grazie mille ragazze... sono felice che vi piaccia..^^
VI CAPITOLO
Era seduta sul davanzale della sua finestra, sperando di intravedere la sua auto, e intanto continuava a fissare il suo orologio da polso.
- Ma quanto ci metti, uffa! -brontolò poggiando il mento sulle ginocchia piegate.
All’improvviso sentì provenire dalla strada il rumore di un auto, alzò di scatto la testa verso la finestra.
- Eccoti... - disse con aria stranamente sognante, sorridendo. Balzò giù dal davanzale con un salto aggraziato.
In un’altra situazione non sarebbe più uscita con uno, che l’avrebbe fatta aspettare due quarti d’ora, seduta senza fare niente. Ma questa volta no, questa volta era diverso, e Maddy non riusciva neanche a spiegarselo.
Indossò il giubbino lasciato sul letto. Dopo essersi accertata di aver preso chiavi di casa, e cellulare, aprì la porta della stanza. Cercando di creare meno rumore possibile, la richiuse silenziosamente, sentì provenire dalla stanza dei suoi il suono della tv accesa, segno che suo padre si era rifugiato lì dopo la loro discussione.
Sperava che non la cogliesse in flagrante, a passo molto lento scese i gradini delle scale, ormai solo quelli la separavano dalla porta, e da Bill si ritrovò a pensare.
Lasciò andare l’aria dai polmoni. Non appena il suo piede toccò l’ultimo gradino, notò che la luce della cucina era ancora accesa, sua madre era sicuramente stesa sul divano a guardare anche lei la tv.
Guardò quella scia di luce con malinconia: la cosa che le aveva fatto più male, era stato deludere sua madre, proprio lei che riponeva molto fiducia in lei, nonostante tutto.
- Perdonami mamma - sussurrò poi si voltò verso la porta, poggiò la mano sulla maniglia, aprendola lentamente e iniziò a correre verso il cancello.
L’auto grigia di Bill era appostata proprio davanti al suo cancello, ancora un’altra maniglia la separava da lui. Si apprestò ad impugnarla, aprendolo. Davanti a lei si ritrovò la figura più bella che avesse mai visto, sorrideva, e sorrideva per lei.
Porca miseria come ti dona il rosso, ammise fra sé spalancando la bocca di poco richiudendo lo sportello.
Cercò di rispondere come meglio poteva a quel sorriso così magnetico. Lui sorrise ancora, nel frattempo ingranò la marcia e accelerò portandola via.
**********
Il temporale che si era abbattuto sulla città, era ormai giunto al termine. Lassù, nel cielo avevano fatto il loro ingresso alcune stelle, rendendo quella grigia giornata di dicembre, una piacevole serata.
La macchina continuava a procedere, la luce dei lampioni abbandonava e riprendeva i loro visi, si tingevano di scuro e poi dopo ancora di chiaro, lasciando a Bill la possibilità di scrutare come meglio poteva, con la coda dell’occhio, il suo viso. Non potè non notare i suoi occhi spenti, privi di qualsiasi luce, e decisamente si sentì responsabile.
- Stai pensando ai tuoi? - affermò il ragazzo cercando di spezzare quel silenzio insopportabile.
- No penso a te - affermò senza voltarsi.
- A me? - domandò scettico il moro, spostando lo sguardo su di lei, i loro sguardi si incrociarono - E a cosa pensavi se mi conosci da tre ore, più o meno? -
- Bhè, pensavo a quanto sei stupido a pensare che sono triste per colpa tua - rispose sorridendo.
Maddy riuscì a spiazzarlo con quella affermazione. Come ci era riuscita? E se avesse capito la sua trappola e fosse uscita con lui per vendicarsi?
- Non è così allora? - domandò con voce quasi tremante.
- No, il rapporto con i miei, e soprattutto con mio padre è così da sempre. - gli confidò facendo spallucce - Quindi smettila di darti colpe inutili. Ora, chiuso il capitolo genitori, dove mi porti di bello? - chiese infine sorridendo radiosa.
Bill non aveva mai conosciuto una ragazza così, di solito quelle che frequentava non facevano altro che adorarlo e ragionare col suo stesso cervello. Maddy invece era incredibile, sapeva sorridere nonostante il dolore gli lacerava l’anima.
- Ti do la possibilità di scegliere – sfiatò sorridendo.
- Ma no, questo pomeriggio ho scelto io - replicò Maddy con aria corrucciata.
