Zoom into me

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.Jada.
view post Posted on 26/11/2009, 20:52




CITAZIONE
Atena,la trovo una ragazza talmente fragile ma forte allo stesso tempo,ho l'impressione che lei abbia una corazza di insicurezza che la protegga,ma è una corazza che ha voglia di essere rotta,ha bisogno di essere distrutta,perchè Atena ha bisogna di amare e di essere amata,ha bisogno di dire "Ti amo" ma anche di sentirselo dire. E' forze,è apprensiva,è decisa e coraggiosa,si è imposta di riportare quei quattro ragazzi su di un palco,e lei crede in loro,ed è questo che la fa andare avanti il fatto che sia così legata a loro ,nonostante non li conosca, da volere ogni bene per loro.

Io piango, piango perchè, Cristo santo, perchè hai capito tu Atena in poco tempo che altre persone in anni.
Sì, Atena è forte, forte in superfice, ma poi è fragile, ha un terribile bisogno di uno scoglio che la sorregga, che la faccia sentire protetta ed amata.

CITAZIONE
Eh Giadì,che data storica che è quella,da ricordare sul serio xD

ahahahahahahahahahah Che ricordi quel giorno!

CITAZIONE
Leggendo le righe sui pensieri di Bill e sul suo volere una ragazza ho capito che lui in Atena vede una mamma,una buona mamma per Heike,qualcuno che possa affiancare la bambina durante la crescita ma anche essere la sua donna;e lui vede Ate sotto il profilo di mamma.

Esatto, hai centrato il punto.
Bill vede Atena più in veste di mamma che in veste di amore per la vita.

Donnina mia, grazie a te di recensire ogni volta questa storia, grazie di sopportare i miei scleri e le mie lacrime, e sì, ce la faremo (L)
 
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leni smile`
view post Posted on 27/11/2009, 12:28




CITAZIONE (.Jada. @ 26/11/2009, 20:52)
CITAZIONE
Atena,la trovo una ragazza talmente fragile ma forte allo stesso tempo,ho l'impressione che lei abbia una corazza di insicurezza che la protegga,ma è una corazza che ha voglia di essere rotta,ha bisogno di essere distrutta,perchè Atena ha bisogna di amare e di essere amata,ha bisogno di dire "Ti amo" ma anche di sentirselo dire. E' forze,è apprensiva,è decisa e coraggiosa,si è imposta di riportare quei quattro ragazzi su di un palco,e lei crede in loro,ed è questo che la fa andare avanti il fatto che sia così legata a loro ,nonostante non li conosca, da volere ogni bene per loro.

Io piango, piango perchè, Cristo santo, perchè hai capito tu Atena in poco tempo che altre persone in anni.
Sì, Atena è forte, forte in superfice, ma poi è fragile, ha un terribile bisogno di uno scoglio che la sorregga, che la faccia sentire protetta ed amata.

Io adoro quando riesco a capire le cose *w*,e il fatto di riuscire a capire,a comprendere e ad inquadrare i personaggi delle storie che leggo mi rende ancora più contenta,perchè mi fa setire più vicina a loro,ed essere riuscira a capire proprio Atena m rede piena di gioia,perchè so che se sono riuscita a capire Ate ho capito anche te,perchè so quanto tieni a lei.
CITAZIONE
Donnina mia, grazie a te di recensire ogni volta questa storia, grazie di sopportare i miei scleri e le mie lacrime, e sì, ce la faremo (L)

Gli scleri e i pianti ce li facciamo in due,quindi non devi nemmeno ringraziarmi,sono io che ringraziato te,per la storia,per le mille chiacchierate e per esserci,grazie (L)
 
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.Jada.
view post Posted on 29/11/2009, 14:20




