"All your secrets"

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BuffyTH_89
view post Posted on 7/2/2010, 14:53




Quoto Jadì^^ Essì, anche a me pare di conoscere questa ragazza, e forse è per quello che il suo personaggio mi ha già conquistata^^ E' vera, reale, viva, come se fosse sempre stata in mezzo a noi, probabilmente perchè lo è, e se non ci fosse bisognerebbe inventarla^^
Brava amo, ci piace, continuala presto! T'amo *-*
 
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Fee1702
view post Posted on 7/2/2010, 14:55




Grazie amore mio *-*

Ti amo anche io
 
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; Lady ;
view post Posted on 7/2/2010, 15:22




Ma perchè non ho commentato?
Ti giuro, ero convinta di averlo fatto o.o
Comunque...mi piace un sacco, come inizio mi piace davvero taaaanto.
Attendo i prossimi capitoli per poter commentare decentemente u.u
Brava Vale *-*
 
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Fee1702
view post Posted on 7/2/2010, 15:25




Grazie Sere! *-*
Oggi se riesco a scrivere un altro cap, stasera o domani mattina posto!
 
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Fee1702
view post Posted on 7/2/2010, 18:23




Bene, dato che sono ispirata e ne ho scritto un altro, posto, ma poi non se ne riparla fino alla prossima settimana XD

Buona lettura ^^

2)