- Niente storie, e poi non sono molto bravo a scegliere i locali più cool - ammise il ragazzo.
Maddy arricciò la bocca con aria pensierosa.
- Nah, ma quale locale cool, ti va una pizza mister raffinatezza? – chiese ironica.
- Perché signor raffinatezza? - domandò divertito e per niente offeso.
-bè secondo me sei più il tipo da ristornati super lussuosi, non da piccole pizzerie- rispose gesticolando con le mani.
- Ti sbagli invece, io adoro la pizza, e non ci vado quasi mai nei ristoranti super lussuosi, cosa ti fa credere questo? -
Dava davvero quell’impressione?
- Bhe, si vede che sei ricco, basta guardare il macchinone che guidi - rispose lei non notando l’aria malinconica di Bill.
- Senti, se ho questa auto, è perché me la sono guadagnata ok? - esclamò frenando bruscamente accostando l’auto. Maddy sul sedile accanto saltò su, come se la pelle scottasse.
- Hey calmati, non volevo assolutamente offenderti - affermò la ragazza impallidendo a quella reazione. In realtà il suo era solo un modo per stuzzicarlo.
- Odio quando la gente mi etichetta solo perché ho un’auto che costa molto, e porto degli abiti firmati - sibilò a denti stretti fulminandola con lo sguardo.
- Sono un ragazzo come tanti Maddy, a cui piace mangiare la pizza, fare tardi con gli amici, bere, divertirsi e fare cazzate - elencò tutto d’un fiato, alzando il tono della voce e gesticolando nervosamente.
- Scusa. – biascicò Maddy abbassando lo sguardo, ferita da quella reazione - Ma ti giuro non volevo offenderti - continuò ancora alzando di colpo lo sguardo su di lui.
- Tu non mi conosci affatto! – berciò Bill, ignorando completamente i tentativi di giustificarsi della ragazza. Perchè è dura ascoltare, quando si pensa sempre e solo a se stessi.
- Hai ragione non ti conosco, e non dovrei nemmeno starci qui con te, scusami ancora – pigolò ferita Maddy. Si voltò e appoggiò la mano sulla maniglia della portiera. Era intenzionata a scendere, aveva commesso l’ennesimo errore, e si dava mentalmente della stupida almeno dieci volte al secondo. La portiera stava per aprirsi, ma d’improvviso sentì la sua presa sul suo braccio facendola rabbrividire, il suo corpo si bloccò.
- Scusami tu - gli sentì biascicare alle sue spalle. Maddy si voltò nuovamente verso di lui, Bill aveva lo sguardo basso.
- E’ solo che la gente è pronta a giudicarmi senza conoscermi realmente. - sussurrò mollando la presa - Ma non dovevo prendermela con te, scusami ancora. - aggiunse alzando lo sguardo – E’ solo un modo per difendermi – concluse.
Maddy rimase a fissare i suoi occhi per alcuni secondi, quello sguardo riusciva a scombussolarla tutta. Ma come era possibile? Distolse lo sguardo da lui, per paura che lui potesse percepire quello che le stava accadendo in quel momento.
- Ok - sfiatò portandosi un ciuffo di capelli dietro l’orecchio - Ma ora andiamo - continuò cercando di ricomporsi da quella strana sensazione di imbarazzo - La vuoi o no questa pizza? -gli domandò facendo splendere sul suo viso un bellissimo sorriso.
- Certo - rispose lui sorridendo e impugnando nuovamente il manubrio.
- Bene, - sorrise ancora- wow Bill adoro questa canzone! - affermò alzando il volume della radio e sventolando in aria le braccia a ritmo di musica.
Bill spostò ancora lo sguardo dalla strada sorridendo, mentre lei continuava ancora a muoversi a ritmo di musica.
***************
Di certo quella pizzeria non si poteva definire la migliore della città: era un piccolo locale esposto in una via per di più non molto frequentata. Per Maddy invece era il miglior locale della nazione, dove servivano dell’ottima e gustosa pizza.
- Sei sicura che sia buona la pizza qui? - domandò scettico Bill scrutando il posto dall’entrata.
- Certo che si, non limitarti a guardare l’entrata, vedrai dentro ti piacerà - lo convinse lei con un dolce sorriso, precedendolo. Bill si strinse ancora di più nel suo giubbino, dopodichè si decise ad entrare, perlustrando filo e per segno il posto con gli occhi. Il locale era semi vuoto, c’erano solo una coppia di anziani, due genitori con i rispettivi figli e un uomo che se ne stava seduto da solo con aria malinconica.
