Hamburg.

« Older   Newer »
  Share  
Fee1702
view post Posted on 28/2/2010, 12:29




Oddio Sere XDDD adoro come finisci i capitoli, mi fai spisciare! L'ultimo pezzo tra Bill e Chiara è fantastico XDDD
Dai su, continua!
 
Top
; Lady ;
view post Posted on 28/2/2010, 14:28




Appena riesco a buttar giù qualcosa .-.
Grazie comunque C:
 
Top
CarinaCASTRATION.
view post Posted on 28/2/2010, 15:20




Ahah stupendo questo XD
Perchè sussurri? perchè sussurri te? Perchè sussurriamo? ahah oddio mi sono scompisciata dalle risatee!
Tipo i soliti idioti muaahah sono 2 anche loro XD

Continua Sere U.U che così magari riesco a picchiare la testa contro al muro, per smettere di ridere ahah
 
Top
gelosa94
view post Posted on 1/3/2010, 16:24




waaaaaaa troppo divertente questo capitoloXD
CITAZIONE
il cellulare comincia squillare.
- Pronto? - rispondo.
- Posso sapere perchè tutte le volte che busso alla tua porta, tu non ci sei? -.
Un Tom, sbuffando, mi sta gentilmente chiedendo dove sono.
- Non è vero, ieri c' ero quando sei arrivato – gli ricordo, ridendo.
Sbuffa. - Sì, al secondo colpo -.

waaaaa tom si interessa sempre più a le uuuu XD
CITAZIONE
Posso sapere qual è il problema? -.
- Non tropo la mia sciarpa viola -.
Ho quasi rischiato di sputare il succo in faccia a Gustav.
- E questo dovrebbe essere un mio problema? -.
- Sì! - urla.
Questo. Ragazzo. Non. E'. Normale.
- Senti, Tom, prova a cercare nella valigia dove tieni tutte le sciarpe, oppure magari l' hai infilata, come tuo solito, nella valigia sbagliata. Diamine, possibile che riesci a perdere la roba che indossi? - sbuffo, alzando leggermente la voce.
Gustav alza il sopracciglio confuso. Faccio spallucce come a dirgli “Non è normale”.
- Senti, fino a due secondo fa l' avevo in mano, ora non c'è più! -.
Sembra quasi in preda al panico. Per una stupidissima sciarpa viola. Con tutte quelle che ha si deve per forza fissare su quella viola?
- Prova a cercare in bagno o tra le coperte del letto che magari nella confusione... -.
- ODDIO! - urla.
- Tom...? -.
Cala il silenzio. O è svenuto o ha trovato la sciarpa.
- Tom...? - lo richiamo.
Non mi risponde.
- Cavolo Tom, posso sapere dove...? -.
- L' ho trovataaaa -.
E' euforico.
- Dove l' hai trovata? -.

c'è qui ho riso come una cretina,non riuscivo a fermarmi
mia madre mi ha dato della stupida XD
comunque ripeto troppo divertente
mi immagino la sua faccia quando tom gli dice di averre la sciarpa al collo
xd
CITAZIONE
Dopo neanche mezzo minuto, due mani mi chiudono gli occhi da dietro.
- Tom, leva le tue manacce. Mi sono lavata la faccia venti minuti fa – sbuffo, spostando le sue mani.
Si siede accanto a me.
- Che peccato, non me le sono lavate dopo aver fatto pipì, sai? -.
Lo guardo disgustata, toccandomi la faccia a scatti.
- Dovevo pur vendicarmi in qualche maniera. Dovresti vedere la tua faccia. Mi basta così. Ah, ovviamente non è vero, me le sono lavate le mani, dopo – aggiunge, con un sorriso

secondo me tom ha una brutta cotta!XD
e poi e divertentissimo il fatto della pipi XD
CITAZIONE
Stringo più forte il bracciolo della poltroncina. Bill sogghigna.
- Hai paura? -.
- Leggermente. Non riesco a vedere terra –.
Deglutisco, cercando di non pensare al vuoto sotto ai miei piedi.
- Dopo un po' ti ci abitui, è questione di abitudine -.
- Certo, facile parlare per te... - sbuffo, guardando il soffitto.
- A me gli aerei non fanno tutta questa paura. Se il pilota non fosse competente, non lo avrebbero messo alla guida dell aereo, no? Certo, i guasti al motore possono capitare, ma non si può dare la colpa al pilota, no? Prima di partire, ho sentito dire che questo aereo aveva un guasto al motore, ma adesso sembra funzionare abbastanza bene, no? -.
Lo guardo sconvolta, cercando di ricordare al mio cervello di collegarsi ai polmoni per respirare.
Bill scoppia a ridere, divertito.
- Stavo scherzando, Chiara. Questo aereo è sano e forte, non ha avuto alcun guasto – sogghigna.
Maledette star.
- E comunque, non vedo che gusto ci trovi nel scherzare su una cosa del genere. Se faccio un infarto, sappi che farò il tuo nome. Potrei chiederti il risarcimento per danni morali – lo minaccio, puntandogli il dito contro.

