielo dalle mani.
- questi sono la prima cosa che devi mettere in borsa fratello, non si sa mai fra una pausa e un'altra - continuò Tom sghignazzando.
- non sei divertente - affermò scocciato chiudendo la cerniera della borsa.
Tom restò per qualche secondo in silenzio, a studiare il comportamento di suo fratello. Lo vedeva trotterellare da una parte all’altra della stanza, nel tentativo di sviare il discorso.
- ah mi sa che qualcuno in questa stanza è in astinenza, la piccola fragile Maddy si fa desiderare eh fratello? - tornò alla carica ancora una volta Tom.
- senti sono cose private - affermò ancora Bill per poi sbuffare.
- hey fratello, se hai qualche problema puoi parlarne, lo sai che in questo argomento sono molto preparato - disse ancora altezzoso.
- sei uno stronzo - imprecò il moro sedendosi sul letto.
- su racconta - lo incoraggiò sedendosi accanto a lui.
- non lo so Tom, stiamo benissimo insieme ma quando cerco di avvicinarmi un po’ di più a lei, scappa - lo informò incrociando le braccia al petto.
- cosa vuol dire scappa?- domandò stranito Tom.
- scappa nel vero senso della parola, l’ultima volta che ci ho provato è stato a casa sua, ti giuro credevo che fosse tutto perfetto, e poi…- lasciò in sospeso la frase.
- brutto segno - disse preoccupato Tom.
- cioè?- domandò allarmato - Ecco lo sapevo non mi desidera - affermò desolato.
- ma non è quello stupido, ma non riesci ad arrivarci -
- ma a cosa? -
- è vergine Bill - affermò tutto d’un fiato alzando di poco la voce.
- ah - esalò dopodiché Bill si ammutolì.
- non ci vuole mica uno scienziato per capirlo Bill, certe volte mi domando se sei realmente mio fratello -
- e che dovrei fare ora? - domandò senza dare importanza alla battuta del rasta.
- niente, tu ora non devi fare un bel niente...lascia che faccia lei la prima mossa ora -
- allora divento vecchio Tom -
- no tranquillo, ho alle spalle molte esperienze, quindi so come ci si comporta in questi casi -
- lo sai che ti dico? Questa volta hai ragione - sbottò all’improvviso Bill - se mi vuole come io voglio lei, questa volta dovrà prendere lei l’iniziativa - si alzò dal letto con espressione vittoriosa in viso.
- così si fa, fratello - aggiunse Tom.
- bene, ora è meglio se finisco di preparare tutto per domani, te esci stasera? - chiese.
- ma certo, io ho da fare - lo prese ancora in giro Tom prima di lasciare la stanza.