Capitolo 4



Lei da bambina aveva si e no due barbie a cui tagliava i capelli, un bambolotto su cui esercitava la patria podestà e dei peluche, molti peluche.
In effetti aveva sempre amato i peluche, suo nonno gliene comprava, minimo, uno al mese e lei li metteva in bella mostra sul letto; il peluche più vecchio che aveva era un Bambi che le era stato regalato all’età di tre anni, sua nonna lo rattoppò la bellezza di venti volte, eppure era ancora in piedi.
Ma Heike non era come lei, cosa poteva regalare alla figlia di Bill Kaulitz?
Un peluche gigante glielo regalava lo zio Tom.
Gustav, Georg e la futura sposa di quest’ultimo le regalavano un karaoke per bambini.
A lei cosa le restava come scelta, un vasino da notte?
Considerò l’idea e la mise da parte subito.
Sbuffò e mise la testa sotto il cuscino, sarebbe stato un week-end molto, molto lungo.
Decise che oziare nel letto caldo non sarebbe servito, purtroppo, a nulla, così con uno sbuffo si alzò e andò in cucina a fare colazione.
Aprì la mensola e iniziò a fissare la sua collezione di tazze, poi come ogni giorno prese la solita, quella di Starbucks, richiudendo poi lo sportello, e strusciò i piedi fino al tavolo, quando si sedette prese i cereali e ne versò una quantità industriale, li annaffiò con il latte ed iniziò a mangiarli.
La mattina era sempre uno straccio, prima delle dieci non connetteva, se non con quattro caffè sullo stomaco, ma evitava di prenderne tanti anche nel week end, la caffeina la stava portando sulla via della perdizione.
Lo squillo del cellulare la fece balzare sulla sedia, ed imprecò quando le cadde il cucchiaino nella tazza, facendola schizzare con i latte.
«Chi diamine è?» Rispose sgarbatamente.
«Ciao Ate!» La voce di Bill le perforò l’orecchio, rendendola parzialmente e momentaneamente sorda.
«Bill! Cos’è successo? Tom sta bene? E Heike?! Hai perso la voce?» Chiese, poi ci riflesse su, «Che domanda sciocca, se avessi perso la voce non mi avresti chiamato...» Borbottò tornando a giocherellare con la colazione.
«No, stiamo tutti bene... » Rise il moro al telefono, «Cioè, più o meno.» Aggiunse con un sospiro, «Comunque ti ho chiamato perché volevo ricordarti di domani pomeriggio.»
«Certo che me lo ricordo, stavo pensando proprio ora a cosa scrivere sul biglietto.» Rise istericamente lei, «Ma cos’è successo? Hai una voce...» Gli domandò tornando seria.
«Oh, niente di particolarmente nuovo o eccitante.» Sbuffò lui, e chissà perché Atena se lo immaginò afflosciarsi sul divano.
«Bill?» Cantilenò lei, «Lo sai che se hai bisogno di parlare, io sono qui.» Sospirò sentendosi ridicola, lei non ci sapeva fare con le parole dolci.
«E’ che... non ce la faccio più!» Sbottò il moro.
«Il tuo capo è una stronza e ti fa lavorare troppo?» Gli chiese, cercando di tirargli su il morale.
«No.» Rispose, poi sopirò e sbottò: «Ieri sera Tom è uscito ed è rientrato tardi e, ovviamente, era ubriaco; ancora non riesco a capire come abbia fatto a guidare fino a casa. E’ arrivato e si è sentito male, l’ho portato in bagno e come al solito gli ho infilato due dita in gola...» Spiegò, e a quella visione Atena allontanò di riflesso la tazza davanti a se, «E poi ci si è messa Heike, che si è svegliata, è venuta in bagno e ha visto lo zio in quel modo e, manco a dirlo, è scoppiata a piangere. Credo che mi verrà l’esaurimento.» Concluse momentaneamente lui, con un sonoro sbuffo, poi riprese: «E quel deficiente non capisce che mi porterà sulla depressione, di nuovo. Sembra che non gliene freghi niente di come stia io, o di come i suoi gesti si possano ripercuotere su sua nipote.»
«Lo so Bill, è dura, credo solo che a Tom serva del tempo; quando vedrà che anche con il lavoro le cose andranno bene, allora...» Lasciò cadere la frase, poco convinta di quello che stava per dire.
«Il problema non è il lavoro.» Sospirò lui, «Non dovrei raccontarti queste cose, ma so che di te mi posso fidare, piccola fan.» Le disse il moro, facendola sorridere, «Tom oramai beve per ogni stronzata, bella o brutta che sia, tutto questo iniziò, però, con la malattia di mamma... Il fatto è che non l’accetta, non accetta che da un giorno all’altro nostra madre potrebbe non esserci.» Spiego Bill, con la voce smorzata.
Atena sospirò, aveva sempre saputo, in cuor suo, che il motivo fosse quello, Tom non era forte come si credeva; o meglio lo era quando c’era da proteggere suo fratello, ma quando si trattava di Simone diventava docile come un agnellino,e quando c’era di mezzo la malattia, poi, tendeva a non accettare il problema, un po’ come lei.
Facevano di tutto per sembrare forti e duri, ma davanti alla fine di qualcuno restavano di sasso, non accettavano che una persona a loro cara scomparisse una volta per tutte.
Così era successo a lei, così sarebbe successo a Tom.
«Devi cercare di, mmh, capirlo, non tutti reagiamo allo stesso modo, Bill. Tu dovresti saperlo. Guarda cos’è stata per te la malattia di vostra madre, è stato un modo per tirarti su...Certo anche Heike ha avuto il suo ruolo, ma io sono sicura che anche se non ci fosse stata lei, tu avresti capito cos’era giusto e cosa sbagliato.»
«Tom sembra non volerlo capire.» Sospirò il Kaulitz minore.
«Dai tempo al tempo, e prova ad aiutarlo. E poi sono certa che gliene importi qualcosa delle ripercussioni che tutto avrà su Heike. Ho visto come la guarda Bill, è come se in lei vede una speranza.»
«Ci proverò. Allora ci vediamo domani, alle cinque. Mi raccomando.»
«Sì, tranquillo.» Rispose lei.
«Ah, Ate?»
«Dimmi.»
«Grazie.» Le disse Bill Kaulitz, prima di riagganciare il telefono.