Bill è troppo forte,l'ha terrorizzata
poverina
CITAZIONE
Ma dai... - sbuffa, senza perdere il sorriso.
- Non scherzo, Kaulitz. Senti come batte il cuore, zio fagiano! E' tutta colpa dei tuoi stupidissimi scherzi – dico, prendendo la sua mano.
Poso la sua mano sul mio cuore, per dimostrargli quanto esso sia vicino a scoppiare.
Sorride, di nuovo.

waaaaaaaa la mano sul cuore!XDXDXD
(ovviamente solo io posso aver immaginati i pensieri osceni nella testolina di bill)
CITAZIONE
Ma che cavolo ha da sorridere?!

eh..io una vaga idea c'è lo XD
CITAZIONE
La mia stanza d' albergo è enorme. Penso che tutto lo staff potrebbe starci comodamente.
Squilla il telefono, tanto per cambiare.
- Chiara Mill -.
- Sono Bill, come va? -.
Scoppio a ridere. L' ultima volta che l' ho visto è stato esattamente venti minuti fa.
- Esattamente come andava prima. A te? -.
- Anche a me. Ti va se ti faccio compagnia, finché non andiamo? - chiede, parlando molto (troppo) velocemente.
Ci penso un attimo.
- Ok, ti aspetto -.

ecco anche bill ha una cotta per chiara buahahahaha
(sempre secondo me)
e divertente quando lei va ad aprirgli al porta Bill vuole essere salutato XD
e lei non lo calcola minimamamente XD
CITAZIONE
sinceramente, mi piacerebbe sapere se da piccolo ha preso a testate un muro -.
Scoppia a ridere. Ecco, lo sapevo.
No, ma dietro a questa domanda c'è una teoria del tutto fondata, eh!
Secondo la mia teoria, Tom è così deficiente perchè ha picchiato un muro dal nervoso.
- Sì, una volta. Da bambino. Ha picchiato un muro dal nervoso, prendendolo a testate -.
Rimango sconvolta di fronte a quella stessa verità.
Ma io stavo solo ipotizzando!
- Conferma la mia teoria. Perfetto, grazie -.
- Perchè volevi saperlo? -.
- Ogni tanto ha dei comportamenti strani – sussurro.
Si avvicino a mi guarda.
- Perchè sussurri? - dice, abbassando la voce come ho fatto io.
- Non lo so, perchè tu sussurri? -.
- Perchè stai sussurrando anche tu -.
- Ah, ok – sussurro, allontanandomi.
Sembriamo due cretini, ma va bene lo stesso anche così.
Prendere o lasciare.
Io lascio.

ecco questa e divertentissima
XD posta prestissimissimissimo
ciao!ciao!
 
Top
; Lady ;
view post Posted on 1/3/2010, 20:09




Grazie a tutte, davvero =D


Capitolo 9.