Il profumo di Waffeln appena sfornati le regalava sempre una sensazione di benessere. Non sapeva il motivo, ma quella fragranza dolce e zuccherosa le ricordava casa sua. Le ricordava la domenica mattina, quando, alzatasi tardi raggiungeva sua madre in cucina e sedeva per ore con lei di fronte alla colazione, che, puntualmente l'attendeva a tavola.
Salutò Heinz con un sorriso accennato, ma l'uomo paffuto del bar, non si aspettava mai nessun altro tipo di saluto il lunedì mattina.
Vale di lunedì aveva solo bisogno di uno dei caffè più ristretti che potesse fare e del suo croissant alla crema per iniziare bene la giornata, o quantomeno, per provarci.
Le piaceva osservare le persone, aveva sempre avuto talento nell'individuare il carattere che si celava dietro ad ogni figura, poche volte si sbagliava. Adorava origliare le ragazzine che si scambiavano le ultime confidenze prima di dirigersi verso scuola, forse per compensare quello che a lei era mancato.
C'erano sempre le solite tre.
Una ragazza magrolina dai capelli rossi e la pelle chiara, leggermente lentigginosa, e due ragazze dai capelli castani, una un po' in carne e dal viso tondo, sempre perfettamente truccata, l'altra un po' più semplice. Portava sempre un fermaglio tra i capelli per riprendere la falda che le avrebbe coperto l'occhio color miele e Vale pensò che avesse uno stile assai carino e le piaceva il fatto che abbinasse sempre il fermaglio al colore della maglia. Quel giorno era una farfallina celeste che riprendeva il colore della lana del suo maglioncino aderente.
Mentre Valentina portava alle labbra la sua tazzina di caffè, le tre amiche commentavano il look di un cantante visto in tv la sera prima.
Doveva essere un tipo bizzarro. Parlavano di cresta, ombretto scuro, matita pesante intorno agli occhi.
“Sì, ma cioè, lasciate stare li stivali, avete visto o no che braccia ha messo su?” Domandò la rossa, con aria sognante.
“EH in effetti non ho potuto non notarle... poi quel gilet di paillettes gli stava da Dio.”
Rispose quella paffutella.
Vale non potè fare a meno di chiedersi chi fosse il genio che riusciva a far sognare così il genere femminile, nonostante ostentasse un look così esuberante e femminile a sua volta.
Pensò che avrebbe dovuto fare qualche ricerca, una cosa del genere non poteva certo sfuggirle.
Non ebbe comunque tempo di sentire altro, perchè il tempo, si sa, non ti aspetta e quindi, la ragazza dovette incamminarsi, volteggiando sulle sue parigine grige, verso la redazione di “Vogue”, inforcando gli enormi occhiali da sole e regalando un altro sorriso ad Heinz, stavolta addolcito dalla crema.
Entrò nell'enorme edificio a vetri, salutò un po' chiunque, sorridendo, ma senza guardare praticamente nessuno, tanto di quelle facce ne conosceva sì e no, meno della metà.
Spalancò la porta del suo ufficio e si sedette alla scrivania, sulla poltroncina molleggiante in pelle nera, accese il computer e imprecò alla prima telefonata della giornata. Amava il suo lavoro, ma era assai stressante.
Aveva sempre odiato parlare al telefono, ma ormai era diventata, per forza di cose la sua attività principale.
Corresse alcune bozze di articoli che avrebbero dovuto essere pubblicati sul nuovo numero della rivista, chiamò il fotografo per il servizio fotografico della prossima settimana e fece la relazione al capo delle cose già fatte e che, quindi, non avrebbe dovuto fare lui.
Ormai prendeva iniziative, conosceva il boss come le sue tasche, sapeva cosa, sicuramente, si sarebbe dimenticato di fare e, finito quello che le spettava, alleggeriva anche un po' del suo lavoro.
Klaus era un figlio di papà che si era trovato la strada spianata dal padre, aveva preso le redini della baracca senza fatica. Una laurea ad una facoltà sconosciuta, e che nessuno osava chiedere dove fosse e quale fosse, un po' di apprendistato ed il gioco era fatto, infondo a lui era bastato circondarsi di bravi assistenti. Tutto sommato, però, a Vale andava a genio, alla fine era soltanto un ragazzo fortunato che non aveva dovuto sudare sette camice per arrivare dove voleva. Era facile giudicare una persona così, dall'esterno: macchinone, donne, abiti firmati e bell'aspetto. Ma chi non ne avrebbe approfittato?
La ragazza era convinta che, solitamente i pregiudizi fossero soltanto espressione di invidia e quindi era facile etichettare un personaggio e disprezzarlo, ma in pochi avrebbero ammesso con sincerità che sarebbero stati volentieri al suo posto. Raccomandazioni o meno.
In più era un tipo simpatico e aveva un rapporto umano con i suoi dipendenti, non era il classico tiranno al quale piace sentirsi potente. Non era per niente formale e parecchie volte, Vale lo aveva trovato spaparanzato sulla sua poltrona con le ruote e i piedi incrociati sulla scrivania a rigirare il filo del telefono tra le dita, mentre sussurrava parole dolci a qualche sconosciuta di là dalla cornetta, con sguardo malizioso.
La faceva sorridere e si trovava bene con lui. Avevano spesso passato del tempo insieme, a volte per pranzi di lavoro, nei quali finivano, poi, per finire a parlare di tutt'altro con la bocca piena di qualche schifezza, a volte erano proprio usciti insieme, ma senza mai varcare il confine. Erano semplicemente diventati amici, Vale era restia a rapporti di altro genere. Per lei esisteva solo la carriera in quel momento della sua vita e l'amore sarebbe stata solo una distrazione che le avrebbe fatto perdere del tempo prezioso e Klaus era il classico donnaiolo, sapeva bene che la maggior parte delle donne che frequentava stavano con lui solo per il suo portafoglio e non per altro. Per questo le trattava così come dovevano essere trattate. Una notte di passione e poi, tanti saluti.
Ovviamente le malelingue si facevano mille film su quelli che erano i rapporti tra “Il capo e l'assistente” e ovviamente Valentina ne era ben al corrente, ma ovviamente non se ne curò.
Grazie al suo Prof era riuscita a superare il periodo in cui il giudizio altrui le sembrava la cosa più importante. Lui le diceva sempre di camminare a testa alta e che se qualcuno parlava di lei era solo perchè in qualche modo si era resa interessante agli occhi degli altri.
Così, non badava più al resto delle persone, anzi, rispondeva col sorriso alle pettegole che trovava intente a parlarle alle spalle.
“Klaus, ti ho portato la relazione.”
Esordì, entrando nell' ufficio del ragazzo, con la testa china sui fogli, intenta a controllare che ci fosse tutto quello che aveva scritto e che si leggesse in modo chiaro.
“Sushi o cinese?” Le rispose lui, con una mano sul lato della cornetta in cui si parla.
La castana lo guardò stranita, per poi alzare gli occhi al cielo.
“Sushi tutta la vita.”
“Sì, scusami tesoro, ti ascolto, no è che mi chiedevo se ti andrebbe di mangiare il sushi domani sera.”
Vale lasciò i fogli sulla scrivania e gli fece un cenno con la mano, per poi uscire dalla stanza ed andarsene via dall'edificio.
Il ragazzo le strizzò un occhio, di rimando e tornò alla sua piccante conversazione.
Camminando verso casa, si lasciò cullare dalla fredda aria di novembre, in Italia non sarebbe stato così freddo, pensò.
Comunque a lei l'inverno piaceva, le bastava una cioccolata calda, una bella sciarpa e un caldo cappotto, possibilmente colorato. Quel giorno aveva optato per quello grigio con tre bottoni enormi sul petto. Del resto, doveva abbinarlo alle sue “bambine”.
Svoltato l'angolo della strada, si ritrovò al solito chioschetto, dove si fermava la sera a prendere la sua cioccolata fumante quando non aveva intenzione di cenare a casa. Una volta avuto il bicchiere tra le mani, lo strinse un po', per scaldarsele e si sedette sulla panchina della grande piazza, ormai adibita a pista di pattinaggio, si perse nelle varie immagini che le vivano offerte. I bambini sorridenti che volteggiavano sulle lame dei pattini, i genitori apprensivi preoccupati per loro, le coppie di innamorati stretti in abbracci o con le mani intrecciate tre loro, sognanti. Sospirò e portò alle labbra il bicchiere, per l'ultimo sorso di quella adorata bevanda, poi si alzò, diretta a casa, come sempre.
Nella via di casa, un vicoletto tranquillo, quasi sempre deserto, incrociò due ragazzi piuttosto alti, intenti a parlare tra loro. Uno stava smanaccando in maniera concitata, parlando, rasentando la logorrea. L'altro camminava a testa bassa, con la testa tra le spalle e fumava una sigaretta. Vale giurò che non stesse ascoltando l'altro tizio.
Dovevano essere sicuramente due tipi freddolosi, dato che erano coperti più del dovuto, con cappelli di lana, sciarpe enormi, portate in stile bandito e occhiali da sole.
La ragazza pensò a cosa gli servissero a quell'ora, dato il buio ormai calato, ma poi non ci pensò oltre e scrollò le spalle, mentre i due si allontanavano.
Doveva smetterla di farsi gli affaracci degli altri.
Prima di entrare in casa, qualcosa destò la sua attenzione. Un foglietto piegato giaceva vicino al portone di casa sua. Lo raccolse e, in una calligrafia tipicamente maschile, un po' allungata verso destra, vi lesse sopra delle frasi:

Wir werden euch
Nie mehr gehören
Wir werden nie mehr
Auf euch schwören
Wir schlucken keine
Lügen mehr
Nie Mehr
Eure Wahrheit
Wollen wir nicht
Eure Masken
Unser Gesicht
Unsere Augen
Brauchen Licht
Viel mehr Licht

Lass die Hunde los
Ich warn dich
Lass die Hunde los
Folgt uns nicht
Lasst die Hunde los
Wir wissen den Weg
Ham Träume
Die ihr nicht versteht
Lasst los
Bevor was passiert
Unter euch
Ersticken wir.


Entrò in casa, non staccando gli occhi da quelle frasi, così vere, così vissute anche da lei. Così vive, tanto da spezzarle il fiato. Chiuse la porta alle sue spalle, ancora leggendo, ancora e ancora.

"Non vogliamo più la vostra verità. le vostre maschere.
l nostro viso, i nostri occhi hanno bisogno di luce... molta più luce."


Dentro di sé ripeteva quelle parole e continuò anche quando i suoi occhi iniziarono a chiudersi, stesa sul suo letto.
Mai le era capitato di veder scritto quello che lei aveva provato per una vita.

 
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Teti ~
view post Posted on 7/2/2010, 19:31




Bello anche il secondo. *-*
Adoro Vale, il suo lavoro e le sue "bambine". xD
Comunque quei due non mi convincono, non è che li conosco? :-D:
 
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Kate ~
view post Posted on 7/2/2010, 19:39




Mi sa che quei due tizi li conosco! ;)
Ad ogni modo, a parte questo, complimenti! E' evidente che sei parecchio coinvolta da questa FF, mi pare che tu ci stia mettendo tanto impegno e tanta "te stessa" per scriverla. Forse molto più di quello che pensi...

Vedremo, due capitoli sono troppo pochi per farsi un'idea precisa, ma per adesso posso solo dirti che mi piace molto il modo in cui l'hai scritta e come hai delineato i primi personaggi, specialmente Valentina!
 
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Fee1702
view post Posted on 7/2/2010, 20:25




Eh, mi sa che li conoscete, sì *muah*

Comunque, Katuccia, sì, è vero, ci metto molto più del mio in questa FF. E' per questo che la ragazza porta il mio nome, per la prima volta. A dire il vero, tento sempre di metterci qualcosa di me, ma non sono mai stata propriamente soddisfatta, spero stavolta, di riuscirci.
 
