E da quì inizia tutto.
Inizia la storia.
Iniziano i guai.
Inizia seriamente quest'avventura, e iniziano i capitolo scritti singolarmente da ogni autrice; tendo a ricordare che ogni capitolo che viene postato da oggi in poi è stato scritto dalla persona stessa che lo posta.
Buona lettura(;
Capitolo 3
Era una serena giornata di settembre, il 15 per essere più precisi.
Per la maggior parte delle persone quella data era priva di significato, ma per una cerchia, non poco ristretta, di ragazze, che sapevano guardare oltre la routine giornaliera, voleva dire soltanto una cosa: erano tornati!
Dopo mesi di silenzi, falsi rumor, cambi di look e scatti rubati, Bill, Tom, Gustav e Georg volevano gridare al mondo intero che erano vivi, e pensarono che la cosa migliore per farlo era di suonare nella capitale della loro patria: Berlino.
Inizialmente i manager si erano opposti, proponendo gli Stati uniti, ma loro si erano battuti con tutte le proprie forze, ed avevano vinto.
Per troppo tempo avevano trascurato le fan della Germania e di tutti quei paesi che li avevano sostenuti fin dall'inizio, che li avevano sempre spronati ad andare avanti.
Infondo, se ora erano una band di fama mondiale, dovevano tutto a loro, a quei fan che hanno sempre creduto in Bill, Tom, Gustav e Georg, per cui, oltre che un concerto di rinascita, quello era anche un concerto di ringraziamento.
Una cinquantina di ragazze si erano, da due giorni, appostate fuori dal palazzetto, con il solo scopo di accaparrarsi i posti migliori; come sempre avevano sfidato le condizioni meteorologiche che non erano delle migliori, anzi, la notte prima del concerto era stata molto fredda per essere una notte di fine estate.
Bell e Lizie erano arrivate lì la notte prima e mentre erano abbracciate nel sacco al pelo, fecero due conti: avrebbero visto il concerto tra la prima e la seconda fila, per cui, si addormentarono con il sorriso sulla bocca.
Charlie e Ashley, invece, non avevano nessuna intenzione di dormire a terra, al freddo ed in sudici sacchi a pelo, bensì sarebbero arrivate lì un paio di ore prima e, sfruttando le conoscenze paterne, avrebbero assistito al live in prima fila e poi sarebbero andate nel backstage. Ashley era, ovviamente, eccitatissima, avrebbe finalmente conosciuto l'amore della sua vita, mentre Charlize ne avrebbe fatto volentieri a meno, non riusciva a capacitarsi dell'amore della sorella per qualcuno che vedeva solo nei poster o nel televisore al plasma, l'aveva sempre detto lei che l'amore era una cosa strana...
Quando aprirono i cancelli, ci fu la solita corsa, fortunatamente Lizie e Bell erano magre ed allenate, così, contro ogni aspettativa arrivarono alle transenne, prima fila, tra Bill e Georg, ovviamente nessuno delle sue stava più nella pelle.
«Ci credi Bell, siamo di nuovo qui...» Esclamò Lizie con un grande sorriso, la mora annuì, guardando in un punto fisso davanti a lei, da cinque minuti si era fatta molto silenziosa, e questo aveva insospettito Elizabeth.
«Cosa c'è?» Chiese la rossa, all'amica.
«Nulla, mi è sembrato di vedere le Schneider.» Esclamò Anabel sospirando.
Non aveva mai sopportato quelle due, avevano sempre avuto tutto dalla vita e le sembrava che non apprezzassero nulla, per giunta, non trovava affatto giusto che loro sarebbero state in prima fila, senza l'estenuante attesa che era toccata a tutte le altre ragazze.
Le due sorelle, intanto, si facevano largo tra la folla per raggiungere il centro del palco, proprio dove stavano le due amiche.
«Ashley, quel posto non andava bene?!» Sbuffò Charlize, sgomitando tra la folla di ragazze sudate. Odiava quel genere di divertimento, odiava la puzza ed odiava quei quattro.
«Ma qui vedrò meglio Bill!» Le rispose la sorella sistemandosi sulla transenna e non curandosi minimamente di aver dato una gomitata ad una ragazza.
«Ehy, stai un po' attenta!» Sbraitò Anabel, voltandosi e strabuzzando gli occhi vedendo chi l'aveva colpita, allora prima ci aveva visto.
«Oh, guarda chi c'è...» Esclamò la bionda con un ghigno, «le due sfigate.» Continuò.