Finalmente il giorno tanto atteso dai due ragazzi arrivò, e Bill passò a prendere Maddy in tarda mattinata. Avrebbero avuto il servizio fotografico nel pomeriggio e Maddy era molto emozionata all’idea.
L’auto sfrecciava tra le strade, e i due ragazzi continuavano a stare in silenzio guardandosi di tanto in tanto.
- che hai? Sei nervosa? - domandò all’improvviso Bill spezzando quel silenzio continuando a guardare la strada dinnanzi a sé.
- io nervosa? Ma no tranquillo -
Ma cosa dici Maddy si vede lontano un miglio che sei nervosa, la punzecchiò la sua vocina interiore.
- tranquilla, vedrai che ti divertirai - la rassicurò lui, poggiando una mano sulla coscia della ragazza, e sorridendo.
Maddy spalancò gli occhi, fissando la sua mano che continuava a massaggiarle la gamba.
- posso aprire un po’ il finestrino? - domandò paonazza in viso.
- si fai pure - rispose lui spostando la mano sul volante.
Maddy nervosamente spinse il pulsante e il finestrino venne giù. Una brezza fresca entrò dal finestrino, alleviando quel senso di caldo che aveva avvolto la ragazza.
Il tragitto continuò tranquillamente e i due ragazzi arrivarono finalmente a destinazione.
Davanti a loro si presentava un grande prato con qualche albero spoglio a causa del grande freddo, il posto era completamente deserto, il servizio fotografico si sarebbe svolto in una villa abbandonata posta in fondo al viale.
Una graziosa villetta decorata in stile ottocentesco si presentava proprio al centro del grande piazzale.
Bill parcheggiò l’auto dinnanzi alla villa, e i due ragazzi scesero per poi avviarsi dentro.
Maddy continuava ad ammirare affascinata il posto, non le era mai capitato di trovarsi davanti un paesaggio del genere.
- wow Bill, qui farai il servizio fotografico? - domandò entusiasta, continuando a fissare la villa.
Bill le si avvicinò circondandole con le braccia, i fianchi.
- ti piace? - domandò, dolcemente all’orecchio della ragazza.
- si tantissimo, voglio proprio vederti all’opera oggi - rispose lei continuando ad ammirare il paesaggio.
Intorno non c’era nessuno ancora, ma Bill intravide l’auto di David parcheggiata poco più in là, e dedusse che fosse già dentro con tutta la troupe.
Dopo aver recuperato dal bagagliaio la sua borsa, si diressero all’interno della villa.
Un via vai di gente occupava l’enorme stanza allestita per il servizio, al centro erano stati posti alcuni divanetti neri, illuminati da alcuni riflettori montati in alto, una serie di fili, viti e aste ingombravano l’enorme stanza.
Maddy si guardava intorno curiosa, mentre Bill completamente a suo agio salutava il team.
- oh lì c’è David, vieni te lo presento - la invitò Bill avanzando con i passi, verso l’uomo che era intento a parlare con uno dei fotografi.
- Salve - si intromise fra loro Bill.
-oh Bill finalmente - esclamò il manager alla vista del ragazzo - sei in un ritardo pazzesco, corri a prepararti, Natalie è nel camerino che ti aspetta - lo informò sbrigativo.
- aspetta David volevo presentarti Maddy, Maddy lui è David - li presentò con un sorriso.
- si si certo piacere, ora datti una mossa Bill - affermò con una punta di rimprovero l’uomo, non badando molto alla ragazza.
- tranquilla all’inizio è un po’ scorbutico, ma poi si scioglie - le bisbigliò lui nell’orecchio, facendola sorridere.
- chi sarebbe lo scorbutico? - domandò David serio, mentre Bill si apprestava ad allontanarsi
- torno subito, tranquilla - le urlò voltando il capo, per poi sparire.
Maddy si guardò ancora intorno, mentre David di fronte a lei stava rileggendo alcuni documenti.
- se vuoi puoi sederti, ti faccio prendere una sedia? - le domandò all’improvviso posando lo sguardo sulla ragazza, che continuava a dondolarsi imbarazzata.
- dice a me?-
- oh suvvia, dammi del tu, comunque si dicevo a te - sorrise dolcemente incrociando gli occhi della ragazza.
- non si preoccupi..cioè, non ti preoccupare, posso restare anche in piedi -
- come vuoi - aggiunse lui riportando lo sguardo sui documenti.
La ragazza dopodiché iniziò a spostarsi guardandosi ancora intorno, quel mondo era totalmente una sorpresa per lei. Continuò ad allontanarsi esplorando quella grande villa, ormai era abbastanza lontana da quel caos che regnava nella stanza dove avrebbe avuto luogo il servizio.
All’improvviso si ritrovò di fronte ad una stanza, sulla parete vi era una targhetta con su scritto “camerino Bill Kaulitz”. Pensò di entrare ma alle sue spalle una possente voce la bloccò.
- dove crede di andare signorina -
Maddy si voltò spaventata, trovandosi di fronte un omone sul metro e novanta, forse anche di più. Era enorme e indossava una maglia nera abbinata ad un pantalone anch’esso nero. Aveva un espressione molto furiosa.
- eh volevo vedere Bill - disse con voce tremolante.
- come hai fatto ad entrare?ora ti riporto subito fuori - affermò l’uomo minaccioso afferrandole il polso.
- senta si sta sbagliando di grosso, non sono quello che pensa - cercò di spiegare la ragazza, mentre l’uomo cercava di trascinarla verso l’uscita.
- dicono tutte così - continuò l’uomo senza lasciare la presa.
- senta parli con Bill, io sono venuta qui con lui - stridette Maddy inutilmente.
- ah questa mi è nuova, non sapete più cosa inventare- la sminuì l’uomo stringendole ancora di più il polso.
- mi sta facendo male, razza di idiota senza cervello - urlò la ragazza cercando di liberarsi.
- signorina la smetta, mi sta facendo perdere la pazienza - disse l’uomo caricandosela sulle spalle.
-Bill, Bill - cercò di richiamarlo scalciando furiosamente.
Nel frattempo Bill era seduto sulla sua poltrona e Natalie stava completando il trucco, quando sentì delle urla provenire da fuori. Riconobbe subito la sua voce.
Si alzò di scatto dalla poltrona, spalancando la porta.
- Tobias che cazzo fai - imprecò il moro sul ciglio della porta.
L’uomo sentendosi chiamare si bloccò voltandosi, con ancora la ragazza sulle spalle.
- tranquillo Bill, la porto subito fuori, non so come si sia intrufolata qui -
- ora passerai dei guai seri se non mi metti giù - gli consigliò la ragazza, a testa in giù, risollevata nel sentire la voce di Bill.
- mettila immediatamente giù - ordinò avvicinandosi furiosamente - non posso allontanarmi un attimo che mi maltrattate la mia ragazza - aggiunse scocciato aiutando Maddy a scendere dalla spalla dell’uomo.
- scusami Bill non lo sapevo - si scusò l’uomo desolato.
Bill gli lanciò un occhiataccia, avvolgendo le spalle di Maddy con un braccio.
- tutto bene?- le chiese amorevolmente mentre lei si massaggiava il polso.
- si tranquillo - lo rassicurò lei.
- Tobias guarda cosa le hai fatto al polso, e cosa avresti fatto se non fossi intervenuto eh?- urlò isterico all’uomo.
-Smettila Bill - lo bloccò lei - ha fatto solo il suo lavoro - lo giustificò la ragazza, intenerendosi per l’espressione desolata che aveva assunto in viso il bodyguard.
- si ma a volte sono troppo protettivi - aggiunse ancora il ragazzo scocciato.
- mi scusi tanto signorina - Tobias demoralizzato le porse le sue sincere scuse.
- tranquillo, anch’io ho da chiederti scusa, ti ho dato dell’idiota senza cervello - scoppiò a ridere la ragazza cercando di spezzare quella tensione che si era creata.
- non importa -
- ora vieni con me in camerino, che è meglio - la trascinò via Bill.
- ma chi sei tu alieno? - scherzò Maddy notando solo adesso quanto fosse “diverso” Bill.
- sono sempre io - sorrise lui.
- mi piacciono i tuoi capelli, sono fighi - aggiunse ancora lei toccandoglieli- mi piace anche il trucco, sai avrei bisogno di qualche consiglio - aggiunse incrociando gli occhi del ragazzo.
Bill sorrise ancora.
- certo, ma ora andiamo prima che David chieda la mia testa su un piatto d’argento - affermò divertito prima di entrare nel camerino.
Nel camerino Natalie era intenta a riporre nel suo bauletto tutti i trucchi sparsi qua e là.
- ciao Natalie - la salutò cordialmente Maddy con un enorme sorriso.
- Maddy ci sei anche tu? Che bello rivederti cara - lasciò stare i trucchi per abbracciare la ragazza.
- si Bill mi ha invitato a seguirlo, ed eccomi qui -
- mi fa piacere -
- Adoro il trucco di Bill, sei bravissima - si complimentò con lei.
- grazie, adesso devo andare, per ora il mio lavoro è terminato - concluse la donna afferrando il bauletto dei trucchi e avvicinandosi alla porta - ci vediamo dopo - li salutò lasciandoli soli nel camerino.
- e ora che si fa? - chiese Maddy imbarazzata.
- niente, dovrei vestirmi - la informò lui.
- ma non sei già vestito? - domandò lasciandosi andare su una delle sedie che erano poste qua e là, nel camerino.
- no, non sono questi gli abiti per il servizio fotografico - aggiunse sfilandosi la maglietta.
Maddy si irrigidì, ammutolendosi davanti alla vista del suo petto nudo. Lui intanto si stava sfilando la cinta indifferente, mentre nella stanza non si sentiva volare una mosca.
- sei diventata silenziosa?- le domandò lui abbassandosi la cerniera dei jeans.
- cosa?- sobbalzò lei cercando di spostare lo sguardo dai suoi pantaloni - bè credo che dovresti sbrigarti - cercò di ricomporsi. Prima che qui, qualcuno (me) abbia un infarto. Pensò cercando disperatamente di distrarsi.
Bill intanto nel modo più naturale possibile continuava a spogliarsi, sfilandosi definitivamente l’indumento.
Nooooooo!!!!!! Urlò la sua voce interiore, mentre la ragazza si portava al viso entrambe le mani. Il suo sguardo era nuovamente finito sul ragazzo.
- Maddy tutto ok? - si preoccupò lui ormai in boxer.
-oh certo che si - rispose lei cercando di rimanere più calma possibile.
Maddy sentiva uno strano senso di bruciore dentro di sé, non capiva più niente. Lui le sorrise afferrando il pantalone che avrebbe indossato. Il desiderio di averlo fra le sue braccia, aumentava sempre di più.
Intanto continuava ad ammirarlo, lo spiava. Lui con solo addosso i boxer, mentre cercava di infilarsi i pantaloni.
Maddy lo stai guardando, e proprio lì, ammettilo, la stuzzicava la vocina.
- no non sto guardando - imprecò ad alta voce senza neanche rendersene conto.
- cosa non stai guardando? - domandò stupito Bill coprendosi finalmente con il pantalone le sue parti basse.
-io? niente - rispose sbrigativa lei giocherellando con una ciocca di capelli.
Bill fece spallucce, e dopodiché continuò a rivestirsi.
- ho finito -
- eh meno male - sussurrò a bassa voce lei.
-cosa?-
- oh niente, andiamo - sobbalzò dalla sedia in fretta raggiungendo la porta. Doveva prendere una boccata d’aria, in quel piccolo camerino si sentiva soffocare.
- Maddy ma sei sicura di stare bene?- domandò ancora lui per l’ennesima volta, richiudendo la porta alle sue spalle.
Maddy annuì nervosamente, per poi incamminarsi con lui al suo fianco.
- ok, ora trovati una sedia, e non cacciarti nei guai, finisco il servizio e poi ce ne andiamo -
Maddy annuì ancora una volta senza pronunciare alcuna parola.
- brava, a dopo allora - disse prima di tirarla a sé e baciandola appassionatamente, fino a quasi toglierle il respiro.
Ma vennero interrotti dal richiamò scocciato di David, lui la lasciò andare e dopo un sorriso corse verso il manager, che con accanto il fotografo gli indicava cosa avrebbe dovuto fare.
Maddy cercò di sistemarsi in un punto dove poteva ammirarlo in tutta la sua bellezza. Bill si lasciò andare, dando il meglio di sé davanti all’obbiettivo. Lei lo osservava curiosa, era così diverso dal Bill che le stava accanto, non l’aveva mai visto prima di allora, in quelle vesti.
Bill intanto continuava ad assumere sempre una posizione diversa, il fotografo era contento, e continuava ad indicargli come si doveva muovere.
Dopo moltissimi scatti, decisero di fermarsi, lui corse subito verso Maddy.
- come sono andato? - le chiese entusiasta.
- devo ricredermi, sei davvero bravo - lo prese in giro avvolgendogli il collo con le braccia.
- oh grazie tante signorina - scherzò lui avvicinando la fronte alla sua - ti stai annoiando? -
- ma che scherzi, mi diverto a guardarti lavorare -
- dici sul serio? -
La guardò negli occhi curioso, studiandola.
- ma certo, scemo - le sorrise posando poi le sue calde labbra su quelle di lui.
- Bill dai su, si ricomincia -si intromise ancora David interrompendoli.
-dai su vai - lo spinse via lei.
La troupe continuò a lavorare fino alle otto e mezza di sera, ma David e Natalie andarono via prima degli altri. E mentre li altri smontavano tutta l’attrezzatura, Maddy se ne stava in un angolo ad attendere Bill, che era corso in camerino a cambiarsi, in compagnia di Tobias. Aveva preferito chiacchierare con l’uomo piuttosto che rivederlo in boxer per un’altra volta.
Bill poco dopo fece il suo ingresso, con i suoi soliti jeans e il giubbino di pelle, aveva i capelli lisci sulle spalle, e mentre si avvicinava a lei, era intento ad indossare un capellino.
Maddy scherzava con Tobias, era così bello vederla ridere, pensò il ragazzo a pochi passi da lei.
- allora andiamo?- le domandò ormai vicino.
-hai già finito? Wow hai superato te stesso - affermò sarcastica lei continuando a sorridere.
- non ci ho messo tanto - si difese lui.
- ah no? Tobias da quanto parliamo noi? Più di mezz’ora vero?- domandò voltandosi verso il bodyguard.
- ma non è vero - ribattè ancora contrariato Bill mentre Tobias scoppiò a ridere.
- io ci metto molto meno di te, e sono una ragazza - precisò.
- dobbiamo polemizzare ancora? - le chiese scocciato.
- oh no tesoro mio, ora possiamo andare - disse dolcemente afferrandogli la mano.
-bene, bè ciao a tutti e grazie - alzò di poco la voce per farsi sentire da tutti prima di lasciare la stanza.
- ciao Tobias, è stato un piacere - affermò Maddy prima che Bill la trascinasse via.
- il piacere è stato tutto mio signorina - urlò a sua volta l’uomo.
- Maddy, chiamami Maddy - ritornò indietro lei.
Tobias sorrise - ok Maddy -
- Maddy ti sbrighi - la richiamò Bill sul’uscio della porta.
- si arrivo - disse alzando la mano in segno di saluto ancora una volta.
Dopodiché strinse la mano del ragazzo, e insieme si avviarono verso l’auto.
- sei stanco? - le domandò lei.
- un po’, ma mi sono divertito tanto oggi - rispose lui azionando il telecomandino dell’auto.
- anch’io - disse lei con un sorriso allegro avvicinandosi alla portiera.
- mi fa piacere - la informò aprendo la portiera - che ne dici se rimaniamo a Berlino a dormire?mi sembra un po’ troppo tardi per metterci in viaggio - le propose.
Maddy sgranò gli occhi, smettendo di respirare per alcuni secondi, dopodiché ingoiò il groppo che le si era formato in gola e disse.
- non saprei Bill, adesso a quest’ora dove lo troviamo un albergo -
- oh no nessuno albergo, io e Tom abbiamo comprato una casa non molto lontano da qui - sorrise lui inarcando il sopraciglio destro.
Prendi tu l’iniziativa.
All’improvviso la voce di Clarissa assalì la mente della ragazza.
- no, no non sono pronta - scosse la testa decisa.
Bill assunse un espressione interrogativa sul viso - Maddy pronta per cosa? -
- l’ho detto ad alta voce?- domandò preoccupata.
- già, cos’hai ti vedo strana oggi - constatò per poi ritornare alla domanda che le aveva posto - allora? Che facciamo?-
Si, digli di si! Santo cielo Maddy è l’occasione giusta!
Maddy continuava a sentire la voce di Clarissa, come se l’amica fosse davvero accanto a lei.
-si! - disse decisa senza pensarci.
- ok chiamo Tom, lo avviso che non torno a casa - prese subito al balzo la palla Bill cercando fra le tasche il cellulare. Continuava a tastarsele, senza trovarlo.
- Bill ci vuole molto? -
- non trovo il telefono, l’ avrò lasciato dentro, aspettami qui, lo recupero e andiamo via - l’avvisò spostandosi dall’auto.
- non se ne parla proprio, vengo con te, ho paura qui tutta sola - lo informò seguendolo e afferrandogli la mano.
I due ragazzi rientrarono ancora una volta nell’enorme villetta, la troupe era ancora intenta a smontare l’attrezzatura, ma nessuno si accorse della loro presenza.
- sicuramente è nel camerino - dedusse Bill trascinandosi dietro Maddy fino al camerino.
Non appena dentro, il ragazzo cominciò a cercare ovunque.
- qui non c’è, ma dove l’ho messo - disse continuando a cercare.
- eh sbrigati che fa anche freddo qui - disse impaziente sbattendo un piede sul pavimento.
- un attimo Maddy, sto cercando non lo vedi? Potresti anche aiutarmi -
Maddy sbuffò per poi mettersi anche lei alla ricerca del cellulare, continuarono a perlustrare la stanza fino a quando un blackout improvviso bloccò entrambi. Il buio più totale era sceso nella stanza.
-cazzo succede?-
- Bill non vedo niente - si lamentò Maddy.
- e ci credo, è buio -
- ma dove sei? -
- aspetta non muoverti, rimani dove sei, ti raggiungo io -
- eh muoviti - si agitò ancora lei.
- aspetta arrivo, pure il blackout ci voleva, sfiga di merda - imprecò il ragazzo muovendosi con calma nel buio, allungando le braccia, ma le sue dita sfioravano solo il vuoto. Fece qualche passo ancora avanti, ma qualcosa lo bloccò, facendolo capitolare per terra, e provocando un rumore assordante.
- aiuto! Bill - urlò spaventata la ragazza, sentendo i battiti del suo cuore accelerare.
- Maddy calmati, sono stato io - disse dolorante cercando di rialzarsi.
- come tu?che cazzo stai facendo Bill? non sei divertente, non è il momento di giocare, muoviti!- gli ordinò cercando di far tornare il respiro regolare.
- ti sembra che mi stia divertendo - disse ormai in piedi, massaggiandosi la schiena.
Ma d’improvviso la luce tornò ad illuminare la stanza, facendo sospirare di sollievo i due ragazzi.
- eccolo - esultò entusiasta Bill, sventolando il cellulare su una mano.
- bene, ora ce ne possiamo andare? - chiese sbrigativa lei.
- si andiamo -
Frettolosamente si avviarono verso l’uscita, nella villa regnava il silenzio più assoluto, ma in quel momento nessuno dei due se ne preoccupò.
- Maddy non si apre - la informò lui davanti alla porta.
- come non si apre? Scusa spostati lascia fare a me -
Maddy si parò davanti a Bill tirando con tutte le sue forze la maniglia. Ma i suoi sforzi furono vani, la porta non si apriva.
- Bill ho una brutta sensazione - affermò preoccupata.
- cioè? -
- vieni con me -
Bill senza dire nient’altro la seguì. Maddy si spostò fino all’enorme stanza dove qualche ora prima aveva avuto luogo il servizio fotografico. Era completamente deserta.
Nessun uomo della troupe era nei paraggi.
- se ne sono andati tutti - si guardava intorno preoccupata, eppure l’attrezzatura era ancora lì, pensò la ragazza.
- ma non è possibile - aggiunse lui portandosi una mano alla fronte.
- credo proprio di si - affermò rassegnata la ragazza.
- calma, abbiamo questo - le mostro il cellulare - basta chiamare David, è tutto sotto controllo tranquilla - la rassicurò lui, scorrendo dopodiché sulla tastiera, la rubrica.
- oh no questo non ci voleva - impallidì Bill fissando il cellulare.
- cosa? David non risponde? - le si avvicinò lei spalancando gli occhi.
- oh non è questo - aggiunse ancora senza spostare gli occhi dall’aggeggio.
- dai qui - glielo sfilò dalle mani Maddy - oh no pure scarico!Bill ma come puoi essere così stupido - si lagnò ormai disperatamente - ho tutta la situazione sotto controllo eh? - affermò rabbiosamente contro il ragazzo.
- che colpa ne ho io?! -
- se non fosse stato per questo cellulare, adesso non ci ritroveremmo in questa villa mezza abbandonata - lo accusò lei.
- ah adesso sarebbe mia la colpa - urlò lui sdegnato.
- e di chi se no -
- se solo tu non mi avessi seguita, forse ora non saremmo chiusi qui - l’accusò lui a sua volta.
- osi dare la colpa a me? Bill non te lo permetto - urlò la ragazza di fronte a Bill.
- mi permetto invece - continuò lui fissandola nelle iridi.
- fottiti Bill - affermò la ragazza allontanandosi dal ragazzo, prendendo posto su uno dei divanetti usati per il servizio fotografico.
Bill fece lo stesso, sedendosi anche lui, non degnandola di uno sguardo.
Il silenzio più assoluto regnava tra loro.
Maddy avvolse con le braccia le ginocchia per ripararsi dal freddo -fa pure freddo -disse tra sé e sé.
Bill continuava a non parlare, all’improvviso si sfilò il giubbino avvicinandosi a lei, e infine glielo posò delicatamente addosso.
- mi dispiace - sussurrò Bill dolcemente abbassando gli occhi.