L' attesa era snervante, perfino per me.
Potevo sentire anche da qui le urla euforiche delle fans che, impazienti, attendevano l' arrivo dei ragazzi sul palco.
Quel che caffè che prima fumava dalla mia tazza, ora sembra essersi completamente congelato.
Guardo l' orologio. Tra venti minuti inizierà il concerto e tra tre ore potrò finalmente buttarmi di peso sul letto della stanza d' albergo.
Le luci dei lampioni e delle insegne illuminano li città che, silenziosa, mi tiene compagnia.
Ogni tanto qualche macchina passa e mi guarda, come se vedessero una ragazza per la prima volta.
Beh, il fatto che io sia seduta su un muretto appena poco distante dalla porta del backstage non aiuta di certo la mia reputazione.
- Non fa un po' troppo freddo per starsene seduti su un muretto di marmo? -.
Una voce mi arriva da dietro e mi volto, automaticamente.
Mi chi è costui?
- Come, scusa? - chiedo, accigliata.
- Non ti si è congelato il sedere? E' quasi un' ora che te ne stai lì seduta -.
- Mi stavi spiando? -.
- In un certo senso -.
Ma guarda un po' che faccia tosta!
Uno sconosciuto mi spia e io non riesco nemmeno ad assumere uno sguardo irritato. Neanche arrabbiato, ma irritato.
- Hai intenzione di dirmi come ti chiami o dove sporgere denuncia contro ignoti? -.
- Mi chiamo Leo, ciao – mi saluta, alzando la mano con un cenno.
- Io sono Chiara, ciao -.
- Come l' alba -.
- Pessima battuta -.
Sorride, guardando basso. Poi si avvicina e si siede sul muretto, accanto a me.
- Allora, vuoi dirmi perchè mi stavi spiando? -.
- Ho accompagnato mia cugina al concerto dei Tokio Hotel, ma mi sono rifiutato di entrare. Le ho promesso che se fosse uscita, poi, l' avrei anche riportata a casa. Mia zia questo non lo sa, ma immagina un povero ragazzo solo e indifeso al concerto di quattro babbuini -.
Non sono babbuini, sono miei amici, avrei voluto rispondere.
Avrebbe cambiato qualcosa questa affermazione?
Forse avrei ricevuto solamente un pugno e l' unica cosa a cambiare sarebbe stata la mia bellissima faccia.
- Sì, immagino. Ma non sono babbuini, in fondo sono simpatici. Tom è un rompi palle, ma dopo un po' ci si convive bene. Hai presente? -.
Li conosci? -.
Cazzo.
Mi sono fatta scoprire da sola, tanto vale confessare tutto e supplicarlo di mantenere il segreto, almeno con sua cugina.
- Sì, sono...ecco, lavoro con loro. Sono l' assistente del menager -.
- Così giovane? -.
- Grazie del complimento, ma ho venti anni e un papà che sa essere persuasivo, immagino -.
Mi guarda senza dire nulla. Immagino sperasse di aver incontrato una ragazza normale.
Rimaniamo un altro po' in silenzio, poi mi decido a parlare.
- Non sono così male, davvero. Bisogna solo cercare di guardare al di là di ciò che appaiono e non lo fa quasi nessuno -.
- Capisco, ma davvero...la loro musica non è il mio genere -.
- Non ti prendo a pugni, va bene? -.
- Troppo gentile -.
Scoppio a ridere, mentre mi affretto a finire l' ultimo sorso di caffè ghiacciato rimasto.
- Come mai un ragazzo spagnolo conosce il tedesco? -.
- Sono qui dalla nascita, ma i miei genitori sono tedeschi. Passavo tutte le estati da mia nonna, in Germania. Adesso non più -.
- Di dove, precisamente? -.
- Amburgo -.
- Anche io abitavo ad Amburgo, ora però mi sono trasferita a Berlino per motivi di lavoro. Magari un' estate puoi passare a trovarmi -.
- Nelle vacanze di Natale cosa fai? - mi chiede, quasi illuminato.
- Rimango a Berlino, vengono i miei familiari e gente varia, perchè? -.
- Non ho nulla da fare, posso venire a trovarti ai primi di Gennaio, che dici? -.
Ci penso un attimo, al fatto che, forse, sto prendendo troppa confidenza. Ma una distrazione dal lavoro ce l' hanno tutti, no? Io posso avere la mia.
- Sì, non sarebbe una cattiva idea. Ora devo tornare dentro. Sai, non vorrei rimanere a Madrid perchè mi licenziano. Ti lascio il mio numero -.
Mi passa il suo cellulare e io scrivo il mio numero. Lui fa lo stesso con il mio.
Prima di andarmene, mi volto a guardarlo.
- Vorrei chiederti un favore... - chiedo, titubante.
- Certo, dimmi – sorride.
- Potresti non far parola a nessun di tutto questo, specialmente a tua cugina? Sai, non vorrei dover lottare tutta la vita per difendermi da un gruppo di mucchine in calore – azzardo, con un sorriso.
Sorride anche lui, malgrado io abbia dato della mucca in calore, molto indirettamente, a sua cugina.
- Certo, non ti preoccupare -.
Sorrido un ultima volta, per poi aprire la porta del backstage.
La chiudo alle mie spalle e mi avvio ad attraversare il lungo corridoio.

**



- Concerto spettacolare, a mio parere – esclama Tom, buttandosi di peso sul divanetto.
- A tuo modesto parere, direi – sbuffa Bill, levandosi la giacca spinosa.
Beh, dopotutto, si volevano bene.
Controllo l' ora sul cellulare. Le undici e mezza. Ce la siamo cavata abbastanza in fretta, questa volta.
Fisso le mie converse nere ormai vecchie, ma proprio perchè sono passate continuo ad indossarle. Ispirano di più.
- Eccoti, ti ho trovata. Prima non c' eri, ti ho cercata ma nel backstage non ti ho vista -.
Mi volto. Questa volta è David, che si siede accanto a me e mi mostra dei fogli.
- Sì, scusami, ero fuori e mi sono intrattenuta un attimo. E' successo qualcosa? - chiedo, quasi agitata.
Ecco, ho combinato un disastro e mi vuole licenziare.
Devo preparare il discorso da fare a mia mamma per spiegarle il motivo del mio così precoce fallimento in campo lavorativo.
- No, nulla di grave. Devi spostare l' impegno del giovedì al lunedì, mentre quello del sabato al mattino lo sposti a dopo pranzo. Qui, vedi... -.
Sospiro, tranquilla.
- Certo, domani mattina, prima di partire, faccio qualche telefonata – annuisco, prendendo in mano i fogli.
- Bene, puoi tornare in albergo, se vuoi. Qui abbiamo finito -.
- Certo -.
Mi alzo e mi infilo la giacca, sollevata.
- Non erano giornalisti quelli con cui hai parlato, vero? - chiede David, serio.
- No, era solo un ragazzo. Niente giornalisti, sarei scappata urlando, in alternativa – sorrido, dirigendomi verso la porta.
Sento addosso gli occhi di quasi tutti i presenti, ma due occhi, in particolare, mi scrutano più degli altri.