_____


Raramente portava le scarpe con il tacco, e quando accadeva questo non superava i cinque centimetri, era già alta di suo e se avesse camminato su un paio di trampoli dodici centimetri sarebbe morta dalle vertigini; e poi odiava guidare con i tacchi.
Aveva optato, quindi, per un abbigliamento non troppo elegante, con un paio di ballerine, degli anonimi jeans verde bottiglia, ed un maglioncino nero; la scelta era stata molto ardua.
Sul sedile del passeggero viaggiava tranquillamente la sua borsa, una giacca ed una scatolina di velluto blu, ogni tanto la guardava, sperando che il regalo sarebbe piaciuto alla piccolina; sospirò quando arrivò davanti il cancello della villa di Bill Kaulitz, era il momento.
Parcheggiò e fece a piedi il piccolo vialetto l’aria pungente di inizio autunno le pizzicava piacevolmente il viso, facendola sorridere; non fece neanche in tempo a suonare che un Bill indaffarato le aprì la porta.
«Ciao Atena. Poggia tutto sul divano e vieni con me.» Le disse prendendola per un gomito, la ragazza annuì guardandosi attorno, la casa era un sogno, degna del padrone: i mobili antichi capeggiavano in ogni stanza, cornici piene di foto riempivano i muri rosso porpora, l’ambiente odorava di vaniglia.
Atena continuava ad osservare la perfezione dell’arredamento, tanto che non si rese conto di essersi spostata nel grande salotto e di essere sotto lo sguardo di tutti.
«Heike, guarda chi c’è...» Urlò Bill, la bambina, alla vista della ragazza, si alzò in piedi e con una goffa corsa le andò incontro.
«Buon compleanno, piccola.» Sussurrò dolcemente Atena.
«Azzie!» Rispose lei con un enorme sorriso, poi guardò bene la ragazza e fece una smorfia, «Dov’è il mio regalo?» Le chiese accigliandosi, suo padre sgranò gli occhi e il resto degli invitati scoppiò in una fragorosa risata.
«Heike! Non è buona educazione fare certe domande.»
«Ma io ero curiosa...» Sbuffò la piccola.
«Chissà da chi ha ripreso.» Cantilenò qualcuno alle spalle di Atena, la ragazza si girò lentamente, consapevole di chi fosse quella voce, e non si sbagliò; Tom era alle sue spalle, con una camicia verde e nera, la ragazza lo guardò per un momento, consapevole che se avesse prolungato lo sguardo sarebbe morta all’istante e non sarebbe stato un bel regalo per la piccolina.
«Atena.» La salutò il chitarrista, con un mezzo, devastante, sorriso.
«Tom.» Farfugliò lei, poi si girò dalla bimba ed estrasse la scatolina dalla borsa, «Tieni.» Le disse porgendogliela e cercando di rimanere con gli ormoni per terra.
«Atena, ma non dovevi!» Le disse Bill scuotendo la testa.
«’Sta zitto Kaulitz, mica è per te.» Rispose lei facendogli la linguaccia; intanto Heike armeggiava con la scatoletta blu, so padre sorrise e l’aiutò, estraendo un piccolo medaglione a forma di cuore con sopra incisa la scritta “Heilig”.