Breathe you in

Maddy sospirò affranta, poi sbuffò. Si strinse nel giubbotto di Bill che però non migliorava molto la situazione e solo allora realizzò: era da sola con Bill e volente o nolente avrebbero passato la notte insieme. Che avrebbero fatto?
Scema, questa è la tua occasione! Vuoi stare a contarti i peli? berciò petulante la sua Clarissa personale. No, anzi, contali a lui, magari gli piace pure!Maddy sgranò gli occhi.
- Zitta tu! – disse infastidita. Un secondo dopo si ricordò che parlare ad alta voce non era mai consigliabile.
- Maddy non stai molto bene oggi – disse infatti Bill voltandosi verso di lei. Lei sbuffò un’altra volta e lo guardò: anche se era struccato, anche se non aveva i capelli acconciati, anche se era vestito con banali pantaloni e una banale maglietta era da mozzare il fiato ugualmente. Lei lo aveva conosciuto così ed era di quel Bill che si era innamorata, non del divo che cantava sui palchi di tutta Europa.
Vuoi perderti in considerazioni amletiche o preferisci darti una mossa? Sta aspettando che dici qualcosa, se non lo hai notato.
Lei allungò una mano verso il suo viso la posò su una guancia, sorridendo.
- Scusami, questa storia mi ha un po’ sfasata – si giustificò posando poi la testa sulla sua spalla. Bill l’abbracciò e posò un bacio tra i suoi capelli.
E buonanotte…cantilenò Clarissa.
Maddy spazientita sollevò la testa e, evitando per un pelo di andare a sbattere contro il suo mento, lo baciò con più trasporto del solito, avvolgendo le braccia intorno al suo collo. Si separarono dopo qualche minuto unicamente perché i loro polmoni protestavano per l’assenza di aria.
- Se questo è il tuo modo di chiedermi scusa dovremmo litigare più spesso – sussurrò Bill con un sorriso furbo.
Se arrossisci ti picchio, la minacciò Clarissa nell’orecchio, ma Maddy ormai non la sentiva più. Stirò anche lei le labbra in un sorriso e fece scivolare la mano sul suo collo. Quel collo bianco, sottile… Arrossì scendendo per posarvi sopra timidi baci, lentamente, sempre più in basso, mentre la sua mano sollevava appena la maglia per accarezzargli la pelle liscia.
Bill dal canto suo non riusciva a capire le sue intenzioni. Sembrava più disposta del solito, ma non sapeva ancora cosa aveva in mente Maddy, inoltre si stava verificando un piccolo problemino nelle parti basse molto, molto imbarazzante.
- Ehm… Maddy? –
- Che c’è? – chiese guardandolo impaurita. Ecco, lo sapeva che lei era imbranata, non doveva dare retta a Clarissa, ma che le era saltato in mente?!
Bill vide la sua espressione preoccupata e si pentì di averla fermata. Ma si, meglio godersi il momento, si disse. Sorrise appena, scuotendo il capo.
- Niente – disse, poi la baciò di nuovo. Portò le mani dietro la sua schiena e la spinse a stendersi sul divanetto, scivolando sopra di lei.
Maddy sentì qualcosa agitarsi dentro mentre le mani di Bill diventavano più rudi sulla sua pelle e le sue labbra si facevano più violente sulle sue. Un fuoco che avvampava dentro, che aumentava ad ogni tocco, ogni carezza e bacio, e che la spingeva a desiderarlo ancora di più, a volerlo interamente. Che stupida che era stata a pensare a quanto fosse inesperta. Il suo corpo agiva da solo, spinto dalle sue pulsioni. Gli sfilò la maglia, separandosi dalle sue labbra solo il tempo necessario e la gettò da qualche parte a terra. Percepì la pelle di lui accapponarsi e lo strinse, baciandogli la spalla ossuta.
Bill sollevò le labbra dal suo collo e la guardò, affondando le dita nei suoi capelli.
- Maddy – disse ansimando, il petto che si sollevava e si abbassava velocemente. – Sei…sicura? – chiese mordendosi il labbro.
- Si – rispose senza pensare.
Si sorrisero e Maddy avvertì le mani di Bill liberarla dagli indumenti.
Presto sarebbero stati uno solo. Presto non avrebbe più saputo dove finisse il proprio corpo e dove cominciasse quello di Bill.
Si liberarono insieme degli ultimi vestiti, muovendosi sul divano scricchiolante.
- Ti amo – sussurrò Bill vicino al suo orecchio.
Poi sentì qualcosa dentro di lei lacerarsi.
Smise di respirare, emettendo un suono strozzato che le morì in bocca.
Fu come se una scarica elettrica si concentrasse in un unico punto, come se mille aghi sottili la trafiggessero nella stessa zona colpendo però mille punti diversi.
Affondò il viso nella spalla fredda di Bill e si concentrò sul suo odore fresco, respirandolo a fondo, per dimenticare il dolore che la attraversava sottoforma di mille impulsi elettrici.
Sentì Bill mormorarle qualcosa all’orecchio e nello stesso frangente muoversi lentamente su di lei. La sensazione bruciante di prima scemò lentamente; si dissolse, spazzata via da un piacere dolce, appagante, che le faceva apparire tutto completo.
Lo strinse a sé con le braccia, con le gambe, con ogni fibra di se stessa, come per accertarsi che fosse veramente suo, che non fosse solo un sogno. Aveva la mente vuota, occupata solo dalla consapevolezza di non avere più nulla da temere, nulla da nascondere. Tutto di lei gli apparteneva, ormai.
Si baciarono, gli occhi chiusi, le pelli calde che sfregavano tra di loro.
Gli ultimi gemiti morirono nei loro baci e Bill scivolò al suo fianco. Quando il calore del suo corpo le venne a mancare sentì una spiacevole sensazione di freddo. Si sentì incompleta.
Normalmente si sarebbe vergognata di stare nuda accanto a Bill. Solo il giorno prima avvampava e voleva scappare solo se lo vedeva senza maglietta, invece in quel momento non provò niente di tutto questo. Non aveva niente di cui vergognarsi, ormai gli aveva dato tutto. Quel pensiero la fece sorridere e la riempì di così tanta gioia che temette di scoppiare.
- Hai freddo? – le chiese Bill abbracciandola e baciandole uno zigomo.
Maddy scosse la testa, il sorriso ancora fermo sulle labbra.
- No, sto bene -
Doveva diglielo, perché era sicura. Se ne sarebbe pentita cinque secondi dopo, lo sapeva, ma non importava.
- Bill – lo chiamò, mentre con una mano stringeva la pelle consumata del divano.
- Mhm? –
- Ti… ti amo. Tantissimo – confessò. Non era stato difficile, anzi, dirlo era stato liberatorio.
Sapeva da tanto di amarlo, se ne era resa conto quando la paura di non averlo più nella sua vita si era materializzata davanti ai suoi occhi, ma qualcosa la bloccava. Ora che non aveva più niente da nascondergli doveva dargli anche il suo cuore.
Bill sorrise contro la pelle del suo collo.
- Anche io - le sussurrò per poi stamparle un dolce bacio.