**



- Ma dai, smettila! - rido, sedendomi sul letto.
Leo mi sta raccontato del suo rapporto non del tutto idilliaco con alcuni suoi compagni di classe alle scuole medie.
Porto il cellulare all' altra orecchio.
- Non sto scherzando. E' stato un periodo terribile! - sbuffa, quasi divertito.
Cammino avanti e indietro per la stanza, senza fermarmi.
Se mi filmassero e mettessero il video su youtube, riceverei più visite dei Tokio Hotel, questo è sicuro. Non lo faccio per bontà.
Ma, voglio dire, chi è che non lo fa?
- A me è sempre piaciuto andare a scuola – confesso, con un sospiro.
- Secchiona -.
- Ma smettila...andavo d' accordo con quasi tutti i miei compagni e professori. Se tu non attacchi loro, loro non attaccano te, tutti qui -.
- Sì, certo -.
- Vaffanculo Leo. Vaffanculo. Vaffanculo. Vaffanculo! -.
Ripeterlo velocemente mi divertiva, anche se la pronuncia non è mai stata delle migliori.
- Parli anche italiano? - domanda, divertito.
- No, ma questa è l' unica parola che conosco e che mi ricordo, fatalità, nei momenti giusti – sbuffo, tornando a sedermi sul letto.
Bussano alla porta.
Eccheccavolo.
- Leo, scusa, c'è qualche cretino che bussa alla porta. Ci sentiamo, buona notte -.
- Certo, buona notte e sogni d' oro -.
Riattacca.
Sogni d' oro. Sogni d' oro.
Sorrido come una deficiente, dimenticando completamente la porta.
Al centesimo colpo mi risveglio dallo stato di trans e vado ad aprire.
Toh!
- Che vuoi? - sbuffo, allontanandomi per farlo entrare.
Chiude la porta e mi guarda, serio.
- Chi è? - domanda, senza guardarmi.
Ma è diventato pazzo?
- E a te cosa importa? -.
Non risponde subito, evidentemente sta cercando una scusa decente da darmi.
Lo guardo, mentre aspetto. Mi verrebbe da prendere quel bellissimo vaso blu e tirarglielo in testa.
- Non si è mai sentito che in orario di lavoro una persona gironzola per i fatti suoi, dimenticandosi di quello che deve fare – risponde, acido.
Sconvolta, allargo le braccia.
- Stai scherzando? David non mi ha sgridato e vieni a farlo tu? E poi tu mi hai chiesto “Chi è?” e non “Dove sei stata?” come fai sempre. Non posso rendere conto a te di tutta la mia vita, Tom. Io non vengo a domandarti chi è la ragazzina che ti porti a letto tutte le sere, no. Quindi, mi fai il santissimo favore di farti gli affari tuoi! - urlo.
Per non prenderlo a pugni, mi concentro sulla mia valigia.
Giro per la stanza e metto in ordine, con lui ancora in piedi a metà strada che mi guarda.
- Ok, forse non ho il diritto di sapere quello che fai, ma se non nascondi nulla di losco, puoi anche dirmi chi è quel...ragazzo, no? -.
- Sì chiama Leo, contento adesso? -.
- No, ma facciamo finta di sì -.
Prende ed esce dalla porta.
Rimango a fissare un attimo lo spazio vuoto davanti a me e scoppio a ridere.
Sembrerò indelicata, ma è buffa come situazione.
Ok, lui pretende di trovarmi sempre a sua disposizione. Pretende che io risolva tutti i suoi problemi e non mi riferisco solamente alla sciarpa viola. Si arrabbia con me perchè mentre lui si dimena a suonare la chitarra sul palco io conosco gente.
Si lamenta perchè le mie risposte non sono sufficientemente esaustive per lui.
Un ricovero in un centro di recupero per malati mentali? Ci sta.
Faccio spallucce e comincio a svestirmi; mi avvicino alla valigia in cerca del pigiama. Lo trovo tutto raggomitolato su sé stesso. Ricordo di aver buttato la roba a caso, infatti.
Mi rimbocco le coperte fino al mento e chiudo gli occhi, sospirando.
Domani sarà un altro giorno, forse migliore o forse sarà un disastro come oggi. Ma ci sarà sempre quel particolare, quel dettaglio in più che renderà unico e perfetto qualsiasi giorno.
Dicono che non bisogna mai pensare al domani.
Ma per me che lavoro con quattro deficienti, un esaurito e decide di gorilla, non funziona.
 
Top
gelosa94
view post Posted on 1/3/2010, 22:38




ciao^^
bellissimo anche questo capitolo
oddio io odio leo!
sta rovinando tutta la mia prospettiva sulla fan fiction(perchè io vorrei chiara con Bill)
(ma vabbè non importa questo piccolo particolare)
CITAZIONE
Sento addosso gli occhi di quasi tutti i presenti, ma due occhi, in particolare, mi scrutano più degli altri.