«Papà, che tignifica?» Chiese la bimba perplessa.
«Vuol dire “sacro”, amore mio.» Le rispose dolcemente il moro, mettendole la collana attorno al collo.
«Oh.» Annuì lei, poi andò ad abbracciare Atena che la prese in braccio, «Azzie.» Le disse dandole un bacio sulla guancia, «Ora tonno a giocare.»
La ragazza la fece scendere e la vide camminar verso un gruppo di bambini, quando arrivò li iniziò a vantarsi del suo piccolo gioiello; tale padre, tale figlia.
«Ciao Atena.» La salutò Gustav, arrivando alle sue spalle.
«Ehi, ciao.» Ricambiò lei, dandole due baci sulle gote.
«Bello il regalo.»
«Il vostro le è piaciuto?» Chiese la ragazza sedendosi su un divano.
«Credo sia piaciuto di più al padre.» Rise il batterista.
«Ah ah ah, mi sa che ci giocherà Bill.»
«Ce lo vedo.»
«Parlavate di me?» Gli chiese Georg, al suo fianco una ragazza.
«Sì, e delle tue doti da macho.» Annuì Atena, facendolo ridere.
«Lei è Katerine.» Disse il bassista presentandogli la mora al suo fianco.
«Kate.» Specificò lei allungando la mano verso Atena.
«Piacere, io sono Atena.» Rispose, Atena la guardò per un momento, capelli scuri, occhi azzurri, un maglione ed un paio di jeans; non se l’era mai immaginata così...normale
«E così sei tu quella che li riporterà sulla via del successo.»
«Così dicono.»
«Sei proprio come ti immaginavo.» Commentò Kate.
«Oh, tu sei... Mmh, diciamo che ho passato molti anni a immaginarti. Siete stati così prudenti.» Sbuffò con una smorfia Atena; in tutti questi anni il bassista era riuscito a nascondere alla perfezione la sua amata, mai una foto, mai una parola sul suo aspetto, tanto che la curiosità di Atena era andata lentamente a farsi benedire.
«Kate, che fai, non mi saluti?» Le disse Tom, abbracciandola e interrompendo il loro discorso.
«Stronzo, io sono qui da due ore, sei tu che non ti sei degnato di salutare.» Le rispose lei, abbracciandolo a sua volta.
«Sei tu l’ospite.»
«E mica è casa tua!» Rise la ragazza, dandogli un leggero pungo sulla spalla.
«Sempre la solita rompi palle.» Borbottò lui scompigliandole i capelli.
«Torniamo a noi, come si stanno comportando questi quattro animali?» Domandò Kate, rivolgendosi ad Atena e sciogliendo l’abbraccio con Tom.
«Bene...Tranne il bassista.» Rispose lei, cercando di non ridere, «E’ un vero casinista, sempre in ritardo a causa dei capelli, sempre più rincoglionito a causa dell’età.» Aggiunse, facendo ridere tutti, Tom andò a prendere da bere, li guardò ridere da lontano e si soffermò, per un attimo, sulla ragazza.
Rideva, era così spensierata quando lo faceva.
Anche lui aveva voglia di ridere, ridere sul serio.
Sbuffò e andò di fuori in veranda, si sedette sul dondolo in vimini ed estrasse la compagna di viaggio dalla tasca dei pantaloni, con un sospiro vi si attaccò.