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BuffyTH_89
view post Posted on 8/2/2010, 11:46




Grande amo che hai postato tempestivamente! Ho letto ieri sera ma non sono riuscita a commentare, rimedio ora^^
Anche il secondo chapter mi prende assai bene, mi piace un sacco come stai delineando i personaggi e le situazioni, è tutto molto reale, sembra proprio di essere li con Vale e seguirla addentrandosi nella sua vita^^
Ma chi saranno mai i due loschi figuri? *si arrovella*
Bene, vedi di postare presto perchè qui urgono risposte U_U XDDD
Brava amo <3

Edited by BuffyTH_89 - 8/2/2010, 16:00
 
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Fee1702
view post Posted on 8/2/2010, 20:50




Grazie amore mio *-*
 
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....:GiulY:....
view post Posted on 8/2/2010, 22:26




Rido. Non so perchè, ma rido, forse perchè questo capitolo mi ha divertita oppure mi ha colpito visto che non me lo aspettavo, puo' sembrare strano (anzi è strano), ma dico solo quello che penso.
Mi sto immaginando le parigine di Valentina. grigie, stile scozzese, con un piccolo bottone davanti che riprende il motivo...bellissime .Mi piace l' idea del capo figlio di papà che però ha quel lato umano che fa da contrasto; in poche parole come disse Maicol del GF10 con ma aggiunta: a me questo capitolo (e forse anche tutta ff) "Ci piaccionoo!" *alza il pollice*
 
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.Jada.
view post Posted on 9/2/2010, 11:41




Ecco che è arrivata pure tua cognata.
Che dire Klaus gà mi fa sbavare :Q_
E Vale l'adoro. L'adoro perchè è, fondamntalmente, una ragazza semplice senza troppi grilli per la testa, è una ragazza in carriera, e poi il suo carattere...
Vale ed Atena sono molto simili (;

E ti cito anche una frase, che ho amato.
CITAZIONE
La ragazza era convinta che, solitamente i pregiudizi fossero soltanto espressione di invidia e quindi era facile etichettare un personaggio e disprezzarlo, ma in pochi avrebbero ammesso con sincerità che sarebbero stati volentieri al suo posto. Raccomandazioni o meno.

 
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Fee1702
view post Posted on 10/2/2010, 12:05




Oh, grazie pampine *-*

Jadì, Klaus fa sbavà anche me XD
 
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Fee1702
view post Posted on 18/2/2010, 13:21




Capitolo cortissimo e abbstanza inutile, chiedo venia XD

3)

