"All your secrets"

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Fee1702
view post Posted on 5/2/2010, 20:43




ALL YOUR SECRETS





A volte ci convinciamo di non credere all’amore, di poterne fare a meno.
Altre, amiamo così tanto, da pensare di non poterlo fare più, una volta perso tutto.
Poi un sorriso ti cambia la vita.
Ed è lì che ti accorgi, che non è da soli che si può essere felici.
Ma, spesso, l’amore distrugge, fa paura, troppa.
Così fuggiamo via.
Solo la persona giusta per te, avrà il coraggio di percorrere la tua strada.
Una strada fatta di lotte, passione, distruzione, dolore.
Ti convinci di essere forte abbastanza da non aver bisogno di nessuno.
E corri, scappi ancora.
Ma i più forti, sono coloro che si lasciano raggiungere.
I più forti sono coloro che abbatteranno il muro.
E, solo allora…
"…The sun will shine like never before…"Quel giorno…
"…You’ll be ready to go, see the world behind your wall…"



...Prossimamente.
 
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.Jada.
view post Posted on 5/2/2010, 21:07




*________________________*
 
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; Lady ;
view post Posted on 5/2/2010, 21:22




Mi hai quasi riportata in vita, Vale *-*
Non vedo l' ora di leggere quest ff xD
 
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Fee1702
view post Posted on 5/2/2010, 21:38




Grazie !!!*_________*
 
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....:GiulY:....
view post Posted on 5/2/2010, 21:43




Se allora la febbre fa questi effetti io ti ordino di prolungare la tua malattia per postare, perchè voglio vedere cosa fara colei che somiglia a Balir.
 
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blue nacht,
view post Posted on 5/2/2010, 21:57




Chad... sant'Iddio, che uomo.







Anyway, se questa è in Hot, non immagino neanche cosa ci aspetterà aahaha.
Posta presto, Vale (:
 
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.Jada.
view post Posted on 5/2/2010, 22:08




CITAZIONE
Chad... sant'Iddio, che uomo.

 
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BuffyTH_89
view post Posted on 5/2/2010, 22:33




BILL...sant'Iddio che uomo :Q_____________

Schwe sono assolutamente ammirata *-*
Considerando quanto mi hai fatto penare con questo benedetto video, doveva almeno essere strafigo, invece è strafighissimo :D
Non vedo l'ora di leggere la tua nuova opera^^
Brava ciccina
 
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Fee1702
view post Posted on 5/2/2010, 22:33




CITAZIONE (blue nacht, @ 5/2/2010, 21:57)
Anyway, se questa è in Hot, non immagino neanche cosa ci aspetterà aahaha.

eeeeeeeeeeeeh tremate *muah*
 
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Fee1702
view post Posted on 6/2/2010, 14:19




Ok, ok, lo so T__T E' troppo presto, non avrei dovuto già postare anche perchè ho pronti solo pochi capitoli e non so quando potrò postare di nuovo. Quindi perdonatemi in anticipo per l'attesa che dovrete sopportare e soprattutto, perdonatemi la lunghezza di questo capitolo, ma, essendo il primo, come in tutte le mie storie, serve per capire bene la protagonista.
Kuss!

1)