- Ti va bene se ci sediamo qui? - gli domandò lei indicandole un tavolino per due persone alla sinistra del locale.
- Si per me va bene - le rispose tranquillo. Si liberò del giubbino e lo poggiò sullo schienale della sedia, Maddy fece lo stesso, dopodichè presero posto sulle sedie di legno scuro.
- oh Maddy - la richiamò riconoscendola da lontano un uomo di mezza età, abbastanza robusto.
- Buonasera signor Carlo - lo salutò lei gentilmente con un sorriso, mentre l’uomo si avvicinava al loro tavolo.
- Bill lui è il signor Carlo, il proprietario di questo locale – lo presentò gentilmente.
- Buonasera - lo salutò educatamente il ragazzo porgendogli una mano.
- Ma su Maddy, ti ho detto tante volte di chiamarmi solo Carlo – la richiamò l’uomo con uno strano accento.
- Mi scusi… ehm volevo dire scusa - si corresse la ragazza, un tantino imbarazzata.
- Allora che vi porto piccioncini? - ironizzò Carlo con un sorriso affabile.
Piccioncini?, pensò Maddy allarmata. Oh no era evidente che il signor Carlo aveva frainteso tutto. Maddy in quel preciso istante sperò che lo strato di fondotinta che aveva sul viso, potesse coprire quel rossore che le avvampava in viso come se le avessero svuotato in faccia un secchio di vernice rossa.
- Oh no, io e Bill siamo solo amici - si affrettò a dire con evidente imbarazzo, con la voce meno acuta che riuscì a fare.
- Ah scusa, voi ragazzi ora amate usare questo termine, “amici” - infierì ancora facendo l’occhiolino a Bill, che al contrario di Maddy se ne stava tranquillo, continuando a sorridere. Maddy non sapeva che in realtà anche lui avrebbe voluto avvampare, ma anni di pratica per nascondere le emozioni gli avevano insegnato perfettamente a mantenere una maschera di inespressività sul volto.
- Ma si signor Carlo noi giovani amiamo usare questi termini, vero tesoro? - aggiunse Bill divertito, sfiorando la mano della ragazza. Stava solo cercando di buttarla sul ridere, per nascondere l’imbarazzo suo, e della sua “amica”.
Maddy spalancò gli occhi, mentre il cuore le arrivò in gola.
Datemi una fossa, che mi sotterro! pensò allarmata, ma prima decise che avrebbe sotterrato Bill con quel suo cazzo di sorriso che la scioglieva più di quanto il sole faccia con il gelato nel deserto del Sahara.
- Tranquilla Maddy non dirò niente a tuoi - continuò lui senza alcun ritegno dando una piccola gomitata amichevole alla ragazza. Bill continuò a mantenere la finzione continuando a chiamarla amore, tesoro, a volte anche piccolina, per tutto il discorso con il signor Carlo. E più di una volta, Maddy lo minacciò sottovoce di picchiarlo.
- Siete la coppia più deliziosa che abbia mai visto, davvero! -commentò mieloso l’uomo.
- Questa coppia deliziosa, però è ansiosa di ordinare - ribattè Bill con un sorriso. Avevano fame entrambi. Maddy intanto di nascosto diede un calcio sullo stinco a Bill, da sotto al tavolo, gettandogli un occhiata velenosa.
Avrebbe potuto protestare, certo, avrebbe potuto chiedergli di smetterla, ma non trovava le parole giuste, e si sentiva sciogliere dentro. Ci si metteva pure Bill che continuava a sfiorarle delicatamente la mano e lei si ritrovò a fantasticare su quella bugia. Il signor Carlo annotò la loro ordinazione sul taccuino.
- Ora vi lascio soli piccioncini, la pizza arriverà a momenti – li informò prima di liquidarsi definitivamente.
Maddy fece un respiro di sollievo, cercando di alleviare quella strana sensazione di imbarazzo che l’aveva appena coinvolta.
- Scusalo, ma a volte il signor Carlo è proprio un impiccione - si scusò lei poggiando i gomiti sul tavolo, non appena l’uomo si fu allontanato.
-tranquilla, anzi è parecchio simpatico, mi sono divertito! - disse rivolgendole un sorriso e lasciando la sua mano.
Maddy sentì diventare una pappetta gelatinosa tutte le sue budella davanti a quel sorriso e un senso di vuoto la attraversò non appena la sua mano si staccò da quella di Bill. Cercò di non darlo a vedere continuando col loro discorso.