“No Prof, non hai capito, io devo sapere chi ha scritto quelle cose...”
Continuava a ripetere, mentre con una mano reggeva il cell e con l'altra un panino superfarcito, durante la pausa pranzo.
“Certo e vuoi dirmi come farai?” Domandò ironico il biondo.
“Questi sono solo piccoli, insulsi dettagli. Devo capire cosa ha scatenato quelle frasi, devo sapere chi è riuscito a trascrivere sensazioni così simili alle mie...”
Gesticolava la ragazza, in preda ad uno dei suoi monologhi.
“Questo me lo ripeti da mezz'ora.” Sbuffò Luca, divertito.
“Mezz'ora? Esagerato! Se non hai voglia di parlare, basta che tu lo dica.” Asserì Vale. Altezzosa e permalosa, come sempre.
“No, e lo sai che non è questo, ma se ti dico mezz'ora è perchè sono davvero passati trenta minuti da quando hai iniziato a dirmi che vuoi trovare chi ha scritto quelle cose.”
La ragazza sgranò gli occhi, osservando l'orologio e notando che il suo interlocutore aveva ragione.
“Oh Gott... sai cosa significa, vero?”
“Che per l'ennesima volta sei in ritardo..” Finì la frase il giovane, per lei.
“Esatto, quindi scappo Prof. Ci sentiamo, un bacio.”
Attaccò e corse via dal bar, dopo aver pagato, per tornare in ufficio di soppiatto, riuscendo a passare inosservata a Klaus.
Scartò la busta con le foto che aveva richiesto sull'ultimo modello di coprispalle che aveva scovato in un negozio del centro, sulle scarpe con la punta arricciata verso l'alto, che ormai aveva rimpiazzato quella arrotondata e quella lunga e scelse le migliori, iniziando a buttar giù qualche bozza per le didascalie che avrebbe dovuto posizionare sotto di esse.
Poi, sobbalzò.
La porta del suo ufficio venne sbattuta contro la parete, annunciando un infervorato Klaus in crisi isterica.
Valentina non disse niente, aspettando che la sua furia si abbattesse su di lei e così fu.
“Non ci siamo! Non ci siamo, proprio non ci siamo!”
Il ragazzo camminava su e giù per la sala, gesticolando e riavviandosi il ciuffo castano di capelli che ogni tanto gli copriva un occhio.
“Ci serve qualcosa...non lo so, un qualcosa di diverso, sempre i soliti articoli, sempre le solite cose!”
Si avvicinò alla scrivania di un'allibita Valentina e sbattè un pugno chiuso sulla superficie, penetrando la ragazza con gli occhi, chiusi a fessure, sibilando, con fare minaccioso:
“Serve innovazione.”
Vale sarebbe scoppiata dalle risate, pensando che il posto giusto per Klaus sarebbe stato di sicuro il teatro.
“Klaus, non è per dire, ma io te lo ripeto da mesi...”
Lui si ricompose e, di nuovo, portò indietro il ciuffo ribelle, per poi lasciarsi cadere sulla sedia.
“Bene, è arrivato il momento di farlo.”
Il sopracciglio della castana si inarcò, attendendo qualche brillante idea.
“Ok...proposte?”
Klaus la guardò, come oltraggiato e sorpreso da quella domanda.
“Tu chiedi a me se ci sono proposte? Ovviamente dovrai essere tu a trovare qualcosa.”
“Ecco, immaginavo. Non so, non è che hai in mente qualcosa? Qualsiasi cosa?”
Il ragazzo ci pensò su.
“Beh sì... in realtà ho in mente che devo ancora sentire se il PR mi ha riservato il tavolo in discoteca, stasera.”
Le mani di Vale andarono automaticamente a posarsi sulla sua testa, per poi cadere lungo il viso.
“Ah, tu vieni con me.” Continuò lui, alzandosi e dirigendosi verso la porta.
“Cosa?! Sei impazzito? Me lo dici adesso?!”
Si agitò lei.
“Beh, sì.. e non accetto rifiuti, ho un amico che se non è accompagnato non verrà ed io ho bisogno di lui.”
“No Klaus, non se ne parla! Non so cosa mettere, non sono andata dal parrucchiere e soprattutto... non so che scarpe indossare ed ho bisogno di tempo! Qui ho ancora da finire le didascalie... trovare il titolo... io non..”
Il ragazzo la guardò con una mano sul fianco e la bloccò.
“Io sono il capo e tu stasera trovi il modo di uscire. Passo a prenderti alle 22, a stasera!”
“Ma...” Non fece in tempo a replicare che la porta si era già chiusa.
Vale sbuffò, divertita. Quel ragazzo era un vulcano, lei adorava le feste e la vita mondana, contrariamente a quanto si pensasse, ma come sempre doveva trovare il modo di essere impeccabile. I giudizi altrui, non li temeva più come una volta, era sicura di sé, a detta sua. In realtà, per sentirsi sicura, doveva avere tutto sotto controllo e sentirsi adeguata e per farlo aveva bisogno di tempo.
“Ah, dimenticavo..” Esordì di nuovo il “capo” dopo aver infilato la testa in ufficio di nuovo.
“E' un party esclusivo, fatti bella.”
Detto ciò sparì nuovamente, lasciando Valentina a bocca spalancata.
 
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BuffyTH_89
view post Posted on 18/2/2010, 15:29




Mh...interessante...qualcosa mi dice che a questo party esclusivo la nostra Vale potrebbe fare strani incontri...potrei anche sbagliarmi, ma la faccenda mi ispira intrighi xD
Klaus mi sta simpatico, è abbastanza fuso e soprattutto sembra propenso a cacciare questa ragazza in un sacco di casini, cosa che non può che stuzzicare la mia curiosità^^
Vai Vale, vai a sto party, fatti bella e preparati al peggio, siamo con te *yeppa* XDD
Brava Schwe, ti perdono il capitolo corto, anche perchè sono sicura che cose più..."succose" e potenzialmente letali arriveranno, quindi sfama presto la nostra brama di sapere, mi raccomando^^ T'amo *-*
 
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55 replies since 5/2/2010, 20:43   820 views
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