Graphic by http://billkaulitzfanfiction.forumcommunit...ile&MID=3841887

“Eccovi a casa, mie dolci bambine...”
Fu così che Valentina sistemò l'ennesimo paio di scarpe in una delle quattro scarpiere, nella sua stanza armadi. Ormai non le contava più, le bastava vederle lì, molte non le aveva nemmeno mai indossate, ma aveva dovuto acquistarle, sosteneva che avessero il potere di chiamarla dalle vetrine e convincerla a farsi portare via da lì.
Il risultato era che ne aveva di tutti i tipi. C'erano quelle da ginnastica, nike, adidas, puma, c'erano le sue amate converse, quelle color argento, quelle beige e fucsia, comprate negli Stati Uniti, quelle nere e quelle bianche con i fiorellini verdi. E poi c'erano loro, le scarpe con il tacco e lei le adorava. Tacchi a spillo, tacco 12, 9, 10, rosse, nere, viola, a pois, bianche, aperte, chiuse, con la fibbia e poi, loro!Le parigine.
Le ultime arrivate erano di colore grigio ed erano state riposte accanto a quelle viola comprate la scorsa settimana, ne possedeva già quattro paia e qualcosa le diceva che quel numero non si sarebbe fermato lì.
Lanciò loro un ultimo sguardo soddisfatto, batté tre volte le mani e sorrise, per poi saltellare in bagno e accendere l'acqua della vasca, riempiendola. Vi si immerse dopo essersi spogliata e portò alle orecchie le cuffiette dell'mp3. Di solito amava la musica potente, quella che ti da la grinta giusta per affrontare una giornata caotica, come tutte le sue, lì a Berlino, ma quel giorno aveva bisogno di rilassarsi, quindi, “Symphonie” dei Silbermond le inondò le orecchie, lasciandole socchiudere gli occhi e canticchiare tra sé.
Passò una mezz'ora buona e decise di alzarsi e asciugarsi. Strizzò i suoi lunghi capelli castani, lasciando che le gocce le accarezzassero la pelle e si avvolse in un accappatoio.
I suoi indumenti casalinghi la stavano aspettando, per questo si diresse nella sua camera dalle vivaci pareti color albicocca. Tutti le avevano sconsigliato quel colore, dicendole che l'avrebbero stancata presto e che non sarebbe stato per niente rilassante, svegliarsi con quei colori. Ma lei, forse solo per andare controcorrente, forse perchè non le importava proprio più niente del giudizio altrui, non si lasciò convincere e, nelle insoliti vesti di imbianchino, comprò parecchie vernici e dipinse ogni stanza di un colore diverso dall'altra. Ma la camera era proprio quella che la soddisfaceva di più.
Indossati leggins di lana, calzettoni, scaldamuscoli e felpa enorme che le sfiorava le ginocchia, decise di andarsi a preparare qualcosa da mangiare. Si guardò intorno e decise che un giorno si sarebbe dovuta decidere a mettere in ordine, anche se alla fine, lei in quell'ordine si trovava a suo agio. Era tremendamente confusionaria, ma se si trattava di lavoro era la più pignola e perfezionista che esistesse. Contraddizioni della vita.
Mentre il silenzio della cucina verde mela, la circondava pensò a lui, a quella volta che decisero di preparare una torta e finirono per dare vita ad una massa informe marroncina, vagamente somigliante ad una delle cose più schifose per definizione. Ma lui l'aveva assaggiata per primo, sostenendo che erano le cose più semplici e più rozze ad essere, alla fine, le più buone. E non si sbagliò, nemmeno quella volta.
Lui non si sbagliava mai.
Sorrise e decise di comporre il suo numero sul cellulare, aspettando una sua risposta dopo svariati squilli, mentre lo reggeva con un orecchio e con la spalla e con le mani era intenta ad agitare una padella con due uova dentro.
“Eh?... Sì, sì... un attimo... Pronto?!”
“Sei occupato prof.?” Ammiccò, rispondendo alla voce dell'uomo al di là della cornetta.
“Beh, abbastanza, ma posso dedicare un po' del mio tempo prezioso alla mia alunna preferita.” Sorrise lui, sentendo la voce della ragazza incutergli tranquillità.
“Benissimo, dato che ho una grande news per te.” Gonfiò il petto, posando la padella sui fornelli.
“Uhm.. sentiamo, nuovo paio di scarpe?”
Domandò, scherzoso.
Valentina sgranò gli occhi e posò la mano libera sul fianco.
“Ma insomma! Nemmeno più la soddisfazione di raccontarti le cose importantissime della mia vita!” Ridacchiò.
“Eh mia cara, sei estremamente prevedibile.” Le rispose con voce calda e affettuosa.
“Tutto si può dire di me, tranne quello.” Sentenziò lei, sedendosi sul piano della cucina, infilandosi in bocca un pezzetto di pane.
“Non si parla con la bocca piena, non ti hanno insegnato proprio niente.”
“EH... ho avuto professori non all'altezza.” Rise, accavallando le gambe.
“Può essere.” Commentò il ragazzo, per poi continuare: “ Allora, come stai?”
“Bene, me la cavo, giusto un po' di nostalgia ogni tanto. Sai, il sole, la pasta, la pizza, la mia casa... insomma, l'Italia.”