«Ragazzi scusate, vado un secondo fuori, torno subito.» Disse Atena, ridendo ancora per la terribile battuta di Kate.
«Sì, ma torna subito!» Si raccomandò la mora, sorridendole.
Atena annuì e andò in salotto a prendere la giacca, mentre se la infilava si soffermò a guardare delle foto appese al muro, ce n’era una di Bill con Heike in braccio, poco più che neonata, e un’altra era di Bill e Tom, forse avranno avuto una quindicina d’anni.
Il tempo era passato in fretta, erano diventati due giovani uomini, però qualcosa era rimasto uguale, l’amore che provano per l’altro.
Era qualcosa che Atena non capiva, ma che adorava; quel genere di amore che ti rende veramente schiavo dell’altra persona, che fa sparire l’obbiettività quando l’altro si trova nei guai, che ti fa star male se lui sta male, l’amore fraterno era qualcosa di stupendo, che lei non aveva mai provato.
«Atena!» Gracchiò Tom, «Mi stavi seguendo?!» Le chiese poi, guardandola male.
«Io... In realtà ero venuta...A fumare.» Sbiascicò la ragazza, assottigliando lo sguardo, era ubriaco fradicio.
«Quanto hai bevuto?» Gli chiese Atena andandogli davanti.
«Un goccino, ino, ino.» Rispose mostrano indice e pollice che si avvicinavano tra di loro.
«E quanti goccini hai bevuto?»
«Eh, un po’.» Rise.
Se Bill lo avesse visto in quello stato gli sarebbe presa una sincope e avrebbe fatto un macello, rovinando così la festa della piccola, si massaggiò le tempie, pensando ad un’alternativa.
«Bene, ora ti alzi e cerchiamo di salire al piano di sopra, senza che nessuno ti veda.»
«Voglio andare a casa.» Disse lui annuendo con la testa.
«Sei già a casa.» Gli fece notare lei, cercando di alzarlo.
«Voglio andare a casa mia. Nel mio loft.» Chiarì lui, alzandosi e scansandosi dalla ragazza.
«Tu così non guidi.» Mise in chiaro lei.
«Non rompermi i coglioni.»
«Facciamo così: tu mi dici dov’è questo loft e io ti ci porto.» Sospirò Atena, se Tom si fosse messo alla guida sarebbe andato sicuramente contro un albero, o un ponte.
Il principe delle tenebre dei suoi sogni era diventato un alcolizzato.
Se ne era finalmente resa conto.
Ed era arrabbiata, era triste, voleva prende a pungi il mondo, voleva prendere a pugni Lui,
“Perché ci fai questo?” Avrebbe voluto urlare, ma cercò di mantenere la calma, sospirò e, prendendo sotto braccio il chitarrista, si diressero verso la sua macchina.
Erano in macchina da dieci minuti, in un silenzio religioso che veniva disturbato solo dalle indicazioni del ragazzo, Atena le eseguiva e poi tutto tornava silenzioso.
«Gira qui.» Le disse Tom, verde in faccia.
«Non c’è nulla qui.» Sbuffò lei, sicuro avevano sbagliato strada, forse neanche esisteva questo fantomatico loft, era un invenzione del cervello malato di Tom.
«Devo vomitare, ma se vuoi che ti imbratti la tappezzeria continua pure sulla strada di sinistra.» Spiegò lui, guardandola mentre, con l’ennesimo sbuffo, si fermava sul ciglio della strada.
«Vuoi...Una mano?» Chiese lei disgustata, mentre il ragazzo apriva la portiera e si chinava in avanti.
Le aveva sempre fatto schifo il vomito, ma no per quello che rappresenta, bensì per quell’odore acido che emanava, sperava così in una risposta negativa di Tom.
«No, ho fatto.» Rispose il Kaulitz maggiore chiudendo la portiera, «Puoi continuare a guidare.» Aggiunse guardando la strada.