Tokio hotel Sacred


La mattina dopo per Maddy fu una di quelle giornate da iniziare col sorriso.
Una di quelle giornate dove ti sembra tutto così incredibilmente bello, così incredibilmente perfetto.
E tutto questo, perché lei era stretta fra le braccia di colui che amava con tutta se stessa, e non le importava dov’era, perché tutto quello che c’era intorno a loro, magicamente assunse tutt’altro aspetto.
Aveva paura di aprire gli occhi, aveva paura che tutto quello che era successo fosse stato solo un sogno, e che una volta che avrebbe aperto gli occhi, si sarebbe ritrovata nella sua camera.
Ma non appena sentì la calda stretta di Bill al suo fianco, capì che era tutto reale.
Sorrise felice, e con ancora gli occhi chiusi si voltò verso di lui per abbracciarlo ancora più forte. Lui si mosse appena lasciando scivolare le sue dita, delicatamente sulla schiena della ragazza.
- sei sveglio? - le domandò lei aprendo gli occhi appena.
Bill mugolò qualcosa sfiorando ancora la bianca schiena della ragazza, neanche lui aveva voglia di aprire gli occhi.
- dormi amore, non è ancora giorno - le sussurrò respirando l’odore dei capelli della ragazza.
- ma cosa dici Bill, è giorno - rise Maddy stringendosi a lui, solo così non riusciva a sentire freddo - apri gli occhi - gli suggerì.
Bill si scansò da lei solo di qualche centimetro, spalancò gli occhi ritrovandosi il viso di Maddy vicinissimo al suo, si fissavano in silenzio, emozionati.
Poi lui sorrise, posando le sue labbra calde su quelle di lei, perdendosi in quel bacio, che sapeva di nuovo, di fresco…che sapeva d’amore.
Dell’amore vero, quello con la A maiuscola, quello che Maddy provava per la prima volta, quello che sognava da sempre.
Bill era l’amore.
Intanto lui col suo peso era su di lei, continuava a baciarla. E lei chiuse gli occhi abbandonandosi alla sua stretta, e poggiando la testa indietro. Sentiva ancora quella sensazione, il suo odore, il suo respiro affannoso.
- dai Bill dobbiamo rivestirci -
Ma lui non voleva sentire ragione, continuava a darle piccoli baci sul collo, creando in lei brividi - così mi fai il solletico - aggiunse ancora lei ridendo.
- ti mangio tutta - scherzò lui portando le sue mani fra le sue cosce.
Maddy continuava a ridere, fino a che un rumore proveniente dal corridoio della villa, la fece irrigidire.
- cosa c’è? - le domandò lui alzando il capo.
- ho sentito un rumore - rispose lei tendendo l’orecchio ancora di più.
- sarà stato il vento - sorrise lui furbo, per tornare all’attacco.
Ma Maddy non riusciva più a rilassarsi, non era il vento il rumore che aveva appena sentito, e ne ebbe la conferma un istante dopo, quando sentì il vociare di qualcuno.
- Bill sono arrivati - lo interruppe ancora scivolando via da lui - muoviti vestiti - disse sbrigativa recuperando dal pavimento i suoi indumenti.
Intanto le voci si facevano più vicine, erano quasi vicino alla porta d’entrata. La troupe era tornata per lo smantellamento dell’attrezzatura.
- sbrigati lumaca - lo riproverò divertita lei, infilandosi i jeans.
- ho quasi finito - la rassicurò lui infilandosi goffamente le scarpe
Stavano per entrare, le chiavi erano già infilate nella toppa della porta.
- finito, andiamo - dissero insieme, per poi scoppiare a ridere - shsss! O ci sentiranno - bisbigliò lui divertito portandosi l’indice davanti alla bocca.
Maddy acconsentì, ricomponendosi, lui le tese la mano che lei prontamente impugnò.
- rifugiamoci nel camerino -
Lei lo seguì senza battere ciglio, Bill chiuse la porta, e dopo essersi accertati che gli uomini fossero entrati, sgattaiolarono come due ladri, velocemente verso l’uscita.
Non appena Maddy posò il piede fuori dalla porta, allargò le labbra in un sorriso guardandosi indietro per un ultima volta. E non le importava più di essere vista, si fermò per alcuni secondi con lo sguardo rivolto verso quella villa.
Il vento freddo le scompigliava i capelli, socchiuse gli occhi respirando quell’aria fino in fondo. In quel momento non le importava cosa il futuro le avrebbe riservato, in lei non c’era posto per le preoccupazioni, doveva rimanere tutto positivo per ricordare per sempre una notte speciale: la notte, che aveva fatto per la prima volta, l’amore.
- un giorno ci ritorneremo - le sussurrò lui nell’orecchio comparendo alle sue spalle, e circondandole i fianchi con le braccia amorevolmente.

*************


Nei giorni seguenti Bill e Maddy passarono ancora molto tempo insieme, felici e innamorati più che mai.
E in quel momento era uno di quei giorni, insieme mano nella mano si apprestavano a raggiungere la porta di casa di Bill.
Si sorridevano complici, mentre lui infilava la chiave nella serratura.
Non appena dentro incominciarono a baciarsi con passione, lui le sfilava via la maglia gettandola sul divano.
- Sicuro che siamo soli? - domandò bloccandosi, all’improvviso Maddy col respiro corto.
- Certo, tranquilla - la rassicurò lui con un sorriso, per poi tornare a baciarla.
Lei si rilassò spostando le sue mani sulla cinta di lui e incominciando a salire i primi gradini della scala, che portavano al piano superiore.
Ma all’improvviso.
- ciao Maddy - la voce di Tom risuonò nelle loro orecchie facendo allontanare Maddy dalle labbra di lui.
Il rasta tranquillamente dopo aver salutato si lasciò andare sul divano recuperando il telecomando della tv.
- Lui che ci fa qui? - domandò stizzita la ragazza mentre Bill fulminava con lo sguardo la figura di suo fratello comodamente adagiato sul divano a gustarsi un ridicolo programma televisivo.
- Tu vai di sopra, a lui ci penso io! - rispose Bill tranquillizzandola.
Maddy acconsentì e con le gote rosse salì gli scalini.
Bill aspettò che Maddy scomparisse oltre le scale per poi avvicinarsi al fratello.
- Tom - lo richiamò alle sue spalle.
Il rasta scocciato voltò il capo - cosa vuoi? -
- Cosa voglio? - ripetè sdegnato il moro - si può sapere che ci fai qui? - chiese ancora.
- Guardo la tv - rispose Tom.
Bill cercò di mantenere la calma, anche se il comportamento del fratello lo stava irritando, e non poco.
- Senti Tom, come hai ben visto c’è Maddy stasera da noi - disse con calma.
- E bè? -
Bill strinse forte i pugni con rabbia.
- Devi sparire - gli urlò vicinissimo ad un orecchio.
- Che cazzo ti gridi - affermò allontanandosi infastidito - sto aspettando Georg, lo sai che quello è un eterno ritardatario - lo informò con calma.
- Aspettalo fuori - urlò ancora Bill afferrando dall’attaccapanni la sua felpa e gettandogliela addosso.
I due fratelli si guardarono in cagnesco non pronunciando alcuna parola.
- Sto aspettando - sbottò Bill impaziente battendo un piede sul pavimento.
- E va bene - acconsentì dopodiché sbuffando Tom per poi infilarsi l’enorme felpa e raggiungere la porta - Scopare in macchina no eh? - borbottò prima di abbandonare la casa.


Samantha Fox- Touch Me

Bill non badò a quella provocazione, fiondandosi subito al piano superiore dove Maddy lo attendeva con impazienza.
Si diresse deciso in camera sua, dove sapeva con certezza che l’avrebbe trovata lì.
Aprì la porta, ispezionando ogni centimetro della stanza.
- Maddy - la chiamò non trovandola.
- Arrivo subito - rispose la ragazza oltre la porta del bagno della stanza.
Bill sfregò le mano entusiasta e si iniziò a sfilare i pantaloni e la maglia, sedendosi comodamente sul letto.
Maddy non si fece attendere molto, sbucando all’improvviso con solo addosso l’intimo.
- è andato via? - chiese avvicinandosi sensualmente a lui.
- Si, l’ho mandato via - le rispose lui ammirando il suo corpo, mentre lei era sempre più vicina.
- Bene - gli sussurrò spingendo il suo petto e adagiandosi su di lui.
Si guardarono, lui con gli occhi divertiti, furbi, sorrideva mentre lei iniziava a sfiorargli il petto con un dito. Maddy continuava a provocarlo mentre lui rimaneva immobile e giocava col suo piercing, fino a quando Bill invertì le posizioni ritrovandosi addosso alla ragazza.
Maddy sorrideva divertita mentre lui iniziava a baciarle dolcemente il collo e lei gli accarezzava i capelli.
La mano di Bill scendeva lenta, morbida, delicata, piacevole, si fermava sul bordo delle mutandine di lei, allargò l’elastico per poi sfilargliele.
Scendeva con le mani sempre più giù, fino a farle il solletico fra le sue gambe, l’accarezzava lento fino a quando Maddy si abbandonò a lui.