“Beh dai, tanto ormai ti stai crucchizzando sempre di più, tra poco metterai su una bella pancetta da birra e la “R” graffiante.”
Ironizzò, anche se non senza una punta di amaro in bocca, per non essere apparso in quella lista di affetti che le mancavano.
“Oh la birra in effetti è fantastica, ma dimentichi che non ingrasso, IO.” Sottolineò con vigore l'ultima parola.
Il biondo rise, per poi smettere di colpo e rimanere un po' in silenzio, fino a confessarle:
“Mi manchi.”
Gli occhi verdi di Vale si abbassarono un po', le mancava anche lui, terribilmente e se non riusciva a confessarglielo era solo perchè lei non era il tipo da smancerie, lei lo chiamava e ironizzava con lui, ma quelle telefonate erano in realtà una dimostrazione della nostalgia che provava nei suoi confronti. Aprì la bocca per replicare, quando sentì una puzza di bruciato pizzicarle il naso, si voltò verso i fornelli ed un sospetto fumo grigiastro si stava innalzando dalla pentola posta lì sopra.
“Oh cazzo...”
Il ragazzo strabuzzò gli occhi.
“No scusa, non volevo imbarazzarti, è che, cioè, non è vero che mi manchi, volevo solo.. stavo scherzando.. io...” Balbettò in difficoltà.
“CAZZO, CAZZO!!!” Urlò di nuovo lei.
“Ma Secchia, davvero, io non...”
“Prof, devo andare! Si sta bruciando tutta la mia cena! Ti chiamo io domani, ok? Stammi bene, un bacione, ciaooo.” Prolungò il saluto, prima di chiudere definitivamente la chiamata e dedicarsi all'ennesimo disastro appena combinato.
Luca rimase con il cellulare in mano e la compagnia del suono degli scatti, dovuti alla chiusura della chiamata. Ancora una volta se l'era cavata, era riuscita a sfuggire ad una risposta che per lei era difficile da dare.
Sfuggente.
Quello era sicuramente l'aggettivo che più si addiceva a Valentina. Sorrise, si infilò il telefonino nel cappotto e tornò ai suoi affari.
La ragazza dai capelli castani, intanto, cercò un modo per salvare il salvabile, ma, non trovandolo, si ritrovò a trangugiare delle specie di sofficini, ma in versione tedesca, qualcosa di disgustoso, ma meglio che niente, decisamente.
Sedeva al tavolo, con la coda leggera, spostata su un lato del suo collo, a scivolare sulla sua spalla, fino a ricaderle sotto il piccolo seno.
Continuò a pensare a lui, a Luca, che per lei era rimasto sempre il suo “Prof”.
Lo vide entrare nella sua aula al terzo anno di liceo. Lei era la secchiona della classe, dal viso pallido e qualche brufolo sulla pelle, i capelli a caschetto, pari a circondarle il viso perennemente scazzato, senza un filo di trucco, con due occhiali da riposo dalla montatura rosea, che le permettevano di leggere chiaramente le scritte alla lavagna senza fatica.
Nessuno si ricordava della sua presenza durante le lezioni, nessuno le chiedeva mai come stesse, o se avesse voglia di fare due chiacchiere. Ma a lei, sostanzialmente andava bene così, o forse se ne era solo convinta, dato che poi, a casa faceva i conti con tutto quello che si teneva dentro e scoppiava in lacrime, dando, poi, puntualmente la colpa alla stanchezza e all'adolescenza, liquidando così i suoi problemi.
Durante i compiti in classe, invece, sembrava che al mondo esistesse solo lei. Le tenevano sempre un banco libero, lontano dalla cattedra, in modo che tutti potessero essere aiutati, senza che i professori se ne accorgessero. Spesso si chiedeva perchè non gli mandava tutti a quel paese e si impegnasse solo per sé, poi capì che per lei era solo soddisfazione.
Sì, provava gusto nel vedere quei tipi che a malapena sapevano il suo nome logorarsi se ci metteva troppo a dare un suggerimento, ci godeva a vedere che dipendevano da lei e quindi li aiutava. Tanto alla fine loro lottavano per ricevere un insignificante “6”, lei lottava sempre per un “8” o un “9” e non le importava che tutti la guardassero schifata, un giorno avrebbero capito che lei si stava realizzando e loro si amalgamavano e basta.
Lui era, al tempo, un giovane professore di filosofia e storia di ventisei anni, con tanta passione e tanta voglia di trasmetterla. La conquistò subito, quando varcò la soglia di quell'aula e si sedette scompostamente sulla cattedra. Aveva i capelli perennemente lisci e ribelli, un po' lunghi, lasciati appositamente sempre un po' spettinati. La sua pelle chiara e gli occhi azzurri gli conferivano un'aria angelica, capace di nascondere quel carattere diabolico e irruento che aveva. Fu grazie a lui che Valentina scoprì di amare la filosofia, amava il perdersi in frasi apparentemente insensate, che, puntualmente, durante le lezioni acquistavano significato solo per loro due, “la Secchia” e “il Prof.” come ormai si erano ribattezzati. Ogni volta nascevano lunghi dibattiti dei quali il resto della classe si disinteressava, lasciandoli così liberi di esprimersi, di contraddirsi, di far nascere quell' intesa e quel legame che gli avrebbe uniti nel tempo, forse per sempre, forse per un lasso di vita, ma senz'altro il più importante.
