Bill aprì sgraziatamente la porta della sua stanza d'albergo.
Piccola e confortevole.
Ma per lui era una gabbia.
Ed una gabbia, seppur d'oro, è sempre una gabbia.
Entrò in bagno.
Accese la luce sullo specchio e si sciacquò la faccia con un gesto deciso.
Lasciò che il trucco nero colasse sulle guance.
Si guardò allo specchio.
Chi era lui?
Era da tanto tempo che se lo chiedeva.
Sapeva cos era.
Ma dentro?
Era buono?
Cattivo?
Non aveva più la certezza di niente.
Anzi, una sì.
Indipendentemente da quella notte sarebbe diventato ciò che era.
Lo era già diventato.
Quasi.
Quella notte non aveva fatto altro che alterarlo.
Pensava di avere tutto sotto controllo.
Ma non l'aveva.
Era cambiato.
Senza che se ne rendesse conto.
Lui voleva veramente cambiare?
No.
O almeno credeva.
Era stato indotto.
Da chi si fidava.
Pensava fosse la cosa più giusta da fare.
Ed alla fine aveva accettato spontaneamente quel cambiamento.
Perdendo il controllo.
E poi quella notte fatale...
Al solo ricordo sentì la gola secca.
Quella notte era stata fatale.
Ma si era prolungata per tutte le altre notti.
Uscì dal bagno.
Prese una sigaretta ed uscì fuori al balcone.
Guardò la luna mentre fumava.
Gli infondeva sicurezza.
Lei era l'unica custode del suo segreto.
Nemmeno suo fratello ne era a conoscenza.
Tom...oh, quanto avrebbe desiderato confessargli tutto.
Ma non poteva.
E non avrebbe mai potuto.
Nonostante tra loro non ci fossero mai stati segreti.
Voleva tornare indietro.
Ma non si poteva tornare indietro.
Spostò lo sguardo dal pavimento di nuovo alla luna.
Era sorpreso.
Non gli era ancora successo.
Erano due giorni.
Era quasi preoccupato.
Sorrise dentro di sè.
Poi una fitta alla gola.
Ecco.
Era arrivato il momento.
Doveva bere.