due occhi in particolare sono di Tom?
CITAZIONE
- Che vuoi? - sbuffo, allontanandomi per farlo entrare.
Chiude la porta e mi guarda, serio.
- Chi è? - domanda, senza guardarmi.
Ma è diventato pazzo?
- E a te cosa importa? -.
Non risponde subito, evidentemente sta cercando una scusa decente da darmi.
Lo guardo, mentre aspetto. Mi verrebbe da prendere quel bellissimo vaso blu e tirarglielo in testa.
- Non si è mai sentito che in orario di lavoro una persona gironzola per i fatti suoi, dimenticandosi di quello che deve fare – risponde, acido.
Sconvolta, allargo le braccia.
- Stai scherzando? David non mi ha sgridato e vieni a farlo tu? E poi tu mi hai chiesto “Chi è?” e non “Dove sei stata?” come fai sempre. Non posso rendere conto a te di tutta la mia vita, Tom. Io non vengo a domandarti chi è la ragazzina che ti porti a letto tutte le sere, no. Quindi, mi fai il santissimo favore di farti gli affari tuoi! - urlo.
Per non prenderlo a pugni, mi concentro sulla mia valigia.
Giro per la stanza e metto in ordine, con lui ancora in piedi a metà strada che mi guarda.
- Ok, forse non ho il diritto di sapere quello che fai, ma se non nascondi nulla di losco, puoi anche dirmi chi è quel...ragazzo, no? -.
- Sì chiama Leo, contento adesso? -.
- No, ma facciamo finta di sì -.
Prende ed esce dalla porta.

wooo Tom e gelosoooooooooooooo XD
coomunqueeeeee posta prestissimissimo XD
sono curiosa^^
ciao!ciao!
 
Top
; Lady ;
view post Posted on 2/3/2010, 15:10




CITAZIONE
due occhi in particolare sono di Tom?

Non è detto, potrebbero essere di Gistav =D
 
Top
CarinaCASTRATION.
view post Posted on 2/3/2010, 17:40




Aspetto con trepidazione il prossimo capitolo, e inutile dirti che sei bravissima.


La tua musa(:
 
Top
; Lady ;
view post Posted on 2/3/2010, 22:07




CITAZIONE
La tua musa(:

Oh yesssss =D
 
Top
; Lady ;
view post Posted on 5/3/2010, 17:24




Capitolo 10.



Ho sempre odiato gli inviti che richiedevano un vestito elegante. Ed è per questo che tutte le volte o rifiutavo categoricamente.
Ma in questo caso, non credo di poter rifiutare.
Non sarebbe per nulla carino non presentarsi alla propria festa di compleanno, che tra l' altro non ho organizzato io.
Avrei dovuto saperlo che non organizzare nulla avrebbe fatto scattare in Bill la sua vena artistica per le feste, trasformando un semplice compleanno in una festa esageratamente festosa.
Purtroppo, non posso tornare indietro.
La festa si svolgerà a Berlino, nel loro studio, e fortunatamente sono riuscita a ridurre il numero degli inviati fino ad arrivare a 264, di cui il 99% sono tutti sconosciuti, per me.
- Bill, ascolta, ti ho dato il permesso di fare una festa, non un evento straordinario – sbuffo, appoggiando i gomiti sul tavolo.
- Ma il DJ non può mancare, capisci? Non sarebbe una festa! - sussurra, a denti stretti.
- Ok, mi arrendo -.
Passiamo il pomeriggio intero a litigare sulle luci, sui festoni e cose varie.
- Bill, la festa è mia o tua? No perchè, tu 20 anni li hai già compiuti. Io li compio domani e non mi sembra il caso di lasciar fare tutto a te -.
- Ma se lasciassi tutto nelle tue mani non verrebbe fuori una vera festa – sbuffa, incrociando le braccia al petto.
Mi lancia un occhiataccia e si volta dall' altra parte, dandomi le spalle.
E lui avrebbe 20 anni?
La porta della stanzetta si apre ed entra Gustav, accompagnato da Tom.
- Bill, già imbronciato? - scherza Tom, appoggiando le chiavi della macchina sulla mensola.
- Pretende di decidere lui tutti i dettagli della festa di domani, la mia – intervengo.
- Non è vero, ti do solo dei consigli -.
- Consigli che, per altro, mi imponi -.
- Questo lo dici tu -.
- Io dico solo la verità -.
-Non è vero -.
- Sì -.
- No -.
- Sì -.
- BASTA! -.
Ci voltiamo entrambi e vedo Tom, con le braccia incrociate al petto che ci fissa, serio in volto.
- Piantatela o i dettagli della festa li decido io -.
- Ma la festa è mia! - sbuffo.
- Non mi interessa di chi è la festa, piantatela di urlare e di scannarvi a vicenda. Guardate, persino il cane è stufo di ascoltarvi -.
Osservo il cane sdraiato ai piedi del divano con le zampe che gli coprono gli occhi.
Mi vien quasi da ridere.
- E va bene Bill, organizza quello che ti pare. Vuoi mettere le cubiste ai lati della sala? Fallo. Vuoi il pesce al posto della carne? Perfetto. Vuoi le luci argento invece di quelle blu? Benissimo. Ma ora scusami, vado a recuperare Leo all' aeroporto – dico, alzandomi dalla poltroncina.
- Leo? -.
- Sì, ho invitato anche lui. Non è un problema, vero? -.
- No...certo che no -.
- Bene -.
Saluto tutti, accarezzo il cane che mi fissa anche lui mezzo terrorizzato e mi avvio verso la mia macchina.
Povera me.