Poi, un giorno, l'ultimo anno lui non fu più lì.
Dietro a quella cattedra sedeva una donna un bel po' più anziana, probabilmente con più esperienza e qualcosa in Valentina si spezzò. Semplicemente glielo avevano portato via.
Le avevano tolto l'unico motivo per sorridere dentro a quell'edificio, le avevano tolto Luca.
Troppo ribelle, troppo poco formale, troppo poco professionale. Queste le uniche spiegazioni. Per la direzione lui non era altro che un ragazzino che doveva levigare il suo carattere, mentre per lei, lui era tutto.
Fu un caso a farli incontrare di nuovo e fu lì che Vale capì che quell'uomo sarebbe diventato parte di lei.
Era una giornata di sole e la ragazza stava camminando verso casa, dopo aver acquistato un gelato e imprecando contro di esso per l'ennesima goccia di stracciatella che le percorreva la mano.
“Io ho sempre sostenuto che si dovesse seguire una logica per leccare il gelato. Bisogna partire dal basso.”
Gli occhi verdi di lei si alzarono sugli azzurri di lui, si bloccò del tutto, prima di scoppiare di gioia e prendere a correre in sua direzione, finendo la sua corsa nell'abbraccio del suo corpo, con le braccia intrecciate dietro il collo di lui, che la accolse con un grande sorriso. Affondò il naso nei suoi capelli, finalmente un po' più lunghi e si sentì come sollevato. Non seppe perchè, ma il calore del corpo di quella ragazzina, ormai diciassettenne, lo riportò indietro nel tempo, a frugare nella sua mente e a ricordare quegli occhi verdi di chi gli aveva permesso di coronare un sogno, il sogno di vedere la sua passione trasmessa a qualcun altro, allo stesso modo. Da lì nacque il loro silenzioso sodalizio. Si ritrovavano sempre lì, di fronte a quella gelateria, sempre alla stessa ora, mentendo a se stessi, quando si autoconvincevano di passarvi per caso. I giorni passavano e loro due si ritrovavano sempre più immersi in loro stessi, tuffati nei libri che amavano a parlarne insieme, a litigare quasi, per far avvalere le loro tesi. E intanto lei cresceva e diventava una donna e lui imparava a capirla e capirsi. Leggevano, parlavano e non si accorgevano del mondo intorno a loro, non si accorgevano che il sole andava a dormire quando lui la accompagnava a casa. Vale non si accorgeva delle dita che lui le passava tra i capelli, quando lei, senza pensarci si sdraiava con la testa sulle sue gambe, con gli occhi rivolti verso il libro che lui le aveva portato per il giorno.
E lui non si accorgeva degli sguardi che Vale gli lanciava, mentre le leggeva qualcosa scritto da lui a voce alta, totalmente incantata e ammirata.
Ma questi erano loro due, troppo avanti per guardarsi indietro, troppo sognatori per accorgersi della realtà, troppo persi in loro stessi, per trovarsi.
Eppure qualcosa Vale aveva trovato.
Aveva trovato la sua strada e l'aveva fatto grazie a lui, aveva studiato le lingue, dopo essere stata convinta da Luca a coltivare la passione per la filosofia solo come un qualcosa di disinteressato, da condividere con lui, nei loro momenti “Rem”, le chiamavano così le loro giornate. Il ragazzo aveva sempre sostenuto che Vale fosse destinata a qualcosa di grande, che potesse avere una carriera brillante e con la filosofia, si sa, non si vive. Non ce l'avrebbe vista a condurre la vita che faceva lui, dietro una cattedra ad insegnare. Lei non aveva la sua pazienza. Lei era una leader, ma ancora non lo sapeva, se ne stava rendendo conto giorno per giorno, con lui. Le avevano sempre fatto credere di essere inferiore agli altri, diversa. Ed in effetti diversa lo era, ma perchè era migliore.
Questo riuscì a farglielo capire con il tempo, fino a convincerla e ad aiutarla a costruirsi la sua strada, il suo trampolino dal quale poi avrebbe spiccato il volo.
Ed infatti, fu così.
Il volo lo prese, se ne andò a Berlino a tradurre articoli per una rivista di moda. Lei adorava gli abiti, le scarpe. Con quella passione lo aveva sfinito di chiacchiere.
Prima si era sempre mantenuta anonima, ma crescendo era diventata un'altra e si sbizzarriva con gli abbinamenti più assurdi. Solo lei poteva portare un paio di leggins verde bottiglia e un paio di ballerine arancioni, abbinati alla sciarpa e riuscire a non far storcere la bocca. E così, aveva fuso due passioni, quella per le lingue e quella per la moda.
Ma non rimase nell'ombra di parole tradotte, finì per scalare la vetta ed iniziarono ad incaricarla di scrivere articoli lei stessa, scovando nuove tendenze, nuovi personaggi e, così, la sua piccola Secchia riscuoteva successo.
Lontano da lui, ma grazie a lui.
Poco importava se le mancava da morire, a lui, infondo, bastava saperla felice e realizzata.