Quelle due non le erano mai state a genio, nè a lei, nè alla sorella, erano solamente due povere sfigate, che invece di godersi la vita erano costrette a lavorare.
Il punto è che le Schneider non riuscivano a guardare oltre la patina materiale di cui erano circondate, non si erano mai chieste perchè quelle due giovani ragazze lavorassero invece di divertirsi; e lo stesso ragionamento valeva per Anabel ed Elizabeth, loro due non riuscivano a vedere oltre, non volevano capire il vero motivo di tutta quella superficialità, infondo, pensandoci bene, quelle quattro, non erano poi così tanto diverse.
«C'eravamo noi qui.» Protestò Lizie, sbattendo i piedi per terra.
«Ed ora ci siamo noi.» Le rispose Ashley, alzando gli occhi al cielo; ora che c'era avrebbe difeso quel posto con tutte le sue forze, nessuno poteva impedirle di vedere colui che le aveva rapito il cuore da un anno, colui che ogni notte le appariva in sogno, risvegliandole i sensi, colui che aveva il potere di farla andare avanti quando le situazioni della vita la tiravano indietro.
«Dove sono i vostri biglietti?» Chiese con un sorriso beffardo Anabel, la mora sapeva che erano entrate di straforo e toccò, quindi, un tasto dolente, ma aveva dimenticato quanto insolenti fossero quelle due.
«Non ce li abbiamo,» Rispose Charlize con nonchalance, «Ma abbiamo i pass.» Sorrise mostrando due tessere di plastica, attaccate ad una cordicella.
«Per cui,» Continuò Ashley, «Avanti, dite alla security che siamo senza biglietti, tanto rientreremo, siamo delle Schneider.» Disse fiera la mora, con un sorriso beffardo sul volto.
Se c'era una cosa che Anabel ed Elizabeth odiavano più di qualsiasi cosa era la prepotenza, per cui alle parole delle ragazze dovettero chiudere gli occhi e fare un respiro profondo per combattere contro la voglia di picchiarle lì; forse, l'unica cosa che le fermò era il fatto che la security le avrebbe divise, e non avrebbero visto il concerto anzi, molto probabilmente, poiché erano tutte maggiorenni, sarebbero finite in carcere.
Decisero semplicemente di ignorarle, rigirandosi e cercando di chiacchierare, oramai mancava poco e non avrebbero rovinato quel giorno per colpa di quelle due, la stessa cosa fecero Charlize e Ashley.
Il piccolo concerto d'apertura fu breve, nel palazzetto la tensione era tale che si poteva tagliare con un’ unghia di Bill Kaulitz, la mano di Lizie stringeva forte quella di Anabel, così come faceva Ashley. L'unica che non sentiva niente, tranne un tremendo mal di piedi, era Charlize, che, anzi, sbadigliava e continuava a guardare l'ora.
Quando le luci si spensero ci fu un urlo disumano, mancavano una manciata di secondi, dopo dei quali, iniziarono i primi accordi di chitarra e già c'era chi piangeva, la prima canzone fu: “Wo sind eure Hände” . Ottomila paio di mani si muovevano a tempo ed altrettante ragazze cantavano a squarciagola, i loro cuori, battevano assieme alla batteria di Gustav.
Le canzoni si susseguivano e le parole di Bill toccavano l'anima di ogni ragazza.
“E’ sempre stato un poeta” Pensò Ashley, mentre il suo volto veniva bagnato di tanto in tanto da qualche lacrima.
Gli occhi verdi di Georg, intanto, avevano notato quelli azzurro ghiaccio di una ragazza in prima fila, i loro sguardi si erano incatenati e non accennavano a sciogliesi, anzi, di tanto in tanto, uno dei due aggiungeva un sorriso, e quelli della ragazza erano così belli che il bassista sbagliò accordi un paio di volte; errori, ovviamente, seguiti da qualche occhiataccia di Mr. perfezione Kaulitz, alias Bill.
Tom vagava per il palco, alla ricerca di qualche bella ragazza nelle prime file, quando trovò la sua preda era il momento di “Leb die sekunde” e non perse l'occasione per fare il suo bel giochetto con la chitarra, convinto che la biondona in prima fila sarebbe svenuta ai suoi piedi; sfortunatamente però, il rasta ricevette un bel due di picche, perchè la ragazza in questione, non solo non si eccitò guardando il suo bacino spingere contro una Gibson, ma gli sbadigliò in faccia, stanca di tutto quel rumore e quella fatica, tutto ciò fu un duro colpo per l'ego del chitarrista dei Tokio Hotel.
Era il momento di “Reden” e a metà canzone Bill fermò tutto, sorridendo verso le sue amate fans.