*******

Il sole era alto nel cielo quando Maddy spalancò gli occhi, con ancora il braccio di Bill attorno al suo addome.
Sorrise radiosa, spostando delicatamente il braccio di lui, Bill si mosse appena e senza svegliarsi si voltò dall’altra parte del letto.
La ragazza recuperò dal pavimento la maglia del ragazzo e le sue mutandine, per poi infilarsele.
A piedi scalzi abbandonò la stanza avviandosi al piano inferiore, intenzionata a preparargli la colazione.
Nella cucina, iniziò a cercare fra gli scaffali l’occorrente.
- Allora lo zucchero, vediamo un po’… - affermò intenta a cercare il barattolo di zucchero.
- Lo trovi in alto a destra, il primo scaffale - irruppe una voce alle sue spalle facendola sobbalzare.
- Tom mi hai spaventata - disse lei voltandosi e ritrovandosi il viso di Tom davanti.
- Scusa non volevo - si scusò lui recuperando il barattolo dello zucchero e porgendoglielo.
- Grazie - ringraziò imbarazzata, e ricordandosi solo in quel momento di essere poco vestita.
- E di che - disse lui con non curanza adagiandosi sull’isola della cucina e armeggiando fra le mani il cellulare.
Maddy frettolosamente preparò la macchinetta del caffè, spiando di tanto in tanto il rasta con la coda dell’occhio.
- Vuoi anche tu il caffè? - gli domandò titubante.
- Oh no grazie, devo fare una doccia e andare via fra un po’ - rispose lui non staccando gli occhi dall’aggeggio elettronico.
- Dove posso trovare un vassoio? - gli domandò.
- Uh che carina, gli porti la colazione a letto a quel scansafatiche - affermò incrociando gli occhi della ragazza.
Maddy sentì le guance prendere fuoco, sentendosi sprofondare in un senso di imbarazzo.
- Comunque lo trovi in basso a sinistra - la informò sorridendo - Io vado a fare la doccia, ci vediamo Mandy - la salutò allontanandosi.
- Sono Maddy - borbottò lei accasciandosi verso lo scaffale.
All’improvviso un terribile dolore la immobilizzò facendole emettere un suono strozzato.
- Tutto bene? - si preoccupò il rasta bloccato dal lamento della ragazza - Hey - la richiamò avvicinandosi a lei e inginocchiandosi - Cos’hai? - domandò ancora allarmato, mentre lei non rispondeva rimanendo col capo chino.
- Maddy chiamo Bill aspetta - la rassicurò cercando di alzarsi.
- No è passato - lo bloccò lei per un braccio ansimando.
- Sicura? -
- Certo, tutto ok - lo rassicurò alzandosi aiutata da lui.
- Vieni siediti un attimo - le consigliò Tom aiutandola a raggiungere una sedia - Ti prendo un bicchiere d’acqua - aggiunse adagiandola sulla sedia.
- Grazie Tom -
- Ecco prendi - le porse il bicchiere d’acqua, che Maddy deglutì tutto d’un sorso - Va meglio? -
Lei annuì posando il bicchiere sul tavolo e massaggiandosi con l’altra mano il fianco.
- Oddio il caffè - squittì all’improvviso la ragazza notando il liquido fuoriuscire dalla macchinetta - Guarda che guaio - si rimproverò notando il disastro che aveva combinato.
- Ecco perché andate d’accordo, ora capisco tutto - disse Tom scoppiando a ridere.
- Scemo - affermò stizzita lei incrociando le braccia, mentre Tom continuava a ridere divertito - Ora pulisco tutto - aggiunse.
- Lascia stare, ora posso andare? - chiese lui.
- Certo vai - lo liquidò lei cercando di rimediare al danno fatto - Ah Tom - lo bloccò ancora.
- Cos’altro c’è? -
- Per favore non raccontare di questo episodio a Bill, sai non voglio che si preoccupi -
Tom rimase a fissarla pensieroso - Va bene - acconsentì per poi sparire oltre la cucina.

*************


Lullaby

La chiesa era gremita di gente, tutti ansiosamente aspettavano lei.
Bill emozionato nel suo completo elegante continuava a fissare l’entrata della cappella.
C’erano tutti, Tom al suo fianco, per la prima volta aveva indossato una giacca e non aveva indossato per l’occasione il suo inseparabile cappello.
Finalmente l’organo attaccò a suonare la marcia nuziale, tutti avevano gli occhi lucidi, la signora Diana non la smetteva di piangere non appena la sua bambina, accompagnata da suo padre, faceva il suo ingresso nella Cappella.
Bill rimase estasiato dalla bellezza della ragazza, mentre con passo elegante si avvicinava a lui.
Qualche lacrima attraversava il viso di Maddy che tremante stringeva il braccio di suo padre.
Superato il lungo tappeto rosso, il signor Franz porse la mano di sua figlia al ragazzo, entrambi continuavano a sorridere radiosamente.
- Ti amo - le sussurrò lui scoprendole il viso dal velo.
Lei sorrise ancora più emozionata, cercando di trattenere quella lacrima di gioia che si ostinava a voler venire fuori.
Il sacerdote iniziò il rito nuziale, fino ad arrivare alle famose parole.
- Tu Bill vuoi prendere come tua futura sposa la qui presente Madline - domandò l’uomo.
Bill non vedeva altro che il viso della sua Maddy, gli occhi gli brillavano.
Per tutta la sua vita non aveva mai immaginato il giorno del suo matrimonio, e ora era lì a viverlo e non gli sembrava vero.
- Si lo voglio - pronunciò sorridendo e stringendo la mano di lei.
- E tu Madline vuoi come tuo futuro sposo il qui presente Bill - chiese rivolgendosi questa volta verso la ragazza.
Maddy aveva lo sguardo intimorito e solo il sorriso di Bill riuscì a tranquillizzarla, e riuscendo finalmente a strapparle quel….
- Si lo voglio - disse con voce squillante.

- Signorina Braun - la richiamò velenosa una voce conosciuta.
- Ma dove sono? - chiese guardandosi intorno la ragazza, realizzando solo in quel momento che era in classe, in piedi davanti al suo banco e che in realtà stava solo sognando ad occhi aperti il suo matrimonio.
Tutti gli occhi dei suoi compagni le erano addosso, qualcuno era scoppiato a ridere, qualcuno la guardava sbalordito.
- Dove crede di stare? - urlò la professoressa.
- Mi scusi - si scusò la ragazza col capo basso, mettendosi nuovamente a sedere.
- Mi porti subito il diario - le ordinò la donna infastidita dal comportamento della ragazza.
- Professoressa le ho chiesto scusa -
- Le ho chiesto di portarmi il diario - ripetè furiosa la signora Schulz, fulminandola con lo sguardo.
Maddy si maledisse un migliaio di volte in quel momento, l’incubo di qualche mese prima stava tornando.
Una nota in quel periodo felice, non ci voleva proprio, pensò sentendo la rabbia crescere in lei.
- Sto aspettando - aggiunse ancora spazientita.
Maddy strinse il diario fra le mani, indecisa sul da farsi, mentre la voce della sua professoressa continuava a richiamarla.
Un’ondata di improvviso nervosismo la scosse da capo a piedi, mentre sentiva una strana sensazione di calore invaderle il viso. Iniziò a sudare, mentre la vista le si annebbiava, sentiva la voce della professoressa sempre più lontana.
- Ha sentito cosa ho detto? - le urlò ancora la donna avvicinandosi al banco.
La donna notò il pallore del volto della ragazza accompagnato dal lieve tremore del suo corpo.
- Signorina si è drogata? - domandò esterrefatta scuotendola per una spalla.
- Professoressa non mi sento affatto bene - disse Maddy con un filo di voce portandosi una mano sulla fronte - posso uscire? - aggiunse alzandosi.
Ma la donna non ebbe neanche il tempo di acconsentire che la ragazza ebbe un mancamento finendo per terra.
 
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view post Posted on 13/7/2009, 23:36
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O.o continua ti pregoo
 
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Fee1702
view post Posted on 19/7/2009, 15:44




CHiedo umilmente perdono, non mi ero accorta che avevi postato... credevo nonlo facessi più.
Ma ora ho letto tutto, adoro questa storia, mi piace da morire e spero tu inizi a postare di nuovo.
 
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....:GiulY:....
view post Posted on 20/7/2009, 08:27




L' ho letta anch' io (dall' inizio e devo dire che ho faticato un pochetto) e posso dire di aver tenuto il fiato sospeso per un po', la ribellione adolescenziale, lo spirito liero di Maddy, l' isteria di Bill e quelle vocine interiori che habbiamo tutti fanno di questa una grande fan fiction
 
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saretta_96
view post Posted on 25/9/2009, 17:18




ciao sono una nuova lettrice di questa bellissima fan fiction!!! spero che posterai presto dei nuovi capitoli!!^^
 
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saretta_96
view post Posted on 27/9/2009, 17:09




Ma non posti??*me dispiaciuta*
 
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Flyrita89
view post Posted on 13/11/2009, 19:33




Ragazze scusatemi tanto per il terribile ritardo.
Spero che continuerete a leggere la mia fan fiction ^^
Ringrazio tutte per i commenti ecco a voi:


Maddy aprì lentamente gli occhi ritrovandosi di fronte una stanza a lei sconosciuta, una luce abbagliante le impediva di focalizzare bene dove si trovava, si portò una mano al capo notando un filo con un ago conficcato nel suo braccio.
Si guardò intorno spaesata, si sentiva coperta da un alone di stanchezza mentre la stanza era appena illuminata da una finestra mezza aperta.
All’improvviso sentì provenire dalla porta delle voci.
- Ah tesoro sei sveglia - esclamò suo padre varcando la porta.
- Cosa mi è successo papà? - chiese debole, ricordando poco di quello che le era accaduto.
La testa le scoppiava, ricordi e voci si sovrapponevano nella sua mente.
- Non ricordi niente? - le chiese a sua volta suo padre accomodandosi sul letto accanto a lei.
- Ricordo solo che ero in classe, la professoressa mi urlava contro, e poi il vuoto totale - cercò di ricordare Maddy a malapena, massaggiandosi una tempia.
- Sei svenuta Maddy, e ti hanno portato velocemente in ospedale -
Intanto nella stanza aveva fatto il suo ingresso anche la signora Diana accompagnata da una donna con un camice bianco, e con una cartellina in mano.
- Vedo che la nostra paziente è sveglia - commentò la donna con aria seria avvicinandosi al letto.
- Ti senti meglio tesoro? - le chiese dolcemente sua madre accarezzandole una guancia - Ci hai fatto prendere un colpo - aggiunse.
- Si mamma, sto meglio, vorrei solo tornare a casa - disse la ragazza spostando il lenzuolo dal suo corpo.
- Dobbiamo prima aspettare l’esito delle analisi, poi torniamo a casa - la bloccò sua madre.
- Quali analisi? - chiese stranita Maddy spalancando gli occhi.
- Quelle che le abbiamo fatto - si intromise la donna - è la prima volta che ha questo tipo di sintomi? - le domandò.
- Bè no - ammise ricomponendosi sul materasso.
Sua madre la guardò fissa spalancando di poco la bocca: - Tesoro perché non ci hai detto niente? - esordì Diana preoccupata, mentre il signor Franz si era bloccato fissandola anche lui.
- Non volevo farvi preoccupare - si scusò la ragazza abbassando il capo.
- Continui signorina - la incitò bruscamente ancora la donna.
- Tutto iniziava puntualmente da un lacerante dolore al fianco, proprio qui - indicò Maddy la parte dolorante - è talmente forte che mi impedisce di respirare - aggiunse ancora mentre la donna prendeva appunti su una cartellina.
- Dobbiamo assolutamente sottoporla a un altro tipo di analisi - disse sbrigativa la donna non mollando il suo tono serio.
- Non è niente di grave, vero? - domandò Franz avvicinandosi alla donna.
- Non posso pronunciarmi, prima si sottoporrà alla tac e prima trarremo delle conclusioni - rispose per poi abbandonare la stanza.


********

- No così non va bene - disse la voce di Bill intento ad appallottolare l’ennesimo foglio di quaderno per poi centrare in pieno il cestino dei rifiuti della sua stanza.
Afferrò un altro foglio bianco, e dopo qualche tentennamento ricominciò a scrivere, nero su bianco.
Bill era seduto sulla suo letto e scriveva, mentre fuori alcune nuvole grigie coprivano il cielo.
Parole dolci e melodiosi accompagnavano la sua penna che tracciava sicura su di un foglio. Teneva le gambe accavallate, e ad intervalli regolari scriveva, rileggeva ciò che aveva scritto, e dava un'occhiata fuori dalla finestra, per scovare un po’ di ispirazione da quel cielo scuro.
- Ma si può sapere che stai facendo? -
Una voce lo fece trasalire, era la voce allegra di Tom.
- Ma ti sembra il modo di entrare? comunque scrivo, non lo vedi? - rispose il moro non distogliendo lo sguardo dal foglio.
Tom si avvicinò sempre di più al letto cercando di spiare quello che il fratello stava scrivendo.
- E non spiare - disse scostando bruscamente il foglio e portandoselo al petto.
- E’ una nuova canzone? - domandò ancora curioso il rasta.
- Potrebbe diventarlo -
- Dai, fammi dare un’occhiata - continuò Tom, cercando di strappagli via il foglio.
- E va bene - acconsentì Bill sbuffando.
Tom scrutò quel foglio attentamente, e terminò di leggere quelle poche righe con un sorriso, Bill intanto imbarazzato aspettava ansiosamente il giudizio di suo fratello.
- Non è niente male - ruppe quel silenzio Tom, porgendo nuovamente a suo fratello il foglio.
- Dici sul serio? - spalancò gli occhi Bill entusiasta.
Tom annuì ancora sorridendo.
- Potresti comporre qualcosa con queste parole? - chiese Bill.
- Potrei provarci - rispose secco Tom - Però ora andiamo a mangiare - aggiunse il ragazzo voltandosi di spalle.
- Entro questa settimana? - domandò ancora Bill prima che suo fratello abbandonasse la stanza.
- Cosa? - si voltò di scatto - Bill lo sai meglio di me che è impossibile, per comporre una melodia ci vuole tempo - spiegò.
- Lo so, ma non potresti fare un piccolo sforzo? Ti prego - lo supplicò Bill.
- Ma a che ti serve? -
- Voglio farle una sorpresa - rispose prontamente il ragazzo.
- Le hai scritto una canzone? - si meravigliò il rasta avvicinandosi nuovamente al fratello, che imbarazzato aveva abbassato il capo.
- Ti piace proprio tanto eh? - disse Tom abbozzando un mezzo sorriso.
- Io la amo - rispose Bill guardando il fratello dritto negli occhi - E questa canzone è per dimostrarle tutto il mio amore - aggiunse con gli occhi che gli brillavano.
Tom rimase in silenzio per qualche istante, pensando a quanto fosse felice che suo fratello finalmente avesse trovato l’amore.
Tante volte si era ritrovato a parlare con lui di quanto gli mancasse l’amore, e ora che l’aveva trovato in quella ragazza, non poteva far altro che essere felice per lui.
- Va bene, ci proverò - colmò quel silenzio prima di voltarsi ancora e andare via.

*****

- Maddy, oh santo cielo - trillò ansiosa Clarissa varcando l’entrata della camera d’ospedale, dove Maddy sgranocchiava tranquillamente una barretta di cioccolata.
- Cla - sussultò Maddy alla vista dell’amica.
- Mi hai fatto prendere un colpo, lo sai? - la informò l’amica, avvolgendola con le sue braccia.
- Tranquilla, è tutto ok - si limitò a risponderle.
- Dici sul serio? - affermò scansandosi da lei.
- A dir la verità, sto aspettando dei risultati - affermò seria - Tra poche ore saprò se va tutto bene - terminò Maddy mordendosi il labbro inferiore.
- Cos’è questa storia, non capisco - disse Clarissa confusa accomodandosi sul letto.
- Ti ricordi quel dolore al fianco che mi colpì quel giorno in camera mia? - le domandò Maddy cercando di farla capire.
- Certo che ricordo - rispose frettolosamente Clarissa - Tu avevi detto che il dolore ti veniva ogni qual volta fossi nervosa - continuò l’amica perplessa.
- Vedi, Cla - Maddy distolse lo sguardo dall’amica, portandolo verso la finestra della stanza - Non era la prima volta che mi capitava e i medici hanno deciso di sottopormi a diversi controlli - terminò il discorso Maddy.
Fra loro calò un silenzio tombale, fino a quando Clarissa prese le mani della ragazza stringendole.
- Tranquilla Maddy, è tutto ok… - cercò di tranquillizzarla percependo la paura negli occhi di Maddy.
Gli occhi delle due ragazze si incrociarono, ma all’improvviso il suono di un cellulare irruppe tra le due ragazze.
- È Bill - disse Clarissa recuperando dalla borsa il cellulare.
Maddy sgranò gli occhi, presa alla sprovvista. - Oh cielo sarà preoccupatissimo - affermò in preda al panico.
- Non sa niente? - domandò sbalordita l’amica.
Maddy non rispose, e Clarissa capì al volo quale fosse la risposta: Bill non sapeva niente.
- Che faccio ora? - domandò mentre il cellulare continuava a squillare.
- Non volevo farlo preoccupare prima di sapere l’esito degli esami - si giustificò la ragazza.
- Pronto, Bill - Clarissa decise di rispondere non badando alla ragazza - Si certo, è qui con me, ora te la passo -
Maddy spalancò ancora una volta gli occhi, cercando di respingere il cellulare che Clarissa le aveva posto prepotentemente.
- Diglielo - le consigliò a bassa voce Clarissa.
Maddy afferrò il cellulare mandando un’occhiataccia all’amica - Pronto Bill -
- Maddy, finalmente, ma dove sei? Aspettavo la tua chiamata, ho provato mille volte a chiamarti sul tuo cellulare - affermò il ragazzo dall’altra parte del telefono con tono molto agitato.
- Calmati, oggi a scuola mi sono sentita poco bene e ho chiesto di poter uscire prima e ora…-
Maddy si ritrovò a pensare in quella brevissima pausa che sarebbe stato un bene se per una volta avesse mentito, perché in fondo era una bugia a fin di bene.
- …e ora sono a casa con la febbre, niente di cui preoccuparsi - aggiunse infine cercando di sembrare più sincera possibile.
Intanto evitò di guardare lo sguardo sconcertato di Clarissa giocherellando con una ciocca di capelli, lo faceva sempre quando era terribilmente nervosa, e in quel momento lo era sul serio.
- Povera piccola - lo sentì pronunciare dolcemente dall’altro capo del telefono.
Le si strinse il cuore ancora di più.
- Vuoi che ti passi a trovare più tardi? - proseguì ancora Bill premuroso.
- E’ meglio di no, ti richiamo io non appena starò meglio - si affrettò a rispondere, anche se la voglia di vederlo e abbracciarlo era tanta.
- Come vuoi -
Sentì un velo di delusione nella sua voce.
- Bill, ora devo riattaccare, Clarissa ha bisogno del suo cellulare, ok? -
- Maddy, ti amo -
La morsa al petto si strinse ancora di più, continuava a ripetersi che sarebbe andato tutto bene, ma allora perché quella brutta sensazione, quasi come un presagio, continuava a tormentarle la testa?
Sospirò. - Anch’io, Bill - sorrise appena - Ciao - lo salutò per poi riattaccare.
Clarissa non ebbe il tempo di fare l’ennesima ramanzina alla sua amica, che dalla porta fece il suo ingresso la dottoressa. Il momento della verità era arrivato, pensò fiduciosa Maddy fissando negli occhi la donna, e cercando di trovare un po’ di speranza.
Anche Diana e Franz fecero il loro ingresso nella piccola stanza restando accanto a Maddy.
- Ciao Maddy, è tutto ok? Hai ancora dolori? - le domandò la donna avvicinandosi al suo letto sempre con quell’espressione seria in viso.
Maddy aveva sempre odiato i dottori, proprio per quella loro perenne espressione seria.
- No, no sto bene grazie - si affrettò a dire, in quel momento voleva sapere ben altro.
- Bene, allora parliamo dei risultati delle analisi - iniziò la donna accomodandosi all’estremità del letto - Purtroppo i miei sospetti erano più che fondati, gli esami mettono in evidenza un carcinoma pancreatico, a causa della sua gravità raccomanderei una terapia aggressiva, volendo possiamo incominciare domani stesso - terminò davanti allo sguardo sbalordito di Maddy.