Edited by Fee1702 - 28/2/2010, 21:10
 
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Teti ~
view post Posted on 6/2/2010, 15:09




E' fantastica m'intriga parecchio.
Valentina mi piace, decisamente. U_U
Credo farò un commento più sostanzioso fra un paio di capitoli, perdonami. xD

Edited by Teti ~ - 4/7/2010, 23:18
 
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.Jada.
view post Posted on 6/2/2010, 16:04




Non parlo perchè è troppo presto, non parlo perchè è come se io Valentina già la conoscessi, ed è una persona adorabile.
rompicoglioni,esaurita, ma che da tanto di quell'amore che neanche lei sa.
 
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Fee1702
view post Posted on 6/2/2010, 16:17




CITAZIONE (.Jada. @ 6/2/2010, 16:04)
è come se io Valentina già la conoscessi, ed è una persona adorabile.
rompicoglioni,esaurita, ma che da tanto di quell'amore che neanche lei sa.

Eh sì, la conosci Jadì e se davvero ti trasmetto l'amore che voglio dare a persone come te, è solo perchè penso che lo meritiate, voi piscione siete tutto.
 
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....:GiulY:....
view post Posted on 6/2/2010, 17:53




Gia attira, mi piace come è questa Valentina è..è... è "media".
Media nel senso che non è che sia la classica ragazza sola e disperata in cerca d' amore, ma non è nemmeno quel freddo robot che non ha bisogno di niente o almeno pare così al primo impatto. E' questo che mi incuriosisce, lei Valentina, non come sarà la sua storia con Bill e cosa fara con il Prof, ma il suo carattere e vedere se anche lei ha un "lato oscuro"
 
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.Jada.
view post Posted on 6/2/2010, 17:57




CITAZIONE (Fee1702 @ 6/2/2010, 16:17)
CITAZIONE (.Jada. @ 6/2/2010, 16:04)
è come se io Valentina già la conoscessi, ed è una persona adorabile.
rompicoglioni,esaurita, ma che da tanto di quell'amore che neanche lei sa.

Eh sì, la conosci Jadì e se davvero ti trasmetto l'amore che voglio dare a persone come te, è solo perchè penso che lo meritiate, voi piscione siete tutto.

*sicommuove*
 
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55 replies since 5/2/2010, 20:43   819 views
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