**



- Leo! - esclamo, alzando la mano per farmi vedere.
Mi sorride e mi viene incontro, trascinandosi dietro la sua valigia.
- Chiara – mi saluta, con un abbraccio.
Non era potuto venire per le vacanze di Natale, così per farsi perdonare l' ho obbligato a venire per il mio compleanno.
- Fatto un bel viaggio? - chiedo, mentre ci avviamo verso la mia macchina.
- Oh sì, l' hostess che andava avanti e indietro continuava a fermarsi davanti a me, trattandomi come se fossi uno che ha bisogno della minima cosa ogni due secondi. “Vuoi qualcosa da bere?” “Posso esserti utile?”. Guarda, l' avrei presa a pugni se non fosse stata così carina – ammicca.
Gli do una gomitata e scuoto la testa.
Sono circondata da cretini.
- Domani c'è la mia festa di compleanno – sbuffo, avviando la macchina.
- Davvero? Posso venire? - si illumina, con un sorriso.
- Scherzi, vero? Se puoi...tu devi assolutamente venire, è diverso. Ho avuto la pessima idea di lasciare l' organizzazione del tutto nelle mani di Bill -.
Scuoto la testa, sorridendo a me stessa per quella scelta degna di una persona irresponsabile.
Proprio come me.
- Ti sosterrò moralmente domani, dai. Tranquilla – sorride, sfiorando appena la mia mano.
Aumento la stretta sul volante, sorridendo appena.
Arriviamo a casa mia e lo aiuto a sistemarsi nella stanza degli ospiti.
Osservo i vestiti all' interno della cesta del bagno e mi accorgo di essermi dimenticata di caricare la lavatrice.
Fatemi un applauso.
- Devo caricare la lavatrice. Tu sistemati, fatti una doccia, fai quello che vuoi. Quando è pronta la cena ti chiamo – sorrido, avviandomi verso l' uscita
- Se aspetti una ventina di minuti ti aiuto -.
- Come vuoi – sorrido.
Avvio la lavatrice e prendo il cellulare per chiamare Giulia.
- Ciao scema, sono io -.
- Ecco, la vagabonda ogni tanto si fa sentire – sbuffa.
- Eddai Giu, non te la prendere. Sono talmente impegnata. Domani c'è la mia festa di compleanno, che organizzerà Bill e mi sono già pentita di avergli detto sì. Mi dispiace tantissimo che non ci sarai, però – sbuffo.
Lo so, ma sono incasinata almeno quanto te. Ci sarà Leo a farti sostegno morale, no? -.
- Sì ma non sarà la stessa cosa -.
Odio questi momenti di eccessivo affetto l' una nei confronti dell' altra.
Rischio di impazzire se riesco a rendermi conto che potrei piangere da un momento all' altra.
Ok, sono completamente deficiente.
- Lo so, sì, sono preziosa io -.
- Vuoi un pugno nell' occhio? Decidi tu se destro o sinistro, per me è indifferente -.
Scoppia a ridere e non sembra essere intenzionata a fermarsi. Almeno non per il momento.
Rimaniamo a discutere un altro po' su quale fosse l' occhio da eliminare per primo, su cosa avrei dovuto mettermi per la mia festa e, cosa più importa, come mi sarei sistemata i capelli.
Anche se, dei miei capelli, non me ne poteva fregar di meno.

**



- Dai, chiuditi santo cielo! Chiuditi! - piagnucolo, mentre tento di chiudere la zip del “vestito”.
Comincio a saltellare in giro per la stanza nel tentativo disperato di chiudere questa maledetta cosa.
- Serve una mano? -.
Leo, appoggiato allo stipite della mia porta, sorride.
Mi volto di scatto e lo guardo, implorante.
- Chiuderesti la zip dietro, per favore? - sbuffo, avvicinandomi.
- Certo – annuisce.
Mi giro e lui, con un gesto secco, chiude quella tortura.
- Grazie – sussurro.
Rabbrividisco al contatto delle sue mani fredde con la mia pelle.
Rimaniamo in silenzio per un attimo, poi mi giro a fissarlo, notando quel suo sorriso così bello ancora stampato sulla faccia.
Mi accarezza una guancia, delicato.
- Il vestito ti sta benissimo -.
- Grazie, anche tu sei molto carino con quest camicia -.
- Oh no, tu sei molto, molto più bella di me, questa sera -.
Si avvicina di qualche centimetro, fino a che le sue labbra non si posano delicate sulle mie.
Rimango interdetta per una frazione di secondo, indecisa sul da farsi.
Le sue mani cingono i suoi fianchi e le mie braccia automaticamente finiscono incrociate attorno al suo collo.
- Forse è il caso se ci avviamo – dico, allontanandomi per interrompere il bacio.
- Sì, forse è meglio – sorride e si infila la giacca.
Cerco le chiavi della macchina sul tavolino della sala ma non le trovo. Eppure, di solito le metto sempre lì. Di solido. Evidentemente oggi no.
- Hai visto le chiavi della mia macchina? - chiedo, rivolgendomi a Leo.
- Sì, ce le ho io in tasca. Non vorrai guidare il giorno della tua festa di compleanno? -.
Sbuffo, irritata al solo pensiero di arrivare a quella festa.
- E se non andassi alla mia festa? - domando, più a me stessa che a lui.
- Non penso sarebbe una buona -.
- Appunto -.