«Sì.» Sbuffò Atena ripartendo.
Furono i cinque minuti più lunghi di tutta la sua vita, anche se, avere Tom Kaulitz ubriaco nella propria macchina le dava una gioia malsana.
Quando furono arrivati davanti un comprensorio anonimo il ragazzo le ordinò di fermarsi, lei l’aiutò a scendere, era in condizioni pietose; presero l’ascensore e salirono fino all’ultimo piano, quando finalmente riuscirono ad entrare, un forte odore di muschio bianco le invase le narici, solleticandole i sensi.
Quella casa odorava di Tom.
Si guardò attorno e notò come l’arredamento era diverso da quello adottato nella villa di Bill: il loft di Tom era pieno di mobili moderni e sofisticati, ma al tempo stesso sembrava uscito dal film “Arancia meccanica”.
«Dov’è la camera da letto?» Chiese Atena sorreggendo il ragazzo.
«Eh, sporcacciona!» Rise lui.
«Idiota.» Lo apostrofò lei, poi girò per il loft e trovò la stanza da sola; una volta che furono entrati fece sedere il rasta sull’enorme letto circolare e lo coprì con un piumone.
«Ho mal di testa.» Sospirò il ragazzo.
«Hai delle aspirine?»
«Forse in bagno.»
Atena annuì e andò in bagno, cercò tra i cassetti, ma non trovò nulla; sul mobile vi erano delle boccette di profumo e di dopobarba, ne prese una e l’aprì, se la portò sotto il naso ed inalò pesantemente, voleva che quella fragranza le rimanesse impressa per il resto della sua vita.
Trovò le aspirine nel mobile dello specchio, ma quando andò dal ragazzo lui si era addormentato; le labbra semi aperte, i capelli spettinati gli davano l’aria di un bambino.
Agli occhi di Atena appariva così indifeso, con un bisogno d’affetto enorme, doveva soffrire tanto dentro di se, aveva la sofferenza che gli lacerava l’anima.
Se solo avesse permesso agli altri di penetrare quella barriera che si era creato, di vedere al di la della maschera che indossava, forse, a quest’ora, non si sarebbe trovato così.
Forse avrebbe avuto una famiglia, una fidanzata amorevole.
Lei sospirò e lentamente gli accarezzò il volto, dalla fronte spaziosa al naso all’insù, e poi la bocca, quelle labbra vellutate che molte volte Atena aveva desiderato assaggiare, il collo lungo con il pomo d’Adamo e la mascella.
Sorrise per la situazione, e poi decise che sarebbe andata a casa.
Non aveva voglia di tornare alla festa.
Non voleva essere costretta a mentire a Bill, ma neanche se la sentiva di dirgli la verità.
Lentamente si allontanò dal letto e uscì dal loft, cercando di non far rumore, una volta giù salì in macchina e poggiò la testa sul volante, le lacrime le rigavano il volto.
Era una delle solite crisi di pianto nervoso.
Perché si era ridotto in quello stato?
Perché aveva iniziato a bere?
Voleva indietro il Tom di una volta, quello stupido, quello che riusciva a farle dimenticare tutto con qualche cazzata durante un episodio della Tokio Hotel Tv; avrebbe voluto volentieri un Tom playboy, meglio saperlo fidanzato che morto di qualche malattia causata dall’alcool.
Atena pianse tutte le lacrime che aveva in corpo, restò a piangere fino a quando il sole non sparì dietro la collina, facendo posto al buio e alla luna calante, pianse fino a quando ne ebbe la forza, poi, distrutta e con l’anima lacerata, guidò verso casa; una volta arrivata si gettò sul letto e si addormentò, cullata dal ticchettio della pioggia sul tetto.