Ludovico Einaudi - Andare
Carcinoma pancreatico?
Conosceva bene quelle due piccole parole, ad un certo punto le sembrava di cadere in un baratro, le sembrava di sentire cento, mille volte, quelle parole rimbombare nella sua testa.
- Ho un tumore? - sfiatò Maddy tremante cercando di convincersi che non aveva compreso quello che le era stato detto.
- Si, esattamente al pancreas - rispose - So che non è facile da accettare, ma il tempo è importante in questi casi, dobbiamo agire subito -
Tempo?
Ora si che sentiva di aver toccato il fondo…
- Ora è meglio che vi lasci soli, naturalmente sono a vostra disposizione per qualsiasi domanda - concluse la donna alzandosi dal letto e raggiungendo la porta.
Il signor Franz la seguì per ulteriori chiarimenti mentre la signora Diana si era ammutolita.
Maddy intanto continuava a starsene in silenzio, sembrava impietrita con gli occhi persi nel vuoto.
Una sola domanda continuava a tormentarle la mente: perché proprio a lei?
- Tranquilla tesoro andrà tutto bene, ti prendo i vestiti va bene? Torniamo a casa - cercò di rompere quel silenzio sua madre, cercando di non scoppiare a piangere davanti a sua figlia, questo di certo non l’avrebbe aiutata.
- Non è possibile - la voce di Clarissa risuonò nelle orecchie di Maddy risvegliandola da quello stato di shock in cui era entrata.
Maddy alzò lo sguardo verso di lei come un automa, aveva gli occhi ancora spalancati e la bocca semi aperta, il respiro era affannoso.
Velocemente piccoli frammenti della sua vita le attraversarono la mente, il volto di sua madre, suo padre, il volto del piccolo Alexander e poi Clarissa, e infine il sorriso di Bill. Ogni ricordo finiva col volto di Bill che continuava a sorriderle. Le immagini continuavano a scorrere, fino a sbriciolarsi in mille pezzi.
I pezzi diventavano sempre più piccoli, fino a sparire del tutto.
- Maddy - proferì ancora Clarissa non vedendola reagire in nessun modo - Mi dispiace tanto - le si gettò infine fra le braccia in lacrime.
Ma Maddy non reagiva ancora, continuava a non accettare ciò che le stava accadendo.
- Sei forte vero? Dimmi che sarai forte Maddy - singhiozzava Clarissa.
Forte.
Si lei lo era sempre stata, ma questa volta avrebbe trovato la forza? Sarebbe riuscita a combattere questa battaglia?
Per ora non lo sapeva, la sua vita ora dipendeva da lei e dalla sua forza di volontà.
Chiuse gli occhi, stringendo Clarissa e lasciando una piccola lacrima attraversarle lenta la guancia.


Buio. Un buio quasi insostenibile, eppure fuori c’era ancora la luce.
Maddy aveva deciso di lasciarsi andare sul letto nella speranza di trovare un po’ di sonno, ma nonostante questo continuava a rigirarsi nel letto non riuscendo a trattenere le lacrime.
Sentiva il rumore delle auto fuori dalla finestra, la voce di suo padre parlottare con sua madre, ma lei non apriva gli occhi continuava a piangere stringendo a sé il lenzuolo con rabbia.
Un dolore lacerante colpiva in ogni piccola parte del suo corpo, voleva urlare e invece non aveva la forza di farlo.
Anche se debolmente decise di alzarsi dal letto e barcollando raggiunse la porta del bagno, e poi entrò nella doccia.
Con un movimento leggero aprì la manopola dell’acqua.
L’acqua calda quasi bollente investì il suo corpo, ma Maddy non se ne curava, neanche quello riusciva a distrarla dal dolore che stava provando.
Dopo qualche secondo chiuse gli occhi e ricominciò a piangere, le lacrime sembravano non avere mai fine.
Come avrebbe raccontato a Bill della sua malattia?
- Bill - urlò a mezza voce spalancando gli occhi improvvisamente, le lacrime continuarono a rigarle il viso mischiandosi con l’acqua che scorreva sul suo capo.
Non l’aveva ancora chiamato.
Decise allora di farsi forza e uscire dalla doccia, lui aveva il diritto di sapere.
Recuperò l’accappatoio e con i capelli gocciolanti tornò nella sua stanza, decisa più che mai a recuperare il suo cellulare.
Rovistò fra i jeans, guardò sulla scrivania cercando di intravedere l’aggeggio, si ricordò di averlo lasciato nella cartella, ed è lì che lo trovò.
C’erano delle chiamate senza risposta, sicuramente Bill pensò Maddy ricominciando a singhiozzare.
Dopodiché cercò di calmarsi e digitò il suo numero sulla tastiera.
Pochi squilli e dall’altra parte del telefono risuonò la sua limpida voce, cerco di calmare i singhiozzi inspirando profondamente.
- Pronto Bill - infine disse tremante - Puoi passare a prendermi? -


Non appena chiuse la chiamata, Bill esultava felice, finalmente l’avrebbe rivista.
Distratto com’era non si era accorto di quel piccolo tremore nella voce della ragazza, salto giù dal letto e a grandi falcate raggiunse suo fratello al piano inferiore che comodamente se ne stava seduto sul divano a strimpellare qualche nota sulla sua chitarra.
- Tom - urlò scendendo le scale - vado a prendere Maddy - aggiunse con un grande sorriso stampato sul viso.
- Sta meglio? - domandò il rasta mollando le corde dello strumento.
- Credo proprio di si, vuole vedermi, e ho deciso di farle ascoltare la canzone -
- Stasera? -
- Si stasera -
L’idea di farle ascoltare quella canzone, lo rallegrava ancora di più.
Tom come promesso aveva scritto una melodia e insieme l’avevano incisa nel loro studio di registrazione.
- Sei sicuro Bill? Forse ha bisogno di qualche modifica -
- No, le piacerà ne sono sicuro - disse deciso Bill recuperando il giubbino e raggiungendo la porta.
- Ah Bill - lo bloccò Tom prima che il moro oltrepassasse la porta.
- Cosa c’è? - sbuffò visibilmente scocciato.
- Ha chiamato David poco fa -
Bill ritornò sui suoi passi, deglutendo lentamente la saliva.
- Allora? - lo incitò a parlare.
- Dall’ultima visita ortopedica è risultato che Gustav sta meglio, e che tra meno di due settimane possiamo incominciare il tour -
Tour, uguale andare via, uguale non vedere Maddy per mesi.
Furono queste parole ad avvolgere la mente di Bill Kaulitz in quel preciso istante.
Fino a qualche mese prima, questa notizia lo avrebbe fatto saltellare, gioire, ma qualche mese prima non sapeva che avrebbe incontrato Maddy e che se ne sarebbe innamorato alla follia.
- Hai capito cosa ho detto? - la voce di Tom lo riportò alla realtà.
Si che aveva capito.
- Certo ho capito, ora vado - rispose con un filo di tristezza nella voce trascinando i piedi sul pavimento per poi uscire.

**********

- Sono così felice di rivederti - disse Bill stringendola forte per i fianchi, mentre Maddy si sentiva morire secondo dopo secondo.
- C’è Tom in casa? - domandò con un filo di voce cercando di staccarsi dall’abbraccio.
Bill la guardò un po’ stranito, c’era qualcosa che non andava nella ragazza, lui lo percepiva.
- No, è uscito non ti preoccupare - affermò fissandola, mentre lei se ne stava col capo chino rivolto verso il pavimento.
Bill cercò di non badare a quello strano comportamento attirandola ancora una volta a sé, e premendo le sue labbra con quelle di lei, che non accennavano a muoversi.
Bill sentì un brivido glaciale perforargli lo stomaco.
Cercò di ragionare sul comportamento della ragazza quando lei si allontanò per l’ennesima volta da lui, voltandosi di spalle.
- Vorrei farti ascoltare una cosa - sopraggiunse lui, non aveva voglia di stare a domandarsi cosa la turbava in quel momento.
Maddy di spalle spalancò gli occhi - Cosa? - domandò voltandosi di poco.
- Ho scritto una nuova canzone e vorrei che tu fossi la prima ad ascoltarla - affermò lui con un enorme sorriso sul volto.