**



Arriviamo allo studio, contro ogni mia aspettativa. Ho passato il tragitto fino a qui a scongiurare Leo di cambiare direzione, senza riuscire a convincerlo.
Scendiamo dalla macchina e io, un po' barcollante per vi dei tacchi, mi appoggio al braccio di Leo.
Entriamo e a momenti faccio un infarto.
Il salone adibito alla festa è pieno di persone, che conosco e che, come la maggior parte, non conosco.
- Oh, finalmente -.
Bill ci viene incontro allargando le braccia, mentre sul suo viso rimane dipinto quel sorriso terribilmente terrificante. Tipico di lui.
- Ciao – borbotto, senza guardarlo.
- Non fare così, Chiara. Qui tutti mi hanno fatto i complimenti per l' organizzazione splendida... -.
- Scusa Chiara ma, ha ragione. L' organizzazione è splendida – dice Leo, guardandomi sorridendo.
Sbuffo. Ma perchè tutti contro di me?
- Io sono d' accordo con lui – si difende Bill, facendo ridere anche Leo.
- Bravi, cospirate contro di me e tu, Leo, non mi avvisi nemmeno. Mentre tu, Bill, aspetta solo che riprenda il tour. Ti lascio da solo all' aeroporto in balia delle fans. E' una promessa! -.
Mi allontano lasciandoli lì, a continuare a prendermi in giro.
Mi verso nel bicchiere l' unico analcolico presente: la Coca Cola.
La festa, dopotutto, non è così male. Conoscendo Bill, effettivamente sarebbe potuta andare molto, ma molto peggio. La musica non è nemmeno troppo alta. Qui, sono sicura che c'è lo zampino di Tom.
Con una mano ricambio il saluto di Gustav e Georg, poco lontani da me.
Due mani mi cingono i fianchi da dietro. Di scatto, mi volto.
- Auguri – dice, con un sorriso.
- Grazie – ringrazio, con un sorriso.
Ci sediamo su due sedie poco distanti, lontani quanto basta dalle casse per poter parlare senza urlare.
- Leo ti ha abbandonata? - scherza.
- No, sono io ad aver abbandonato lui. Lui e Bill stavano confabulando contro di me e me ne sono andata. H, ma mi rifarò. Leo lo caccio fuori casa, a dormire, mentre Bill farò in modo di lasciarlo da solo in aeroporto con le fan, appena riapre il tour. Puoi commetterci – borbotto, osservando il mio bicchiere.
Si guarda attorno.
- Beh, a me pare che il tuo Leo si stia divertendo abbastanza – mi informa, indicandolo.
Leo, appoggiato alla parete, sta chiacchierando con una bionda alta e secca. Troppo secca.
Tolgo dal mio viso l' espressione irritata e mi giro verso Tom.
- E quindi? Meglio per lui se si sta divertendo, io non lo sto facendo per niente – strillo, in preda a una crisi di nervi.
Sorride divertito, mentre mi offre un altro drink.
Non mi va molto di pensare al fatto che on ho ancora preso a calci Tom Kaulitz. Forse è meglio così.
Un bicchiere. Due bicchieri. Tre bicchieri. Quattro bicchieri.
Al primo ero completamente fuori, adesso sono pressoché devastata.
La festa continua e non faccio molto presente dell' ora o di Leo.
Può darsi che io abbia anche ballato con Tom; non ricordo molto delle due ore precedenti.
Mentre i miei quattro amici si danno da fare a sistemare tutto (da bravi ragazzi, li ho costretti a mettere in ordine, visto che a organizzare il tutto erano stati loro), io rimango sdraiata pancia in su a guardare il soffitto, mentre Leo, per quanto gli è possibile, tenta di farmi star zitta.
- Perchè sai...ho pensato. No, cioè, un attimo. Non stavo pensando per niente. Volevo dire che, per quanto mi sia possibile, sto tentando di fare un ragionamento giusto. Ma non ci riesco, sapete? Io ci provo, ma è come se fossi su un altro mondo. Oh, quel muro ha una crepa, guardate! - biascico, completamente instabile.
Alzano tutti lo sguardo e osservano la parete indicata dal mio braccio penzolante.
Lo lascio sbattere per terra e scoppio a ridere, tenendomi la pancia.
- Sapete, non ho mi bevuto così tanto in vita mia! Leo, accendi la musica, voglio ballare ancora. Fino a domani mattina! - urlo.
Mi appoggio al divanetto per alzarmi e, barcollando, raggiungo il tavolino vuoto.
Ci salgo sopra e aspetto che la musica parti.
- Leo, accendi quella musica per favore – mi lamento, battendo i piedi.
- Non mi sembra il caso – interviene Tom, mentre con un braccio tenta di farmi scendere.
- Non toccarmi, idiota! - strillo, togliendo la sua mano dal mio fianco.
Ride e mi lascia, così io ne approfitto per tornare sul tavolino.
- Ok, visto che non volete accendere la musica, ballo lo stesso – sbuffo, cominciando a “ballare”.
Sembra che di ballare si possa parlare. Tutto quello che ne esce fuori sono movimenti così goffi, così ridicoli, che per un secondo soltanto mi sento una regina.
Ovvio, sono ubriaca dalla testa alla punta dei piedi.
Ma non me ne importa più di tanto, visto che non so nemmeno quello che sto facendo.
Mi tocco i capelli, che ho deciso, per questa sera, di lasciare ricci.
Osservo un boccolo con interesse, quasi affascinata dalla perfezione di esso.
- Bill, oddio. Bill! - urlo, saltando sul tavolino.
Bill, sconvolto, si gira a fissarmi, seguito dagli altri.
Dimmi – dice, avvicinandosi.
- Bill, posso farti un regalone? Grande, ma grande tanto grande? - sussurro, facendo gli occhi dolci.
Perplesso, senza capire, mi guarda. - Sì, certo -.
- Ecco, visto che hai organizzato questa festicciola così carina, così graziosa, così...luminosa. Ho deciso che forse è il caso di premiarti. Ecco, vedi, ho pensato di dedicarti una cosa che io amo molto, che fa parte di me da sempre, anche se io spesso, questa cosa, la nascondo -.
Tutti mi guardano, sconvolti. Si strano chiedendo cosa io stia farneticando, molto probabilmente.
- Bene, Bill, questo è per te! - urlo, alzando le mani al soffitto.
Prendo tra le dita un boccolo dei miei capelli e glie lo faccio vedere, avvicinandomi a lui.
- Lo vedi questo bel boccolone? Ecco, te lo dedico, ti va? Sarà il Boccolo Bill. BB. Ti piace? -. E scoppio nuovamente a ridere.
Certo, molto gentile da parte tua. Adesso è il caso che vai a casa, però. Non sembri...molto in te – osserva, guardando gli altri.
- Ragazzi, io la riporto a casa. Mi spiace non potermi fermare per aiutarvi a sistemare – si giustifica Leo, mentre si allontana a prendere la sua giacca e la mia.
Mi ributto sul divanetto e chiudo gli occhi, cerca di potermi addormentare.
- La riaccompagno io, non è un problema – propone Tom.
La sua voce è un sussurro lontano. Sto per addormentarmi sul serio.
- Ok, come vuoi, ecco le chiavi della sua macchina -.
- No, lascia stare, ho la mia -.
Due braccia forti mi aiutano ad alzarmi, ma non riesco ad aprire gli occhi.
Il mio cervello, al contatto con l' aria fredda, riceve l' ossigeno necessario a dare l' ordine ai miei occhi di aprirsi.
- Tom Kaulitz, tu sei furbo. Dillo che volevi svignartela per non faticare a mettere a posto – biascico, reggendomi alla sua spalla.
- Può darsi – sorride, guardando altrove.
In macchina, nessuno parla, eccetto io che ogni tanto aprivo bocca per dire parole senza senso.
- Tu...ti sta molto bene il rosso, dico davvero – sussurro, concentrandomi sugli strani disegni della sua fascia.
- Grazie, anche tu sei molto bella stasera -.
- Me l' hanno detto tutti – dico, con un sorriso ebete.
Scuote la testa, mentre torna a fissare la strada.
- Ora, però, dimmi la verità. Sei geloso di Leo -.
- Sei tutta ubriaca -.
- Oh, questo lo so -.
- Brava -.
- Ma non hai risposto alla mia domanda -.
Non faccio in tempo ad ascoltare la risposta. Sprofondo, lentamente, nel sonno.
 