«Vorrei, far salire una di voi sul palco.» Proclamò, ci fu un urlo generale, che fece sorridere ancora di più il vocalist. Ashley si sporse dalla transenna, sperando in qualche miracolo divino; Georg con lo sguardo indicò a Bill una ragazza, e pregò, con gli occhi, il vocalist, questo alzò gli occhi al cielo, esaudendo, poi, il desiderio dell'amico: «La ragazza qui davanti, con la maglietta turchese.» Disse.
Anabel spalancò gli occhi, sorpresa, mentre Lizie le stritolò una mano, ma Ashley, alla sua destra, era più sorpresa di lei, e soprattutto era nera di rabbia; non gliene fregava nulla se lei lo avrebbe visto dopo nel backstage, quella lì non doveva avvicinarsi a Bill, lei era solo spazzatura.
Così, mentre Bell si sporgeva sulla transenna per scavalcarla, Ashley la prese per un piede, bloccandola e tirandola giù. Scalciare fu inutile, Bill le diede della timidona, facendo ridere tutto il palazzetto e chiamò un'altra ragazza; Georg sospirò, affranto.
«Ma si può sapere che problemi hai?» Urlò Anabel, rivolgendosi ad Ashley.
«Non alzare la voce con lei!» L'ammonì Charlie, prendendo le difese della sorella.
«E tu non ti mettere in mezzo, razza di cretina!» Oramai Anabel aveva perso le staffe, neanche la stretta di Lizie riusciva a fermarla, nemmeno la paura di essere cacciata dalla sicurezza.
«Come mi hai chiamato?!»
«Cretina, e se vuoi ne ho a bizzeffe di soprannomi per te!» Ripetè Bell, con l'adrenalina in corpo.
«Dilli se ne hai il coraggio, sfigata.» La sfidò Ashley, digrignando i denti.
«Finta bionda.» Rispose Lizie, che non aveva mandato giù quell'appellativo rivolto a Bell.
«Stai zitta tu, ragazzina!» Urlò Charlize, strattonando Lizie.
Fu la goccia che fece traboccare il vaso, Anabel poteva sopportare tutto, ma nessuno doveva toccare Lizie, e siccome conosceva il punto debole della bionda, diede una spinta ad Ashley, che per poco non cadde dall'altro lato della transenna.
Charlize cacciò un urlo, prima di avventarsi contro la mora.
Calci, schiaffi, tirate di capelli, pizzichi e quant'altro, nessuno riusciva più a fermare quelle quattro, dovettero intervenire gli omoni della sicurezza, che le caricarono di peso, beccandosi anche qualche morso sulle braccia.
«Lasciami che gli spacco il culo!» Urlò Lizie, dimenandosi.
«Vieni qui, e poi vediamo se ci riesci... » Continuava Ashley a provocarla.
Le quattro ragazze vennero sbattute in una stanza abbastanza grande ed accogliente e vennero fatte sedere su dei divani di pelle, controllate a vista da un omone.
«State ferme qui, e non provate ad alzarvi.» Le intimorì questo con un occhiataccia; tutte e quattro alzarono gli occhi al cielo, certe che di lì a poco sarebbero stare sbattute in qualche cella di qualche carcere.
«Grazie, per colpa vostra non vedrò Bill!» Disse Ashley, additando Anabel ed Elizabeth, con gli occhi pieni di lacrime.
«La colpa è solo la tua.» Rispose serafica Lizie, mentre si massaggiava il braccio destro.
«Non sono io che ho cominciato.» Piagnucolò nuovamente la ragazza.
«Smettila Ashley, per la miseria!» Urlò Charlize, «Io neanche ci volevo venire qui, se è per questo, mi hai costretta tu e per vedere chi?! » Iniziò la bionda, non sentendo la sorella che, pallida in volto, le diceva di fare silenzio, «Per vedere quella specie di ragazzo che sculetta sui palchi di mezzo mondo, e quello scopettone che si tromba una chitarra perchè evidentemente è troppo sfigato per trombarsi una ragazza in carne ed ossa!» Oramai la Charlize era partita in quarta e nessuno la poteva più fermare, neanche le facce pallide delle altre ragazze.
«Che c'è? Perchè non parlate?» Chiese dopo qualche secondo.
Nessuno rispose, si limitarono a guardare un punto fisso dietro di lei, così, sbuffando si rigirò e rimase di sasso: il ragazzo che sculetta, lo scopettone e gli altri due la guardavano, ognuno aveva un' espressione diversa sul volto.
Continua...