Continua...

Edited by .Jada. - 30/1/2010, 13:17
 
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; Lady ;
view post Posted on 29/11/2009, 19:07




Eccomi qui a commentare. D' altra parte...come potrei non farlo?
Questo capitolo è molto toccante, forse molto di più degli altri perchè, specialmente nelle ultime righe, si capisce quanto Atena stia soffrendo per il comportamento di Tom. Vorrebbe aiutarlo ma non sa come fare e, comunque, non ha i mezzi o la forza per farlo.
Tom deve semplicemente uscire dal vicolo cieco in cui si è immerso e guardarsi attorno. Capirebbe quante persone gli voglionono bene e che sarebbe disposte ad aiutarlo se solo lui lo permettesse. Capirebbe tante cose ma l' alcool ha avuto la meglio su tutti.
Perfino sul fratello.
Ho come l' impressione che, prima o po, Atena troverà il modo di farlo ragionare, il modo da farlo diventare il classico Tom, quello di tutti i giorni prima che succedesse tutta la catastrofe.

CITAZIONE
avrebbe voluto volentieri un Tom playboy, meglio saperlo fidanzato che morto di qualche malattia causata dall’alcool.

Complimenti per il capitolo. :-tet:
 
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.Jada.
view post Posted on 29/11/2009, 19:40




CITAZIONE
Questo capitolo è molto toccante, forse molto di più degli altri perchè, specialmente nelle ultime righe, si capisce quanto Atena stia soffrendo per il comportamento di Tom. Vorrebbe aiutarlo ma non sa come fare e, comunque, non ha i mezzi o la forza per farlo.

Sono felice di essere riuscita a centrare il punto.
E' proprio così. Atena soffriva già prima, ma ora che lo ha conosciuto è crollata. Vorrebbe aiutarlo, ma non sa come, e (con le sue paranoie sulle fans) non è d'aiuto.
Grazie Sere.
Baci.
 
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....:GiulY:....
view post Posted on 29/11/2009, 20:29




Anche a me questo capitolo mi ha toccata, come hai descritto la situazione e l' animo di Atena mi hanno premuto sul cuore.
Mi piace come hai descritto l' arredamento della casa di Tom e il povero Bill col dramma dei padri su che fare alle porpie figlie ^^
 
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Kate ~
view post Posted on 29/11/2009, 20:33




Dio Jadì, bellissimo questo capitolo! *_*
E il regalo di Heike *_* E la casa di Bill, una specie di museo dei ricordi di presente e passato *_*

E la morosa di Giorgio *fischietta*

La situazione di Tom, poi, da un tocco melanconico alla FF... tra lui ed Atena la situazione, secondo me, si sbloccherà solo quando il ragazzo toccherà il fondo sul serio...
 
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.Jada.
view post Posted on 29/11/2009, 20:43




CITAZIONE
Anche a me questo capitolo mi ha toccata, come hai descritto la situazione e l' animo di Atena mi hanno premuto sul cuore.

Grazie Giuly *_*

CITAZIONE
E la morosa di Giorgio *fischietta*

Che pi io mi immaginavo la scena e ridevo come una deficente; al prossimo capitolo poi, mi spiscierò sotto

CITAZIONE
La situazione di Tom, poi, da un tocco melanconico alla FF... tra lui ed Atena la situazione, secondo me, si sbloccherà solo quando il ragazzo toccherà il fondo sul serio...