- Già….- sorrise anche lei divertita, in fondo quella finzione non le era dispiaciuta affatto – E’ italiano, ecco perché penso che sia la miglior pizzeria di tutta la città – lo informò, dopodichè Maddy si portò una mano sotto il mento.
- Si in Italia fanno dell’ottima pizza - constatò Bill con convinzione. Lui amava la pizza italiana.
- Sei stato in Italia? - chiese curiosa la bionda sgranando gli occhi.
Bill annuì guardando altrove.
- Wow - disse con aria sognante - Vorrei tanto visitarla anch’io, ho sentito dire che ci sono bei posti vero?- domandò ancora.
- Già, ma non ho avuto molto tempo per visitarla - disse tamburellando le dita sul tavolo.
- E come mai? - chiese lei dubbiosa. Solo ora Bill si rese conto della gaffe che aveva appena fatto. Cosa poteva risponderle, che aveva girato tutto il mondo, ma che in realtà non era mai riuscito a visitare nemmeno un decimo di tutti i posti in cui era stato, compresa l’Italia, per via del suo lavoro?
Gran pezzo di idiota, vuoi mandare a monte tutto, proprio ora? Grugnì la vocina coscienziosa dentro di sé.
Bill si schiarì la voce, dando qualche piccolo colpo di tosse, intanto gli occhi di Maddy continuavano a scrutarlo imperterriti, in attesa di una sua risposta.
- Perché….- farfugliò Bill mordendosi il labbro. Ma ecco che a salvarlo fu la voce squillante del signor Carlo che aveva portato le pizze.
- Ecco qui le vostre pizze - disse poggiando davanti ai due ragazzi due piatti.
- Grazie - sorrise Maddy spostando i gomiti.
Bill gettò l’aria lasciata nei polmoni qualche attimo prima, mentre qualche gocciolina di sudore gli ricopriva la fronte. Sperava che Maddy, non riprendesse ancora una volta quel discorso non appena Carlo se ne fu andato.
- Senti che profumino Bill - disse annusando ad occhi chiusi, il delizioso odore che proveniva dal suo piatto - Mhm non resisto, buon appetito! - aggiunse afferrando forchetta e il coltello, posti ai lati del piatto. Bill fece lo stesso, assaporando anche lui la sua pizza.
- Ma sai che mi sembra di averti già visto da qualche parte? - affermò la ragazza ingoiando il boccone, e alzando il viso verso Bill.
- Davvero? - si mostrò indifferente lui cercando di non far andare di traverso la pizza, appena ingerita.
- Ne sono sicura, non è la prima che ti vedo – disse avvicinandosi lentamente a lui che continuava a muoversi nervosamente. Intanto, era scattata la sirena dell’allarme rosso dentro di lui.
Signor Carlooooooooooo! urlò isterico dentro di sé, sperando che anche stavolta quell’impiccione si introducesse fra il loro discorso.
- Ma forse è solo una mia impressione - concluse infine lasciandosi andare sulla sedia, portandosi alla bocca un altro boccone. Bill emise un respiro di sollievo in silenzio. Odiava mentire, non era mai stato bravo a raccontare bugie, e questa volta non era stato da meno. Dopo quell’affermazione da parte di Maddy, finirono di cenare non riprendendo più quel discorso. Intanto il locale si era svuotato definitivamente, il signor Carlo se ne stava seduto dietro alla cassa, e ogni tanto li guardava in modo sornione. D’improvviso quel silenzio fu colmato dalla suoneria del cellulare.
- E’ il tuo Bill - lo avvisò Maddy poggiando la forchetta sul piatto.
Bill si voltò verso lo schienale della sedia, recuperando dalla tasca del suo giubbino, il cellulare, notò subito il nome di suo fratello illuminarsi sul display.
- Pronto Tom, cosa diavolo vuoi? - disse dopo aver portato l’aggeggio all’orecchio irritato.
Maddy intanto sorseggiava della coca cola, dal suo bicchiere, senza distogliere lo sguardo dal moro.
- Ti disturbo fratellino? - dall’altra parte del telefono gli domandò il rasta.
Certo che mi disturbi, tu disturbi sempre!!- Certo che no, dimmi tutto – stridì con voce acuta, cercando di sembrare più sincero possibile, sorridendo a Maddy, che intanto aveva posato il bicchiere sul tavolo.
- Come mai siamo così gentili? - domandò scettico Tom. Inutile, non poteva fingere con suo fratello: lo conosceva meglio delle sue tasche. E a quel punto lasciò cadere le schermaglie e ritornò quello di sempre.