Ludovico Einaudi - In un'altra vita
Dolce, tenero Bill…pensò lei con il groppo in gola.
- Vuoi ascoltarla? -
- Non sono molto brava a giudicare -
- Vieni con me - le disse lui sorridendo afferrandole la mano, e trascinandola su per le scale.
Mentre percorrevano le scale, Maddy cercò di pensare alle giuste parole per digli quello che le stava capitando, ce l’avrebbe fatta?
Bill la trascinò in camera sua, dove solo lì mollò la sua mano per recuperare da un cassetto un cofanetto.
- Pronta? - le domandò ancora aprendo il cofanetto e recuperando da dentro un cd.
Maddy si portò dietro un ciuffo di capelli accomodandosi sul suo letto, dopodiché annuì.
Lui sorridendo inserì il cd nello stereo premendo play.
Alcune note iniziarono ad espandersi per tutta la stanza, lei accarezzò lentamente quelle lenzuola, come se qualcosa le diceva che dopo quel giorno, lei in quella stanza non ci avrebbe messo più piede.
La musica continuava a suonare, una melodia dolce accompagnata dalla voce calda di Bill, risuonava nelle orecchie di Maddy risvegliando in lei mille ricordi.
Bill se ne stava in piedi davanti allo stereo, mentre Maddy ascoltava con attenzione quella canzone.
Rivedeva davanti ai suoi occhi per l’ennesima volta il loro primo incontro, così bizzarro e buffo.
Maddy si guardava intorno, cercando di memorizzare nella sua mente ogni piccolo dettaglio di quella stanza, dove lei e Bill avevano fatto l’amore, dove si erano amati e coccolati fra quelle lenzuola che lei accarezzava.
All’improvviso non potè fare a meno di portarsi le mani al volto e singhiozzare, tutto le stava crollando davanti agli occhi.
- Maddy che hai? - si precipitò subito verso lei.
- Niente, è solo che questa canzone è…è…bellissima - tentennò spostando le mani dal viso.
Bill sorrise dolcemente allungandosi verso di lei e abbracciandola con le sue esili braccia, Maddy singhiozzò ancora sulla sua spalla.
- Hey è solo una canzone - disse innocentemente lui accarezzandole il capo.
Ma cosa ne poteva sapere lui che di lì a poco la sua Maddy stava per lasciarlo.
Si aveva pensato tutta la notte a quello che avrebbe dovuto fare.
Bill non avrebbe mai saputo della sua malattia, lo avrebbe lasciato libero di continuare la sua vita, senza sentire il suo peso.
Perché era questo che si sarebbe sentita per lui: un peso.
Era stata una decisione abbastanza ardua per Maddy, ma sapeva nel suo inconscio che questa era la giusta decisione.
Sapeva quanto dolore l’aspettava, e sapeva bene che ne avrebbe inflitto uno ancora peggiore a Bill, ma non poteva fare altrimenti.
Non c’era nessuna via d’uscita: doveva lasciarlo ora.
Bill la prese per la spalle cercando il contatto con le sue labbra, Maddy debolmente si lasciò andare a quel bacio, fino a quando lui la stese sul letto continuandola a baciare col suo peso addosso.
- No Bill, ti prego - lo spinse via da lei incrociando i suoi occhi.
Bill non proferì parola restando a fissarla col suo peso addosso, fino a quando lei distolse lo sguardo da lui alzandosi dal letto.
- Maddy è tutto ok?- le domandò con un filo di voce.
Lei se ne stava di spalle immobile, cercando di mantenere il controllo.
- Ci sono dei problemi Bill - ammise con tutta la forza che le era rimasta.
- Quale tipo di problemi? - domandò ancora Bill mandando giù quel groppo che improvvisamente gli si era creato in gola.
- Fra noi - continuò lei voltandosi lentamente, questa volta doveva dirglielo guardandolo fisso negli occhi, solo così gli avrebbe fatto capire che questa volta era finita sul serio.
- Maddy se stai scherzando, non è divertente - l’avvertì lui con un leggero tremore nella voce.
- Non sto scherzando Bill, cazzo!!! - inveì Maddy battendo un piede sul pavimento violentemente, facendo sussultare Bill - Fra noi si è rotto qualcosa, anzi forse non è mai iniziato niente, siamo stati troppo precipitosi, dovevamo aspettare - aggiunse abbassando lo sguardo.
- Aspettare cosa? - chiese ancora confuso.
Di quello che la ragazza stava dicendo, Bill non ci stava capendo un bel niente.
- Non sono più sicura di quello che provo per te -
- Ma come… - tentennò Bill alzandosi dal letto - ci siamo detti ti amo Maddy - le ricordò quasi urlando a pochi centimetri dal suo viso.
- Sono frasi che si dicono Bill, non ero cosciente in quel momento di quello che dicevo, quel giorno è stato tutto così meravigliosamente bello con te, e credevo di amarti ecco perché l’ho detto -
Ma cosa diavolo stava dicendo?
Bill si portò una mano sulla fronte, non trovava le parole per chiederle cosa stava succedendo, perché proprio adesso poi??
- Cerca di capire Bill, quando Gustav starà meglio dovrai tornare alla tua vita, e io piano piano scomparirò dalla tua mente, non ricorderai neanche ogni piccolo particolare del mio viso, quindi è meglio così -
- Maddy tu mi ami, ne sono sicuro - le disse afferrandola per le braccia e scuotendola.

Another Now - Kate Alexa

Maddy chiuse gli occhi, sospirò - No, non ti amo - disse freddamente fissandolo negli occhi.
Un no secco, deciso, un no che come una lama punta al cuore, trafigge con tutta la forza che possiede, fino a gettarti in una fossa senza fondo.
Ed è proprio quel no, che ti fa capire che è tutto finito, che tutto quello che provi tu, lei non l’ha mai provato.
Ti senti preso in giro, usato e gettato come uno straccio vecchio, le forze non riescono a sorreggerti, facendoti traballare davanti a lei che ti guarda con pena.
Vorresti urlarle contro tutto il tuo disprezzo, farle capire che tutto questo non è giusto, che tu non lo meritavi.
Ma poi ti accorgi che non servirebbe a niente, il filo che vi teneva uniti si è spezzato nel momento in cui, la lei che amavi più di te stesso, ha pronunciato quel no.
- Bill - cercò di richiamarlo.
All’improvviso Bill rinvenne, realizzando il tutto.
- Vai via - stridì a denti stretti, allontanandosi e voltandosi di spalle.
Sentì una lacrima corrergli per il viso, frenetico si stropicciò gli occhi deciso a non arrendersi a quel pianto che lottava per sgorgare dai suoi occhi, nessuna lacrima sarebbe servita a farla tornare, nessun pianto gli avrebbe restituito l'unica persona che in quel momento le avrebbe potuto restituire il sorriso.
Perché lei aveva deciso di andare via.
A Maddy le si strinse il cuore, si avvicinò a lui posando delicatamente una mano sulla sua spalla, ma questo fece scattare in Bill ancora più rabbia.
- Ho detto vai via, sparisci! - urlò minaccioso.
Maddy ritrasse la mano tremante, avrebbe voluto stringerlo a lei forte e dirgli che non era vero niente, ma non poteva.
Decise allora di assecondarlo, sarebbe sparita dalla sua vita per sempre.
Mosse i primi passi verso la porta, allontanandosi da lui.
Ma sull’uscio della porta lo sentì parlare ancora.
- Sei come le altre - si sfogò facendola bloccare, ormai le lacrime scendevano dai suoi occhi anche contro la sua volontà.
Maddy chiuse gli occhi per un istante e poi abbandonò definitivamente quella stanza.
Mentre scendeva velocemente i gradini, lo sentì urlare e inveire contro qualcosa.
Quelle urla le avrebbe portate dentro di sé per molto tempo.
Raggiunse la porta e nel momento in cui la chiuse, capì che tutto era realmente finito, paradossalmente, tutte le cose belle sono destinate a finire.


Bill di spalle percepì il corpo di lei allontanarsi e avvertì improvvisamente freddo, si sentì come svuotato, incompleto. Avrebbe tanto voluto corrergli dietro, gridargli di non andarsene, supplicarla di restare li ma sapeva perfettamente che sarebbe stato tutto inutile.
Ora tutto era fermo, immobile.
Non ci poteva credere, lui che nonostante tutto aveva sempre dovuto pensare ad un bene superiore, lui che aveva sempre ricercato la felicità degli altri e mai la sua, accanto a lui, adesso, chi c'era?
Nessuno.
L’unica persona che era riuscito ad amare, l’aveva abbandonato così all’improvviso, senza una vera degna spiegazione.
Sentì ancora una lacrima scivolare lenta sul viso, si voltò di scatto, lei non c’era più, sparita.
Alzò gli occhi verso il soffitto, come a cercare il cielo, il paradiso, Dio, qualcosa. Sperava, forse, d’incontrare gli occhi di Maddy.
Ovviamente non accadde nulla.
Poco dopo un solo urlo, un urlo disperato riecheggiò per tutta la stanza.



Era uscita cercando di rimanere calma, ci stava male. Tremendamente male. Male da cani.
Forse in passato non se la sarebbe presa così, ma con Bill ogni cosa era stata diversa, con lui aveva scoperto l’amore.
Ma la cosa che faceva più male, la cosa che spezzava il cuore di Maddy a metà, era il fatto che Bill non potesse capire il suo gesto, no lui non poteva capire quanto le era costato lasciarlo andare via.
Non appena si lasciò alle spalle l’enorme villa di Bill, iniziò a correre disperatamente senza una meta precisa, senza un’idea precisa, sentiva solamente l’incredibile impulso di correre, scappare da lui, correre verso qualsiasi posto, l’importante era che potesse sfogarsi in santa pace, versare quelle lacrime che aveva necessità di versare.
La gola cominciava a farle male per la corsa, per il freddo, per tutto; tutto sembrava farle male in un modo incredibile.
E corse, corse, corse. Si fermò solo quando i polmoni incominciarono a protestare.
Stremata, si fermò ansimando, con una mano posta alla bocca dello stomaco, per calmare l’affanno. Ad occhi chiusi e con ancora le lacrime che le attraversavano le guance, tentava di regolarizzare il respiro.
Si guardò intorno non sapendo in che posto si trovasse, prese dalla tasca del jeans il cellulare.
- Hey per caso hai da fare? - cercò di parlare nonostante la voce rotta dal pianto glielo impediva - Si sto bene - mentì - No Clarissa non va affatto bene, non so dove sono - le disse ancora guardandosi intorno - Si ti aspetto - terminò la chiamata ricominciando a piangere.
 
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Fee1702
view post Posted on 13/11/2009, 20:23




Rita *-*
Finalmente! Credevo l'avessi abbandonata... non farlo mai più *minaccia*
Questa storia è bellissima e sofferta.
Io amo le cose sofferte xD Anche se credo che Maddy avrebbe dovuto dire a Bill la verità, avrebbe quanto meno avuto una spiegazione, non credo che soffra meno a pensare che non lo ami più.
Continua presto, è una minaccia è_é
 
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....:GiulY:....
view post Posted on 13/11/2009, 20:40




Alleluja!Finalmente hai postato, anche se mi hai fatto pingere, non ci provare mai più! *la minaccia con una motosega*
 
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Flyrita89
view post Posted on 14/11/2009, 17:36




ahahhaa oddio raga mi fate morire XD comunque arriverà presto il capitolo non mi sono dimenticata di voi tranquille ^^ un bacio a tutte.
 
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view post Posted on 17/1/2010, 01:17
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Finalmente hai postato xD
 
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view post Posted on 15/6/2010, 14:43
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non scrivi più? peccato =(
 
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