Fuochino, ci sarà un evento, sempre nel prossimo, che farà si che Tom si ponga delle domande.
Grazie patà <3
 
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.laetitia.
view post Posted on 30/11/2009, 12:38




Bellissimo questo capitolo...e l'ultima parte, commuove.
Perchè lui, non è così forte come sembra...anche lui ha bisogno di sorreggersi a qualcun altro.
Il punto è che non vuole accettarlo: ed allora preferisce sorreggersi a qualcosa...qualcosa di muto, che non lo giudicherà mai, che non lo abbandonerà mai.
Ma Atena, può essere la sua spalla: Atena, che tiene così tanto a lui, che farebbe qualsiasi cosa pur di farlo uscire dal tunnel dell'alcolismo...Atena, che rivuole il suo Tom
 
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Fee1702
view post Posted on 30/11/2009, 16:42




Amò, ho letto tutto, solo non ho trovato il tempo di commentare e tutt'ora non riesco a farlo come vorrei, perchè ti meriti di più di un "bellissima". Si vede che ci metti il cuore in questa storia, è palpabile. Come ti ho già detto ho adorato il finale del penultimo capitolo e mi è piaciuto un sacco anche l'ultimo. Mi fa una pena teribile Bill, quasi più di Tom, perchè vede suo fratello distruggersi e non sa come aiutarlo, impotente.
Continua presto caVa
 
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Gusty Fur Immer
view post Posted on 3/12/2009, 19:21




Eccomi quiiii xD
Sono una "nuova lettrice"... non proprio nuova, perchè questa ff la seguo dal primo post, solamente che non ho mai avuto il coraggio di commentarla...
Allora... Innanzitutto devo dire che mi piace molto Athena come persona, sopratutto caratterialmente, ed anche la situazione in generale dei personaggi...
Spero posterai presto...
un kiss
 
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,blue nacht`
view post Posted on 3/12/2009, 20:21




Ce l'ho fatta prima di sabato, yep!
Btw, questa storia ha preso una piega interessante: Tom, con una doppia personalità, cerca di scagliarsi addosso bene e male assieme. Bill, ormai, con pensieri irrazionali, non trova altra soluzione e vede, in Atena, una figura materna. Gustav, secondo me, ripensa seriamente a lei ed il nostro Giorgio le presenta Kate.
Oddio, è talmente fatta bene che sembra tangibile.
Per quanto mi riguarda, non posso ancora farti un commento megalomane, perché è ancora presto e ripeterei le cose dell'altra volta, ma già dal prossimo capitolo vedo degli sviluppi -eccome se li vedo- tra Tom ed Atena.
Detto ciò, ti faccio i complimenti per questo inizio:
CITAZIONE
Lei da bambina aveva si e no due barbie a cui tagliava i capelli, un bambolotto su cui esercitava la patria podestà e dei peluche, molti peluche.

Jà, è bellissimo, ti giuro. Originale, subilme, pari a Baricco.
Continua così, tesoro:
per ora, sei una delle poche che mi soddisfa, nelle fan fiction.

Un bacio,
Nà.
 
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Gusty Fur Immer
view post Posted on 3/12/2009, 21:58




CITAZIONE (,blue nacht` @ 3/12/2009, 20:21)
per ora, sei una delle poche che mi soddisfa, nelle fan fiction.

:sìsì:
 
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.Jada.
view post Posted on 3/12/2009, 22:13




Oddeo ragazze, grazie.
Grazie "nuova lettrice" che se non mi ricordo male ti chiami Alessia -scusa, la mia memoria è fa schifo (: -
Sono felice che Atena piaccia così tanto, ma sopratutto sono felice che questa situazione così "strana" è di vostro gradimento.
E vabè, ovvviamente, grazie Nà <3


CITAZIONE (Gusty Fur Immer @ 3/12/2009, 21:58)
CITAZIONE (,blue nacht` @ 3/12/2009, 20:21)
per ora, sei una delle poche che mi soddisfa, nelle fan fiction.

:sìsì:

Troppo buone
 
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Gusty Fur Immer
view post Posted on 4/12/2009, 20:02




Jada quando posterai il prossimo chappy?
 
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350 replies since 17/11/2009, 20:28   5600 views
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