- Si può sapere che cavolo vuoi? - chiese sussurrando Bill, non appena Maddy spostò lo sguardo da lui.
- Ecco mio fratello – esultò Tom pacatamente - Allora Bill, sei già all’opera eh?- chiese malizioso. Bill si dette un colpo di disperazione con la mano sulla fronte.
- Non sono affari che ti riguardano - rispose stizzito.
- Allora ci vieni o no al Jolly, con la tipa? – chiese Tom, una nota di impazienza nella voce. Bill sollevò un sopracciglio, lo faceva sempre quando si sentiva infastidito.
E quando vuole far morire d’infarto un centinaio di ragazzine, aggiunse la vocina dentro di se.
- E mi hai chiamato per questo? Ti ho detto di si! - disse esasperato.
- Allora ti aspettiamo - concluse Tom.
Tom chiuse la chiamata, mentre Bill rimase col suo cellulare fra le mani. Maddy lo guardava, con sguardo curioso.
- Mio fratello – spiegò scuotendo la testa infastidito.
- Dev’essere molto premuroso tuo fratello, ho notato che ti chiama spesso - constatò lei addentando di nuovo la cannuccia arancione.
- Eh già- rispose lui portandosi una mano fra i capelli, imbarazzato. Parlare del suo rapporto con Tom non lo aveva mai imbarazzato più di tanto, visto che lo faceva con tutto il mondo letteralmente, però troppo miele alla fine dava fastidio anche a lui.
- E’ più grande di te? – domandò incuriosita.
- Oh no noi siamo gemelli, omozigoti - sottolineò.
- Hai un gemello identico a te? - chiese con voce squillante, spalancando gli occhi. Evidentemente era una sorpresa per lei.
- Bè uguali non direi – rispose sollevando un secondo le sopracciglia.
- Ah no? – squittì stranita - Mi sono sempre chiesta che effetto farebbe avere una persona identica a me accanto -
- Ah per me non è un problema, siamo così diversi - continuò versandosi dell’acqua nel bicchiere. Le croste delle pizze che lui non mangiava mai giacevano nel piatto di ceramica bianca insieme a qualche residuo di mozzarella.
- Diversi? – chiese, mentre lo guardava con la testa piegata.
- Si parlo nel modo di vestire, ma anche caratterialmente, vedi lui è più…è più... - si bloccò col bicchiere in mano e le labbra corrucciate.
Stronzo. Affermò la sua coscienza saccente e pacata.
- Si, stronzo! – esclamò involontariamente Bill ripensando a tutto ciò che doveva subire a causa di suo fratello. Perchè Tom era decisamente più stronzo.
- Cosa? - chiese Maddy divertita.
- Scusa, pensavo ad alta voce - si giustificò grattandosi il capo.
Ma cosa ti giustifichi?E’ vero! Continuò la vocina coscienziosa. Bill decise di ignorarla, improvvisamente attirato dall’aria un po’ pensierosa della ragazza.
- Io invece ho un fratellino. - lo informò con una luce negli occhi – Piccolo – aggiunse con un sorriso colmo d’amore.
- Davvero? Adoro i bambini! - cinguettò Bill dolcemente.
Certo, da quanto non passi del tempo con un bambino al di sotto dei dodici anni, all’incirca? Sbottò sadica quella vocina. Forse avrebbe dovuto dargli un nome, visto che ormai aveva parola e ragione propria nella sua testa.
- Si, il mio piccolo angelo – la voce di Maddy lo interruppe dai suoi pensieri.
- Allora c’è qualcuno con cui vai d’accordo nella tua famiglia - la prese in giro lui, allungando le labbra in un sorriso. Ma Maddy cambiò subito espressione, portando il suo sguardo altrove. La luce che aveva negli occhi si spense.
- Scusa - si affrettò a dirle Bill. Si sentiva improvvisamente una leggera merda.
- Tranquillo, va tutto bene - lo rassicurò, con un gesto distratto della mano. Intanto il signor Carlo aveva abbandonato il suo posto dietro alla cassa, raggiungendo i ragazzi al tavolo con un vassoio in mano.
- Ecco a voi, questi li offre la casa - disse sorridente poggiando un piccolo vassoio al centro tavola. Maddy alla vista di quei dolcetti nel vassoio sbiancò. Avevano un’inquietante forma di cuore ed erano ricoperti da un’altrettanto inquietante glassa rossa con delle decorazioni in cioccolato. A Bill piacevano. Forse erano anche buoni.