Top
gelosa94
view post Posted on 5/3/2010, 18:12




O.O
troppo bello questo capitolo
madòòòòòòò
troppo divertende
immagino bill che organizza la festa,che va da una parte all'altra
e da ordini a tutto
poi
mmh
ripeto io odio leo non mi ispira niente di buono
e poi...
Tom,vabbe tom è il mio eroe
ma io voglio chiara con bill
xd
troopo bella la parte dove lei è ubriaca
e quando regala il boccolo a bill
li sono morta dal ridere
bellissimo
postaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
 
Top
CarinaCASTRATION.
view post Posted on 5/3/2010, 19:08




Ma io ti amo Serenaaaaaaaaaaaaaaaa!
Ahah MODESTAMENTE boccolo Bill è il MIO boccolo, ergo voglio il copirait U.U



Ma ciò non toglie che questo è un capitolo assolutamente stupendo, e tu sei bravissima. Insisti a dire il contrario, ma io sosterrò sempre la mia idea U.U
E vaffanculo alla tua prof AH.AH
 
Top
; Lady ;
view post Posted on 5/3/2010, 22:01




CITAZIONE
ma io voglio chiara con bill

Mah, vedremo, ma non ci sperare più di tanto ahahahah
Potrebbe essere che ci metto Sam con Chiara, chi lo sa u.u


CITAZIONE
voglio il copirait U.U

Chiaaa tranquilla, se ma mi dovessero chiedere farò il tuo nome =D


CITAZIONE
E vaffanculo alla tua prof

Questa ci sta proprio XD
 
Top
CarinaCASTRATION.
view post Posted on 9/3/2010, 19:50




Sììììììììììì io tifo per Sam!
Quel gran sano di un ragazzo ahah XP
 
Top
gelosa94
view post Posted on 10/3/2010, 14:57




quando posti???
 
Top
80 replies since 16/1/2010, 22:27   699 views
  Share