Ciao Salamandra!
Sai, prima di partire con il commento vero e proprio ci tenevo a dirti una cosa. Anche due.
La prima è che mentre questa pagina internet caricava, io avevo già lasciato alle spalle tutto ciò che in precedenza era successo fra me e te, perché non ho mai pensato che quegli avvenimenti meritassero grande importanza. Prima di sprofondare nella lettura ho pensato “Ora leggerò facendo finta che io e lei non abbiamo mai parlato, e le dirò cosa penso davvero, senza bugie né pregiudizi”. Ci tenevo a fartelo sapere.
La seconda cosa è che, per tenere fede alla promessa di essere seria e corretta, ho preso in mano la penna e il mio fedelissimo blocco note, intenzionata a trascriverci sopra errori, riflessioni e tutto ciò che mi avrebbe colpito mentre leggevo.
Ora ho davanti a me due pagine di quel quaderno mentre scrivo qui.
Sulla prima ho annotato le frasi che mi sono piaciute di più, mentre sulla seconda ho preso nota di un paio di errori di punteggiatura, uno riguardante la consecutio temporum, una ripetizione e qualche altra cosa un po’ più seria.
Ho preso quest’ultima e l’ho buttata nel cestino.
Questo per dirti che ciò che hai scritto mi è piaciuto, e talmente tanto che i pensieri più belli sono riusciti davvero a declassare quelli brutti. Quello che ti dirò qui di seguito, quindi, è solo cosa penso di ciò che hai scritto e anche un po’ ciò che penso di te. Gli errori di grammatica possono aspettare un’altra volta.
Ora, da dove partire?
Facciamo dalla descrizione.
Una descrizione dove c’è tutto, fino al dettaglio, ti dà la possibilità di immaginare un personaggio, un ambiente o paesaggio nella sua totalità in modo che sia come avere tutto davanti agli occhi. Ma una descrizione così non lascia spazio ai sentimenti.
Le tue, invece, sono fatte di dettagli con cui poi ogni lettore costruirà le proprie case, le proprie strade, i propri volti. È il modo migliore per fare una descrizione ottimale.
E della protagonista io non so il nome, ma so tutto di lei. Non mi hai detto di che colore ha gli occhi, né se i capelli sono lunghi o corti e non hai descritto nemmeno i lineamenti, però io so che è una ragazza chiusa ed emotiva, che non sa perché cammina, ma va in giro comunque.
Una ragazza che ha voglia di fare una vita normale, con gli abiti da indossare che non le stiano né larghi né stretti.
Io me la sono immaginata con i capelli dai riflessi ramati lievemente mossi, gli occhi scuri e spiacevolmente pallida.
Una ragazza che pensa a cose cui non dovrebbe pensare, anche troppo, vivendo anche un po’ volontariamente nella sua bolla.
Un giorno capisce che la soluzione è dietro l’angolo e comprende di stare crescendo.
I fatti… I fatti sono quelli che sono, tanto improbabili quanto realistici.
Il sole visto come la comprensione di altre persone attorno a sé, di altre storie da ascoltare e altre orecchie a cui far sentire la propria. Il vero e proprio bisogno di tutto questo.
Il riconoscere negli altri i propri vizi, accettarli e sentirsi consolati da quelli.
L’abituarsi ai nuovi spazi capendo di possedere qualcosa, cioè di avere in comunione con quella città parti su cui non avresti mai riflettuto.
CITAZIONE
Possedevo l'acqua di Roma.
Finalmente possedevo qualcosa.
Presto le strade, i muretti, i cespugli che un tempo mi erano tanto ostili, o a cui forse ero io così ostile, iniziarono a diventare famigliari come fossero umani abitanti della tua stessa zona, iniziai a conoscerli, a riconoscerne i dettagli, a sentirne il profumo, a percepirne le speranze.
[…]Nel giro di poco quella città così apertamente ostile e straniera era diventata un po' più mia.
Possedevo l'acqua, possedevo le strade, possedevo le vetrine di alcuni negozi, possedevo le lanterne, possedevo i marciapiedi e gli alberi di platano che così pervicacemente sfidavano il caos e l'inquinamento urbano, ostinandosi a vivere.
Il dover dire addio a una persona cara che fa riflettere su quanto sia importante qualcuno.
La parte di Roberta è quella che senza dubbio mi ha segnato di più.
CITAZIONE
Io sognavo una amica, lei una bottega da salumiere ma che fosse tutta sua.
Volevo bene a Roberta, o forse volevo bene ai suoi sogni. Mi dicevo che se un giorno avessi avuto un sogno come il suo, allora sarei diventata grande.
[…]Roberta era mia.
Un giorno che chiesi come mai da un bel pezzo non c'era, mi dissero che aveva preso un lungo periodo di ferie, che era andata lontano, che era tornata al suo paese, che era emigrata, che era via, che era assunta in un altro negozio, che sarebbe tornata l'indomani.
Da quest’ultimo pezzo si capisce anche la semplicità dei pensieri, seppur tanti e non sempre giusti, della protagonista. Me la sono immaginata mentre si sentiva rifilare sempre versioni diverse e non scomporsi mai.
E poi questo:
CITAZIONE
Roberta non era mia, non era mai stata mia. Lo era il suo sogno di mettersi in proprio. Lo era il mio sogno di essere ricca da poterle regalare questo sogno.
Ma non puoi regalare alcun sogno, se la vita ti costringe a correre dietro a un furgone per autotrasporto, a trasferirti altrove, a spiantare e ripiantare te stessa più volte
Ecco.
Queste poche righe sono il motivo per cui sto facendo un commento così lungo. Da spararsi, lo so. So di essere pazza e magari sono anche stata ripetitiva nel scrivere ciò che fin’ora ho scritto, ma questo pezzo mi ha dato più di qualsiasi altra cosa, perché sono io quella che parla. È quello che io cerco di fare ogni giorno. Ancora non posso credere di essermi ritrovata così tanto in uno scritto, non mi era mai – e dico MAI – capitato.
La parte di Giacomo è il sole che sorge di nuovo, che si fa rivedere. Finalmente la nostra ragazza triste per il trasloco e per tutto ciò che le è capitato, trova la possibilità più grande di tutta la sua vita, ciò vivere, vivere e ancora vivere. Lei è il prologo, Giacomo è l’esordio della sua vita. E lei cresce.
Concludo (e tutti diranno: FINALMENTE) dicendo che secondo me devi credere di più in ciò che fai, in ciò che scrivi.
Io non spunterò da sotto il tuo letto per massacrarti. Non lo farà la tua prof, non lo farà il tuo ex e non lo farà nessuno. Non farlo nemmeno tu stessa.
Scrivi di questa ragazza, che per me potrebbe benissimo portare il tuo nome, e di come la sua vita ha trovato una svolta. Fai davvero tua questa OS. Prendi in considerazione la possibilità che non tutti i batteri fanno male all’organismo, non so se mi spiego.
Abbi più fiducia nella gente che hai intorno, me compresa, che non ho intenzione di crticarti, perché non sono né superiore né inferiore a te, ok?
Ciao, Kiki
(spero non ci siano refusi, ma non ho riletto)