- Ma signor Carlo i dolcetti dell’amore no! - si lagnò Maddy ormai esasperata dal comportamento di quell’uomo.
- Dolcetti dell’amore? - si stupì Bill.
Ecco perchè quella forma insolita!Bravo! Ci sei arrivato da solo? commentò antipatica quella streghetta.
- Si ragazzo mio, per la prima volta assaggerai i dolcetti dell’amore, dal signor Carlo! – s’impettì fiero Carlo, mentre Maddy l’avrebbe fatto volentieri soffocare con i suoi dolcetti dell’amore.
- Vi lascio ancora allora - si congedò dando una leggera pacca sulla spalla di Bill.
- Ma mi spieghi che vuol dire? - domandò Bill guardando quei dolcetti. Ad un tratto gli ingranaggi nella sua testa si erano fermati.
- Niente non vuol dire niente, dentro ci sono dei messaggi d’amore, ed è per questo, che il signor Carlo li chiama i dolcetti dell’amore - spiegò lei.
- Sembrano buoni, questo è mio! - disse lui strappando dal vassoio uno dei due dolcetti e scartandolo. Maddy non aveva alcuna scelta, così sospirando rassegnata, prese l’unico dolcetto rimasto, lo scartò e come previsto ci trovò un bigliettino.
- Prima tu - la incitò a leggere Bill, portandosi alla bocca il cioccolatino. Com’era particolare quando masticava... Si schiarì la voce e scosse la testa, sotto lo sguardo ingenuo di Bill. Posò gli occhi sul piccolo rettangolino.
- Non lasciarti ingannare da ciò che ti sta intorno - lesse lei ad alta voce.
Bill cercò di ingoiare il boccone indifferente, ma per poco non gli era andato di traverso.
Ma com’è possibile? Anche i cioccolatini sono contro di me?- Ora il mio - disse Bill ancora più indifferente. Lo lesse. Poi impallidì. E poi lo mise in tasca. No, no, non poteva assolutamente leggerlo.
- Non vale! - protestò scherzosamente Maddy - Devi leggerlo ad alta voce! – squittì ancora.
- E’ troppo stupido, vuoi un altro bicchiere di coca cola? – glissò con un sorriso smagliante. Ma Bill evidentemente non conosceva ancora bene Maddy che di certo non poteva lasciare che se la cavasse così. Prima che riuscisse a bloccarla, si sporse sul tavolo, e gli infilò una mano in tasca, afferrando il biglietto.
- Hai incontrato l’amore della tua vita - lesse con la voce che tremava un po’. Anche lei aveva gli occhi spalancati e un colorito che era passato da poco dal roseo naturale a quello dei cenci lavati.
- Hai ragione, è sciocco - convenne Maddy, dopodichè lo accartocciò fino a fargli assumere la forma di una sfera stropicciata e lo buttò sul tavolo. Un silenzio imbarazzante avvolse i due ragazzi, che non riuscivano a guardarsi negli occhi.
- Ti va di andare al Jolly club? - domandò Bill all’improvviso. Rapido, indolore. Dopotutto non poteva girarci tanto intorno.
- Jolly club? – chiese con la fronte un po’ aggrottata - Wow non ci sono mai stata! -
- Stasera se vuoi puoi venirci - la invitò il moro. Maddy guardò il suo orologio: il tempo era passato velocemente in compagnia di Bill, era tardi questo si, ma non aveva alcuna intenzione di tornare a casa. E poi quel club l’aveva sempre attirata, fra i suoi compagni non si sentiva parlare di altro, era uno dei locali più esclusivi di Amburgo, e molte celebrità organizzavano i loro party lì. Solo che suo padre si era sempre rifiutato a lasciarla andare.
Sei troppo piccola, quei postacci pieni di ubriaconi non fanno per te! ricordò Maddy le parole di suo padre, ogni qual volta gli domandava il permesso di poterci andare.
- Ok ci sto - acconsentì convinta. Uno strappo alla regola si poteva fare no? E ovviamente non pensò che ultimamente la sua vita era piena di strappi alle regole.
- Bene, allora che aspettiamo? Il Jolly club ti aspetta Maddy! - rivolgendole un occhiolino, Bill si alzò e la ragazza per poco non cadde dalla sedia. Dopo aver pagato alla cassa, dove anche questa volta elegantemente Bill si offrì di pagarle il conto, raggiunsero l’auto.